lunedì 20 aprile 2015

Estgot. Capitolo 69. Il Mandato Celeste



Dopo che Waldemar ebbe terminato il suo discorso introduttivo, si fece avanti lady Margaret Burke-Roche per parlare in rappresentanza della Fiamma di Atar:
<<Gran Maestro Waldemar,  da quanto hai detto, emerge il fatto che  i Signori degli Elementi, scegliendoti come Messaggero, ti hanno investito di un Mandato Celeste. 
Invito tutti i consiglieri a riflettere su questo punto, perché è un segnale che ci invita all'unità e alla collaborazione. Il Signore Atar ha stretto un'alleanza con Belenos ed Eclion e questo significa che la Fiamma di Atar stringerà un'alleanza forte con il Serpente Rosso e l'Aristocrazia Nera a sostegno del programma di lord Waldemar.
 E poiché l'Aristocrazia Nera ha scelto come suo leader lo stesso Waldemar, chiederei a lui prima di tutto la conferma di questo Patto di Coalizione per governare l'Ordine degli Iniziati>>



Waldemar riprese la parola:
<<Ringrazio lady Margaret per il suo sostegno e i fratelli dell'Aristocrazia Nera per la fiducia che mi hanno accordato. 
Se qualcuno teme che io abusi del potere che mi deriva dalla sovrapposizione dei tre incarichi di Grande Maestro degli Iniziati, Priore dell'Aristocrazia Nera e Governatore di Estgot, sento il bisogno di rassicurarlo, poiché io, al contrario di quanto si potrebbe credere dal mio carattere impetuoso nonostante l'età, non sono un sanguinario e per dirla tutta non amo il potere.
So che state pensando che io sia un ipocrita nel dire questo, ma vi invito a riflettere.
Non sono stato io a cercarlo, questo potere, né a volerlo.
 Io ho fatto ciò che voi vi aspettavate che facessi e sono diventato ciò per cui voi mi avete creato attraverso il Programma Genetico.
Dunque non è per mia ambizione che assumo la guida degli Iniziati, ma perché gli Iniziati mi hanno "creato" apposta perché fungessi da Intermediario tra loro e i Dominatori dell'Universo.
Il senso della Profezia che vi comunico non è qualcosa di ineluttabile: serve per comprendere le responsabilità che ci è stata data. Mai come ora le nostre scelte potranno determinare la qualità della vita che ci attende.
Il futuro non è stato definito in tutti i minimi particolari: è stato tracciato un disegno, ma siamo noi che sceglieremo i suoi colori!>>


Fu allora che lady Glynis, Priore della Dinastia del Serpente Rosso, sollevò un indice, e ottenne la parola:
<<Credo che sia il momento che tu ci dica che cosa ti hanno proposto riguardo a chi avrà accesso ai Varchi. Noi non lo sappiamo, poiché coloro che hanno avuto il Dono, prima di te, conoscono soltanto piccoli frammenti della Profezia. Gli altri non conoscono nemmeno quelli. Credo sia giusto dare loro delle spiegazioni più dettagliate>>
Waldemar annuì:
 <<La prima cosa da tenere presente è che la Profezia è formulata con diversi scenari a cui è associato un diverso livello di probabilità. Se si interviene per modificare lo scenario più probabile, allora scatta un meccanismo di reazioni a catena il cui esito è del tutto imprevedibile. Chi non ha compreso questo ha ancora molto da imparate.
Mi è stato concesso di riferire ciò che ho visto e sentito, ma ad una condizione: dovrò esprimermi secondo le modalità di un Oracolo, affinché solo i più degni possano capire. Questa è la volontà dei Quattro Immortali>>



Lady Glynis fece un gesto di assenso:
<<E sia! Parlaci, dunque! Ma parla chiaro!>>
Lui sospirò;
<<Per arrivare a una vera conoscenza è necessario prima di tutto problematizzare l'ovvio.
Ci sono troppe cose che diamo per scontate e questa è una forma di pigrizia mentale che non possiamo più permetterci. Per questo chiedo uno sforzo di comprensione a tutti voi>>

