domenica 31 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 10. Le ombre del passato.



Ogni tanto, quando si risvegliava nel buio della sua camera da letto, nella torre più alta del Castello di Gothian, l'Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian era assalito dai ricordi.
Nei suoi trent'anni di regno, molti protagonisti del passato erano morti.
Si era trascinata a lungo la vecchiaia del patriarca degli Eclionner, il principe Sephir, l'eterno erede che non aveva mai ottenuto il Trono, finendo relegato in un angolo, come il deus otiosus di un Olimpo defraudato.
Quando a Gothian giunse la notizia che Sephir era in punto di morte a causa di una cancrena alla gamba che tanto tempo prima era stata menomata dal Conte Fenrik, nell'anno della Primavera di Sangue, Marvin era corso al suo capezzale, veloce come un pipistrello nella notte. Tali erano diventati i suoi poteri.
Era un segreto che non aveva mai condiviso con nessuno.
Non si era dunque rivelato, quando era giunto a Lathena.
Camuffato da medico, era entrato nella stanza dove suo nonno agonizzava.
Solo a lui, che ormai aveva un piede nella fossa, si era manifestato.
Sephir, in preda al delirio delle febbri, era convinto di avere un'allucinazione.
<<Ecco Marvin, ecco l'angelo della morte... ti sei scomodato di persona per assicurarti che questa volta io crepi sul serio?>>
Marvin non aveva perso tempo in chiacchiere. Aveva accostato la sua fronte a quella rugosa del vegliardo, secondo un antichissimo rito. Nel momento del contatto, tutte le memorie di Sephir si erano trasferite, come in un lampo, nella mente del nipote.
Gli si erano rivelati tanti aspetti del tutto ignoti della personalità di Sephir e delle sue esperienze.



<<C'era del buono in te>> aveva commentato Marvin <<perché lo hai nascosto in maniera così ostinata, come se si trattasse della prova di un assassinio?>>
Sephir aveva ridacchiato, tossendo:
<<Un uomo di potere deve fare paura, e tu lo sai meglio di me. La tua leggenda nera ha superato di gran lunga la mia. Basta guardarti: sembri veramente un vampiro! A volte mi chiedo se questa non sia una vittoria postuma di Fenrik di Gothian. Assomigli più a lui che a me, e ti consumi d'amore per sua figlia, pur consolandoti tra le braccia di Ellis>>
Velenoso fino all'ultimo, ma Marvin non era stato da meno:
<<Osi giudicarmi, tu che ti sei consolato tra le braccia di Marigold di Gothian?>>
Sephir aveva fatto appello alle sue ultime energie:
<<E tu cos'hai provato quando la strangolavi? O quando hai ucciso tuo fratello fracassandogli il petto con un calcio? O quando hai piantato una spada d'argento nel cuore del Conte Fenrik, dopo che lui aveva ucciso tuo padre? Hai assistito come autore o testimone a tutte le morti violente  eccellenti degli ultimi dieci anni. Oh, ma certo... era "per la salvezza dell'umanità", non è vero? Una bella scusa, non c'è dubbio. E' per questo che ti sei preso pure le mie memorie? No, non dirmelo, non m'interessa. Ma non illuderti di aver rubato la mia anima! Mentre la tua è perduta, a me si stanno aprendo le porte del Paradiso: la mia adorata Wensy ha interceduto per me, ed ora io e lei ci ritroveremo nei cieli e staremo insieme per sempre>>
Marvin non volle replicare alle accuse di suo nonno.
Lui ha ucciso centinaia di uomini per il potere. Io sono stato costretto a uccidere tre malvagi per legittima difesa. Ma non è certo a lui che devo rendere conto.
Almeno l'ultimo pensiero di Sephir era stato mitigato dall'amore per moglie morta da tanto tempo.
Ah, nonna Wensy, non ti ho mai conosciuta, ma ora ti vedo nelle memorie di Sephir, e sono fiero di essere tuo nipote.
Sephir era morto poco dopo, con un pensiero d'amore, ma si ingannava riguardo al Paradiso.
Ciò che aveva visto era il quadro che era stato posto davanti a lui, quello dell'amatissima moglie, morta tanto tempo prima, la Principessa della Corona, Wensy Fuscivarian Eclionner.



Ha creduto che lei gli spalancasse le porte del Paradiso. In ultimo, anche gli uomini più terribili hanno bisogno di illudersi.
Gli aveva chiuso gli occhi, senza provare alcun dolore nei confronti di quell'uomo così duro e scostante.
In quel momento era entrata la sorella minore di Wensy, lady Susan Fuscivarian Eclionner, prozia di Marvin.



<<Immaginavo che saresti venuto, Marvin.  Non tanto per la buon'anima di tuo nonno, e nemmeno per i suoi ricordi. In fondo sei sempre stato un sentimentale, specie quando si trattava di affari di famiglia. Verrai anche quando sarà il mio turno? Non credo che dovrai aspettare molto. Sono malata, nipote mio, anche se ancora nulla trapela dal mio aspetto>>
Marvin lo sapeva. La profezia era ancora forte all'epoca.
<<Condividi le tue memorie con me, prima che la malattia te ne privi>>
Susan stava perdendo la memoria a causa di una forma di demenza senile.
Appoggiò la sua fronte a quella del nipote e di nuovo vi fu "quel lampo che candisce alberi e muri... marmo manna e distruzione"...
<<Abbi cura di Irulan, quando io non ci sarò più. Ora è lei la matriarca della Dinastia>>
Marvin annuì:
<<La sosterrò sempre, anche quando lei non vorrà. Ma un giorno i figli di Sephir e Marigold vorranno la loro parte di potere, ed io non gliela potrò negare. Irulan dovrà farsene una ragione>>




La Principessa Reggente aveva udito quella conversazione ed era entrata a sua volta:
<<Sono cresciuta come Altezza Imperiale fin dalla nascita, a differenza tua, Marvin. Ho appreso il Gioco del Trono col latte materno e ho saputo pazientare per molto tempo, prima di ottenere la Reggenza. Dovrai riflettere molto bene, in futuro, prima di decidere di rimpiazzarmi con i bastardi di tuo nonno e della strega di Gothian!>>
Marvin aveva sospirato:
<<Non hai bisogno di ricordarmi i motivi per cui ti ho concesso la Reggenza, cugina. Non ho nessuna intenzione di rimpiazzarti, né ora né mai, ma prima o poi dovrò consentire ai figli di Sephir di raggiungere Lathena. E la mia profezia non va oltre... >>
Irulan aveva sorriso e si era segnata la fronte col segno del sol levante:
<<Sia fatta la volontà di Eclion>>
Marvin aveva scosso la testa, ma aveva preferito tacere.
Come posso convincere gli altri Eclionner  che il nostro comune antenato non è il Sol Levante, ma il Signore delle Tenebre?
Con quell'orribile pensiero nel cuore, se n'era andato com'era arrivato, altrettanto furtivamente.
Da quel giorno non aveva più messo piede a Lathena.
Molto diversa era stata la fine di Lady Ariellyn Vorkidian, contessa di Keltar-Senia, la nonna materna di Marvin.



