mercoledì 11 gennaio 2017

Il Vangelo di Filippo



Il Vangelo secondo Filippo è un vangelo gnostico, probabilmente di scuola valentiniana, scritto in lingua copta nella seconda metà del II secolo, probabilmente da un originale in lingua greca perduto. L'attribuzione pseudoepigrafa è a Filippo apostolo. Contiene alcuni detti di Gesù, e fa particolare attenzione agli insegnamenti sui sacramenti, cui aggiunge quello della "camera nuziale".
Valentiniani erano seguaci dell'eretico Valentino (II secolo).
Essi predicavano metodi per liberare il proprio pneuma con lo studio di testi sacrignostici e con cerimonie come la camera nuziale e la redenzione, di cui si è perso il significato.
Tra i principali discepoli di Valentino si ricordano MarcoEracleone e Tolomeo, per il ramo latino della dottrina, e Teodoto di Bisanzio per il ramo greco. Anche il famoso filosofo e teologo Origene venne molto influenzato da queste correnti di pensiero.
Nell'arco di due secoli i seguaci di questo credo o rientrarono nell'ortodossia cristiana o confluirono nel manicheismo.
Il Vangelo di Filippo, andato perduto con l'estinguersi dello gnosticismo, non menzionato dai Padri della Chiesa, nel 1945 ne è stato ritrovato un manoscritto di trentacinque pagine databile al IV secolo tra i codici di Nag Hammâdi (codice II, trattato 3).
La sua importanza è legata al fatto che getta luce sui sacramenti di una corrente gnostica cristiana, in particolare su quello, peculiare, della camera nuziale. Il Vangelo secondo Filippo è particolarmente noto presso il pubblico in quanto citato dal romanziere Dan Brown nella sua popolare opera Il codice da Vinci (2003).

Composizione

La versione in lingua copta conservatasi in unica copia tra i Codici di Nag Hammadi è la traduzione di una versione originale in lingua greca. La datazione di questo manoscritto originale di trentacinque pagine può essere desunta dal tipo di teologia presente. Il Vangelo secondo Filippo contiene infatti riferimenti agli insegnamenti del teologo gnostico Valentino, attivo a Roma tra il 138 e il 158, ma il carattere di questi insegnamenti pare far riferimento ad una qualche evoluzione del pensiero dei valentiniani. La datazione più diffusa tra gli studiosi è quella del II secolo, ma è stata anche proposta la seconda metà del III secolo.[1]
Alcune considerazioni linguistiche fanno ricondurre la composizione del Vangelo secondo Filippo all'area siriana, probabilmente ad Edessa.[2]

Contenuto


Maria Maddalena lava i piedi a Gesù
Il Vangelo secondo Filippo è una collezione di materiale estratto da numerose fonti, per lo più non identificate. Si tratta principalmente di lettere filosofiche, sermoni, trattati, detti o aforismi, dialoghi commentati, esegesi biblica, affermazioni dogmatiche. Solo alcuni brani sono identificabili certamente come di scuola valentiniana, alcuni forse scritti dallo stesso Valentino, e probabilmente non appartengono tutti alla stessa scuola. Alcuni brani fanno riferimento ad etimologie della lingua siriaca, probabilmente opera di un teologo valentiniano operante ad Edessa.[3] Gli estratti sono presentati al di fuori del loro contesto, cosa che ne rende difficile la comprensione, e non seguono un'organizzazione evidente, ma si susseguono senza ordine, talvolta con salti notevoli, talvolta evidenziando un raggruppamento basato su di un concetto ricorrente, come quello di morte in 52,2-21.[4] Una concezione di fondo è la distinzione tra conoscenza esoterica, riservata agli iniziati gnostici, chiamati "gentili", e la conoscenza essoterica, posseduta dai cristiani non iniziati, detti "ebrei", i quali sbagliano nel considerare alcune dottrine, come la nascita virginale e la risurrezione di Gesù come eventi storici invece di allegorie.[5]
Il Vangelo secondo Filippo include 17 detti di Gesù, di cui nove[6] sono citazioni o commenti di detti riportati dai vangeli canonici e otto sono invece agrapha.[7] Sono riportati anche alcuni racconti sulla vita di Gesù: come sia apparso molto grande ai suoi apostoli durante un'apparizione su di una montagna,[8] come avesse tre compagne di nome Maria,[9] tra cui Maria Maddalena, che gode di un rapporto privilegiato, come Giuseppe avesse costruito la croce su cui poi Gesù fu crocifisso.[10][4]
L'opera sembra avere la forma e la finalità delle catechesi "ortodosse" del II/IV secolo, con particolare enfasi sulla catechesi dei sacramenti. Fornisce una spiegazione del significato dei sacramenti iniziatici, interpreta i passi della Bibbia, fa uso di parabole e analogie.[2]
sacramenti menzionati nell'opera sono il battesimo, il crisma, l'eucarestia, il riscatto e la camera nuziale. Il battesimo è per immersione, rappresenta l'iniziazione ai misteri gnostici e conferisce l'immortalità,[11] concessa anche mediante il crisma, l'unzione con olio, che ha tuttavia una importanza superiore al battesimo.[12] L'eucaristia si celebra mediante l'assunzione di pane e vino e ha il compito di far assaporare all'iniziato l'unione con il divino: mediante l'eucaristia lo gnostico diventa capace di ricevere l'"uomo perfetto",[13] prefigurare l'unione con la propria "immagine angelica" alla propria morte,[14], ricevendo al contempo la vita eterna e la perfezione.[15] Non sono forniti dettagli per il sacramento del "riscatto" o della "redenzione";[16]potrebbe trattarsi dell'ultimo rito prima dell'ascesa ai cieli del fedele.[4]
Enfasi particolare è data al sacramento della "camera nuziale", il più importante e l'unico peculiare dei valentiniani. Nel commento alla Genesi (2,21-23), si racconta che originariamente l'umanità era androgina; la separazione tra Eva e Adamo, con la conseguente differenziazione tra i sessi, è stata causa della decadenza umana, con l'ingresso della morte nel mondo. Lo scopo della venuta di Cristo è stato proprio la riunione tra maschio e femmina: così come marito e moglie si uniscono nella camera nuziale, allo stesso modo l'iniziato nella camera nuziale sacramentale (spirituale) riceve una anticipazione della sua unione con la sua controparte celeste.[17][2][4][18]
Altri concetti esposti includono la necessità di ottenere la risurrezione spirituale prima della morte fisica,[19][4] e il significato dei nomi di Gesù.[20][4]