Isabel intervenne:
<<Accettiamo la sfida. Usa pure le parole che ritieni più opportune. Noi saremo pronti ad afferrare il concetto>>
Waldemar sorrise, ringraziandola mentalmente per quel supporto:
<<Se dovremo popolare un pianeta, dovremo confrontarci col fatto che l'umanità è divisa in popoli e civiltà molto diversi tra loro, che possono e devono dialogare e cooperare, ma che non vogliono annientare le loro differenze, perché la differenza è un valore altrettanto importante che l'uguaglianza.
Ho visto, sulla Nuova Terra, popoli molto differenti gli uni dagli altri.
E' stato solo un capriccio dei Signori degli Elementi?
All'inizio lo credevo anch'io, ma ora intuisco un disegno più grande.
Siete pronti ad accettare l'idea che la differenza possa essere valorizzata?
Siete disposti a mettere in discussione un dogmatismo che vuole uniformare tutto?>>

Isabel rispose subito:
<<Stai cercando di indorare la pillola per farci mandar giù un ritorno al Medioevo?>>



Waldemar non poté fare a meno di ammirare le capacità dialettiche della sua interlocutrice:
<<Niente affatto: sto cercando di dare un senso a ciò che ho visto.  Siamo sicuri che il Medioevo sia finito? Oppure si è solo messo una maschera? Da noi, forse, in Europa e nelle civiltà ispirate al nostro modello, ci sono stati oggettivi miglioramenti, ma le altre civiltà hanno forme diverse di organizzazione. Forme che hanno molte più cose in comune col Medioevo che con noi.
Non è realistico, e forse nemmeno auspicabile, pensare che i popoli possano fondersi tutti in un'unica e uniforme umanità.
Guardate, quando avevo vent'anni persino io credevo che il testo di "Imagine" potesse essere realizzabile. A vent'anni è normale essere idealisti. Dopo i trentacinque bisogna incominciare a fare i conti col principio di realtà. 
Ciò che ci viene richiesto è mettere da parte le utopie, se vogliamo che i Signori degli Elementi prendano in considerazione le nostre proposte per ciò che ancora può essere negoziabile>>

Isabel era perplessa:
<<I Signori pensano solo a spartirsi la torta. Non oso pensare cosa potrebbe accadere a coloro che finiranno sotto le grinfie di Eclion o di Gothar>>

Waldemar sapeva esattamente cosa sarebbe successo:
<<Nessuno li obbligherà, ma è anche vero che in ogni Giudizio Universale le divinità chiamano a sé i propri simili. Sarà un mondo politeista e multipolare>>

Lei si era calata nel ruolo dialettico dell'antitesi, come era giusto che fosse:
<<E' tutta qui la tua Via Aurea?>>

Lui capì il senso di quel ruolo e lo apprezzò.
Mi sta offrendo l'opportunità per un riequilibrio. 
Era un'occasione da non perdere:
<<La Via Aurea di Atar e Belenos è molto di più: è l'aspirazione legittima e concreta a uno stile di vita equilibrato. In fondo, se oggi siamo costretti a stare alle loro condizioni è perché, nel suo complesso, l'umanità non è stata in grado di portare avanti da sola un progetto di equilibrio
Ne conoscevamo la necessità, ma abbiamo fatto finta di niente, lasciando tutto il potere alla finanza o ai fanatismi. Adesso è il momento di stabilire dei limiti, perché ogni critica costruttiva deve sempre partire da un'autocritica>>

Mancava solo un ultimo passaggio, e lei glielo offrì su un piatto d'argento:
<<E il Nobile Scopo per cui la Società degli Iniziati è nata? Elevare l'umanità alla condizione degli Immortali? Non era forse anche questa un'utopia?>>

La conclusione, a quel punto, era chiara a tutti:
<<Peggio ancora! Era un peccato di orgoglio ed ora giunge la sua nemesi. I Greci l'avevano già capito più di duemila anni fa. Le nostre ali sono di cera e se si avvicinano al sole si sciolgono.
L'unico Nobile Scopo che ci resta deriva dalla consapevolezza che c'è qualcosa, della nostra condizione umana, e delle sue molteplici manifestazioni e civiltà, che vale la pena salvare e che può essere salvato, nei modi e nei termini che saranno stabiliti nel Nuovo Patto tra noi e i Signori degli Elementi>>


Parodie fantasy



Stannis l'Inflessibile punirà duramente coloro che hanno messo in streaming i primi 4 episodi della quinta stagione di GoT!