Per rispetto a lei e per un atavico senso di pudore, l'Imperatore-Profeta non aveva voluto accostarle la fronte per accoglierne le memorie.
Lei aveva apprezzato questo estremo gesto di delicatezza.
<<I bei ricordi li ho condivisi con te fin da quando eri bambino. Il resto è meglio dimenticarlo, poicé era solo paura e solitudine>>
Marvin vedeva preoccupazione negli occhi di sua nonna:
<<Ti spaventa ciò che sono diventato?>>
Ariellyn aveva scosso la testa:
<<No, non è lo spavento che mi turba, né la prossimità della morte. Ciò che mi tormenta più di questo letto è il prezzo che hai dovuto pagare per la salvezza del genere umano. Ho fatto tutto il possibile per proteggerti da questo destino, ma ho fallito>>
In fondo Ariellyn aveva creduto fino all'ultimo che era l'uomo ad essere artefice del proprio destino e non viceversa.
Ah, che illusione, il libero arbitrio. Noi siamo solo il prodotto di circostanze che in ultima istanza non dipendevano da noi. Che poi sia il caso o il destino a decidere, questo nemmeno un Profeta può saperlo.
Marvin tendeva a credere che il destino avesse scelto lui per una missione sacra e nel contempo terribile, e che la forza necessaria per portarla a termine gli fosse derivata principalmente dalla sua famiglia, e da lady Ariellyn in particolare.
<<Non hai fallito, al contrario: tutto il bene che mi hai doto è ciò che mi ha salva dalle forze degli inferi. Nel momento della metamorfosi, esse non hanno prevalso, perché la parte migliore di me, quella che è cresciuta con te, si è rivelata la più forte>>
Quello che le aveva taciuto, però, era che gran parte di quel bene se ne stava per andare con lei, come una farfalla che lascia la sua vuota crisalide.
Nel momento in cui lei era morta, Marvin si era sentito solo.
Sapeva fin troppo bene che nessun'altra persona l'avrebbe amato tanto quanto lei.



Cast

Tywin Lannister - Sephir Eclionner

Elizabeth von Wittelsbach - Wensy Fuscivarian Eclionner

Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian Eclionner

Virginia Madsen (Irulan Corrino Atreides) - Irulan Eclionner

Erszebet Bathory - lady Ariellyn Vorkidian

giovedì 28 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 9. Marvin e Alice



<<Alice>>
Il richiamo provenne dal buio.
Non era un ordine, né una domanda e neppure un'implorazione.
Era tutte queste cose insieme.
Lei si voltò, e il suo viso di fanciulla, in controluce, incorniciato da riccioli biondi, colpì con inaspettata potenza gli occhi dell'Imperatore.
<<Dunque sei tu la cugina di Alienor di Alfarian?>>
La vista di Alice si abituò lentamente all'oscurità di quella sala.
<<Sì, Vostra Maestà Imperiale. Sono io>>
La sua voce era dolce, ma determinata.
Lo sguardo dell'Imperatore si perse di nuovo nei riccioli dorati.
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi...
Quanta nostalgia sentiva, nostalgia di una vita vera, di cose normali, di cose che lo rassicurassero.
<<A che punto siamo della notte?>>
La domanda aveva un'interpretazione letterale ed una metaforica, a cui se ne aggiungeva una terza, quella esoterica.
Custos, quid noctis?
Erano le parole del profeta Isaia.
Uno dei miei predecessori. Io sono l'ultimo Profeta, il definitivo, quello che porterà a compimento il Sentiero Dorato e l'Impero dei Diecimila Anni.
Non ci credeva nemmeno lui.
La mia capacità profetica è offuscata... che cosa si può dire di questa notte inaspettata?
Alice aveva esitato a rispondere, come se capisse che l'Imperatore aveva bisogno di riflettere.
<<Manca un'ora all'alba, Maestà. Questa è l'ora più fredda>>
Improvvisamente si accesero delle luci, dietro il trono.



L'Imperatore-Profeta, Marvin Eclionner Vorkidian apparve in tutto il suo aspetto tenebroso e inquietante, assieme al lupo albino Arf, che era appartenuto a suo padre Masrek, il defunto Principe della Corona.
Alice osservò con molta attenzione e scrupolosità la scena che gli si parava di fronte.
Marvin notò una punta di maliziosità sul viso della fanciulla.
<<Ti aspettavi forse un terribile mostro? Un feroce vampiro? Un vecchio coperto di rughe? Ah, ma io sono vecchio... sono un vecchio rottame... e non vedo alcuna alba, per la mia vera Vista... immagino che tu capisca a cosa mi riferisco>>
Alice annuì:
<<Maestà, io avevo già visto molti vostri ritratti, ma devo dire che visto di persona siete ancora più bello. 
So che non siete un vampiro, l'anello del Fuoco vi ha protetto, e ha conferito lunga vita al druido Halfgan, che a sua volta l'ha donato al druido Gwydion. 
Non siete un vecchio rottame
Per Vista voi intendete la Profezia. 
Spero che tornerete presto in possesso della vostra facoltà, per il bene di tutti noi, Sire>>
Marvin era rimasto senza parole di fronte alla spigliatezza e alla competenza della giovane donna.
<<Vedo che sei preparata, Alice. Sei consapevole dunque della fragilità del tuo Imperatore?>>
Era una domanda fintamente amichevole.
Voglio vedere fino a che punto si rende conto del ruolo che le hanno assegnato.
Pareva averne avuto intuizione.
<<Mia cugina Alienor mi ha inviata da voi, Maestà, per sostituire il posto lasciato libero dalla mia sorellastra Eleanor, che voi avete cresciuto come una figlia>>



