mercoledì 13 agosto 2014

Oasi naturalistica delle saline di Cervia: mappe e introduzione storica, geografica e naturalistica









La Riserva naturale Salina di Cervia è un'area naturale protetta dell'Emilia-Romagna[1]. È stata istituita a Riserva naturale di popolamento animale con un Decreto ministeriale del 1979.
L'importanza storica di Cervia è legata al suo "oro bianco" ed è documentata da varie testimonianze. Nei pressi della salina sorgono le Terme di Cervia, che ne utilizzano tuttora l'acqua salata per la cura di malattie articolari e respiratorie.

Storia

L'origine più antica della salina di Cervia è etrusca. L'attività di produzione del sale fu continuata in epoca romana. Cervia è talmente legata alle sue saline che alcuni studiosi ritengono che il suo nome sia legato al sale: il toponimo Cervia potrebbe derivare dalla parola latina acervus (cumulo), in riferimento ai mucchi di sale che facevano mostra di sé come veri e propri monumenti[2].
Per anni Cervia e le sue Saline sono state sotto il controllo dello Stato Pontificio e si narra che i Papi, riferendosi al profitto che derivava loro dalla produzione del sale, fossero soliti ripetere la frase:
Roma plus habet de parva Cerviola quam de tota Romandiola
Roma guadagna di più dalla piccola Cervia che da tutto il resto della Romagna.
Per capire bene l'importanza che ebbe sale dall'epoca antica fino all'invenzione del frigorifero, basti pensare che era l'unico elemento che permettesse di conservare i cibi (specialmente pesce e carne), oltre ad essere indispensabile all’organismo umano. Veniva usato anche per la concia dei cuoi e del pellame. Il sale era prezioso ed importantissimo a tal punto che fu sovente causa di guerre.

Attività umane


Lavoratori alle saline di Cervia nel 1891.

Una fase della raccolta del sale a Cervia (fine XIX secolo).
All'interno del Parco si trovano uno stabilimento di produzione del sale a raccolta industriale ("Salina di Cervia") e l'antica Salina Camillone, dove si continua a raccogliere il sale artigianalmente. In quest'ultima si utilizza tutt'oggi un procedimento di lavorazione tramandatosi di padre in figlio fin dall'età antica. Oggi viene chiamato «metodo cervese».

L'antica salina Camillone

È formata da più di 10 vasche per l'estrazione del sale. Oggi se ne utilizza solamente una. Antica salina artigianale, è l'ultima delle 144 salinette di produzione attive fino al 1959, anno in cui il sistema di produzione divenne industriale e le salinette vennero accorpate in grandi vasche di evaporazione e di raccolta. Oggi la Salina Camillone resta l'ultima originale salinetta[3], parte integrante del Museo del sale[4] ed è lavorata a scopo dimostrativo per far conoscere il lavoro dei salinari. Il fondo può produrre dai 500 ai 2000 quintali di sale a stagione.
La produzione nella Salina Camillone avviene ancora artigianalmente: il sale viene prelevato di giorno in giorno man mano che affiora, con attrezzi in legno e seguendo le procedure tradizionali. Il processo industriale prevede invece una sola raccolta a fine stagione (in settembre). Il sale cervese è detto “sale dolce”, in quanto privo dei sali amari che, per il clima e per la raccolta giornaliera, non riescono a depositarsi.
Il «Sale marino artigianale di Cervia» dal 2004 è presidio Slow Food.[5]

Flora

Le piante delle saline sono conosciute sia per la loro spiccata bellezza che per le loro proprietà culinarie e medicinali utilizzate ancor'oggi in erboristeria, ma anche perché sono piante "nutrici" di stupende farfalle. Ricordiamo la salicornia (Halocnemum strobilaceum), la vetriola di mare (Suaeda maritima), la porcellana di mare (Atriplex halimus), il limonio (Limonium sp.), l'astro di mare (Tripolium pannonicum), il colchico autunnale (Colchicum autumnale), il fiordaliso (Centaurea cyanus), il cardo asinino (Onopordum acanthium), l'iperico (Hypericum perforatum), il caglio (Galium verum), la mentuccia (Clinopodium nepeta), il latte di gallina (Ornithogalum umbellatum), le artemisie (Artemisia vulgaris), i prugnoli (Prunus spinosa), le tamerici (Tamarix spp.).