Nel frattempo Margaery Tyrell ridacchia al passare di Cersei durante i funerali di lord Tywin. E la regina madre replica con suo consueto garbo...



Younger and more beautiful...



Lannisters



Stark, Tully, Tyrell e Baratheon



Cersei schifata dal look del cugino Lancel



Chiodo scaccia chiodo



Le profezie di Melisandre (che si è già vista i 4 episodi in streaming!)



Differenze libro-film, un classico...





Insomma, Dany, deciditi!




(Cersei sta pensando "Bitch, please!")

I problemi di una ragazza madre



Questione di sopracciglia



Intersezioni


Gusti particolari...



Versione italiana e ampliata dei gusti particolari



Fandom




Una cosa è certa: Gondor non c'è mai quando serve!

Ancora sulla questione differenze libro-film



"Ammazza quanto so' fico!" (il Re)





Padri e figli





Like Cara...



Ci pensa Gandalf con le sue aquile a risolvere tutto!



domenica 19 aprile 2015

Estgot. Capitolo 68. Il Varco è qui.



Il leader dell'opposizione, all'interno del Consiglio degli Iniziati, rispondeva al nome piuttosto inquietante di Vlad Dracu ed era un membro della Fonte Sacra e seguace di Gothar, Signore del Ghiaccio.
Aveva ascoltato con estrema attenzione il discorso del nuovo Grande Maestro Venerabile e, non appena quest'ultimo aveva accennato alle "vie di fuga" dalla Terra sovrappopolata, aveva sollevato una mano pallida, dalle unghie lunghe come artigli:
<<Lord Waldemar, conosci già la natura e l'ubicazione di queste vie di fuga? Hai già stabilito un patto con i Signori degli Elementi?>>
Waldemar si aspettava quella domanda:
<<Ne conosco la natura: questi Varchi sono come dei wormhole, dei buchi neri allungati, che forano la piegatura dello spazio-tempo.
Non ne conosco ancora l'ubicazione, ma so che ce ne sono all'incirca quattro per ogni continente. Saranno aperti quando sarà stipulato il Patto con i Signori degli Elementi, a cui si sono resi disponibili Atar, Belenos ed Eclion>>

Dracu lo fissò con i suoi occhi neri e profondi:
<<Devi coinvolgere anche il Signore Gothar. L'opposizione ha i suoi diritti!>>
Waldemar annuì:
<<Naturalmente. Non sarò certo io a negare tali diritti. Sono solo un messaggero, un intermediario scelto da voi. Se qualcuno pensa che io sia qui per privarvi della libertà di decisione, si sbaglia. Non è la libertà che manca, qui da noi: mancano gli uomini liberi>>
Dracu assunse un atteggiamento di sfida:
<<Io non ho mai piegato il capo di fronte a nessuno>>
Waldemar si accigliò:
<<A nessuno tranne che a Gothar, quando ti ha ordinato di uccidere Virginia. 
Era tua cugina adottiva, Vlad, e tu l'hai uccisa, perché lei non ha fatto di me un burattino nelle mani del tuo oscuro Signore>>



Vlad non negò le accuse:
<<Ci sono criminali ben peggiori dei Dracu, in questo Consiglio, tenuti a freno solo dalla paura di perderti, perché di te hanno bisogno per salvarsi.
Tu sei la loro assicurazione sulla vita e ti conviene assicurare anche la mia famiglia.
Tieni a mente ciò che t'ho detto, Waldemar! E non ti crucciare per Virginia: se hai visto nel futuro, saprai già che troverai altri amori!>>