<<Eleanor sposerà mio figlio Arthur. Due nomi nobili. Quello di Eleonora d'Aquitania e di Artù Pendragon. So che tua cugina, Marie di Champagne, sta curando i romanzi cortesi della materia di Bretagna, gli stessi che si cantavano alla corte di Enrico Plantageneto, nei tempi remoti prima del Grande Cataclisma>>
Alice aveva colto tutti i riferimenti:
<<Adoro i romanzi cortesi, Maestà>>
Marvin sorrise:
<<Anch'io. Ho anche curato una edizione critica delle opere di Chretien de Troyes>>
La fanciulla annuì:
<<L'ho letta, Sire. E mentre la leggevo pensavo che le memorie dei vostri antenati riaffiorano dai tempi più lontani. Forse voi ricordate davvero gli originali testi dell'età cortese>>
Marvin sentì una stretta al cuore.
Ora capisco perché Alienor mi ha mandato questa ragazza. Nel momento in cui la Profezia si interrompe, ecco che nella mia vita entra una giovane donna che sembra fatta apposta per me.
Sanno che questo è il mio tallone d'Achille. 
Si chiese fino a che punto Alice si rendesse conto del pericolo che costituiva per l'equilibrio mentale dell'Imperatore.
<<In effetti i miei ricordi si espandono nel passato, ogni giorno per una generazione, e già ormai sono ai primordi della nostra specie, e ciò che ho visto non fa onore all'umanità>>
Alice aveva uno sguardo genuinamente consapevole di tutte le possibili implicazioni di ogni discorso.
<<E' un grave fardello, quello che portate, mio signore>>
Marvin annuì.
Sa tutto. E sa anche quello che vuole. Sta valutando se le convenga di più schierarsi al mio fianco o procedere nella missione di distruggermi.
Da quel viso di elfo traspariva ben poco.
<<Il Bianconiglio è veramente una raffinatezza letteraria. Tra l'altro fa pendant col mio lupo albino>>



Lei si avvicinò di un passo, tenendo in braccio il coniglio bianco.
<<Spero che il vostro lupo non costituisca un pericolo per il Bianconiglio>>
La frase in sé era normale, ma c'era un velato doppiosenso.
Io sto al mio lupo come lei sta al suo coniglio, e quindi io sto a lei come il lupo al coniglio. Mi sta dicendo che spera di non essere una mia preda. Ma lo dice ironicamente. E l'ironia si ha proprio quando si afferma il contrario di quello che si intende dire.
Quella ragazza era una fuoriclasse. Una perla coltivata nelle migliori condizioni, per far colpo sull'Imperatore-Profeta, per entrare nella sua vita, diventare una voce influente, la più influente... ma senza concedersi, lasciando cuocere il sovrano a fuoco lento, fino a che non sarà perdutamente innamorato di lei.
A quel punto lei potrà scegliere se manovrarmi come un fantoccio o spezzarmi il cuore in modo tale che tutto il mio impero vada in crisi ed io con lui.
Era un'ipotesi credibile. Già altre volte si era tentato, ma mai in modo serio.
Questa volta la situazione è seria. Potrebbero riuscirci. Se la mandassi via subito darei un segnale di debolezza, incoraggiandoli in tentativi ancora più pericolosi.  Devo accettare questa sfida. Anche questo fa parte del Gioco del Trono.
Decise e sentì il brivido che accompagna le decisioni che avvengono senza alcun pronostico.
Era da tanto che non gli accadeva e fu una piacevole sorpresa.
<<Il mio lupo è addestrato. Fa solo quello che gli dico. Se il tuo coniglio si comporterà bene, non avrà nulla da temere dal mio lupo. Ma se dovesse creare dei guai seri, allora...>>
La minaccia lasciata in sospeso faceva sempre effetto, soprattutto in una frase a doppio senso.
Io sono il lupo e lei è una coniglietta.
Lei fece una riverenza.
E qui lui ebbe un'improvvisa premonizione.



Alice compariva in armatura militare, come Giovanna d'Arco. E in braccio non aveva più un piccolo e morbido coniglio bianco, ma un grosso e laido coniglio marrone.
Il volto della fanciulla era serio, severo, quasi minaccioso.
Che lei fosse una minaccia era ovvio. Meno ovvia era la sua natura di comandante militare, ma in tempi strani i personaggi come la Pulzella d'Orleans trovavano un loro ruolo nella grande storia.
Ma cos'è quel maledetto coniglio? Cosa simboleggia? Niente di buono. 
Quella premonizione indicava un seguito, ma non lo mostrava, se non per vaghissime impressioni, come succede a un sogno quando non ce lo ricordiamo bene.
Alice, che aveva atteso in silenzio, dichiarò:
<<Non creerà guai di alcun tipo>>
Certo il coniglio non ne avrebbe creati, ma lei?
Abile, nello spostare la minaccia su un piano diverso...
Poteva essere una consulente preziosa, purché si comportasse con discrezione e non si impicciasse troppo di questioni politiche o religiose.
<<Lo vedremo! Per il momento richiediamo la tua presenza qui a Gothian. Per garantire la tua virtù e la tua castità ai tuoi genitori, che sono miei cari amici, sarai alloggiata presso l'ambasciata del regno degli Alfar, dove la tua famiglia potrà essere costantemente informata su di te. Ti ho concesso la mia fiducia. Non tradirla, o sarà peggio per te!>>






martedì 26 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 8. Alice de Bors e Marvin Eclionner Vorkidian

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Lady Alice de Bors, unica figlia di Lord Ywain de Bors, duca di Amnisia, e di lady Aurora di Alfarian, principessa reale degli Alfar e dei Drow, era una fanciulla di diciotto anni.
Suo padre era un Keltar, uno dei migliori amici di Marvin Eclionner Vorkidian, l'Imperatore-Profeta del Continente Centrale, che risiedeva nell'estremo nord, presso il popolo degli Albini, e teneva la sua corte presso il Castello di Gothian.



Lord Ywain deteneva da vent'anni la carica di Primo Ministro del regno degli Alfar e dei Drow.
La madre era invece una Alfar di sangue reale, la principessa Aurora di Alfarian, zia della regina Alienor.
Dunque Alienor era cugina di Alice e le chiedeva di recarsi a Gothian per presentarsi a Sua Maestà Imperiale, insieme ad una delegazione di giovani debuttanti in società.
Alice aveva accettato, perché era molto curiosa di vedere di persona L'Imperatore-Profeta e il suo castello su cui circolavano infinite leggende
Lord Ywain era preoccupato, anche se non lo dava a vedere.



Alice gli chiese:
<<Raccontami com'era l'Imperatore-Profeta quando aveva la mia età!>>
Lord Ywain sospirò.
Sapeva che prima o poi sarebbe giunto quel momento, ma non era mai riuscito a trovare le parole adatte per descrivere la metamorfosi di Marvin Eclionner Vorkidian.