Vangelo secondo Filippo e Codice da Vinci

Dan Brown nel suo Il codice da Vinci (2003) cita, modificandolo, un passo[21] del Vangelo secondo Filippo a sostegno della tesi centrale nella trama del romanzo relativa al presunto matrimonio tra Gesù e la Maddalena.
« E la compagna del Salvatore è Maria Maddalena. Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla bocca. Gli altri discepoli ne furono offesi ed espressero disapprovazione. Gli dissero: "Perché la ami più di tutti noi?" »
(Dan BrownIl codice da Vinci, 2003, p. 288)
In realtà Dan Brown tralascia di riportare l'incipit del paragrafo:
« La Sofia, che è chiamata sterile, è la madre degli angeli. E la compagna del Salvatore... »
(Vangelo secondo Filippo, 55)
La teologia gnostica prevede alcune divinità dette eoni, il cui numero varia a seconda delle varie religioni gnostiche (solitamente 9). Secondo gli gnostici due di questi eoni, Cristo e Sophia, corrispondenti rispettivamente al Figlio e allo Spirito Santo nella Trinità, si sono incarnati rispettivamente in Gesù e in Maria Maddalena, perpetuando sulla terra il loro legame celeste. Il passo potrebbe dunque essere inteso nel senso letterale fornito dal romanzo, oppure come una allegoria di una precisa visione teologica.[22] Inoltre, in questo stesso vangelo, il bacio sulla bocca è un segno rituale comune anche agli altri personaggi perché «il Logos viene da quel luogo, egli nutre dalla sua bocca e sarà perfetto. Il perfetto, infatti, concepisce e genera per mezzo di un bacio. È per questo che noi ci baciamo l'un l'altro. Noi siamo fecondi della grazia che è in ognuno di noi».[23]

Note

  1. ^ Hans-Martin Schenke, New Testament Apocrypha, vol. 1, pp. 182-183.
  2. ^ a b c Wesley W. Isenberg, "The Gospel of Philip", in Marvin W. Meyer, James McConkey Robinson, Coptic Gnostic Library Project, The Nag Hammadi Library in English, Brill Archive, 1977, ISBN 9004054340, p. 131.
  3. ^ Bentley Layton, The Gnostic Scriptures, p. 325.
  4. ^ a b c d e f Peel.
  5. ^ Bart EhrmanLost scriptures: books that did not make it into the New Testament, Oxford University Press US, 2003, ISBN 0195141822, p. 38.
  6. ^ Vangelo secondo Filippo, 55, 33-34; 57,3-5; 68,8-12; 68,26-27; 72,33-73,1; 77,18; 83,11-13; 84,7-9; 85,29-31.
  7. ^ Vangelo secondo Filippo, 55,37-56,3; 58,10-14; 59,25-27; 63,29-30; 64,2-9; 64,10-12; 67,30-35; 74,25-27.
  8. ^ 57,28-58,10.
  9. ^ 59,6-11.
  10. ^ 73,8-15.
  11. ^ 61,12-20; 65,25-30; 69,4-26; 73,1-7; 65,21-24; 77,7-14.
  12. ^ 73,15-19;
  13. ^ 75,14-21.
  14. ^ 58,10-14.
  15. ^ 57,3-8.
  16. ^ 52,35-53,13; 69,23-27; 85,21-31.
  17. ^ 68,22-24; 70,9-21; 76,6-16.
  18. ^ Kristen E. Kvam, Linda S. Schearing, Valarie H. Ziegler, Eve and Adam: Jewish, Christian, and Muslim readings on Genesis and gender, Indiana University Press, 1999, ISBN 0253212715, pp. 121-122.
  19. ^ 56,15-19; 56,26-57,21; 66,7-20; 73,1-7.
  20. ^ 54,5-15; 56,3-12; 62,6-15; 63,21-24.
  21. ^ In realtà la frase è una ricostruzione perché nel manoscritto ci sono degli spazi vuoti, evidenziati di seguito con delle parentesi: La compagna del ( ) Maria Maddalena ( ) più di ( ) discepoli ( ) baciarla ( ) sulla ( ). La parola usata per “compagna” nel testo copto del vangelo di Filippo è inoltre un prestito dall'originale greco koinônós. Questo termine non significa “sposa” o “amante”, bensì “compagna” ed è comunemente usata per indicare rapporti di amicizia e fratellanza.
  22. ^ Marcello Craveri, I Vangeli apocrifi, 1969, nota 3 a p. 521: «L'unione perfetta dei due eoni Soter/Sofia è il motivo del maggior affetto dimostrato da Gesù a Maria Maddalena».
  23. ^ Vangelo di Filippo, cap. 59, in I vangeli gnostici, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, Milano, 1995, pag.55.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Kirby, Peter. "Gospel of Philip." Early Christian Writings. 2006. 2 febbraio 2006. 
  • (EN) Lee Turner, Martha. The Gospel according to Philip: the sources and coherence of an early Christian collection. BRILL. 1996. ISBN 9004104437.
  • (EN) Peel, Malcom L., "Philip, Gospel of", in Mills, Watson E. e Roger Aubrey Bullard, Mercer dictionary of the Bible, Mercer University Press, 1998, ISBN 0865543739, p. 683.
  • (ITJean-Yves Leloup "Il vangelo di Filippo", Appunti di Viaggio, 2010, ISBN 88-87164-47-9

