lunedì 16 novembre 2015

Turgon di Gondolin, Quinto Re dei Noldor



Turgon era il secondogenito di Fingolfin e il fratello di Fingon, Quarto Re dei Noldor nella Terra di Mezzo.
E' molto importante, per orientarsi nella dinastia Noldor, tenere sempre presente questo albero genealogico, uno strumento efficacissimo di memoria visiva. 
La moglie di Turgon era Elenwe dei Vanyar e per questo la loro unica figlia Idril era bionda.
Si vedrà. per esempio, che Turgon è bisnonno di Elrond, per parte di padre.



 Attorno all'anno 60 della Prima Era, per difendersi dagli eserciti di Morgoth, progettò la costruzione di una città in questa valle nascosta ove trasferirsi in segreto con la sua gente. 
La costruzione della città segreta durò cinquantadue anni. Il suo nome fu Gondolin, (Rocca Nascosta),
In seguito Turgon ospitò nel suo regno i due giovani uomini: Hùrin e suo fratello Hùor, che si erano smarriti dopo un'imboscata di orchi e dopo poco tempo furono portati a Gondolin dal re delle aquile Thorondor. 
Turgon:

Ulmo, il Vala Signore del Mare, profetizzò a Turgon che:

  • Gondolin sarebbe stato il regno che più a lungo si sarebbe opposto a Melkor;
  • Turgon sarebbe succeduto al fratello come Quinto Re Supremo dei Noldor, dopo la morte di Fingon nella Ninraeth Arnoediad, la Battaglia delle Innumerevoli Lacrime
  • Il figlio di Huor, il principe Tuor degli Uomini, avrebbe sposato sua figlia Idril, Principessa Reale di Gondolin, e avrebbe avuto un figlio Earendil il Mezzelfo, detto anche il Marinaio.
  • La speranza vera dei Noldor risiedeva in occidente e sarebbe venuta dal mare, cioè dai Valar che suo nipote Eärendil il Mezzelfo avrebbe chiamato in soccorso
  • Doveva temere più di tutti Maeglin, il figlio di sua sorella Aredhel e dell'Elfo Oscuro Eol.
  • Avrebbe dovuto fare affidamento, per la difesa di Gondolin, dei migliori tra i suoi guerrieri, tra cui il biondo Glorfindel, Capitano della Guardia Reale.

Lords of Gondolin:

Turgon partecipò alla Nirnaeth Arnoediad, venne in aiuto del fratello Fingon con 10.000 guerrieri, così quando tutto sembrava perso le truppe di Fingon e di Hurìn si rianimarono alla vista di quell'enorme esercito. Turgon, dopo aver affrontato una prima schiera di orchi, si aprì un varco nell'esercito nemico e andò in aiuto del fratello Fingon e di Húrin. Per un po' riuscirono a resistere ma quando arrivò Gothmog, supremo comandante dei Barlog, Fingon venne ucciso e Turgon divenne, come predetto il Quinto Re Supremo dei Noldor della Terra di Mezzo.

A Gondolin vennero forgiate alcune delle più famose spade elfiche, che saranno utilizzate molto tempo dopo la Caduta, nelle vicende della Terza Era.
Quando, nel film "Lo Hobbit, un viaggio inaspettato", Gandalf mostra ad Elrond le spade trovate nella caverna dei Troll, Elrond risponde:
<<Furono forgiate a Gondolin dagli Alti Elfi dell'Ovest, la mia famiglia>>


Durante il regno di Turgon, ma non per sua colpa, avvennero numerosi eventi tragici, le cui conseguenze avrebbero deciso la sorte degli Elfi nelle due Ere successive.

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Le tre regine a Belfast

XALNw--equE

Un evergreen



Capitoli, punti di vista e reazione del lettore



Domenica



Lo scherzo di Gandalf: lui e il Balrog erano d'accordo



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La vera identità del Re Stregone di Angmar



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Tormentone 1



Tormentone 2



Pensieri matrimoniali



Lo Hobbit in pillole

Hobbit doodles:











domenica 15 novembre 2015

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 21. Colazione con Edwina e la governante Mapel degli Svartalfar



Edwina li aspettava davanti alla porta del salone da pranzo, seduta sulle scale come se fosse su un trono.
Di fianco a lei c'era una Svaltarfar che Edwina teneva in gran riguardo:
<<Vi presento la Governante del Castello di Alfarian, la Shadout Mabel Clorellian. Il titolo di Shadout significa, per l'appunto, Governante della Casa>>

Tutti la osservarono con grande attenzione, poiché era la prima aliena che avessero conosciuto in vita loro. L'aspetto non era del tutto rassicurante.
La pelle era di un grigio bluastro, gli occhi rossi, i capelli completamente bianchi e lunghi tanto da coprire tutta la schiena.
L'età era indefinibile, ma doveva essere anziana e di rango elevato considerando la ricercatezza degli abiti e del copricapo.