Fauna

Fra la fauna acquatica che abitualmente frequenta questo ambiente si trovano: l'avocetta (Recurvirostra avosetta), il cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), la pettegola (Tringa totanus), la pittima reale (Limosa limosa), la rondine di mare (Sterna hirundo), il fratino (Charadrius alexandrinus), il fraticello (Sternula albifrons), il corriere piccolo (Charadrius dubius), il martin pescatore (Alcedo atthis), il gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) ed il gabbiano reale (Larus michahellis), che nidificano qui, ed altre specie di uccelli quali l'airone cinerino (Ardea cinerea), la garzetta (Egretta garzetta), il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus), il piro piro (Actitis hypoleucos), il cormorano (Phalacrocorax carbo), la spatola bianca (Platalea leucorodia), il combattente (Philomachus pugnax), il piovanello (Calidris ferruginea). Sono inoltre presenti più di 35 specie di trampolieri in particolare gli aironi, ed oltre 10 specie di anatre sia di tuffo che di superficie quali il germano reale (Anas platyrhynchos), l'alzavola (Anas crecca), il fischione (Anas penelope), il codone (Anas acuta), il mestolone (Anas clypeata), la volpoca (Tadorna tadorna), la marzaiola (Anas querquedula). Nella stagione opportuna, è anche possibile osservare folti gruppi di oche selvatiche (Anser anser), lungo gli argini o in volo da una parte all'altra della salina.

Fenicotteri alle saline di Cervia.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ Elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) 6º Aggiornamento approvato il 27 aprile 2010 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 115 allaGazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2010.
  2. ^ Tommaso De Biase, Sale, l'oro bianco benessere di Cervia in Il Resto del Carlino (Ravenna), 15/08/2012, p. 18.
  3. ^ Turismo Comune di Cervia - Parchi e riserve naturali
  4. ^ Salina di Cervia - Il Museo
  5. ^ Sale marino artigianale di Cervia in Presidii Slow FoodURL consultato il 5 febbraio 2012.

Voci correlate

Collegamenti esterni



Fairytales: gothic style.





























Monserrate Palace, Sintra , Portugal















martedì 12 agosto 2014

Storia di Cervia: mappe e monumenti. Cervia oggi: ambiente, terme, mare, pineta, saline, divertimenti, cultura e offerte turistiche



La storia di Cervia è legata alla produzione del sale. Le saline erano probabilmente già in funzione in periodo etrusco, greco e sicuramente sviluppate in periodo romano. È possibile che esistessero degli alloggi, o forse degli insediamenti, per gli addetti alle saline, anche stagionali.
Fino a tutta l'età romana la città ha mantenuto il suo nome di origine greca, Ficocle. 
Ficocle fu distrutta in età bizantina dall'esarca Teodoro, nel 709e in seguito, con il nome di Cervia, venne edificata come città forte, esattamente al centro delle saline. 


Nel 1697 papa Innocenzo XII diede ordine di costruire la città attuale lungo la costa, in un luogo più salubre.


Lo storico ravennate Vincenzo Carrari lasciò scritto nella sua Istoria di Romagna che il nome dell'antica Ficocle deriverebbe da un capitano greco, o dal prefetto di Filippo I di Macedonia, nominato Ficocle, di cui Livio spesse volte fa menzione, o da Ficocle Arconte degli ateniesi, o dai popoli Ficolesi che l'edificarono, posta da Plinio nella quinta Regione d'Italia, o piuttosto da Ficolea, palude in cui era posta.
Infatti Phicocle deriva dal greco φῦκος, "alga", e da κλέος, "fama"; come a dire luogo celebre per alga marina, e questa nasce spontaneamente ed in abbondanza lungo tutti i canali, e massime in quelli dello stabilimento salifero, nel cui mezzo giaceva Ficocle. Gli abitanti chiamano quest'erba in termine volgare biso, la quale non è che un'erba sottile, capillacea simile al fieno che annualmente si toglie dai canali delle saline perché sia libero il corso delle acque.


Secondo gli statuti della città, il cristianesimo giunse intorno all'anno 50, per opera di Eleuterio, che fu il primo Vescovo inviato dall'Apostolo della Emilia Sant'Apollinare. La storia però non fornisce notizie certe che questo Eleuterio fosse il primo Vescovo di Ficocle, e non si conosce nessun altro che abbia ricoperto questo ruolo fino al 500, epoca in cui venne occupata da San Geronzio. L'esistenza di un Vescovo prova che a quell'epoca Ficocle era già città.
Nel 709, in un'epoca piena di lotta e rancori, Ficocle subì la sorte solitamente destinata ai vinti. Infatti narrano gli storici che Giustiniano comandò a Teodoro, il quale, accresciuta la sua armata si stava recando in Sicilia, ad affrettarsi a Ravenna per sottomettere al Romano Pontefice Costantino l'arcivescovo Felice, reo di essersi ribellato. Ficocle, andò con una milizia in soccorso di Ravenna e combatté l'esercito di Teodoro facendogli perdere molti uomini, ma l'esercito bizantino prevalse. Teodoro, a questo punto, si rivolse contro la cittadina romagnola e la distrusse sin dalle fondazioni.
Questa distruzione non sancì la fine della piccola città di Ficocle, la quale risorse a poco a poco grazie ai cittadini superstiti.

