mercoledì 23 luglio 2014

I Nani dai Nibelunghi a Tolkien



nani in alcune mitologie sono esseri simili all'uomo ma di piccola taglia. Secondo alcune tradizioni hanno poteri magici, secondo altre no. Sono generalmente caratterizzati dalla predilezione per i luoghi sotterranei e per l'oro. I nani sono grandi minatori, si dice che la loro birra sia la più buona del mondo, un nano ubriaco infatti diventa molto pericoloso per chi gli sta vicino (soprattutto se sta combattendo in una guerra).
Nell'antico Egitto era venerato Bes, spirito protettore contro ogni male rappresentato come un paffuto nano deforme che fa smorfie e mostra la lingua. Bes non apparteneva ad una precisa razza come i nani delle mitologie nordiche, spesso paragonabili a elfi o folletti, ma come tutte le divinità egizie era un essere unico nel suo genere.

Nascita dei nani

La stirpe dei nani (dvergar in norreno) si formò sotto terra, dove presero vita come vermi nella carne morta del gigante Ymir, nel suo sangue diventato acqua e nelle sue ossa diventate pietraOdino ed i suoi fratelli Víli e , riuniti in un consiglio, diedero a queste creature un aspetto antropomorfo e l'intelligenza.
I nani allora andarono ad abitare nella terra e nel fango, nonché nella pietra e fra le rocce:
(NON)
« Þá gengu regin öll
á rökstóla,
ginnheilög goð,
ok gættusk of þat,
hvárt skyldi dverga
dróttir skepja
ór Brimis blóði
ok ór Bláins leggjum. »
(IT)
« Andarono allora gli dèi tutti
ai troni del giudizio,
divinità santissime
e su questo deliberarono:
chi dovesse dei nani
le schiere foggiare
dal sangue di Brimir[1]
e dagli ossi di Bláinn[1]»
(Edda poetica - Völuspá - Profezia della Veggente)
I nani presero dimora nella terra molle e nel fango, tra le pietre e le rocce. Móðsognir era il più famoso tra loro, e un altro aveva nome Durinn.
(NON)
« En þessir eru ok dvergar ok búa í steinum, en inir fyrri í moldu:
Draupnir, Dolgþvari,
Haur, Hugstari,
Hleðiolfr, Glóinn,
Dóri, Óri,
Dúfr, Andvari,
Heftifili,
Hár, Svíarr. »
(IT)
« Anche questi erano nani e abitavano nelle rocce; quelli nominati per primi, invece, nel fango:
Draupnir, Dolgþvari,
Haur, Hugstari,
Hleðiolfr, Glóinn,
Dóri, Óri,
Dúfr, Andvari,
Heftifili,
Hár, Svíarr. »
(Snorri Sturluson - Edda in prosa - Gylfaginning - XIV)
Temevano la luce del sole che poteva trasformarli nuovamente nella pietra da cui erano nati. La loro dimora era il reame sotterraneo di Nidavellir, uno dei nove mondi legato, secondo la Cosmologia della mitologia norrena, al Frassino del Mondo Yggdrasill.
Erano generalmente considerati egoisti, avidi e astuti. Erano abili fabbri e forgiatori ed i creatori della maggior parte degli artefatti degli dèi, sia Æsir che Vanir. Tra le loro creazioni più famose ci sono la lancia Gungnir e l'anello d'oro Draupnir di Odino, il martello Mjöllnir di Thor, i capelli d'oro di Sif, il collare Brísingamen di Freyja ed anche la nave Skíðblaðnir di Freyr. I nani fabbricarono anche certi tipi di elmetti detti huliðshjálmr (elmetti nascondenti), o a volte un mantello, che potevano rendere chi li indossava invisibile. (Vedi wight.)
Potevano essere divinità minori, similmente agli elfi (della luce), il che può suggerire il motivo per cui acquisirono il nome di elfi neri o scuri. I nani NorðriSuðriAustri e Vestri sostengono i quattro punti cardinaliNýi e Niðigovernano rispettivamente la luna crescente e calante.


Nibelunghi è il nome dato dalla tradizione germanica a una stirpe mitologica di nani che viveva sotto terra e conosceva i segreti della fusione del ferro
Dai Nibelunghi sarebbe derivata la stirpe regale dei Burgundi, la popolazione che nel V secolo formò il primo nucleo di un regno romano-barbarico sulla riva sinistra del Reno. Non sappiamo chi abbia raccontato per primo le imprese dei Nibelunghi, e da chi siano state trascritte. Il nucleo mitologico originario si è probabilmente formato intorno agli eventi del V-VI secolo, in particolare alla guerra tra i Burgundi e gli Unni. Le prime forme di narrazione scritta che raccontano le vicende dei Nibelunghi risalgono al XIII secolo,

I principali testi in materia nibelungica appartengono all'area tedesca e nordica, e sono:
Al centro di tutte le narrazioni sui Nibelunghi c'è la figura di Sigfrido ((DE) Siegfried, o Sigurðr nelle saghe nordiche). Questo eroe ha ucciso un drago, e grazie a questa impresa si è impadronito di un tesoro, è diventato re dei misteriosi Nibelunghi e ha acquisito straordinari poteri.