Voci correlate

Vangeli Gnostici

Risultati immagini per vangeli gnostici

Risultati immagini per vangeli gnostici


vangeli gnostici sono un insieme di opere, che ha origine nel colto ambiente intellettuale di Alessandria d'Egitto, circa nel II secolo, nell'ambito di quella corrente mistico-filosofica nota come gnosticismo, in particolare dello gnosticismo cristiano. Dal punto di vista confessionale, nessuno dei vangeli gnostici è incluso nel canone della Bibbia di alcuna confessione cristiana, e dunque sono considerati vangeli apocrifi.
La conoscenza dello gnosticismo e dei suoi testi è rimasta per lunghi secoli legata alle citazioni e ai commenti, molto spesso ostili, di cui si trova traccia principalmente nelle opere della patristica cristiana. La assoluta mancanza di documenti, che non fossero frammenti riportati in altre opere, spesso anche alterati, ha reso in genere difficile la collocazione e la comprensione dello gnosticismo. Tuttavia la scoperta, avvenuta nel 1945 presso il villaggio di Nag Hammâdi, nell'Alto Egitto, di una biblioteca di testi gnostici, scritti su papiro in lingua copta, ha dato un nuovo impulso agli studi relativi allo gnosticismo. Il grosso di questa documentazione è stato scoperto nel 1946 in alcune grotte presso Nag Hammadi, terminato il secondo conflitto mondiale, da soldati inglesi. In realtà, complicate questioni riguardo ai diritti di possesso e di acquisto dei testi rinvenuti, hanno, di fatto, ritardato l'inizio regolare degli studi fino al 1956 (salvo per un piccolo gruppo di manoscritti, acquistati subito dalla Fondazione Jung di Zurigo). Seguì poi un'altra interruzione, risolta nel 1962 da una serie di accordi tra UNESCO e governo della Repubblica Araba Unita, e di nuovo nel 1967, a causa dei conflitti arabo-israeliani. Attualmente i tredici rotoli in papiro, che contengono complessivamente 53 scritti gnostici, sono catalogati, e in parte trascritti e studiati.

Testi della letteratura gnostica

Bibliografia

Voci correlate

martedì 10 gennaio 2017

Lo Gnosticismo Cristiano


Risultati immagini per christian gnosticism
Risultati immagini per cosmogonia gnostica
Risultati immagini per christian gnosticism



Lo gnosticismo cristiano fu un importante movimento del cristianesimo antico, sviluppatosi soprattutto ad Alessandria d'Egitto nel II-III secolo. Fu una dottrina originale, diversa dalle elaborazioni teologiche prevalenti nelle altre principali sedi del cristianesimo antico: RomaAntiochia e Costantinopoli.

