Bindu (Sanskrit: बिंदु) is a Sanskrit word meaning "point" or "dot". A bindi is a small, ornamental, devotional dot applied to the forehead in Hinduism.[1][2]
In metaphysics, Bindu is considered the point at which creation begins and may become unity. It is also described as "the sacred symbol of the cosmos in its unmanifested state".[3][4] Bindu is the point around which the mandala is created, representing the universe.[5]
Bindu is often merged with [seed] (or sperm) and ova. In the Yoga Chudamani Upanishad Bindu is a duality, with a white Bindu representing shukla (sperm) and a red Bindu representing maharaj (menses). The white Bindu resides in the bindu visarga and is related to Shiva and the Moon, while the red Bindu resides in the muladhara chakra and is related to Shakti and the Sun.[6] In yoga, the union of these two parts results in the ascension of kundalini to the sahasrara.[7]
Chakra
Tantric chakras |
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In Tantra, Bindu (or Bindu visarga—"falling of the drop") is a point at the back of the head where Brahmins grow their tuft of hair.[8][9] This point is below the sahasrara chakra and above the ajna chakra, and is represented by a crescent moon with a white drop. It represents the manifestation of creations such as consciousness.[10]
The Bindu visarga is said to be the source of Bindu fluid, which contains a nectar (amrita) and a poison.[11] The fluid is released from the Bindu visarga, and can be stored in the lalana chakra and purified in the Vishuddha chakra. When the Vishuddha is inactive the fluid flows to the manipura chakra, where it is consumed (leading to physical decline). According to the Hatha Yoga Pradipika, a hatha yoga practitioner can prolong their life by controlling the flow of the fluid.[12] Through practice of Khecari mudra, a practitioner can manipulate the flow of the fluid from the lalana to the Vishuddha (where it is purified to amrita).
The picture of the chakra is a lotus with 23 petals. Its symbol is the moon, which supports the growth of vegetation. Krishna said in the Bhagavad Gita XV/13, "Becoming the nectarine moon I nourish all plants". Its divinity is Shiva, who is portrayed with the crescent moon in his hair.
The Bindu chakra is a centre for health, giving us the power for physical and mental recuperation. It benefits eyesight, quietens the emotions and promotes inner harmony, clarity and balance. With the help of this chakra we are capable of controlling hunger and thirst, gaining the ability to overcome unhealthy eating habits. Concentration on Bindu relieves anxiety and depression, nervousness and feelings of oppression in the heart.[13]
In Tibetan Buddhism Bindu refers to the subtle body, which is composed of drops (Tibetan: ཐིག་ལེ thig le) and winds (Tibetan: རླུང rLung).[14]
See also
- Bindudham temple
Notes[edit]
- ^ Khanna 1979: p.171
- ^ Swami Ranganathananda (1991). Human Being in Depth: A Scientific Approach to Religion. SUNY Press. p. 21. ISBN 0791406792.
- ^ Khanna 1979: p.171
- ^ Swami Ranganathananda (1991). Human Being in Depth: A Scientific Approach to Religion. SUNY Press. p. 21. ISBN 0791406792.
- ^ Shakya, p. 82-83
- ^ Saraswati, p. 144
- ^ Kumar, p. 94
- ^ Saraswati, p. 21
- ^ Kumar, p. 8-9
- ^ Saraswati, p. 143
- ^ Saraswati, p.141-142
- ^ Hatha Yoga Pradipika
- ^ http://www.yogaindailylife.org/esystem/yoga/en/180700/chakras/bindu-chakra/
- ^ http://studybuddhism.com/web/en/archives/e-books/unpublished_manuscripts/developing_balanced_sensitivity/pt5/sensitivity_17.html Grasping at Mind's Natural Functions for Security. Alexander Berzin
References
- Khanna, Madhu (1979). Yantra: The Tantric Symbol Of Cosmic Unity. Thames and Hudson.
- Kumar, Ravindra (2000). Kundalini for Beginners: The Shortest Path to Self-Realization. Llewellyn Worldwide.