La morte di Sigfrido, dipinto di Füssli
In età moderna, i manoscritti contenenti le diverse versioni della materia nibelungica vengono riscoperti in Germania e riscritti ai fini della esaltazione del carattere germanico, tema proprio del nazionalismo tedesco. Nel 1755 Johann Jacob Bodmer trova un manoscritto del Nibelungenlied, e nel clima preromantico e in seguito romantico il poema diventa il poema nazionale del popolo tedesco.
Il Nibelungenlied subisce fin dall'inizio una serie di riscritture, mescolando le fonti tedesche e quelle nordiche cercando di ricostruire un ipotetico originale perduto.
La più celebre riscrittura del mito nibelungico è quella effettuata da Richard Wagner, che scrive e mette in musica il ciclo L'anello del Nibelungo, la cui composizione si svolge tra il 1848 e il 1874. È da notare comunque che il capolavoro wagneriano (letterario oltre che musicale) è sorto dalla fusione di vari miti ed elementi derivanti da numerose fonti più antiche del Nibelungenlied e meno dipendenti di questo dal pensiero cristiano: le saghe islandesi e scandinave sono la più vera ed autentica fonte mitologica dell'Anello del Nibelungo. Quest'opera immane nasce nel clima del '48: il ribelle Sigfrido che spezza la lancia del padre degli Dei, Wotan, simbolicamente accende la speranza di un cambiamento radicale. Lo scrittore irlandese George Bernard Shaw vide in Siegfried una trasposizione artistica del rivoluzionario anarchico russo Bakunin.
Il Prof. J.R.R. Tolkien ha riscritto la saga dei Nibelunghi durante i suoi anni di studi riguardanti la letteratura medievale Norrena, ispirandosi alle fonti Eddiche, cioè alle versioni islandesi della saga. Suo figlio Christopher Tolkien ha raccolto questi suoi appunti in un libro, uscito nel 2009, chiamato La leggenda di Sigurd e Gudrùn.
Il tentativo cinematografico più riuscito di mettere in scena la saga dei Nibelunghi è stato quello del regista tedesco Fritz Lang, che con il lungo film muto in due parti I nibelunghi(in tedesco Die Nibelungen) ha creato un capolavoro del cinema.[1] [2]

Citazioni

La parola "Nibelunghi" compare anche nella serie dei Cavalieri dello zodiaco, in particolare nella parte della serie ambientata ad Asgard. I cavalieri di Atena dovranno salvarla dalle grinfie di Hilda, sacerdotessa di Odino, che è sotto l'influsso malefico dell'anello dei "Nibelunghi".
Nella serie di videogiochi Valkyrie Profile, incentrata sulla mitologia scandinava, le tre valchirie, Lenneth, Silmeria e Hrist, e la principessa Alicia utilizzano una tecnica d'attacco denominata "Nibelung valesti", esplicito richiamo alla stirpe mitologica.
Per quanto riguarda il MMORPG World of Warcraft, la parola "Nibelunghi" si riferisce chiaramente alla classe dei nani, locati ad "Ironforge", una città sotterranea dove è presente un'enorme fornace. Ironforge è il paradiso per il "blacksmith" principiante e medio. Il blacksmith è colui che fa il mestiere del fabbro nel gioco, ovvero chi fonde i minerali per creare armi e oggetti non comuni. La città sotterranea di Ironforge è circondata da un terreno innevato, ennesimo particolare in comune con le terre e le mitologie norrene.

Note bibliografiche

  1. ^ *Lotte H. Eisner, Lo schermo demoniaco. Le influenze di Max Reinhardt e dell’espressionismo, traduzione di Martine Schruoffeneger, Editori Riuniti, Roma 1983, pp. 202-203. ISBN 88-359-2640-8
  2. ^ Georges Sadoul, Storia del cinema mondiale dalle origini ai nostri giorni, traduzione di Mariella Mammalella, Feltrinelli, Milano 1964, pp. 111-114.

Nani nelle opere Tolkeniane

Tolkien era un ottimo filologo, pertanto si presume conoscesse il "catalogo dei nani" attestato nei testi norreni. I tredici nani che fanno visita a Bilbo Baggins, all'inizio de Lo HobbitBalin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur e Thorin, hanno nomi che derivano dalla versione del "catalogo" contenuta nell'Edda in prosa. Solo il primo nome, Balin, è stato inventato da Snorri, gli altri li ritroviamo tutti: Dvalinn, Kili, Fili, Dóri, Nóri, Óri, Óinn, Glóinn, Bífurr, Báfurr, Bömburr e Þorinn. Si può ancora aggiungere che il nano Thorin era chiamato "Scudodiquercia", ed è infatti questo il significato del nome di un altro dei nani eddici: Eikinskjaldi.
Anche Gandalf, lo stregone che giunge a casa di Bilbo assieme alla numerosa compagnia, deriva il suo nome da quello del nano Gandálfr, che significa "elfo incantatore" (in norreno gandr è parola legata alle pratiche magiche e incantatorie).

Nani menzionati

Alvis

Alvis ("all-wise", "tutto saggio") aveva stretto un patto con gli dei, in cambio delle armi che avrebbe fabbricato gli era stata promessa in sposa Thrud, figlia di Thor. Thor progettò un piano per impedire ad Alvis di sposare sua figlia: gli disse che a causa della sua bassa statura avrebbe dovuto provare la sua saggezza. Alvis si disse d'accordo e Thor fece durare la prova fino al sorgere del sole — tutti i nani esposti alla luce si tramutavano in pietra e così Alvis rimase pietrificato e Thrud non dovette sposarlo