Waldemar scattò in piedi e con un solo gesto, a distanza, stese Dracu a terra e lo tenne fermo:

<<Che ne sai tu dell'amore? Cos'hai mai donato tu? Che cosa non ho donato io?>> quelle parole furono pronunciate quasi con disperazione, ma tutti avevano capito che Waldemar poteva colpire senza toccare. Ne aveva colpito uno per educarne cento, secondo il famoso detto cinese.
<<Guardatemi tutti! Vi ho donato la mia vita, interamente!
 Abbiatene rispetto, perché il mio dono è stato un atto d'amore...>>



Poi lasciò la presa su Dracu:
<<Rialzati, Vlad, e impara a rispettarmi, perché la prossima volta che mi offenderai non sarò indulgente quanto oggi!>>
A quelle parole il principe di Valacchia si arrese:
<<Riconosco la tua forza e la tua clemenza, lord Waldemar. Ti porterò rispetto. 
Ma il Signore Gothar chiederà comunque la sua parte: uno dei Varchi, riservato agli adepti della Fonte Sacra. Mi ha detto che avremo un nostro popolo, gli Albini, e immagino che tu l'abbia visto, nel futuro>>
Waldemar ripensò agli Albini nell'estremo Nord del Continente Centrale della Nuova Terra:
<<Ho visto un luogo cupo, terribile, gelido, dove è notte per sei mesi. In quel luogo c'è un castello tra i ghiacci, livido e impervio. Il suo nome, nella lingua locale, è Gothian>>



Dracu sorrise, mostrando i canini appuntiti:
<<Gothian... un bel nome, degno del mio Signore. Credo che un giorno diventerà famoso>>
Waldemar sorrise a sua volta, ma senza gioia:
<<C'è questa possibilità, ma non è detto che sia un bene. 
In ogni caso, non spetta a me giudicare.
Io posso soltanto comunicare ciò che mi è stato detto e indicarvi la via.
Alla fine di quella strada vi dirò: "Ecco, guardate, il Varco è qui">>
Erano parole scritte da un poeta che lui amava.
Ripullula il frangente sulla balza che scoscende 
Tu non ricordi la casa di questa mia sera
Ed io non so più chi va e chi resta...
Per un attimo fu come se la premonizione tornasse ad assalirlo.
Vedeva se stesso davanti al Varco, in una spiaggia, vicino alla casa dei doganieri, ad Hollow Beach, dove non era mai stato.Vedeva una scogliera, e poi soltanto l'oceano.
L'onda vuota si rompe sulla punta, a Finsterre...



Questo è il Fine, è l'oceano, è il niente... e il canto passa, ed oltre noi dilegua...
Era così che gli parlavano gli dei, tramite i versi dei poeti veggenti, come in una litania.
Finissimi sistri d'argento, tintinni a invisibili porte che forse non s'aprono più? 
La premonizione retrocesse e l'interferenza tacque.
Waldemar si riscosse e concluse il discorso:
<<La strada che vi indicherò è la Via Aurea, il sentiero della sopravvivenza dell'umanità.
Questo è il mio dono, che vi offro in umiltà.
Sarà la nostra grande occasione per scegliere un comportamento più rispettoso della dignità umana e di tutta la natura delle cose.
Voi mi chiamate Figlio dei Cento Re, ma io non sono la somma dei miei antenati, "la rea progenie degli oppressor discesa". Dimenticate le nuvole di sangue, dimenticate i padri: le loro tombe sprofondano nella cenere, i loro spettri torcono il viso da me, le loro colpe non sono le mie colpe.  C'è del buono che deve essere essere salvato: noi siamo i figli e gli eredi di una tradizione da custodire: è questo il significato della Fiamma di Atar. E' il fuoco segreto della nostra identità: la dobbiamo preservare, che non ci sfugga tra le dita. 
La dobbiamo ricordare, quantomeno nel canto, poiché "l'armonia vincerà di mille secoli il silenzio">>



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