Dal cambio di nome al XV secolo

La leggenda dell'origine del nome «Cervia»
Si narra che quando la città era interamente circondata dai boschi e dalle foreste, uno dei maggiori frequentatori di questi spazi verdi fosse il vescovo di Lodi e un giorno, mentre l'uomo passeggiava in pineta, un cervo bianco, riconoscendolo come funzionario di Dio, gli si inginocchiò davanti in segno di devozione.
Da quel giorno risultò naturale chiamare la città Cervia, non solo per ricordare lo straordinario avvenimento, ma anche considerando che nelle pinete limitrofe i cervi erano particolarmente numerosi.
La versione sembrò convincente anche gli stessi cervesi, tanto che lo stemma della città rappresenta proprio un cervo dorato inginocchiato su terreno verde. Il Bricchi riporta il testo di una donazione fatta nell'815 al pontefice da Ludovico il Pio, successore di Carlo Magno, la quale, trovandosi negli archivi vaticani, asserisce:
« Io Lodovico Imperatore concedo a te Pietro Apostolo, Principe degli Apostoli, e per te al tuo Vicario ed ai suoi successori perpetuamente la città di Roma [...] ed anche tutto l'Esarcato della città di Ravenna, secondoché l'Imperatore Carlo mio Padre di pia memoria, e parimente Pipino nostro Avolo nel passato concedettero all'Apostolo S. Pietro, cioè Ravenna, Bobio, Emilia, Forlimpopoli, Forlì, Faenza ... »
ed in ultimo nomina Cervia.
Che il cambio di nome da Ficocle a Cervia sia avvenuto nell'VIII secolo, come questo documento riporta, è dubbio. Tuttavia è certo che ciò sia avvenuto fra il 900 e il 1000; a tal proposito è riportato in un Concilio di Ravenna del 997:
(LA)
« Leo Episcopus Phycodensis, quae nunc Cervia vocatur »
(IT)
« Leo vescovo di Ficocle, che ora è chiamata Cervia »
(Concilio di Ravenna)
Il 5 gennaio 1115 a Forlimpopoli, si narra che Enrico V, dopo la preghiera di Matilde e di altri principi influenti, avesse sottratto il Cenobio di S. Vitale di Ravenna al dominio degli Arcivescovi, così che quei Monaci fossero soggetti solo a lui medesimo, e tra i possedimenti confiscati se ne enumerano molti situati nel cervese.
Le prime immagini di Cervia sono di alcune mappe del XV secolo in cui appare come una città fortificata e circondata dalle saline. Ha tre ingressi collegati alla terra ferma da ponti levatoi, un Palazzo Priorale, ben sette chiese e una rocca difensiva voluta, secondo la leggenda, da Barbarossa.

Dal XVI secolo al 1697

A partire dal XVI secolo le coste cervesi furono minacciate dalle incursioni dei pirati di stanza nei porti del Nordafrica (i «corsari»), all'epoca territorio dell'Impero ottomano. Le incursioni avevano come scopo la razzia sia di beni materiali che di esseri umani. Le persone fatte prigioniere venivano vendute come schiavi nel porto di Algeri. Cervia fu attaccata perché famosa soprattutto per le sue saline.
Anche durante il XVII secolo la minaccia corsara incombette su Cervia. In quel periodo la vita dei cervesi peggiorò anche a causa delle condizioni ambientali. Si cominciò a pensare al trasferimento di Cervia vicino alla costa, in una posizione geografica più salutare. Finalmente, nel 1689 il potere politico prese una prima decisione. Il Tesoriere della Legazione di Romagna, Michelangelo Maffei, fece costruire sul bordo del corso d'acqua che oggi costituisce il porto canale una torre per difendere il porto dagli attacchi dei pirati. Egli stesso la fece intitolare a San Michele. 

Sulla sommità furono posti due cannoni e una campana da suonare in caso di avvistamento di navi corsare. Per assicurare lo stivaggio del sale prodotto nelle saline, nel 1691 fu costruito, adiacente alla Torre San Michele, un magazzino del sale ("Magazzino Torre"). Era un edificio massiccio, in mattone, con pochi ingressi e particolarmente ampio internamente, in modo da potere contenere enormi quantitativi di sale, fino a 13.000 tonnellate. Successivamente, il 9 novembre 1697Papa Innocenzo XII firmò il decreto di costruzione della città nuova.
Il documento indicava esattamente il numero delle case da costruire, la posizione della Cattedrale, del Palazzo Vescovile e delle carceri per una spesa complessiva di 35-40.000 scudi


. La città fu costruita come una fortezza: era interamente circondata da mura difensive. Le porte di accesso erano solamente due, le quali venivano chiuse tutte le sere. 