Andvari viveva sotto una cascata ed aveva il potere di mutarsi in luccio a volontà. Possedeva un anello magico chiamato Andvaranautr, che lo manteneva ricco. Nella versione di Richard Wagner è conosciuto come AlberichLokilo catturò di sorpresa con una rete fornita da Rán e lo obbligò a consegnargli Andvaranautr ed il suo oro. Andvari gettò una maledizione sull'anello in modo che distruggesse chiunque lo possedesse, conducendo (inevitabilmente) a molte sfortune.
Brokk e Eitri sono due fratelli. Loki riuscì ad ottenere i capelli di SifSkidbladnir la nave di FreyrGungni la lancia di Odino forgiata dai figli di Ivaldi e scommise, mettendo in palio la propria testa, con Brokk che suo fratello Eitri non sarebbe riuscito a produrre oggetti di pari valore. Eitri lavorò alla sua fornace mentre suo fratello pompava sui mantici, ma una mosca (a volte ritenuta Loki stesso) iniziò a pungere Brokk cercando di fermarlo e di fargli rovinare gli oggetti. Eitri riuscì nell'impresa creando l'anello d'oro Draupnir, il cinghiale d'oro Gullinbursti ed il martello Mjöllnir (anche se quest'ultimo con un'impugnatura più piccola di quanto non sarebbe dovuto essere). Brokk vinse la scommessa, ma Loki non gli permise di prendergli la testa poiché così facendo avrebbe ferito il suo collo che non era incluso nella scommessa.

Durin

Il primo dei sette padri dei nani.

Dvalin

Dvalin era il signore dei nani ed uno dei più potenti di essi, famoso principalmente per aver inventato le rune. Egli aveva anche creato la parrucca d'oro di SifGungnir la lancia di OdinoSkidbladnir la nave di Freyr, la spada magica Tyrfing e con l'aiuto di AlfrikBerling e Grer Brísingamen. l'incredibile collare di Freyja, (Freyja ripagò i quattro artigiani con quattro notti nel suo letto).

Fjalarr e Galarr


Fjalarr e suo fratello Galarr uccisero Kvasir e trasformarono il suo sangue nell'idromele della poesia che ispirava i poeti. Fjalarr e Galarr uccisero poi un gigante chiamato Gillingr, insieme con sua moglie, ma il loro figlio Suttungcercò i suoi genitori e minacciò i due fratelli che gli offrirono l'idromele magico. Suttung lo prese e lo nascose al centro di una montagna, dove lo sorvegliò con sua figlia GunnlöðOdino decise infine di ottenere l'idromele. Per un'intera estate lavorò al servizio di Baugi, un contadino fratello di Suttung, quindi chiese in cambio un singolo sorso di idromele. Baugi perforò la montagna, ma Odino cambiò forma in serpente e si introdusse all'interno. Dentro Gunnlöð stava di guardia ma si lasciò convincere a lasciargli bere tre sorsi. Odino bevve tutto l'idromele, mutò forma in aquila e scappò.

Note

  1. ^ a b Entrambi gli epiteti Brimir e Bláinn si pensa che siano riferiti a Ymir


I Nani vennero creati nei tempi antichi da Aulë, uno dei Valar più importanti, prima che i Primogeniti, ovvero gli Elfi, scendessero su Arda. Aulë sapeva che su Arda vi era abbastanza spazio per più razze, e così pensò di creare un popolo diverso da quello progettato da Ilúvatar. Aulë lavorò in gran segreto, ma quando Eru lo scoprì lo rimproverò; tuttavia egli non ordinò ad Aulë di distruggere la propria opera, bensì gli ordinò di aspettare la comparsa degli Elfi su Arda prima di mandarvi i Nani. Siccome i Nani dovevano comparire durante gli anni di potere di Melkor, essi erano resistenti come la pietra, testardi e pronti all’amicizia come all’ ostilità. Aulë creò prima i Sette Padri dei Nani, di cui Durin, detto il Senzamorte, era il più vecchio; così i Nani assunsero anche il soprannome di Popolo di Durin. Quest’ultimo guidò il suo popolo a est delle Montagne Nebbiose, dove poi sorsero le famose Miniere di Moria. Dopo la sua morte, la sua linea continuò a prolificare. Il potere di Moria o Khazad-dûm continuò a crescere, e i suoi abitanti impararono arti raffinate anche grazie ai Nani che provenivano da altre regioni, come le Montagne Azzurre.
Moria perdurò attraverso gli Anni Oscuri, benché il suo popolo cominciasse a diminuire di numero. Verso la metà della Terza Era, sotto Durin (il sesto della sua stirpe con questo nome), il potere dell’Oscuro Signore ricominciò a crescere. I Nani, popolo da sempre avaro di ricchezze, scavava in quei tempi nelle viscere della terra per trovare il mithril, un metallo dal valore inestimabile. Ma proprio la loro ingordigia li portò a scoprire un Balrog, un essere malefico, nelle viscere della terra. Il Balrog uccise Durin e suo figlio Náin I. La gente di Moria da allora cominciò a disperdersi. I Nani si andarono a rifugiare prevalentemente a nord est, vicino alla Montagna Solitaria, dove fondarono la città di Dale. Il loro tesoro venne però depredato dal Drago Smaug, ed essi scapparono nuovamente. Moria era però stata conquistata dagli Orchetti, e solo dopo una sanguinosa battaglia i Nani riuscirono a farla di nuovo loro. Essi però non osarono entrarvi, visto che temevano il flagello di Durin, il Balrog; i Nani si dispersero così per la Terra di Mezzo. Dopo molti anni Thorin Scudodiquercia guida insieme a Bilbo Bagginse altri Nani una spedizione per riconquistare il tesoro della Montagna Solitaria sottratto al suo popolo da Smaug.