- Rana, Deepak (2012). Yantra, Mantra and Tantrism: The Complete Guide. Neepradaka Press.
- Saraswati, Satyananda (1996). Kundalini Tantra. Bihar School of Yoga.
- Shakya, Milan (June 2000). "Basic Concepts of Mandala." Voices of History, Vol. XV, No. 1. pp. 81–87
È il punto di origine dei chakra, i centri energetici che regolano il nostro stato psicofisico.
In sanscrito, bindu significa “punto” o “goccia”. Questo centro ha una stretta connessione con vishuddhi chakra, il centro energetico della gola, per tramite della rete di nervi che corrono all’interno delle narici.
Nella tradizione cinese si chiama “guanciale di giada” (yu chen) e si considera collegato al cervelletto. Si ritiene che agisca come una pompa che fa ascendere l’energia verso l’alto.
SIMBOLOGIA DI BINDU
Il simbolo di bindu è lo spicchio della luna crescente in un cielo notturno. Il fatto che sia collegato alla luna è importante da molti punti di vista, in primo luogo perché la luna è legata al subconscio. Le fasi lunari possono riferirsi alle fluttuazioni del sistema endocrino, da cui dipendono le variazioni degli stati emotivi e mentali. Il cielo notturno fa di certo allusione all’infinità di sahasrara, che costituisce il presupposto di bindu. E questo è simboleggiato da uno spicchio di luna crescente perché la coscienza individuale, in bindu, ha solo una percezione parziale e momentanea di sahasrara, non un’esperienza totale, che può essere raggiunta solo con la completa dissoluzione dell’identità.
Bindu Chakra
DOVE SI TROVA BINDU
Bindu si trova alla sommità posteriore della testa, sopra la prima vertebra cervicale, nel punto preciso in cui i capelli formano un vortice. Questo è il punto in cui, nella tradizione indiana, i brahmini tengono un ciuffo di capelli (in sanscrito shikha) che non radono mai. Nello stesso punto i sacerdoti e i monaci cattolici, fino alla riforma del 1972, tenevano i capelli perennemente rasati (chierica o, in latino, clerica tonsio).
Dopo l’iniziazione, i giovani monaci indiani dovevano tenere lo shikha legato stretto stretto, per acquisire una consapevolezza indelebile del bindu. Forse, all’origine, la chierica, che doveva essere sempre nuda, aveva lo stesso scopo.
Clerica Tonsio
Shikha o Choti
Shikha o Choti
Clerica Tonsio
FISIOLOGIA SOTTILE DI BINDU
Secondo i testi, bindu, che è un punto minuscolo, secerne il nettare della vita (amrita), un liquido inebriante che serve tra l’altro a mantenere in vita il corpo fisico. Nella fisiologia di un corpo comune, il nettare scende in manipura, il centro energetico del fuoco, dove viene bruciato per mantenere le funzioni vitali.
Attraverso una lunga pratica, che comporta tra l’altro un controllo molto avanzato del respiro tramite tecniche di pranayama, lo yogi, eseguendo kechari mudra, allunga a tal punto il frenulo linguale da riuscire ad arrivare, con la punta della lingua a occludere il condotto nasofaringeo.
All’ingresso di tale condotto c’è lalana chakra, il centro energetico di diffusione del nettare, che si trova all’altezza dell’ugola. Se lo yogi riesce a occludere lalana, il nettare, anziché scendere in manipura e consumarsi come di consueto, si ferma in vishuddhi, il centro energetico della gola, (preposto, tra l’altro, alla purificazione del corpo fisico dalle tossine) e quindi mantiene la vitalità dei tessuti senza che ci sia bisogno di metabolizzare, né a livello fisico né a livello sottile, e quindi senza bisogno di ossigeno o di cibo, e senza produzione di scorie.
Oltre a secernere il nettare, nei corpi non purificati, bindu essuda anche veleno, che però si diffonde nell’organismo solo in caso di malfunzionamento di vishuddhi.