Caratteristiche

Tale forma di pensiero filosofico-religioso si formò ad Alessandria d'Egitto, città cosmopolita dell'Impero romano, dove esistevano scuole teologiche pagane (neoplatonismo), cristiane ed ebraiche. Dall'assorbimento dello gnosticismo all'interno della teologica cristiana nacque la nuova dottrina. Infatti, secondo la «gnosi cristiana», la salvezza dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi), frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità.
In generale, gli gnostici tendevano ad identificare il Dio dell'Antico Testamento con la potenza inferiore del malvagio Demiurgo (Satana), creatore di tutto il mondo materiale, mentre il Dio neotestamentario con l'Eone perfetto ed eterno, il generatore degli eoni Cristo e Sophia (lo Spirito Santo), incarnati sulla Terra rispettivamente come Gesù e Maria Maddalena. Dalla concezione docetica insita in gran parte delle religioni gnostiche, deriverebbe poi il rifiuto della resurrezione del corpo di Gesù, poiché dopo la sua morte, egli sarebbe tornato sulla Terra solo nella sua forma divina, liberato dal corpo materiale.
Tutte queste convinzioni contrastavano fortemente con l'ortodossia del cristianesimo che andava formandosi in quei primi secoli nei principali centri teologici (AntiochiaCostantinopoli e Roma). Fu quindi inevitabile che le dottrine gnostiche, che in un primo tempo si erano diffuse anche all'interno del cristianesimo, incontrassero l'opposizione delle altre comunità e fossero considerate eretiche. In Europa l'accentuarsi delle tensioni e la forte presa che le religioni gnostiche avevano sul popolo, specie sulla gente povera, portarono col tempo alle crociate, con il conseguente sterminio delle varie comunità gnostiche (AlbigesiOfiti, ecc.). Alcuni aspetti dello gnosticismo (come l'aspetto ascetico) divennero comunque parte integrante del patrimonio della Chiesa, anche se principalmente nel Vicino Oriente.
L'unica comunità religiosa di origine gnostica tuttora esistente è quella dei Mandei (o «Cristiani di san Giovanni»). Tracce della loro esistenza si trovano in documenti risalenti al III secolo.
Nel ricostruire la storia del movimento, Marcello Craveri indica come fondatore in senso proprio dello gnosticismo cristiano Clemente Alessandrino, che nell'anno 190 diede inizio a una serie di lezioni al Didaskaléion o Scuola di Alessandria, fondata da Panteno appositamente per la formazione degli aspiranti cristiani (catecumeni). Secondo Clemente, il termine gnosis va interpretato non tanto nel significato di "conoscenza razionalmente intesa", ma piuttosto come "illuminazione della mente data dalla fede". Egli delinea una sorta di progressivo avanzamento dell'umanità, nel cammino verso la conoscenza, per cui, come in passato i Greci si affidavano alla filosofia e gli Ebreialla legge mosaica, così i Cristiani si affidano alla fede o "accettazione incondizionata della verità rivelata" (Craveri, L'eresia, p. 23). La visione di Clemente, ridimensionando il contributo della filosofia su basi razionali, creò i presupposti per il concetto medievale di essa come "ancella della teologia".
La dottrina gnostica di matrice alessandrina ebbe quindi un ulteriore sviluppo con Origene, discepolo di Clemente e suo successore nella cattedra al Didaskaléion, noto anche per le travagliate vicende biografiche, che lo videro addirittura scomunicato, allontanato dal sacerdozio e dalla stessa diocesi di Alessandria e tacciato di eresia. Aperta una nuova scuola a Cesarea, Origene sviluppò soprattutto una concezione estremamente originale della Trinità, alternativa a quella successivamente dogmatizzata dalla Chiesa romana. La spiegazione di Origene delle tre persone trinitarie le colloca infatti non sullo stesso piano, in orizzontale, bensì in verticale, come tre aspetti di Dio l'uno discendente dall'altro ed emanati dall'unità primaria: "un Dio unico [il Padre], che emanava e rendeva visibile il proprio lògos, cioè il proprio pensiero [Gesù Cristo, il Figlio], e tramite questo esercitava il proprio influsso, il proprio spirito santificante", sintetizza Craveri. Non va dimenticato il tentativo da parte di Origene di tutelare il monoteismo cristiano da suggestioni legate all'idea pagana di "triadi divine", quali, ad esempio, la terna Zeus-Poseidone-Ade o ancora la triplice forma di Ecate o le tre Parche o la Triade capitolina.

Visione gnostica della creazione

Gran parte delle religioni cristiano-gnostiche teorizzavano che da Dio Primo Eone fossero state generate più coppie di eoni composte sempre da un eone maschile e uno femminile. Da qui dunque la natura sia maschile che femminile di Dio (Dio inteso come Madre e come Padre assieme). Dio e gli eoni nel loro complesso formavano il Pleroma.
Gli eoni dunque rappresentano le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l'Uno, la MonadeAion Teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell'Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia (greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore).
Nella tradizione gnostica, il nome Sophia è, assieme a quello di Cristo, attribuito all'ultima emanazione di Dio. Nella maggior parte, se non in tutte le versioni della religione gnostica, Sophia provoca un'instabilità nel Pleroma, contribuendo alla creazione della materia. Il dramma della redenzione di Sophia attraverso Cristo o il Logos è il dramma centrale dell'universo.