Gorthian. Capitolo 37. L'Imperatore sfida la Grande Canonica.



L'onore della prima visita ufficiale dell'imperatore Elner XI della dinastia Eclionner, signore dei Lathear, dei Keltar e degli Alfar e sovrano del Continente Centrale, spettò al Priore Izumir Mollander, padre spirituale della Grande Canonica.
Non si trattava però di una visita di cortesia, tutt'altro.
Da quando sua madre Ellis era partita per l'esilio, il giovane imperatore si era sentito veramente libero di attaccare in modo diretto tutti coloro che per diciassette anni avevano sostenuto la Reggenza della Vedova Nera.



Il senatore Fuscivarian, suo bisnonno materno e Presidente del Senato, gli aveva offerto umilmente i suoi servigi e quelli di sua figlia Susan, la madre del defunto Elner X, che era, almeno ufficialmente, sua nonna paterna, così come la defunta Wensy era stata nonna materna (ma la verità era molto diversa, e molto più scandalosa)

File:Princess Wensicia.jpg

Il primo ministro Tucker gestiva con ubbidiente zelo l’ordinaria amministrazione. 
Elner si sentiva molto sicuro si sé.
Ora devo conquistarmi l'appoggio del Sommo Sacerdote, che vuole la testa di Izumir Mollander!
L'occasione era arrivata quasi subito.
La mattina del 25 dicembre si celebrava il rito del Dies Natalis Solis Invicti, una ricorrenza che Elner aveva voluto onorare partecipando alla cerimonia officiata dal Sommo Sacerdote Tilvit Khalifa in persona nel Grande Tempio di Eclion, che si trovava in un promontorio a picco sul mare, nel versante occidentale di Lathena.


Tutti i più grandi ecclesiastici vi partecipavano, e tra essi anche padre Izùmir Mollander, l'anziano Priore della Grande Canonica, acerrimo avversario del Sommo Sacerdote.
Dopo la celebrazione del rito, Mollander si era avvicinato all’Imperatore e gli aveva detto: «Celeste Maestà Imperiale, a nome della Grande Canonica che ho l'onore di presiedere, vi auguro un buon inizio del vostro effettivo governo, scevro dalle influenze di chi insidia il primato della Sacra Corona»
Un apparente buon augurio, ma anche un avvertimento implicito a non cadere più nell'influenza di altre figure femminili ingombranti, come quella di Marigold di Gothian, la Dama Gialla



Elner, che era stato avvertito dalla Contessa di Gothian dell'ostilità di Mollander nei suoi confronti, si limitò ad un lieve cenno del capo, senza sbilanciarsi in alcun modo.
Devo capire se posso fidarmi veramente di lui.
Lo guardò con aria perplessa: 
«Vi ringrazio, Padre, per la vostra benedizione. Ma aiutatemi a chiarire un dubbio.Mi è stato detto che il vostro allievo prediletto, Padre Ulume, è partito per una missione di proselitismo nelle terre dei Keltar, dove ultimamente stanno succedendo molte cose... come dire... non molto chiare...»
Il Priore minimizzò:
«La missione di Padre Ulume non ha alcun legame con gli eventi a cui fate riferimento»
L'imperatore non gli credette.
Marigold dice che Ulume vuole portare sul trono un usurpatore.



«Ogni uomo di potere vuole più potere, persino gli esponenti del Cleri» osservò Elner.
Il vecchio Mollander si lisciò la barba, meravigliato dalla capacità di sintesi del giovane sovrano.
«Dipende da quale parte del Clero intendete schierarvi. Il Sommo Sacerdote mira ad una supremazia. Al contrario la Grande Canonica condivide tutto il suo potere con la Dinastia, a vantaggio di entrambi. Solo se uniti, la Dinastia e i Canonici potranno essere al sicuro dalle ribellioni degli usurpatori»
Elner annuì:
«D’accordo, ma poi: chi comanderà realmente? Chi sarà il vero decisore? Io o voi?»
Padre Mollander sorrise e si preparò a mentire:
«Voi, ovviamente, Maestà. Questo non è affatto in discussione. Semplicemente il Clero vi chiederà una maggiore attenzione ai consigli che provengono dai sacerdoti della Vera Fede»
Elner sorrise:
«Io però ho l’impressione che voi Canonici non sarete soddisfatti finché non avrete il controllo della maggioranza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Magistratura. E se così fosse, a me cosa resterebbe?»
Elner si divertiva a stupire tutti con le sue osservazioni argute. Da quando aveva incominciato a interessarsi di politica, sentiva, con sua grande meraviglia, di essere portato per regnare.
«A voi, Maestà, resta sempre il diritto di veto su tutte le questioni che sono contrarie all'Antico Patto tra gli dei e gli uomini, e al Nuovo Patto che firmeremo una volta che sarà scaduto il Millennio»
L'imperatore era compiaciuto per il fatto che Mollander fosse arrivato finalmente al nocciolo della questione. Mancavano solo sei giorni alla fine del Millennio.
Il prete mi teme… sa che presto in me si risveglieranno i ricordi del mio antenato Arexatan!
Ne sentiva gli effetti dentro di sé. Si stavano lentamente manifestando segni delle Altre Memorie, quelle del fondatore della Dinastia.
Aveva sognato Arexatan, con l'armatura nera, mentre duellava con Vorkidex, ultimo re dei Keltar, che teneva in mano una mazza chiodata.