Il centro storico ha conservato intatta la sua forma rettangolare, con al centro la piazza.


All'interno, ampio spazio fu lasciato per il Magazzino del Sale e la difensiva Torre San Michele.
Nel 1712 fu costruito un secondo magazzino del sale ("Magazzino Darsena"), nel Piazzale dei Salinari.

La città di Cervia ha numerose chiese anche se in un territorio limitato, ognuna con un'identità storica, artistica e di tradizione. Queste chiese non sono solo edifici, ma anche centri di comunità parrocchiali che diedero luogo in passato a forme di solidarietà e di difesa di valori irrinunciabili per l'uomo di ogni tempo.

Santuario Madonna del Pino

Saline



Le saline di Cervia.

La storia di Cervia è fortemente legata alla produzione del sale. La Riserva naturale Salina di Cervia è la testimonianza del legame della città alle sue Saline. All'interno del Parco si trova lo stabilimento di produzione del sale a raccolta industriale e l'antica Salina Camillone dove si continua a raccogliere il sale artigianalmente con il "metodo cervese". Il sale di Cervia, famosissimo in tutta Italia, è detto il "sale dolce", non perché con minore capacità salante, ma per una più limitata presenza dei sali amari, come i solfati di magnesio, di calcio, di potassio e il cloruro di magnesio, quindi di tutte quelle sostanze, per lo più insolubili, che forniscono al sale quel retrogusto tendente all'amaro e meno gradito al palato.

Pineta

La pineta è sempre stata caratteristica di questi luoghi, insieme a quella di Classe e comprende piniginepriquercefrassinisalici. Il sottobosco era perlopiù composto da roviolivelleligustriprugniviti selvatiche e rose.Cervia ha una grande pineta, di circa 260 ettari e comprende le zone di Milano Marittima, Cervia, Pinarella e Tagliata.


Parco naturale
E' adiacente alla pineta e alle terme.

Il mare, la spiaggia, il porto turistico

Un progetto con l'ente locale ARPA è attivo per il controllo dell'acqua, in diversi punti fra la spiaggia di Milano Marittima e quella di Pinarella. I risultati che ne sono conseguiti evidenziano che la qualità dell'acqua è tale da aver garantito alla città la Bandiera Blu della Foundation for Environmental Education per il nono anno consecutivo (dal 1997).

Piste ciclabili e "Città giardino"

A Cervia sono già attivi alcuni percorsi ciclabili. In prospettiva sarà attraversata dalla lunga ciclabile costiera, la Ciclovia Adriatica, prevista nella rete nazionale BicItalia.

Terme di Cervia - Balneoterapia, Idroterapia e Centro Benessere

Eventi e ricorrenze

  • 5 gennaio: Concerto di fuochi d'artificio;
  • 6 gennaio: «Pasqualotti»;
  • «Fiera di San Giuseppe» e Sagra della Seppia (terza domenica di marzo). Concorso di aquiloni sulla spiaggia libera; fuochi d’artificio e accensione della focarina di primavera.
  • «Chocolat» (terzo week end di marzo), manifestazione dedicata alla cultura del cioccolato; si svolge a Milano Marittima.
  • 11-13 aprile: RaiRadio3 «InFestival»
  • «Festival Internazionale dell'Aquilone» (penultimo week end di marzo). Nato nel 1981 da un'idea di Claudio Capelli, il festival si svolge sulla Spiaggia Libera di Lungomare Grazia Deledda e richiama numerosi ospiti stranieri.

  • «Sposalizio del mare» (prima domenica di maggio). La tradizione risale al 1445, quando il vescovo, rientrando da Venezia s'imbatté nella tempesta. Accorgendosi che stava per affondare, il vescovo invocò Dio e gettò in acqua l'anello episcopale affinché placasse la furia delle acque. E così avvenne. Da quell'anno ogni prima domenica di maggio il vescovo ripete il lancio dell'anello nel mare come gesto beneaugurale. Per tradizione i bagnini e pescatori della Riviera si tuffano in acqua per recuperare l'anello. A chi lo trova viene dedicata la festa della serata sul porto.
  • «Festival della Romagna» (fine settimana del solstizio d'estate);
  • 10 agosto: Spettacolo pirotecnico, nella spiaggia libera, durante la notte di San Lorenzo;
  • 31 dicembre: «Incendio del Magazzino Darsena» (area Magazzini del Sale). Uno spettacolo di fuochi d'artificio, accompagnato da musiche, che si conclude con suggestivi effetti speciali fra cui "l'incendio" del Magazzino del Sale Darsena.