Risultati immagini per christian gnosticism

Nei codici di Nag Hammadi, Sophia è la syzygy di Gesù Cristo (essendo stata coemanata con lui, forma un'unità con Cristo), ed è identificata nello Spirito Santo della Trinità. Nel testo "Sull'Origine del Mondo", Sophia è dipinta come Colei che generò senza la sua controparte maschile. In questo modo venne originato il Demiurgo (Satana), ovvero il Dio ebraico Yahweh (anche noto come YaldabaothSamael, o Rex Mundi per i Catari). Questa creatura, responsabile della creazione dell'universo materiale, non apparteneva al pleroma e non sarebbe mai dovuta esistere, poiché appunto Sophia la generò senza il suo syzygy Gesù Cristo, tentando di aprire una breccia nella barriera tra lei e l'inconoscibile Bythos. Nella creazione del mondo materiale ad opera Demiurgo però, Sophia riuscì ad infondere la sua Scintilla Divina (pneuma) nella materia, impermeando dunque il creato della sua Divinità (Divinità dunque presente nel cosmo e quindi in tutte le forme di vita sotto forma di anima), e rovinando i piani del Demiurgo. Riaccendendo la scintilla divina che è in lui infatti, l'uomo si risveglia dagli inganni del Demiurgo e del mondo materiale, e accede alla Verità oltre la realtà. Cristo giunse sulla terra proprio al fine di risvergliare negli uomini la loro divinità (la Sophia che è in loro), indicando all'umanità la via per raggiungere la gnosi ovvero il ritorno al pleroma.
Inoltre Sophia è dipinta anche come Colei che distruggerà Satana/Yaldabaoth/Yahweh e questo universo di materia con tutti i suoi Cieli. Più tardi in "Sull'Origine del Mondo", viene detto:
"Ella [Sophia] li getterà giù nell'abisso. Loro (gli arconti) saranno perduti a causa della loro cattiveria. Diverranno come vulcani e si consumeranno l'un l'altro finché non periranno per mano del primo genitore. Quando questi li avrà distrutti, si rivolgerà contro se stesso e si distruggerà finché non cesserà di esistere.
Ed i loro cieli precipiteranno uno sull'altro e le loro schiere saranno consumate dal fuoco. Anche i loro reami eterni saranno rovesciati. Ed il suo cielo precipiterà e si spezzerà in due. [...] essi precipiteranno nell'abisso, e l'abisso sarà rovesciato.
La luce vincerà sull'oscurità e sarà come qualcosa che mai fu prima."
Anche il Vangelo di Giuda, recentemente scoperto, tradotto e poi acquistato dalla National Geographic Society menziona gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo. In un passo di tale Vangelo, Gesù deride i discepoli che pregano l'entità che loro credono essere il vero Dio, ma che è in realtà il malvagio Demiurgo.
Gli gnostici ofiti, o naaseni veneravano il serpente, perché, come narrato nella Genesi (3,1), era stato mandato da Sophia (o era lei stessa nelle sue sembianze) per indurre gli uomini a nutrirsi del frutto della conoscenza, al fine di infondere in loro la gnosis di cui avevano bisogno per svegliarsi dagli inganni del malvagio Demiurgo ed evolversi a Dio.

Fonti

Sono pervenuti un certo numero di testi di gnosticismo cristiano. Fra questi di grande rilevanza fu il ritrovamento nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto, di una "biblioteca" gnostica in buone condizioni, composta di tredici codici, a loro volta comprendenti cinquantatré testi in traduzione copta, in precedenza sconosciuti; a essi si è poi aggiunto il Vangelo di Giuda negli anni ottanta. Inoltre diversi Padri della Chiesa hanno descritto le dottrine dello gnosticismo cristiano con l'intento di criticarle e confutarle, come ad esempio lo scritto Adversus haereses ("Contro gli eretici") di Ireneo di Lione. Tenendo presente che si tratta ovviamente di avversari e di testi polemici, è possibile tuttavia ricavare ulteriori informazioni sulle credenze dello gnosticismo.

Voci correlate

La Dottrina Gnostica

Risultati immagini per gnostic soteriology


Lo gnosticismo non ha mai posseduto un nucleo stabile di dottrine, o qualche genere di depositum fidei intorno al quale è possibile distinguere un certo numero di sviluppi, di eresie o di sette: aveva delle idee guida che sono rintracciabili in diverse scuole. Le varie dottrine possono essere viste come una serie di chiavi da leggere in successione per comprendere la globalità del pensiero gnostico.


Immagine correlata


Cosmogonia

La linea di demarcazione tra lo gnosticismo ed il panteismo è molto sottile. All'inizio c'era la Profondità, la Pienezza dell'Essere, il Primo Padre, la Monade, l'Uomo, la Prima Fonte, il Dio sconosciuto (in greco Bythos PleromaOuk on TheosPropatorMonasAnthroposProarcheHagnostos Theos). Questo qualcosa di indefinibile ed infinito, non era un Essere personale, ma qualcosa di insondabile, di inconoscibile, spiritualità pura. Da questa fonte di ogni essere emanarono (proballei) un certo numero di puri esseri di spirito (Eoni). Nei diversi sistemi queste emanazioni furono chiamate con nomi diversi, ma la teoria dell'emanazione è sempre la stessa, comune a tutte le forme di gnosticismo. Nella gnosi di Basilide vengono chiamati uiotetes, in Valentino formano coppie antitetiche dette syzygoi: Profondità e Silenzio produssero Mente e Verità, questi produssero Ragione e Vita, questi di nuovo Uomo e Stato (ekklesia). Questi Eoni appartengono al mondo puramente ideale, noumenale, inintelligibile. Insieme con la fonte che li ha emanati formano il Pleroma.

Risultati immagini per gnostic cosmogony




 La transizione dall'immateriale al materiale, dal noumenale al fenomenale è provocata da un difetto, o una passione, o un peccato, in uno degli Eoni. Secondo Basilide, è un difetto nell'ultimo uiotete; secondo altri è la passione dell'Eone femminile Sophia; secondo altri ancora è il peccato del Grande Arconte, o Eone creatore dell'Universo. L'ultima fase di ogni Gnosis è comunque metanoia, pentimento, annullamento del peccato dell'esistenza materiale ed il ritorno al Pleroma.