Arexatan alla fine sconfiggeva il rivale, il quale però nel sogno ritornava in vita e diceva:
La mia anima non avrà pace fintanto che non si sarà presa la rivincita” ed Arexatan aveva riso: “Risorgi pure cento volte, Vorkidex:  per me sarà un piacere ucciderti cento volte ancora! “
Elner non aveva mai fatto sogni di quel genere, fino a pochi giorni prima, ma non ne aveva parlato con nessuno.
Marigold però ha capito subito! Quando mi guarda sembra leggermi nel pensiero!
  La Dama Gialla gli aveva detto che di norma le anime dei morti non potevano reincarnarsi, ma in base all'Antico Patto, gli dei e i demoni avevano fatto eccezione per Arexatan, figlio di Eclion, e per il nemico di lui, Vorkidex, discendente di Belenos, in cambio della promessa, da parte degli uomini, di osservare la pace e l'equilibrio politico che si era creato tra i popoli e gli dei o i demoni che li proteggevano.



Elner ormai conosceva la storia nei particolari.
Wechtigar I Eclionner e Kevin Vorkidian giurarono di mantenere la pace fino a che i loro padri non si sarebbero risvegliati. Ma mio nonno Sephir violò il patto, attaccando Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue. Così rovinò se stesso e trascinò la Dinastia nel disordine...
Il giovane sovrano riprese la parola:
«Tra pochi giorni vedremo se è vera la convinzione che io acquisterò i ricordi del divino Arexatan»
Padre Mollander alzò l'indice della mano destra verso il cielo.
«All’alba del nuovo millennio il Dormiente si risveglierà, e porterà a compimento il disegno che fu spezzato!»
Ad Elner sembrava che Mollander non stesse dicendo tutta la verità.
Se davvero Arexatan si risveglierà, non si lascerà certo manipolare dal Clero. Fu dietro istigazione del clero, che suo figlio Wechtigar I il Pio lo uccise!
E questo doveva spaventare molto il Priore Mollander.
Come può illudersi di controllare Arexatan, se già fatica a controllare me?
A meno che il Clero della Grande Canonica non avesse organizzato un piano del tipo: "Arexatan rinasce, ma poi viene assunto in Cielo”, come l’originale, con l’aiuto di qualcun altro nel ruolo di sicario.
Su questo punto Marigold aveva molto insistito.
Se io fossi ucciso, il potere del Clero sarebbe totale e l'Impero diverrebbe una teocrazia.
Bisognava sondare il terreno.
«Se Arexatan si risveglierà» disse infine «il Clero non potrà che obbedire ai suoi ordini, perché egli è il figlio di Eclion, il dio che voi venerate»



«Certamente, Maestà. Come ho già detto, il Clero ha sempre cercato in tutti i modi di venire incontro alle esigenze della Dinastia, per la maggior gloria di Eclion»
«Così pare...» commentò l’Imperatore sarcastico.
Marigold gli aveva aperto gli occhi su molte questioni, anche sul fatto che Mollander fosse convinto che Eclion fosse un demone malvagio, e non il dio del sole.
Questo era stato uno dei motivi per cui la Grande Canonica aveva preso le distanze dagli Eclionner.
Siete stati voi a fomentare tutte le discordie interne alla Dinastia!
Il tono provocatorio non sfuggì a padre Mollander, che preferì non replicare.
Elner, consapevole di aver colpito nel segno, insistette sul punto che gli stava a cuore:
«Arexatan, se rinascerà in me, potrebbe ricordare eventi piuttosto scomodi, riguardo, per esempio, alla vera natura dei colpevoli del suo assassinio»
Mollander capì subito che quelle erano parole della Dama Gialla:
 «Il divino Arexatan sarà compiaciuto di risvegliarsi a fianco di una donna come Marigold di Gothian, che tanto somiglia alla sua ultima moglie,  Edwina Ataris, figlia Atar, Signore del Fuoco...»



L'imperatore annuì:
«Già, Edwina... possiamo giocare a carte scoperte, al riguardo. Io so che Marigold ed Edwina sono la stessa persona»
Il Priore apprezzò la sincerità del giovane, e gli parlò con altrettanta schiettezza:
«Edwina fu la vera causa della morte di Arexatan. Furono le ambizioni di lei che causarono la la lite del vostro antenato con i figli avuti dalle mogli precedenti, e col Sacro Clero!»
Ecco, quello era il punto fondamentale:
«E' una minaccia, padre Mollander?»
Il prete scosse il capo:
«No, Maestà! Anzi, sto cercando di aiutarvi, mettendovi in guardia! Nulla di buono è mai derivato alla Dinastia dalle interferenze della Dama Gialla, fin dal tempo in cui, col nome di Edwina, regnò al fianco di Arexatan come sua sesta moglie, e tentò di accrescere il proprio potere, e di usurpare il diritto di successione al trono imperiale...»



Elner non poteva negarlo, ma c'era un altro modo di vedere le cose:
«Forse! Ma potrebbe essere anche vero quello che lei dice di voi, e cioè che la vera minaccia per la Dinastia è la sete di potere dei Canonici. E se avesse ragione?»
 Mollander non parve turbato:
 «E' evidente che lady Marigold sta cercando di mettervi contro di noi, come fece col vostro antenato. Ma sono convinto che il divino Arexatan non compirà per due volte lo stesso errore. Non si lascerà manovrare da lei un'altra volta. Ho piena fiducia nella sua intelligenza! E anche nella vostra!»
L'imperatore non sapeva più a chi credere.
Quel prete mi sta accusando di essere manovrato da Marigold come prima lo ero da mia madre!
Del resto la cosa poteva anche essere vera. Elner aveva candidamente creduto a tutte le bugie di Ellis, e quindi, con la stessa ingenuità, poteva aver creduto alle bugie di Marigold.
La memoria di Arexatan mi darà la consapevolezza necessaria per compiere le scelte migliori...
«Terrò presente il vostro avvertimento, Padre Mollander! Potete stare sicuro che non mi farò più manovrare da nessuno, e che l'unico parametro del mio giudizio e delle mie decisioni, sarà ciò che è presente nella mia memoria, e nelle Altre Memorie che si risveglieranno presto dentro di me!»




