Sono tanti gli errori che si fanno ogni giorno: il problema è che molti avvengono nel nostro subconscio, non ne siamo responsabili ma, soprattutto, non ne siamo nemmeno consapevoli. Nessuno è davvero pericoloso (non si rischia la vita, per capirsi), ma influenzano spesso le nostre scelte e il modo con cui le facciamo. E questo merita attenzione. Quali sono i principali? La classifica secondo Fastcompany.
1) Ci circondiamo di informazioni e dati che confermano ciò che pensiamo già
Non è solo il tipico caso di chi legge il giornale della sua area politica. Tutti tendiamo ad apprezzare chi la pensa come noi, e siamo molto più amichevoli nei suoi confronti. È molto simile al caso dell’illusione della frequenza. Cosa succede? Capita di comprare una macchina e poi, all’improvviso vedere ovunque lo stesso modello. Oppure una donna incinta che comincia a notare sempre di più altre donne incinte intorno a lei. È una esperienza passiva: è il cervello che cerca informazioni che sono collegate a noi, ma noi siamo convinti che ci sia stato un aumento di quei casi.
2) Crediamo all’illusione del “nuotatore”
La maggior parte delle idee e delle opinioni su allenamento e talento sono sbagliate. I nuotatori professionisti (da qui il nome) non hanno corpi perfetti perché si allenano molto. Piuttosto, è proprio grazie ai loro corpi che diventano dei bravi nuotatori. Il loro fisico non è il risultato del loro esercizio, ma il criterio della selezione che hanno superato.
È molto interessante, perché senza l’illusione del nuotatore, almeno metà delle campagne pubblicitarie non funzionerebbe. Se fossimo convinti di essere più o meno predisposti per eccellere in determinati campi, non ci lasceremmo convincere da chi vuole venderci la possibilità di migliorare le nostre abilità in aree dove siamo zoppicanti.
3) Temiamo di perdere cose che abbiamo già perso
Tutti ci imbattiamo nei “costi affondati”, o “sunk cost”, cioè il quantitativo di soldi, tempo e fatica che sono già stati spesi e che non possono essere recuperati. Il problema sta nel fatto che siamo predisposti, dal punto di vista psicologico, a dare più peso alle perdite che ai guadagni. Lo dimostra anche un esperimento organizzato da alcuni scienziati. Dopo aver acquistato un biglietto per una vacanza sulla neve che costava 100 euro, ne hanno trovato un altro per 50, in un altro posto ma nello stesso weekend. Ai partecipanti all'esperimento veniva chiesto quale dei due biglietti avrebbero tenuto e quale avrebbero ceduto. Tutti, senza eccezione, hanno scelto di tenere il biglietto da 100 dollari. Perché, in questo modo, il senso della perdita sarebbe stato minore. Ma senza essere sicuri che fosse davvero la scelta migliore.
Voi cosa fareste? Pensate: siete al cinema e capite che il film è terribile. Restate fino alla fine, perché avete pagato tutto il biglietto, o lasciate la sala appena potete, per fare qualcos'altro di meglio in quelle ore?
4) Ci basiamo su criteri irrazionali per fare previsioni
Qui si parla della “fallacia dello scommettitore”. La abbiamo vissuta tutti: dai “numeri ritardatari” del lotto ai piccoli round a testa o croce. Si pensa che gli eventi passati possano determinare alcuni risultati futuri. Il caso delle monetine è chiaro: se per 5 volte di fila esce testa, siamo portati a credere che la volta dopo uscirà croce. E invece è falso. Le possibilità sono sempre 50/50, e non cambiano nemmeno se dovesse uscire testa 100 volte di fila. Questo vale per tutte quelle situazioni in cui, pensando alla fortuna, o a specifici avvenimenti, le cose possano cambiare ed essere prevedibili in modo del tutto irrazionale.