Risultati immagini per gnostic soteriology

Il mito di Sophia

Nella maggior parte dei sistemi gnostici un ruolo molto importante viene svolto dall'Eone Saggezza, Sophia o Achamoth. In qualche modo, ella sembra rappresentare il principio femminile supremo. Secondo Wilhelm Bousset, la Sophia gnostica altri non è che una trasformazione di Syra, di Ishtar, o di Astarte. D'altra parte, però, generalmente, l'Eone Sophia gioca un altro ruolo: lei è he Prouneikos, "la Lussuriosa", una volta dea verginale, ora, a causa della sua caduta dalla purezza originale è l'originatrice di questo mondo materiale e peccaminoso.
Una delle prime forme di questo mito si trova nella gnosi di Simon Mago. Nel sistema di Valentino, come descritto da Sant'Ippolito di Roma (Libro VI, XXV-XXVI), Sophia è la più giovane dei ventotto eoni. Osservando la moltitudine degli eoni e bramando il potere di generarli, tornò nella profondità del Padre e cercò di emularlo producendo discendenti senza rapporti sessuali, ma produsse solamente un aborto, una sostanza amorfa. Per questo fu espulsa dal PleromaSophia, quindi, concepì una passione per il Primo Padre stesso, o, con il pretesto dell'amore cercò di conoscere l'Inconoscibile e di comprendere la sua grandezza.
Secondo il Pistis Sophia (capitolo XXIX), Sophia, figlia di Barbelos, originariamente risiedeva nel più alto, il tredicesimo cielo, ma fu sedotta dal demone Authades per mezzo di un raggio di luce che lei scambiò per un'emanazione del Primo Padre. Authades, così, la portò nel Caos, dove fu imprigionata da poteri malvagi. Secondo queste idee, quindi, la materia è il frutto del peccato di Sophia. Questa, comunque, era una speculazione di Valentino; nelle più vecchie speculazioni l'esistenza della materia veniva presupposta tacitamente come eterna, insieme al Pleroma. In ogni caso, questa dualità iniziale fu superata dallo spirito predominante dello gnosticismo, l'emanazionismo panteistico. Il mito di Sophia era completamente assente, per esempio, nel sistema di Basilide.
In molti sistemi gnostici esiste una divisione tra "alta saggezza" e "bassa saggezza", minuziosamente descritta da Sant'Ireneo di LioneSophia Achamoth, o la Bassa Saggezza, figlia dell'Alta Saggezza divenne la madre del Demiurgo; lei era l'Ogdoad, suo figlio l'Hebdomad.


Risultati immagini per gnostic cosmogony
Risultati immagini per gnostic cosmogony



Risultati immagini per gnosi

Soteriologia

La salvezza gnostica non è soltanto redenzione individuale di ogni anima umana; è un processo cosmico. È il ritorno di tutte le cose a quello che erano prima che il difetto nella sfera degli Eoni portasse la materia ad esistere ed imprigionasse parte della Luce Divina nel malvagio Hyle (la terra). Il processo della salvezza consiste proprio in questa liberazione delle scintille di luce. Per Basilide, la generazione di Eoni imprigionata nella materia è la cosiddetta "Terza Filiazione", per la cui salvezza Gesù venne al mondo.
In Valentino il processo è straordinariamente elaborato. Quando questo mondo nacque da Sophia a causa del suo peccato, Nous ed Aletheia, due Eoni, dietro comando del Padre produssero due nuovi Eoni: Cristo e lo Spirito Santo; questi riportarono l'ordine nel Pleroma, e, di conseguenza tutti gli Eoni produssero insieme un nuovo Eone, Gesù LogosSoter, o Cristo, che offrirono al Padre. Cristo, il Figlio di Nous ed Aletheia ebbe pietà della sostanza abortiva nata da Sophia e gli dette essenza e forma. L'Eone Gesù Soter, invece, venne inviato come secondo Salvatore e, attraverso il battesimo, si unì all'uomo Gesù, figlio di Maria. L'uomo, creatura del Demiurgo, consiste in un miscuglio di anima, corpo, e spirito. Lo gnosticismo di Valentino, pertanto, contemplava tre diverse categorie di uomini:
  • gli pneumatici (dal greco pneuma, spirito) o spirituali, coloro che possedendo lo spirito divino e quindi la conoscenza (o gnosi), erano predestinati alla salvezza;
  • gli psichici (da psyché, anima), uomini dotati di anima razionale ed in grado di esercitare il libero arbitrio scegliendo tra il bene e il male. Costoro credevano nel Demiurgo, ma ignoravano l'esistenza di un mondo spirituale superiore a lui e la cui anima, dopo la morte tornava ad Achamoth;
  • gli ilici (da hyle, terra) o coici (da chous, materia), uomini materiali destinati alla dannazione, poiché non esiste alcuna risurrezione del corpo.
Nel Marcionismo, la fase più dualistica dello gnosticismo, la salvezza consisteva nel possesso della conoscenza del Buon Dio e nel rifiuto del Demiurgo. Il Buon Dio si rivelò in Gesù e comparve come uomo in Giudea; saperlo, e divenire completamente liberi dalla favola del creatore del mondo o Dio dell'Antico Testamento, è il fine ultimo a cui tende ogni processo di salvezza. Il Salvatore gnostico è, perciò, completamente diverso da quello cristiano:
  • il Salvatore gnostico non salva. Lo gnosticismo manca dell'idea della riparazione. Non c'è nessun peccato per cui fare ammenda, a meno che l'ignoranza stessa non sia quel peccato. Né, tantomeno, il Salvatore beneficia in alcun modo la razza umana soffrendo per lei. Né, con il potere della Grazia, attrae le anime umane a Dio. Il Salvatore era un maestro destinato a portare la luce della verità nel mondo. La luce del Salvatore era destinata ad infiammare le anime predisposte. Lo gnosticismo non sa nulla di un vero Salvatore che con amore cerca i peccatori per salvarli;
  • il Salvatore gnostico non ha natura umana, è un eone, non un uomo; aveva solamente la forma di un uomo.
L'Eone Soter ha una stranissima relazione con Sophia: in alcuni sistemi è suo fratello, in altri suo figlio, in altri suo sposo. A volte viene identificato con Cristo, a volte con Gesù; qualche volta Cristo e Gesù sono gli stessi eoni, qualche volta sono diversi; qualche volta Cristo e lo Spirito Santo vengono addirittura identificati. In altri sistemi è completamente assente.