A proposito degli Hobbit







Gli Hobbit sono una razza di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Essi sono presenti nel nord della Terra di Mezzo principalmente nella regione da loro amministrata, la Contea, e nelle zone strettamente limitrofe (come la cittadina di Brea). Gli Hobbit appaiono per la prima volta ne Lo Hobbit, ma rivestono un ruolo ben più importante ne Il Signore degli Anelli. La loro origine non è nota: forse derivano dagli Uomini, forse sono la terza razza dei Figli di Ilúvatar e le antiche storie non ne parlano perché gli Elfi e gli Uomini stessi non li conoscevano (o forse perché Tolkien non li aveva concepiti ancora come razza di Arda quando scrisseIl Silmarillion). Sono menzionati per la prima volta in documenti del regno di Gondor nella Terza Era, molto prima dell'insediamento nel loro paese più famoso, la Contea appunto.





Nell'opera di Tolkien gli Hobbit sono talvolta chiamati mezzuomini, in inglese halfling; quest'ultimo nome viene usato in molte ambientazioni fantasy per indicare creature ispirate a quelle di Tolkien, aggirando al contempo le implicazioni legali derivanti dall'uso del termine hobbit.










Descrizione

Quando gli editori statunitensi chiedevano a Tolkien di realizzare illustrazioni con hobbit in vari atteggiamenti, lui rispondeva riferendosi principalmente alla descrizione di Bilbo:
« Io di solito disegno una figura quasi umana, non una specie di coniglio "fatato" come alcuni dei miei recensori inglesi pensano: con un po' di pancia e le gambe corte. Una faccia rotonda e gioviale; orecchie leggermente appuntite ed "elfiche"; capelli corti e ricci (bruni): I piedi, dalla caviglia in giù, coperti di peli bruni. Vestiti: calzoni di velluto verde; panciotto rosso o giallo; giacchetta marrone o verde; bottoni dorati (o ottone); un cappuccio verde scuro con il mantello (appartenente ad uno gnomo). Dimensioni importanti se ci sono altri oggetti nel disegno: diciamo circa tre piedi o tre piedi e sei pollici »
(Tolkien in Lettere n.27[1])
Gli Hobbit sono di aspetto simile agli Uomini, ma molto più minuti: la loro corporatura è infatti simile ai bambini degli Uomini e la statura di uno Hobbit adulto si assesta tra gli 80 e i 120 cm; dotati di grandi piedi pelosi e resistenti, non indossano mai calzature a causa della loro spessa e coriacea pelle.[2]
La loro vita è estremamente semplice e sociale, non si interessano di ciò che accade all'esterno della Contea, amano mangiare e bere, e la loro economia si basa sull'agricoltura. Amano dare feste durante le quali trascorrono gran parte del loro tempo, e generalmente disprezzano lo studio, tranne per ciò che riguarda l'erudizione genealogica, nella quale dimostrano invece vivo interesse e abilità. Possiedono una vista e un udito particolarmente acuti, e si sottolinea la loro capacità di camminare silenziosamente e nascondersi molto bene nella boscaglia.
Inizialmente parlavano un idioma molto simile al Rohirrim, successivamente, dopo la migrazione verso l'Eriador, essi adottarono la Lingua Corrente, insegnata loro dai Dúnedain, pur mantenendo alcune parole del loro antico idioma.
Solitamente vivono in caverne scavate nelle colline ma attrezzate come normali case, raramente essi costruiscono casette (mantenendo, tuttavia, caratteristiche delle caverne come le finestre tonde e tetto coperto da zolle erbose), la maggior parte delle quali si trovano in un territorio compreso tra Scorta e Sirte, prossimo alle paludi, e nella Terra di Buck. A seconda della ricchezza di ogni famiglia, le caverne potevano avere più finestre (per gli Hobbit più facoltosi) o neanche una (per quelli meno abbienti). Le famiglie più ricche costruivano inoltre grandi e lussuose caverne, costituite da più tunnel ramificati, come Casa Baggins, i Grandi Smial dei Tuc e Villa Brandy nella Terra di Buck.


Gli Hobbit odiano la guerra e non usano mai armi per fare del male ad altri Hobbit o ad altre razze della Terra di Mezzo, ma le considerano come oggetti ornamentali e le tengono esposte nelle loro caverne o in dei musei. Non amano nemmeno rotelle ed ingranaggi, che considerano "aggeggi stranieri" o mathom. Con la parola "mathom indicano tutto ciò di cui non conoscono le origini ne il significato, e sono esposti in musei, come quello di Pietraforata sui Bianchi Poggi.
Gli Hobbit vivono leggermente più a lungo degli Uomini (che chiamano "gente alta" o "gambe lunghe"), fino a 120 anni, con una media di 100. L'età in cui uno Hobbit diventa adulto è di 33, quindi il declino legato all'età inizia verso i 70 anni. Si presume che durante tutta la Quarta Era gli Hobbit si siano ancor più rimpiccioliti in statura.