<<A livello fisico era come è adesso: non è invecchiato di un solo giorno, da quando io lo conobbi, trent'anni fa. Un incantesimo gli ha permesso di mantenere lo stesso aspetto da diciottenne... io invece, be', non proprio...>>
E sorrise, indicando il ventre prominente.
<<Ma, come ti dicevo, il vero cambiamento riguarda la sua anima>>
Di nuovo emise un grande sospiro, come se gli toccasse rivelare i segreti scomodi di un defunto.
Come posso spiegare qualcosa che neppure io ho mai compreso del tutto?
Alice, come la maggior parte delle persone, non conosceva la verità sulla vicenda umana dell'Imperatore-Profeta.
<<Dimmi, padre... com'era Marvin prima della metamorfosi? Era un ragazzo come tutti gli altri?>>
Lord Ywain scosse la testa:
<<No, lui non è mai stato come gli altri>>
<<E perché? Cosa lo rendeva diverso>>
La voce di Lord Ywain divenne triste:
<<E' nato nel dolore, figlia mia... un'ombra che ha continuato a gravare su di lui per tutta la vita>>
<<Era l'ombra della Primavera di Sangue?>>
Lord Ywain si meravigliò per la facilità con cui sua figlia trattava argomenti così dolorosi e gravi.
E' come tutti quelli che sono nati dopo l'instaurazione del Sentiero Dorato. Non hanno mai visto la guerra, mai visto la povertà. Non sanno cosa voglia dire la paura e la fatica. Non sanno niente. Niente di niente!
Ma non era colpa loro.
Marvin aveva voluto così!



<<Sì, la Primavera di Sangue... suo padre partì per la guerra, e sparì, anche se non era morto. Sua madre andò a cercarlo, ma venne rapita e tenuta prigioniera. Per cui egli crebbe credendo di essere orfano, e questo lo rese di indole malinconica. Sua nonna lo crebbe molto bene, ma fino al suo diciottesimo anno non gli disse nulla riguardo alla stirpe da cui discendeva suo padre, la Dinastia imperiale Eclionner>>
Non a caso Marvin scelse sua nonna lady Ariellyn per guidare la Sezione speciale dei servizi segreti, per la sua estrema discrezione.
<<Quando lo conobbi era un semplice diplomatico. Non sapeva usare le armi, non conosceva le tecniche militari. Tutto ciò lo apprese solo quando fu iniziato agli Arcani Supremi. E quello fu il suo primo grande cambiamento, perché si risvegliarono in lui i ricordi dei suoi antenati guerrieri, re e imperatori. Fu un grande shock per lui, perché ottenere tantissime cose tutte in una volta può essere traumatico altrettanto quanto perderle. Anche un successo può essere un trauma, se non si è preparati a gestirlo>>
Quest'ultimo concetto pareva non convincere molto Alice.
I giovani hanno il mito del successo facile e poi si bruciano nel giro di pochi anni, distrutti per mezzo del denaro guadagnato e mal speso, e dalla compagnia di impostori e opportunisti.
Anche Marvin sarebbe stato d'accordo su quel punto.
<<Nel momento in cui sembrava avere tutto, entrò in crisi. Era la sua capacità di vedere il futuro che lo rendeva diverso. Nessuno capiva le motivazioni del suo agire e non bastava la spiegazione secondo cui, se avesse tentato di modificare le sue profezie, essere sarebbero cambiate in peggio>>



Alice stentava a credere a quei discorsi.
<<Erano tutte profezie che lo destinavano al potere. Chi ci dice che non se le sia inventate?>>
Ywain sorrise:
<<Le prime profezie erano antiche, e lui non ne conosceva il contenuto. Il potere profetico gli derivò col tempo, in seguito all'assuefazione di una bevanda portentosa, l'Acqua della Vita. 
Fu allora che si rese conto che era realmente l'unico in grado di collegare il passato al futuro in modo tale da permettere che l'umanità si avviasse verso il Sentiero Dorato, l'unico che ne garantisse la sopravvivenza. Ma c'era un prezzo da pagare>>
Alice conosceva quella storia, ma le sembrava impossibile:
<<Ha accettato il rituale di trasformazione in vampiro, aiutato dalla Divoratrice di Cuori, ma ha ottenuto l'immortalità senza diventare veramente uno di loro>>
Lord Ywain confermò:
<<Lui si definisce "non-morto". Non è un vampiro, ma non è nemmeno più un mortale. 
E' qualcosa di più simile ad un semidio>>
<<E allora perché quando parli di lui dici che è triste e solo? Come può essere triste e solo un immortale che ha avuto tutto?>>
Ywain si scontrò nuovamente con questa idea tardo adolescenziale secondo cui il successo dona necessariamente allegria e buona compagnia.
<<Per ogni generazione, tanti uomini e donne a lui cari, in famiglia, tra gli amici, le donne amate o più in generale tra coloro con cui ha condiviso esperienze, muoiono. Ogni volta gli viene a mancare una parte di sé. Cambia il paesaggio, e non in meglio. I dettagli del suo Sentiero Dorato sono meno idilliaci e splendenti di come gli erano apparsi nella visione. Tutto questo ha un prezzo molto elevato. Capisci quel che voglio dire?>>
Alice annuì, ed i suoi occhi esprimevano una comprensione profonda.
<<Dicono che sia innamorato di Daenerys di Gothian, ma che lei non lo ricambi. Mi chiedo come sia possibile che non abbia visto, nel suo futuro, nessun'altra in grado di farlo innamorare>>
E qui ci avvicinava pericolosamente al punto più delicato della questione.
<<Marvin è sempre stato infelice in amore. Sua moglie Igraine è interessata solo al potere, la sua ex compagna Ellis lo amava, ma non era il suo tipo, e inoltre era la sorella di suo padre. Lui non ha mai smesso di amare Daenerys. Ricordo alcuni versi che gli scrisse tempo fa. "Se gli occhi tuoi sono cupi e tristi come l'Erebo, il mio dolore è chiaro e fresco come un ruscello">>
Alice ne era commossa: <<Non sapevo che fosse anche un poeta>>
Il padre alzò le spalle:
<<Pochi lo sanno, eppure ha scritto poesie a canzoni bellissime. Quando canta la solitudine dei sopravvissuti e degli innamorati a cui manca, per qualsiasi motivo, l'oggetto del loro amore, è evidente che parla di sé e di coloro che amava>>
Ywain si ricordò altri versi.
One is the loneliest number. L'uno è il numero più solo.
Aveva ragione, ma perché doveva essere proprio Alice a fargli compagnia?
Alienor dice che Marvin è innocuo con le persone di cui si innamora, ma io non ne sono affatto sicuro. Il piano di Alienor non mi convince affatto.
Aveva comunicato il tutto ai servizi segreti, i quali però avevano risposto che "Sua Maestà Imperiale non ha obiezioni, né timori".
Ywain aveva imparato da tempo che quando Marvin dichiarava una cosa, in realtà pensava l'esatto contrario.
E questo era pericoloso.
Ha ancora l'aspetto di un ragazzo, ma dentro di sé è vecchio ed esperto come un lupo di mare.
Alice aveva notato la preoccupazione nello sguardo di suo padre.
<<Non aver paura per me. Lui non se l'è mai presa contro le persone buone o contro i deboli. Non commetterebbe mai atti di vigliaccheria. Questo, almeno, devi concederglielo>>
Lord Ywain annuì, ma rimase perplesso.
Marvin... mia figlia ti farà innamorare, e tu diventerai vulnerabile... e dopo... ah, dopo tutto sarà possibile...