Tramite la ghiandola pineale bindu è collegato con Ajna chakra, il terzo occhio, o centro di comando, che è posto sulla fronte, tra le sopracciglia. Quando bindu è attivato, dunque, si attivano anche la ghiandola pineale e ajna chakra.
Kechari mudra
Bindu è collegato anche con Sahasrara, il supremo centro della corona, di cui costituisce il fondamento. Nei quadrupedi coincideva con il punto apicale della testa, ma da quando l’ominide è diventato Homo erectus, bindu, dislocato in un’area della testa che non coincide più con la corona e non essendo più stimolato direttamente dalle energie cosmiche, si è come atrofizzato e non è facilissimo riattivarlo appieno.
Secondo l’opinione di molti antichi saggi, quando si riesce a riattivare bindu ci si emancipa dalle malattie (mentali e fisiche) e si ritrova l’armonia originaria che ci mantiene sincronizzati con l’universo.
BINDU E LA VIBRAZIONE SONORA
Secondo l’antica filosofia indiana, la coscienza si esprime attraverso le vibrazioni sottili (nada, o suono). Nada, inteso come suono sottile, è dunque il flusso di coscienza che, attraverso bindu, giunge dall’infinito all’oggetto creato. Inoltre Nada può essere utilizzato anche nella direzione opposta, per fondere, attraverso bindu, la propria coscienza individuale con la fonte, la pura coscienza di sahasrara.
Libro dei Cakra
DALL’UNITÀ ALLA POLARITÀ, E VICEVERSA
“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. […] Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. […] Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne.”
Genesi
Giovanni di Paolo, Creazione
Bindu è il luogo in cui la luce si divide dal buio, la terra dall’acqua. È il punto di confine tra la coscienza assoluta, indifferenziata e il nostro universo, differenziato e limitato. Bindu è il punto che contiene il potenziale evolutivo degli innumeri oggetti dell’universo, il punto in cui coesistono gli opposti. È il granello di senape dei vangeli, il più piccolo di tutti i semi, ma capace di generare un albero così grande che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido tra i suoi rami. È la collana di perle infinitesimali del DNA, che contengono in nuce tutta la nostra evoluzione futura. È la porta meravigliosa di Alibabà, che, quando si apre, lascia accedere noi, piccole creature limitate e bisognose, all’abbraccio amoroso del divino in cui possiamo dissolverci.
Buona parte delle informazioni contenute nell’articolo è tratta dalle opere di Paramahansaji Swami Satyananda Saraswati.
Sei interessato alla fisiologia sottile dei chakra, alle loro funzioni e a come mantenerli in equilibrio?
Scopri di più su Il piccolo libro dei Cakra.
Articolo pubblicato il 24/02/2016 e aggiornato il 6/06/2017
La sorgente della creazione
Bindu visarga è oltre il regno dell’esperienza ordinaria, e anche nei testi tantrici molto poco è scritto a suo riguardo. È il magazzino di tutti i karma dell’uomo appartenenti alle sue vite precedenti. Questi karma non sono solo sotto forma di vasana, ma anche nella forma di memorie.
La parola bindu significa “goccia o punto”. È più correttamente chiamato “bindu visarga” che letteralmente significa “caduta della goccia”. Bindu è rappresentato dalla luna crescente e da una goccia bianca che è il nèttare che gocciola in vishuddhi chakra. È la sorgente ultima dalla quale tutto si manifesta e alla quale tutto ritorna.
La parola bindu significa “goccia o punto”. È più correttamente chiamato “bindu visarga” che letteralmente significa “caduta della goccia”. Bindu è rappresentato dalla luna crescente e da una goccia bianca che è il nèttare che gocciola in vishuddhi chakra. È la sorgente ultima dalla quale tutto si manifesta e alla quale tutto ritorna.
“…(bindu) è la causa della creazione della parola e del suo significato, che ora entrano in contatto e ora si separano l’una dall’altro.”