Divisione degli Hobbit

Tolkien descrive gli Hobbit come suddivisi in tre grandi famiglie: i Pelopiedi, i Paloidi e gli Sturoi.
  • Pelopiedi, più scuri e bassi, non hanno la barba e non portano calzature, hanno mani piccole e agili, e preferiscono la montagna alla pianura. Anticamente si dice che fossero grandi amici dei Nani, e furono i primi ad arrivare nella Contea attraversando l'Eriador. Sono i più numerosi, e vissero per lungo tempo in caverne scavate nella terra.
  • Gli Sturoi invece sono più tozzi, hanno mani e piedi più grandi e preferiscono le pianure e le sponde dei fiumi. Essi si stabilirono per molto tempo sulle rive dell'Anduin prima di seguire i Pelopiedi verso Ovest. A volte portano la barba. Gollum e la sua gente discendono da questa razza.[3]
  • Paloidi, infine, sono i più alti e sono chiari di pelle e capelli, amano soprattutto i boschi e le foreste, ma sono i meno numerosi. Erano più dotati per il canto e la poesia che per l'artigianato, e preferivano la caccia all'agricoltura. Dopo aver valicato le montagne, giunsero nell'Eriador, dove si mescolarono ad altre razze. Pur essendo i più spericolati e avventurosi, furono spesso loro a comandare i Pelopiedi e gli Sturoi.

Etimologia

Il nome dato agli Hobbit in Ovestron, la lingua corrente della Terra di Mezzo, è kuduk, una contrazione della più antica forma kud-dukan, ovvero "abitante dei buchi". La parola in Rohirrim (resa all' Inglese Antico da Tolkien),Holbitlan, ha lo stesso significato, e successivamente, quando gli Hobbit assimilarono la lingua ed alcuni costumi dei Rohirrim, coniarono il termine "Hobbit".

Storia

Le origini degli Hobbit non sono note. Vengono menzionati per la prima volta in dei documenti del Regno di Gondor all'inizio della Terza Era. Vivevano originariamente sull' alto corso dell'Anduin, in un territorio compreso tra la sorgente del Fiume Gaggiolo e la Carroccia, poco più a sud degli antichi possedimenti dei Rohirrim, con cui entrarono probabilmente in contatto, assimilandone la lingua ed alcune usanze. Il termine "Hobbit" verrebbe proprio "Holbytlan" (abitanti dei buchi), parola che usano i Rohirrim per indicarli anche nella Terza Era.
Intorno all' anno 1050 della Terza Era, a causa della crescente ombra che, da Dol Guldur, si propagava fino al limitare del Bosco Atro, i Pelopiedi abbandonarono il loro antico territorio, e, dopo aver valicato le Montagne Nebbiose, si stabilirono nell'Eriador, nei pressi delle Colline Vento. Cento anni dopo, anche i Paloidi avrebbero fatto altrettanto, raggiungendo i Pelopiedi e fondendosi con loro. Più tardi, alcuni di loro raggiunsero Brea e vi si stabilirono. Anche gli Sturoi, infine, valicarono le montagne e si stabilirono nell' "Angolo", un lembo di terra circondato dal Fiume Bianco e dal Rombirivo, fino alla loro confluenza nell'Inondagrigio. Alcuni di essi si spinsero fino alDunland, tornando tuttavia nell'Angolo.
A causa delle guerre e per paura di Angmar, gli Hobbit fuggirono verso occidente, verso Brea, dove terra e clima erano più miti e salubri, mentre un piccolo gruppo di Sturoi tornò nelle terre selvagge, e si stabilirono a Campo Gaggiolo, diventando un popolo di pescatori.
Nel 1601 T.E. i fratelli paloidi Marcho e Blanco, Breatini, ottennero dal Re Argeleb II di Arthedain il permesso di stabilirsi in una terra disabitata al centro dell' Eriador, delimitata dal fiume Brandivino, fino ad allora considerata territorio di caccia del Re. Argeleb II accettò, a patto che gli Hobbit riconoscessero la sovranità del re di Arthedain e si curassero di mantenere strade e ponti in buono stato per facilitare i viaggi dei messaggeri. Stabilitisi nella zona sud-orientale del vasto territorio, lontani dal mare e dai colli torrioni, gli hobbit si innamorarono della loro nuova terra, interessandosi sempre meno degli eventi esterni. Sei anni dopo, la grande peste devastò l' Eriador, decimando anche gli hobbit, che tuttavia sopravvissero, tornando ad aumentare di numero. Nel 1974 T.E., alcuni arcieri Hobbit combatterono al fianco degli uomini di Arthedain, nella battaglia di Fornost. Dopo la caduta di Arthedain, essi continuarono comunque a prosperare, ed elessero un conte (Thain) che aveva il compito di rappresentare il Re fino al suo ritorno. Dopo l' elezione del conte, gli hobbit si riferirono al loro territorio con il nome di Contea.
Protetti dai Dúnedain del Nord, gli hobbit vissero pacifici ed indisturbati per circa un millennio. Nel 2747T.E., un gruppo di orchi comandati da Golfimbul cercò di invadere la Contea dal Decumano Nord, ma fu respinto da un gruppo di hobbit guidati da Bandobras Tuk nella Battaglia di Terreverdi. Durante la Guerra dell'Anello, lo stregone Saruman, approfittandosi della partenza dei raminghi per la guerra a sud, e servendosi di Lotho Sackville Baggins, fece occupare la Contea dagli uomini del Dunland, che incominciarono a far razzie e a deturpare il paese approfittandosi di un popolo spaventanto, in quanto da millenni non si era mai trovato in una situazione simile. Al ritorno dal sud, gli hobbit Frodo BagginsSamvise GamgeePeregrino Tuc e Meriadoc Brandibuck capeggiarono una rivolta al fine di liberare la contea dagli invasori, vincendo i briganti nella Battaglia di Lungacque, che fu l' ultima combattuta nella Contea. Con il ritorno dei raminghi ed un'ampia opera di rimboscamento della contea, gli hobbit poterono prosperare per tutta la Quarta Era.