Cast

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian

Mia Wasikowska - Alice de Bors

Mace Tyrell - Ywain de Bors

Anne Hathaway - Daenerys di Gothian

lunedì 25 marzo 2013

Albero genealogico della Famiglia Reale Inglese

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L'Albero genealogico dei Windsor comprende in senso stretto i discendenti della regina Elisabetta II e di sua sorella, la defunta principessa Margaret, contessa di Snowdon.
Indica solo i "Principi del Sangue Reale" cioè i componenti della famiglia reale per "diritto di nascita".
Il titolo di Principessa Reale (la più anziana tra le figlie del monarca in carica) spetta ad Anna Windsor, sorella minore di Carlo, Principe di Galles ed erede al trono.
Non compaiono quindi i coniugi dei vari principi e principesse del sangue reale.
L'Albero genealogico dei Windsor in senso ampio comprende tutti i discendenti di Giorgio V, il primo ad utilizzare il cognome (in precedenza la dinastia si chiamava Sassonia-Coburgo-Gotha, come quella dei reali belgi) e i loro coniugi. Attualmente i coniugi della linea primogenita sono: Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo e marito della regina; Camilla Parker-Bowles, duchessa di Cornovaglia e moglie del principe Carlo e infine Kate Middleton, duchessa di Cambridge, moglie del principe William. 
E' prevista per la seconda metà di luglio la nascita del primogenito dei duchi di Cambridge.



Qui sotto si può osservare un più ampio e completo albero genealogico della dinastia Windsor



La più famosa tra i consorti dei membri della famiglia reale è stata sicuramente lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles (1961-1997) che fu la prima moglie del principe Carlo e la madre del principe William, e quindi anche nonna del famoso Royal Baby che nascerà in luglio.



Attualmente la dinastia ha assunto il cognome di Mountbatten-Windsor, per i discendenti di Elisabetta II, dal momento che il suo consorte Filippo di Edimburgo porta il cognome di Mountbatten. Tale cognome deriva dalla traduzione in inglese del tedesco Battenberg, che era il cognome della madre di Filippo, lady Alice di Battenberg (1885-1969) che fu la suocera della regina Elisabetta. Ho recentemente dedicato un post ad Alice di Battenberg, una donna decisamente fuori del comune.

La linea di successione al trono è attualmente quella che segue:



Il Royal Baby che nascerà intorno al 20 di luglio sarà automaticamente terzo nella linea di successione, a prescindere dal suo sesso, in quanto nel 2011 è stata abolita la Legge Salica, che dava precedenza ai maschi. Quindi anche se dovesse nascere una bambina, sarebbe lei ad essere terza in linea di successione dopo suo padre William e suo nonno Carlo.
Prepariamoci dunque ad aggiungere un nuovo nome al Windsor Family Tree.


Ma nel frattempo risaliamo alle radici e cioè al legame di parentela tra la regina Vittoria e la regina Elisabetta II, di cui Vittoria era la trisavola.



Nell'albero genealogico sottostante si vedono gli antenati della regina Elisabetta II e della dinastia reale Windsor, risalendo al nonno Giorgio VI, primo dei Windsor, a suo padre Edoardo VII di Sassonia-Coburgo-Gotha, alla madre di quest'ultimo, la regina Vittoria di Hannover.

La dinastia Hannover aveva ereditato il trono inglese in quanto la madre di Giorgio I, l'elettrice Sofia del Palatinato, era figlia di Elizabeth Stuart, l'ultima discendente non cattolica della dinastia Stuart.





La discendenza da Sofia del Palatinato (e quindi da Elizabeth Stuart) è contestata dai discendenti del principe Giacomo Stuart, figlio di Giacomo II Stuart e della seconda moglie, Maria di Modena, che furono deposti dalla seconda rivoluzione inglese in quanto cattolici, assolutisti e reazionari.
I discendenti di Giacomo Stuart, detti Giacobiti, hanno da sempre rivendicato la Corona Britannica. Tra essi vi è anche l'attuale Duchessa d'Alba, Cayetana Maria Stuart, coetanea di Elisabetta II.



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Aggiornamento al 2019
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L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 6. Alienor di Alfarian, la regina degli Elfi.


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Alienor di Alfarian, sovrana degli Alfar e dei Drow, regnava da oltre trent'anni sul nord del continente, ma la sua autonomia era fortemente limitata dal giuramento di vassallaggio nei confronti dell'imperatore Marvin Eclionner, che aveva restaurato gli Alfarian sul trono di Elenna sul Dhain.



Quel giorno Alienor era turbata perché Faikan ed Eleanor, i figli che erano nati dal suo primo matrimonio col defunto Elner XI Eclionner, erano partiti per Gothian, dove l'Imperatore-Profeta avrebbe deciso il loro futuro.
Decisioni note ormai: Eleanor sposerà Arthur, il figlio di Marvin, e Faikan sposerà Helena, la sorella di Marvin.
Eleanor e Faikan si sentivano pronti: erano cresciuti con Marvin a Gothian e lo consideravano come un padre.
Erano stati comunque gentili con Alienor e con il resto della famiglia reale: il principe consorte Lorran Plum, secondo marito della regina, e i due figli nati da quel matrimonio: Marie France, sposata al conte di Champagne e Legolas, erede al trono degli Alfar e dei Drow.
Legolas era il prediletto di Alienor, perché era il "figlio dell'amore", nato dal secondo matrimonio, quello con l'uomo che lei amava.
Un uomo che però non era nobile e non era neppure un Alfar.
Lorran era un pirata. L'ho amato, ma ora è nostro figlio a pagarne le conseguenze. Ha bisogno di alleanze matrimoniali forti.
Era diritto dell'Imperatore-Profeta approvare qualunque decisione di fidanzamento che riguardasse Legolas, in quanto suo vassallo.
Marvin ci tratta come conigli: per ogni maschio degno di salvezza, sceglie per lui una femmina riproduttrice che sia conforme ai suoi progetti genetici! Questo è intollerabile!
Ma ormai il potere era nelle mani di Marvin e tutto l'universo pareva girare intorno al castello di Gothian.