“…da esso (bindu) vennero l’etere, l’aria, il fuoco, l’acqua, la terra e le lettere dell’alfabeto.”
Kama-Kala-Vilasa (versi 6-9)
Bindu visarga è interconnesso con vishuddhi chakra nello stesso modo in cui i centri minori dell’apparato digerente sono connessi con manipura e quelli dell’apparato uro-genitale e riproduttivo con swadhisthana e muladhara. Nello stesso modo, i centri minori dell’apparato respiratorio e circolatorio si integrano in anahata chakra e così via. In ognuno di questi casi la connessione è mediata dal particolare gruppo di nervi associati a quel chakra. Bindu e vishuddhi sono uniti attraverso una rete di nervi che scorre nella parte interna della cavità nasale, passando attraverso lalana chakra che è situato nell’ugola, nel retro del palato. Quindi, quando ha luogo il risveglio di vishuddhi, questo si verifica simultaneamente in bindu e in lalana.
Si pensa che le dieci paia di nervi cranici che fuoriescono dai loro nuclei corrispondenti abbiano la loro origine entro questo minuscolo centro, cosicché anche i sistemi visivo, olfattivo, uditivo e gustativo sono, in definitiva, manifestazioni di bindu.
Si pensa che le dieci paia di nervi cranici che fuoriescono dai loro nuclei corrispondenti abbiano la loro origine entro questo minuscolo centro, cosicché anche i sistemi visivo, olfattivo, uditivo e gustativo sono, in definitiva, manifestazioni di bindu.
Il punto di localizzazione
La sede di bindu si trova alla sommità posteriore della testa, esattamente nel punto in cui i brahmini indù lasciano crescere un ciuffo di capelli. Sebbene questa consuetudine sia seguita anche oggi, il suo scopo originale è stato completamente dimenticato. In sanskrito questo ciuffo di capelli è chiamato shikha, che significa “la fiamma del fuoco”. In questo caso la parola “fiamma” indica la fiamma dei vasana o dei karma nascosti che appartengono alla vita precedente.
Durante il periodo di sandhya, quando i bambini vengono sottoposti alla “cerimonia del cordoncino” e sono iniziati al mantra, si era soliti stringere e tirare questo ciuffo il più a lungo possibile e poi legarlo. Quando il ciuffo è stretto e il ragazzo pratica il mantra, sviluppa una potente e continua consapevolezza solo su questo punto connesso a bindu, dove si sente tirare piuttosto che dolore.
Questo è un sistema tradizionale per mettersi in contatto con bindu visarga.
Fisiologia tantrica
Secondo la tradizione tantrica, nei centri superiori della corteccia cerebrale c’è una piccola depressione o fossetta che contiene una minuscola secrezione. Al centro di questa minuscola secrezione c’è un piccolo reilievo o punto simile ad un’isoletta al centro di un lago. Nella struttura psicofisiologica, questo piccolo punto è considerato essere bindu visarga.
Non sono mai state riportate notizie circa l’isolamento effettivo di questa minuscola struttura del cervello, né la sua presenza è stata mai verificata dalla scienza medica. Comunque, uno studio simile potrebbe dimostrarsi interessante e avere dei buoni risultati, come quelli ottenuti da recenti ricerche sulla misteriosa ghiandola pineale, che hanno accertato la sua corrispondenza anatomica e funzionale con agya chakra, come già precedentemente descritto nei tantra shastra. È facile immaginare che una struttura delicata e minuta come bindu visarga possa indubbiamente essere distrutta in seguito ai processi post mortem. Di certo la minuscola quantità di fluido potrebbe difficilmente rimanere localizzata per una facile estrazione e analisi, quando si sa molto bene che più abbondanti trasmettitori e secrezioni nervose e ghiandolari degenerano e si disperdono nei tessuti al momento della morte. Tuttavia è certamente una possibilità da considerare.