Gli Hobbit di Brea

Nonostante la colonizzazione della Contea, alcuni Hobbit preferirono restare a Brea, convivendo con gli uomini. Parecchie caverne Hobbit erano situate soprattutto sulle propaggini del Colle Brea e a Staddle, mentre ve ne erano probabilmente di meno a Conca e ad Arceto. Molti Hobbit di Brea avevano cognomi e nomi comuni a quelli della Contea, alcuni, invece, avevano nomi di piante, come da tradizione Breatina. Fra gli Hobbit di Brea e quelli della Contea vi era un'accesa controversia: i primi si consideravano il più antico nucleo Hobbit al mondo, soprannominando gli Hobbit della Contea "gente delle colonie" o "profani". A loro volta, gli Hobbit della Contea consideravano i loro simili Breatini come rustici e noiosi, e li chiamavano "profani", come qualsiasi hobbit residente all' infuori della Contea. Nonostante tutto, un tempo i Brandibuck e i Tuc erano soliti recarsi a Brea, per apprendere notizie dal mondo esterno o per soggiornare qualche giorno al "Puledro Impennato" di ritorno da qualche viaggio, o semplicemente per gustare la birra locale. Inoltre, alcuni Hobbit Breatini si sposavano con alcuni Brandibuck, ed andavano a vivere con loro nella terra di Buck. Gli Hobbit di Brea consideravano gli hobbit della Contea con il loro stesso cognome come cugini da lungo tempo persi, trattandoli in modo quasi familiare, come accadde a Frodo Baggins, sotto mentite spoglie, durante il suo viaggio ne Il Signore degli Anelli.

Gli Sturoi di Campo Gaggiolo

Gli Sturoi di Campo Gaggiolo furono sempre estranei agli abitanti della Contea, e quindi ebbero una struttura sociale ed una storia completamente diversa. Nonostante si trattasse di una piccola comunità, essa ebbe un ruolo decisivo nella storia della Terra di Mezzo: si deve a Déagol il ritrovamento dell'Unico Anello nell' alto corso del Fiume Gaggiolo, e fu Smeagol, dopo aver assassinato Déagol, a possederlo per quasi 500 anni nelle profondità delleMontagne Nebbiose, così come fu proprio lui a salvare, involontariamente, la Terra di Mezzo, cadendo nella Voragine del Fato con l' Unico Anello in mano. Possiamo solo supporre cosa accadde alla gente di Sméagol, anche seTolkien nei Racconti incompiuti scrive che gli Sturoi di Campo Gaggiolo potrebbero essere scappati verso nord sul finire della Terza Era. Non c'è alcun riferimento ad altri Hobbit, quando si racconta del passaggio di Bilboattraverso la Valle dell'Anduin, ma all'epoca in cui Tolkien scrisse Lo Hobbit non aveva ancora immaginato gli Sturoi di Campo Gaggiolo (ed in effetti non era certo di cosa Gollum fosse). Nei "Racconti Incompiuti" possiamo supporre che già da tanto tempo gli Sturoi non vivevano più vicino a Campo Gaggiolo, in quanto i Nazgul, che credevano che la Contea si trovasse proprio in quei luoghi, trovarono antiche caverne Hobbit abbandonate. Un'altra versione, meno attendibile, racconta che un piccolo nucleo di Hobbit era ancora presente alla fine della Terza Era, ma fu completamente annientato dai Nazgul alla ricerca dell' Unico Anello. In qualche tempo tra il 2463 (quando Sméagol uccise suo cugino Déagol) ed il 2851 gli Sturoi di Campo Gaggiolo si spostarono o morirono tutti. È possibile che essi perirono nel lungo inverno del 2758-59.

Altri Hobbit

« Vi erano probabilmente, a quei tempi, più Profani in giro nell'Ovest del Mondo di quanto non immaginasse la gente della Contea »
(La Compagnia dell'Anello - Capitolo IX)
Con questa espressione, Tolkien lascia intendere che, oltre ai Breatini, vi erano altri nuclei di hobbit sparsi per l' occidente, di cui non siamo a conoscenza in quanto non è possibile trovarli in nessuno scritto dell' autore. Vi erano, infine, hobbit vagabondi che si stabilivano in caverne o scavavano buchi nelle collinette vivendoci per un periodo più o meno determinato e nutrendosi solamente di quel che dava la terra.

Hobbit più conosciuti




Lo hobbit Bilbo Baggins, interpretato da Martin Freeman nel film di Peter Jackson Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato

Famiglie Hobbit

Note

  1. ^ Carpenter: Lettere n.27
  2. ^ J.R.R. TolkienLo hobbit o La riconquista del tesoro. Adelphi (collana Gli Adelphi), 1989. pag. 14-15, cap. 1 - "Una riunione inaspettata". ISBN 978-88-459-0688-6
  3. ^ Tolkien, J. R. R. (1980), Christopher Tolkien, ed., Unfinished Tales, Boston: Houghton Mifflin, Part IV, III-Notes, ISBN 0-395-29917-9