Escatologia

L'escatologia gnostica, consistendo nella lotta dell'anima contro gli arconti ostili nel suo tentativo di giungere al Pleroma, corrisponde all'ascesa dell'anima, nell'astrologia babilonese, attraverso i reami dei sette pianeti per raggiungere AnuOrigene Adamantio (Contra Celsum, VI, XXXI), riferendosi al sistema Ofitico, riporta i nomi dei sette arconti: JaldabaothJaoSabaothAdonaiosAstaphaiosAiloaios, ed OraiosSant'Ireneo di Lione, inoltre con la citazione Sanctam Hebdomadem VII stellas, quas dictunt planetas, esse volunt. specificava che i sette nomi gnostici indicavano le sette stelle o pianeti:
  • Jaldabaoth (forse il Figlio di CaosSaturno, detto "Faccia Leonina", leontoeides) era l'estremo, e perciò il supremo regolatore, più tardi riconosciuto come il Demiurgo per eccellenza.
  • Jao (Iao, forse da JahuJahveh, o dal lamento magico nei misteri iao) era Giove.
  • Sabaoth (Dio degli Eserciti), Jupiter Sabbas (Jahve Sabaoth) era Marte.
  • Astaphaios (preso dalle tavolette magiche) era Venere.
  • Adonaios (dal termine israelitico per "Dio"; Adonis dei siriani, che rappresentava il sole invernale nella tragedia cosmica di Tammuz) era il Sole;
  • Ailoaios, o, talvolta, Ailoein (Elohim, Dio), era Mercurio;
  • Oraios (Jaroah? o luce?), era la Luna.
Nella forma ellenizzata dello gnosticismo tutti o alcuni di questi nomi sono sostituiti da vizi impersonati. Authadia (Authades), o Audacia, è l'ovvia descrizione di Jaldabaoth, il presuntuoso Demiurgo con la faccia di leone. Degli Arconti KakiaZelosPhthonosErrinnysEpithymia, l'ultimo rappresenta evidentemente Venere. Il numero sette è ottenuto mettendogli un proarconte o arconte capo alla loro testa. Che questi nomi siano solo una dissimulazione della Sancta Hebdomas è chiaro, tanto che per Sophia, loro madre, si mantiene il nome di OgdoasOctonatio. Di quando in quando si incontra anche l'Arconte Esaldaios, che evidentemente è l'El Shaddai della Bibbia, ed è descritto come l'Arconte "numero quattro" (harithmo tetartos) e che deve rappresentare il Sole.
Nel sistema gnostico menzionato da Sant'Epifanio di Salamina i sette Arconti sono: IaoSaklasSethDavidEloieinElilaios, e Jaldabaoth (o numero 6 Jaldaboath, numero 7 Sabaoth). Di questi, Saklas è il demone principale del ManicheismoElilaios probabilmente è connesso con En-lil, il Bel di Nippur, l'antico dio di Babilonia. In questo, come in molti altri sistemi, le tracce dei sette arconti planetari sono state oscurate, ma solo in alcuni di loro sono state totalmente cancellate. Mentre in precedenza i sette dominavano il mondo insieme, l'identificazione del Dio degli ebrei, il Legislatore, con Jaldabaoth e la sua designazione come creatore del Mondo misero confusione nel sistema. Questa confusione, comunque, fu creata anche dal fatto che almeno cinque dei sette arconti portavano i nomi usati per indicare Dio nel Vecchio Testamento: El ShaddaiAdonaiElohimJehovahSabaoth.

Il Protanthropos

Le speculazioni sull'Uomo Primevo (Protanthropos, Adamo) occupano un posto preminente in molti sistemi gnostici. L'Anthrôpos gnostico, o Adamas, come viene a volte chiamato, è un elemento cosmogonico, pura mente distinta dalla materia, mente concepita ipostaticamente, emanata da Dio e non ancora corrotta dal contatto con la materia. Questa mente viene considerata come il principio base dell'umanità, o l'umanità stessa, come idea impersonata, una categoria non corporale, la ragione umana concepita come anima del mondo. Questa speculazione sull'Anthrôpos fu completamente sviluppata nel Manicheismo, dove, infatti, è la base dell'intero sistema. Dio, in pericolo per il potere dell'oscurità, creò con l'aiuto dello Spirito, i cinque mondi, i dodici elementi, e l'Uomo Eterno, e lo fece combattere contro l'oscurità. Ma questo Uomo fu in qualche modo battuto dal male ed ingoiato dall'oscurità. L'attuale universo è in travaglio per liberare l'Uomo prigioniero dai poteri dell'oscurità. Queste idee sono di chiara derivazione tardo Mazdeica (Gayomarthians o adoratore del Superuomo).