Alienor sapeva che in quel castello, l'Imperatore-Profeta teneva prigioniera la contessa di Gothian, Daenerys von Steinberg, con l'accusa di alto tradimento.
Era giunto il momento di valutare la possibilità  di un colloquio con il fratello di Daeberys, il leggendario Daemon  "Iceblood" von Steinberg, Principe di Thule.





Alienor poteva avvalersi di alcuni Drow, gli elfi neri che mantenevano buoni rapporti con l'Ultima Thule, per sondare il terreno.
Morgil Thalion, il principe dei Drow, aveva un conto in sospeso con Marvin Eclionner e avrebbe volentieri appoggiato eventuali strategie volte a indebolire l'Imperatore-Profeta.

Ma come sarebbe stato possibile indebolire un uomo che aveva il dono della premonizione?
Ora però è giunta voce che l'Imperatore stia perdendo il controllo di buona parte della Profezia. Le linee del futuro si stanno oscurando. 
La voce proveniva dalla Veggente del monte Konar.
Ha detto che il Sentiero Dorato è divenuto oscuro e oltre un certo limite è impedita la Visione profetica. Marvin brancola nel buio.
Alienor aveva in mente di colpire l'Imperatore-Profeta con gli stessi metodi che lui utilizzava con gli altri.
Ci manipola scegliendo i nostri compagni? Allora noi faremo la stessa cosa contro di lui!
Il tutto stava nello scegliere una donna in grado di farlo innamorare.
Daenerys c'era quasi riuscita, ma non ha approfittato del suo ascendente. Che stupida! Avrebbe potuto manovrarlo come un burattino e invece ha solo suscitato la sua ira. 
No, ci voleva una donna diversa,  una che fosse nel contempo in grado di incantarlo e di influenzarne a tal punto le sue decisioni da mettere in repentaglio l'esistenza stessa del Sentiero dorato.
Una che finga di adorarlo come sua moglie Igraine, che lo attragga come Daenaerys, la Divoratrice di Cuori, che lo faccia divertire, come Ellis, e che riesca a fare di lui un burattino nelle mie mani. Lo farei io stessa, se solo fossi un po' più giovane.
Ebbe un'intuizione.
Sì, come me, ma un po' più giovane...
E i suoi occhi ricaddero su sua cugina Alice, figlia del duca Ywain de Bors.

Quella fanciulla aveva tutti i requisiti.
Adora Marvin, perché lo vede con gli occhi adoranti di suo padre, lord Ywain, che è sicuramente uno dei migliori amici dell'Imperatore. E' attraente, e di sicuro corrisponde al suo ideale estetico.
E' simpaticissima, e molto intelligente. Basteranno poche, ma efficaci istruzioni e potrà diventare per Marvin più pericolosa di qualunque cospirazione!
L'entusiasmo iniziale lasciò il passo ad un momento di più cauta meditazione.
Sapeva di correre molti rischi, per sé e per la sua famiglia.
Ma il suo timore non derivava solo dal pericolo che Marvin potesse scoprire i suoi piani.
No. Il mio timore ha un'altra radice e questa radice è la speranza.
E la speranza fa paura. 


Cast

Cate Blanchett (Galadriel) - Alienor di Alfarian

Orlando Bloom (Legolas) - Legolas di Alfarian

Daemon Blackfire Targaryen - Daemon Steinberg di Thule

Mia Wasikowska (Alice in Wonderland) - Alice de Bors


Capitolo 7



La principessa imperiale Irulan Eclionner era da trent'anni reggente della città di Lathéna, in absentia Imperatoris.
Un'assenza che dovrebbe continuare a rimanere tale.
L'imperatore Marvin I della dinastia Eclionner risiedeva infatti all'estremo opposto del continente, presso il castello di Gothian, nell'Artide.


Irulan non aveva mai capito perché suo cugino avesse sempre preferito quel luogo disgustoso agli agi dell'antica capitale.
E' pazzo. E questa sarebbe una spiegazione più che sufficiente, se non ci fossero ben altri validi motivi per temere il peggio.
Dal suo nido d'aquile di Gothian, l'Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian controllava direttamente gli Albini, quelli che, con slancio mistico, aveva soprannominato: "La Fratellanza Bianca".
Vampiri... e chi sa quale altra feccia si è rintanata nelle segrete di Gothian! Tutti i servi dell'anima dannata del conte Fenrik, che bruci all'inferno... tutti passati al nuovo padrone...
Tutti uniti dalla non-morte, anche se Marvin era riuscito a diventare immortale senza essere contagiato dalla maledizione dei vampiri, e cioè il nutrimento ematico. 
Ma per l'Imperatore-Profeta, l'immortalità stessa era una maledizione.
Un immortale che non ha mai amato la vita! Già da qui si capisce il paradosso interiore che lo ha portato alla follia.
Irulan trovava ripugnante il modo con cui Marvin si era servito di quella marmaglia di non-morti per imporre il suo potere sui nobili Alfar, sui valorosi Keltar e, peggio di ogni altra cosa, sugli antichi e onorevoli Lathear.
Ho tollerato questa abominazione per troppo tempo. 




Irulan si era fidata per trent'anni delle capacità politiche del suo primo ministro, Bial Kyoto, detto l'Eunucoche era anche, e soprattutto, il capo dei Servizi Segreti imperiali.
Questo lo aveva reso indispensabile.
Troppo.
Nessuno è insostituibile a questo mondo. 
Tranne me, ovviamente.
Doveva trovarsi un nuovo alleato, prima che fosse troppo tardi.
Bial era un personaggio eccentrico, ostentatamente effeminato, ma sarebbe stato un grave errore sottovalutarlo.
La sua astuzia e la sua esperienza erano stati in passato uno degli elementi fondamentali per il regime imperiale, almeno entro i tradizionali confini dominati dai Lathear.