Non sono mai state riportate notizie circa l’isolamento effettivo di questa minuscola struttura del cervello, né la sua presenza è stata mai verificata dalla scienza medica. Comunque, uno studio simile potrebbe dimostrarsi interessante e avere dei buoni risultati, come quelli ottenuti da recenti ricerche sulla misteriosa ghiandola pineale, che hanno accertato la sua corrispondenza anatomica e funzionale con agya chakra, come già precedentemente descritto nei tantra shastra. È facile immaginare che una struttura delicata e minuta come bindu visarga possa indubbiamente essere distrutta in seguito ai processi post mortem. Di certo la minuscola quantità di fluido potrebbe difficilmente rimanere localizzata per una facile estrazione e analisi, quando si sa molto bene che più abbondanti trasmettitori e secrezioni nervose e ghiandolari degenerano e si disperdono nei tessuti al momento della morte. Tuttavia è certamente una possibilità da considerare.
Simbologia tradizionale
Nelle scritture tantriche, il simbolo di bindu è una luna crescente in una notte luminosa.Questo simbolo è ricco di significato. La luna crescente indica che bindu è strettamente collegato alle kala (fasi) lunari, così come lo sono le fluttuazioni endocrine, emozionali e mentali degli esseri umani.
L’immensità si sahasrara è gradualmente svelata attraverso la fervida pratica dello yoga, nello stesso modo in cui la luna si trasforma dal momento della luna nuova alla sua fase di pienezza. La luna crescente presenta la debole e passeggera apparizione di una collina nel cuore della notte. Lo sfondo del cielo notturno simboleggia anche l’infinità di sahasrara al di là di bindu. Comunque, sahasrara non può essere completamente sperimentato fino a quando permane l’individualità.
Anche il simbolo della sillaba sacra Om, nella sua parte più alta, contiene la rappresentazione di bindu, consistente in un piccolo punto sopra una luna crescente. Effettivamente tutti i chakra sono simboleggiati entro la forma del simbolo Om, così come lo sono i tre guna o qualità del mondo creato: tamas, rajas e sattva. Questi chakra esistono nel regno di prakriti e dei suoi guna. Il bindu di Om è separato dal corpo del simbolo per indicare che è trascendente e va oltre i legami della natura. Bindu visarga appartiene al settimo o più alto loka, cioè satyam, il piano della verità, e appartiene anche al corpo causale o anandamaya kosha. Si dice che quando bindu visarga viene risvegliato, si sente il suono cosmico di Om e si comprende la sorgente di tutta la creazione, scaturita dal punto di bindu e dalla luna crescente sopra il simbolo di Om.
L’immensità si sahasrara è gradualmente svelata attraverso la fervida pratica dello yoga, nello stesso modo in cui la luna si trasforma dal momento della luna nuova alla sua fase di pienezza. La luna crescente presenta la debole e passeggera apparizione di una collina nel cuore della notte. Lo sfondo del cielo notturno simboleggia anche l’infinità di sahasrara al di là di bindu. Comunque, sahasrara non può essere completamente sperimentato fino a quando permane l’individualità.
Anche il simbolo della sillaba sacra Om, nella sua parte più alta, contiene la rappresentazione di bindu, consistente in un piccolo punto sopra una luna crescente. Effettivamente tutti i chakra sono simboleggiati entro la forma del simbolo Om, così come lo sono i tre guna o qualità del mondo creato: tamas, rajas e sattva. Questi chakra esistono nel regno di prakriti e dei suoi guna. Il bindu di Om è separato dal corpo del simbolo per indicare che è trascendente e va oltre i legami della natura. Bindu visarga appartiene al settimo o più alto loka, cioè satyam, il piano della verità, e appartiene anche al corpo causale o anandamaya kosha. Si dice che quando bindu visarga viene risvegliato, si sente il suono cosmico di Om e si comprende la sorgente di tutta la creazione, scaturita dal punto di bindu e dalla luna crescente sopra il simbolo di Om.
Da “Kundalini Tantra”, Swami Satyananda Saraswati, edizioni Satyananda Ashram Italia 1984