La Barbelos

Questa figura gnostica, che appare in un certo numero di sistemi (Nicolaita, degli "Gnostici" di Epifanio, Sethiano, dell'Evangelium Mariae e in Ireneo, I, XXIX, 2 seguenti) resta un enigma. Il nome BarbelosBarbelothBarthenosin alcuni casi rappresenta il principio femminile supremo, è infatti la più alta Divinità nel suo aspetto femminile. La sua posizione era così prominente fra alcuni gruppi gnostici che alcune scuole sono state designate come Barbeliotae, adoratori di Barbelos o Barbelognostici. Lei probabilmente non è nient'altro che la Fanciulla di Luce del Pistis Sophia, la thygater tou photos o semplicemente la Fanciulla, Parthenos. In Epifanio (Panarion adversus omnes haereres, XXVI, 1) e Filastrio (Haereses, XXXIII), la figura di Parthenos (Barbelos) sembra coincidere con quella di Noria, che interpreta un grande ruolo come moglie di Noè o di Set.

Bibliografia

  • H. JonasLo Gnosticismo, a cura di R. Farina, presentazione di M. Simonetti, SEI, Torino, 1995.
  • H.C. Puech – K. Rudolph – J. Doresse, Gnosticismo e Manicheismo, in H.C. Puech (a cura di), Storia delle Religioni, vol. VIII, Laterza, Roma – Bari, 1988.
  • H.C. Puech, Sulle tracce della Gnosi, Adelphi, Milano, 1985.
  • H.C. Puech, Sul Manicheismo e altri saggi, Einaudi, Torino, 1995.
  • K. Rudolph, La Gnosi: natura e storia di una religione tardoantica, Paideia, Brescia, 2000.
  • M. Simonetti (a cura di), Testi gnostici in lingua greca e latina, Fondazione Lorenzo Valla – A. Mondatori Editore, Milano, 1993.
  • L. Moraldi (a cura di), La Gnosi e il mondo: raccolta di testi gnostici, TEA, Milano, 1988.
  • Emanuele Samek Lodovici (1942-1981), Metamorfosi della Gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea, Ares, Milano 1979;
  • Ioan Petru Culianu (1950-1991), I miti dei dualismi occidentali. Dai sistemi gnostici al mondo moderno, trad. it., Jaca Book, Milano 1989;
  • Umberto Pace, La Gnosi, Marcovalerio, Torino 2002.
  • Henri-Charles PuechEn quête de la gnose
  • Jacques Lacarrière, Les gnostiques ;
  • Madeleine Scopello, Les gnostiques, Paris, Cerf, « Fides ».
  • Jean Doresse, article Le gnosticisme dans histoire des religions, folio essais
  • Mircea Eliade, dans Histoire des religions et idées religieuses, Bibliothèque historique Payot
  • Louis Painchaud, La bibliothèque copte de Nag Hammadi, in L'étude de la religion au Québec: Bilan et prospective, sous la direction de Jean-Marc Larouche et Guy Ménard, Les Presses de l'Université Laval, 2001, en libre accès sur internet à cette adresse
  • Daniel Boyarin Border Lines The Partition of Judaeo-Christianity
  • Robert Haardt: Die Gnosis: Wesen und Zeugnisse. Otto-Müller-Verlag, Salzburg 1967.
  • Johann Ev. Hafner: Selbstdefinition des Christentums. Ein systemtheoretischer Zugang zur frühchristlichen Ausgrenzung der Gnosis, Freiburg 2003.
  • Jens Holzhausen: Gnostizismus, Gnosis, Gnostiker. Ein Beitrag zur antiken Terminologie, in: Jahrbuch für Antike und Christentum 44 (2001), S. 58-75
  • Hans Jonas: Gnosis und spätantiker Geist. Erster Teil: Die mythologische Gnosis. Göttingen 1934, 1988. ISBN 3-525-53123-0 Zweiter Teil: Von der Mythologie zur mystischen Philosophie. Göttingen 1954, 1993. ISBN 3-525-53841-3
  • Christoph Markschies: Die Gnosis. Beck'sche Reihe 2173. Beck, München 2001. ISBN 3406447732
  • Kurt Rudolph: Die Gnosis - Wesen und Geschichte einer spätantiken Religion. Leipzig 1977. (3. Aufl. Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen 1994) ISBN 3825215776
  • Benjamin Walker: Gnosis. Diederich's Gelbe Reihe Bd.96. Diederichs, München 1995. ISBN 3424011266.
  • Catholic Encyclopedia, Volume VI New York 1909, Robert Appleton Company. Nihil obstat, 1º settembre 1909. Remy Lafort, S.T.D., Censor. Imprimatur +Cardinale John Murphy FarleyArcivescovo di New York.

Voci correlate