Waldemar si rivolse a lei nella lingua degli Svartalfar:
<<Sono onorato di fare la vostra conoscenza, Shadout Mapel>> e si inchinò con deferenza, poi, rivolto ad Edwina: <<Saresti così gentile da tradurre il nostro dialogo affinché anche la mia delegazione possa capire?>>
Edwina annuì:
<<Lo farò, ma non abituarti troppo ai miei servigi>>

La governante rispose all'inchino, ma il suo sguardo era fisso su di lui, come se avesse visto un fantasma:
<<Dunque è vero! Proprio come dice la Profezia: "Conoscerà la vostra lingua e le vostre usanze, pur venendo da un altro mondo". Nella Profezia è anche detto: "Conoscerà il nome con cui voi lo avete chiamato nelle leggende". Voi lo conoscete, mio signore?>>

<<Mi fu detto: "Ti chiameranno 'Alfatar, Padre degli Alfar, Imperatore di Alfheim, e la ruota dovrà girare e girare e girare intorno alla tua Via Aurea"
E porto al dito Narya, l'Anello del Fuoco, per volontà del Signore Atar e intercessione delle sue sacerdotesse>>



Mapel allora si inchinò nuovamente, con maggiore convinzione:
 <<Benedetti siano il Fuoco e la sua Fiamma, possa il loro passaggio purificare il mondo, poiché è scritto: la Fiamma, potrà illuminare o distruggere>>

Waldemar allora parlò con voce ferma:
<<Non pensate che io sia venuto per abolire la Legge e i Profeti; io non vengo per abolire, ma per portare a compimento>>



Mapel annuì, sempre tenendo gli occhi rossi su di lui:
<<E così sia, mio signore 'Alfatar, Solo voi avete il potere di alleviare la condizione di tutti noi, oppure di renderla insopportabile. Che gli Immortali vi possano sempre sostenere lungo la retta via>>

Waldemar la fissò a sua volta:
<<Avverto grande paura in voi, Shadout Mapel, ma non vi è ragione di temermi.
 Nessun malanimo contro voi o il vostro popolo alberga nel mio cuore.
Non ci sarà nessun atto di prepotenza da parte nostra: nessuna decisione sarà presa senza l'accordo col vostro popolo. Non siamo qui per conquistare, ma per proporre uno scambio reciproco di favori. Io non vengo per dividere ma per unire. Io non porto la spada, ma la pace.>>

Mapel annuì nuovamente:
<<E così sarà, mio signoreMa coloro che verranno dopo di voi, non avranno il vostro riguardo. E se anche rispettassero le nostre libertà, lo farebbero come una concessione, mentre si tratta di qualcosa che noi già abbiamo.
Ci chiederete diritti in base ai nostri princìpi e ce li toglierete in base ai vostri?>>

Waldemar scosse il capo:
<<I diritti e le leggi degli Alfarian saranno vincolanti anche per noi, finché voi lo riterrete opportuno. La mia supervisione durerà molto a lungo e permetterà che ogni trattato concluso tra me e il vostro popolo si consolidi nel tempo, diventando parte integrante della nostra legge comune. La vostra profetessa dice che la missione è appesa a un filo, ma la mia premonizione dice che quel filo non si spezzerà.  E in verità la Profezia dice: "finché questo cielo e questa terra non passeranno, neppure una sola lettera o una sola virgola della vostra legge passerà, prima che il Grande Disegno dell'armonia tra i nostri popoli non sia compiuto">>

Mapel lo fissò:
<<Così dice la profezia, ma voi, o signore 'Alfatar, quale garanzie concrete ci offrite, al di là delle profezie?>>

Waldemar sapeva che quello era il momento cruciale che da lungo tempo aveva previsto:
Il Signore Atar mi ha mandato tra voi proprio perché possiate avere tutti i mezzi per difendervi da qualsiasi tipo di attacco, compreso quello degli umani.
Per dimostrare che ciò che offro non sono soltanto belle parole o buone intenzioni, io ho portato con me parte della conoscenza scientifica e tecnologica che vi servirà per poter imparare a difendere ciò che avete, se qualcuno mai, anche solo lontanamente, osasse minacciarlo.
E questa minaccia proviene da Gothian, non da Alfarian.
Consegnerò tutte queste conoscenze alla vostra Regina, quando sarò al suo cospetto>>



Il Consigliere Albedo, dopo aver ascoltato la traduzione di quella risposta, intervenne:
<<Ma, Milord, permettete se mi intrometto, ma non abbiamo prove della loro benevolenza: potrebbero essere l'ultimo Nemico nel Milione di Pianeti!>>

Waldemar aveva previsto quell'obiezione:
<<Comprendo i vostri dubbi, Consigliere Albedo, ma vi esorto ad avere fede, a confidare in ciò che ho visto nelle Premonizioni e in ciò che posso vedere nella mente di coloro che ho di fronte. Sappiate questo, e riferitelo al Consiglio, quando sarà il momento: qualora dovesse esserci malizia e inganno, io sarei il primo ad accorgermene>>

<<Non è una via facile, Milord>>

<<Lo so, ma questo è il momento, Consigliere, in cui  siamo a chiamati a scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile. 
Come voi sapete, in ognuno di noi c'è del bene e c'è del male: tutti abbiamo dentro di noi sia luce che oscurità, ma ciò che conta è da che parte scegliamo di stare. 
Ciò che fa di noi una persona buona o una persona malvagia, non sono i pensieri, non sono le emozioni, ma è ciò che decidiamo di fare, le scelte, le azioni. 
E' questo quello che siamo>>

<<Sono d'accordo>> intervenne Greta Van Garrett <<E darò il mio contributo affinché le decisioni che prenderemo diventino la realtà che noi abbiamo sempre sperato. C'è spazio per tutti su questo pianeta e le alleanze porteranno benefici reciproci. Faremo di Alfarian la capitale di un regno in cui gli Svartalfar e gli Umani possano vivere fianco a fianco, in pace>>



Quello scambio di parole, tradotto da Edwina per ambo le parti, ebbe l'effetto sperato di distendere il clima.

<<Ora, se volete seguirmi, serviremo a tutti la colazione>> disse la governante.

Waldemar annuì:
<<Accettiamo con riconoscenza i vostri servigi, poiché siamo ospiti di Edwina Ataris e tra voi e lei esiste un accordo. Ma tengo a ribadire che noi e voi siamo alla pari e che non esiste, da parte vostra nei nostri confronti, alcun obbligo, se non quello che deriva dalla vostra personale gentilezza>>