La legge e l'ordine erano dipesi da lui fin dai tempi della reggenza di Ellis Eclionner, ben prima che Marvin salisse al trono, e questo pareva ad Irulan qualcosa di insopportabilmente noioso.
Le acque di Lathena sono state fin troppo calme: il dispotismo, anche il più illuminato, finisce per addormentare le menti. E la schiavitù comincia sempre col sonno.
Irulan lo sapeva più di chiunque altro.
All'inizio aveva acclamato Marvin come un liberatore, quando aveva deposto l'usurpatrice Marigold Ataris, la vedova del conte Fenrik.
Tutto il Senato Imperiale aveva riconosciuto Marvin come capo della Dinastia e sovrano indiscusso, per acclamazione.
La libertà muore sempre così: tra scroscianti applausi.
Dietro a quelle ovazioni c'era il terrore per ciò che Marvin era diventato, dopo la metamorfosi.
Dicono che non sia invecchiato neanche di un giorno! 



Il suo aspetto, raccontavano gli ambasciatori, era rimasto quello di un ragazzo di vent'anni.
Ma nel frattempo una nuova generazione di Eclionner era cresciuta sotto la sua ombra.
La Dinastia sforna solo dei pazzi, come l'ultimo che ci hanno mandato da Gothian!
Irulan nutriva un grande astio verso il nuovo vice-reggente, Anakin Eclionner, il giovane rampollo destinato a collaborare con lei nel governo di Lathena.
Un bel giovane, certo, ma impulsivo e insolente, oltre che stupido.



Del resto, che cosa ci si può aspettare dal figlio di Sephir e Marigold?
Due genitori peggiori non potevano esistere.
Sephir Eclionner, il precedente Principe della Corona, nonno di Marvin, era stato un uomo feroce, consumato dalla rabbia per essere stato escluso dalla successione al trono imperiale, dopo la disfatta di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.



Dopo decenni di esilio, di intrighi e ruberie con i peggiori criminali, quel vecchio miserabile era riuscito infine a impadronirsi di Lathena e aveva trovato ristoro tra le braccia dell'usurpatrice Marigold Edwina Ataris von Steinberg, contessa di Gothian, la più abile tessitrice di intrighi di tutti i tempi.



Ex moglie del conte Fenrik, si era risposata con l'imperatore Elner XI, cugino di Irulan e fratellastro di Marvin.
Mentre Elner si trovava in guerra, Marigold aveva usurpato il potere.
E per consolidare quel potere si è concessa al vecchio Sephir. Un'unione rivoltante sotto ogni punto di vista, come la stessa Marigold.
 Omni parte vitae detestabilis.
Quella cagna era rimasta incinta di due gemelli, Anakin e Valyria.
Quando Marvin l'aveva deposta, se l'era portata con sé come prigioniera, quando era ancora gravida, e così i gemelli erano nati a Gothian, per loro disgrazia.



Per trent'anni sono cresciuti nel freddo e nell'oscurità, senza sapere cosa volesse dire la luce del giorno.
E sarebbe stato meglio se non l'avessero appreso mai.
Bial gliel'aveva assicurato, e invece all'improvviso Anakin Eclionner si era presentato sull'Acropoli di Lathena, salutando la folla come un liberatore calato dal cielo.
Ha occhi crudeli come suo padre, ma anche tutto il fuoco interiore della madre. Ed è stato educato da Marvin...
Qual era il suo ruolo nel Gioco del Trono?
Se almeno le capacità profetiche di Marvin avessero rivelato qualcosa di chiaro!
Circolava voce che l'Imperatore-Profeta avesse perso improvvisamente il dono della prescienza.
Siamo entrati nel Cono d'Ombra, dove il Sentiero Dorato rischia di dissolversi.
In quel momento tutto era possibile.
La stessa Dinastia degli Eclionner era in pericolo.
Irulan ne aveva parlato col Sommo Sacerdote di Eclion, il venerabile padre Rudo Ulume, il più grande degli esorcisti viventi, Maestro Venerabile degli Arcani Supremi.
Nei lunghi anni del suo sacerdozio, padre Ulume aveva trasformato la Chiesa lathearica da setta satanica, adoratrice di Eclion l'Oscuro, in bonaria religione che si prefiggeva il compito di "placare le ire di Eclion".
Ormai tutti i sacerdoti sapevano che Eclion, capostipite degli Eclionner, non era il dio del sole, bensì, al contrario, il Signore delle Tenebre, supremo tra i Grandi Anziani, reggitori dell'universo, e secondo solo a Deva Ahriman, tra le forze del Male.



Irulan lo aveva sempre saputo.
Come discendente di Eclion, una parte di lei era compromessa con l'oscurità.
Ma chi, in tutto l'universo, non era compromesso?
La Luce è la mano sinistra delle Tenebre.
E quella era una lezione che molti dovevano ancora imparare.
Placare Eclion e adorarlo non sono la stessa cosa.
Pochi avevano colto la sfumatura, perché non davano importanza alle parole.
Ma le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male, vive male.
Marvin lo sapeva, e conosceva il rispetto che Irulan avrebbe sempre nutrito nei confronti delle parole, persino di quelle di un suo rivale, perché tali parole esprimevano un ideale superiore, qualcosa che valeva più di qualsiasi trono.
"Voi potrete anche tradire me, ma non tradirete mai le mie parole".
E con quella frase, lui l'aveva resa sua schiava, per sempre.
Vincolata in eterno alla Profezia, al Sentiero Dorato.
In principio erat Verbum...
Un tempo qualcuno aveva detto così, prima del Grande Cataclisma, prima dell'Oscurantismo, prima dell'Impero.






Cast

Trine Dyrholm - Irulan Eclionner

Jaye Davidson - Bial Kyoto l'Eunuco

Kit Harington - Marvin Eclionner Vorkidian

Charles Dance - Sephir Eclionner

Lena Headey - Marigold Edwina Ataris von Steinberg, contessa di Gothian

Hayden Christensen - Anakin Eclionner

Emmanuel Milingo - Sommo Sacerdote Rudo Ulume





sabato 23 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 5.Marvin Eclionner Vorkidian



Marvin Eclionner Vorkidian stentava a riconoscere se stesso.
Il suo Sentiero Dorato, visto da vicino, non era nemmeno lontanamente simile alla Profezia, così come gli si era mostrata trent'anni prima.
All'epoca poteva ancora valere la pena intraprendere quel percorso, poiché la visione non contemplava i dettagli, i particolari, se non alcuni isolati dagli altri.
Ora che quei particolari gli erano noti, sapeva con certezza che il prezzo pagato per garantire la sopravvivenza dell'umanità era troppo alto..
La sopravvivenza non sempre è un bene, specie se per ottenerla si deve scendere a compromessi  meschini.
In quei trent'anni di regno e di disincanto, i primi ideali a cadere erano stati gli Arcani Supremi.
La lotta non è tra il Bene e il Male, ma tra un Male Maggiore e un Male Minore, e spesso non è facile distinguerli.
Persino riguardo al Sentiero Dorato era difficile stabilire se fosse un male maggiore o minore.
La Profezia si faceva sempre più oscura.
La tensione cresce, la conflittualità aumenta, ed io ho infranto troppe regole. Ho messo in crisi un ordine che vigeva da millenni, senza essere in grado di costruire un'alternativa sostenibile. L'inesperienza e la buona fede, all'inizio, potevano attenuare la mia colpa, ma adesso no, non più: ora so che anche dietro le migliori intenzioni, in ogni comunità umana vige la regola eterna del "mors tua, vita mea".
La collaborazione e l'altruismo erano finivano comunque con l'andare a scontrarsi con altri interessi, e quindi diventavano in ogni caso una parte dentro un conflitto.
Tutto questo gli era diventato chiarissimo nel momento in cui aveva affidato incarichi di potere a suo figlio Mordred.


















L'aveva chiamato così, con quel nome di malaugurio, perché gli fosse sempre di ammonimento su come fosse pericoloso essere troppo buoni con le persone che si voleva educare.
Non è servito a niente. Non ho saputo mai dirgli di no. Ho creato un mostro divenuto così potente da farmi paura. E la Profezia si oscura sempre più. Non distinguo i confini. Tutti pensano che sia io a comandare, e invece sono solo trascinato da una corrente che non controllo più, anche per colpa di mio figlio.
Nonostante avesse avuto sempre un trattamento di favore, o forse proprio per quello, il principe Mordred Eclionner era arrabbiato con il mondo.
E del resto chi di noi non è, a modo suo, arrabbiato con il mondo?
Ognuno aveva i suoi motivi. Mordred si sentiva sminuito dalla propria condizione di figlio illegittimo nato da un incesto tra un uomo divenuto poi un non-morto e una donna in età avanzata, che aveva caricato su di lui tutte le aspettative frustrate dal defunto primogenito, Elner.
Marvin ne era consapevole.
Chi dovrà essere sacrificato la prossima volta? Se toccherà a me, sarà una liberazione! Ma c'è un'unica cosa che impedirò con tutte le mie forze... nessun altro Eclionner dovrà accettare il morso del vampiro!
Teneva sotto stretta vigilanza i tentativi di Daenerys, contessa di Gothian, di sedurre Mordred.



Non parlava con Daenerys da molto tempo. Si erano visti di sfuggita alcune volte, prima che la Divoratrice di Cuori mettesse gli occhi su Mordred, violando i termini della loro tregua.
Daenerys è una stupida! Ci saremmo potuti aiutare a vicenda, se lei non si fosse ostinata a trattarmi come un cameriere... bastava solo un minimo di rispetto... ma ormai, anche questa linea di futuro è finita nell'ombra.
Quell'improvvisa notte che era scesa sul suo Sentiero Dorato, ben prima dei diecimila anni auspicati, aveva reso Marvin ancor più cinico e ipocrita nello stesso tempo.
Mordred crede che io lo ammiri! E invece mi fa paura.
Come poteva un padre provare questo per un figlio?
Perché quel figlio rappresenta tutto ciò che vorrei cancellare dal mio Sentiero Dorato. 
La sua prepotenza, la sua arroganza, la sua violenza. Con gente del genere ci sono solo due metodi: o li si batte con la forza o li si elimina con l'astuzia.
Marvin sapeva dosare con precisione questi due metodi.
Se ho vinto il Gioco del Trono un qualche motivo ci sarà!
Ma non era quello il punto.
La vera difficoltà era saper gestire la pace, la quotidianità, l'ordinaria amministrazione.
Sono un condottiero che vince e poi distrugge quel che ha conquistato.



Uno dei suoi ritratti, il preferito, lo mostrava con l'armatura scheggiata, i capelli scompigliati, in un panorama completamente deserto, dove terra, cielo, montagne e mare erano tutti dello stesso colore sabbioso.
Quel ritratto dice tutto... è un avvertimento... la gente non ci crede fintanto che non è troppo tardi... e dopo mi chiama Shaitan, Imperatore della Geenna. 
Mordred era uno di questi.
Ma non ci sarà una seconda Cammlan! Nessun padre e nessun figlio che si uccidono vicenda... no, questa volta niente battaglie, niente duelli... Mordred e tutti gli altri non hanno idea di cosa sono disposto a fare per la salvezza del mio Sentiero Dorato. 
La strategia di sopravvivenza di Marvin era quella del confondere gli avversari sia reali che potenziali.
L'inaspettato, quella era la sua cifra.
Le mie ritorsioni colpiscono con la velocità del fulmine. Il traditore non ha nemmeno il tempo di capire cos'ha sbagliato. E Mordred non fa eccezione.
Nessuno sospettava questa disposizione d'animo di Marvin verso il figlio illegittimo, ma la moglie di Mordred, Valyria, era l'unica a non fidarsi ciecamente di "zio Marvin", come lo chiamavano i giovani Eclionner.
Valyria è ancor più pericolosa. Non si lascia abbindolare facilmente. E il suo sguardo sembra leggere nella mente.



Assomigliava a sua madre in maniera intollerabile.
Quando Marvin se la trovava di fronte, le pareva che fosse il fantasma di Marigold tornato dagli Inferi per tormentarlo.
Valyria e Daenerys sono due alleate naturali: entrambe hanno perso un genitore per causa mia.
Ma io ho perso mio padre a causa dei loro genitori. Siamo pari. 
E allora perché la disapprovazione di quelle due serpi lo faceva soffrire?
Era un dolore localizzato nel petto, sotto le costole, sotto al cuore.
Non è solo un dolore, è un abisso...
In quell'abisso c'era tutta la sofferenza per ogni volta che era stato tradito, oppure rifiutato.
Quel dolore era sempre lì, lo accompagnava da mattina a sera, da una vita.
Non poteva ignorarlo, né tanto meno reprimerlo.
Ma non poteva nemmeno permettere che esso gli avvelenasse l'esistenza.
Non negava questo abisso, non lo reprimeva, ma non gli permetteva nemmeno di diventare una ossessione, una malattia.
Lo lasciò lì, ma, facendo appello a tutte le sue forze interiori, ne distolse lo sguardo.



Cast

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian
Joaquin Phoenix (Commodo) - Mordred Eclionner
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys di Gothian
Lena Headey (regina di Sparta in 300) - Valyria Eclionner