La Reggenza d'Ungheria (in ungherese Magyar Királyság) fu uno Stato esistente tra il 1920 e il 1946. Benché formalmente indipendente, il suo reggente Miklós Horthy rappresentava la decaduta monarchia austroungarica, sconfitta nel 1918 dopo la prima guerra mondiale.
Il sovrano ungherese era formalmente l'ex imperatore asburgico Carlo I d'Austria, ivi noto come re Carlo IV, che di fatto non tornò mai a regnare sul Paese.
Nel 1941 il regno d'Ungheria entrò in guerra al fianco delle potenze dell'Asse e, nel 1944, mentre tentava un armistizio unilaterale con gli Alleati e un'uscita dal conflitto, fu occupata dalla Germania nazista e il suo reggente deposto. Quale successore di Horthy fu nominato Ferenc Szálasi, che istituì un nuovo governo filo-nazista rendendo di fatto l'Ungheria uno stato fantoccio del terzo Reich. Durante la tarda primavera e l'estate 1944 i tedeschi rastrellarono e deportarono, con la collaborazione delle autorità locali, centinaia di migliaia di ebrei ungheresi verso i campi di sterminio, dove la maggior parte di loro morì.
Dopo la seconda guerra mondiale l'Ungheria finì nella sfera d'influenza sovietica. Nel febbraio 1946 nacque la seconda repubblica ungherese, che entro tre anni dalla sua proclamazione virerà verso un regime di stampo socialista e filo-sovietico.
Formazione
Quando l'Austria-Ungheria si dissolse sul finire della Prima guerra mondiale, nacque dapprima la Repubblica Democratica di Ungheria, seguita dall'altrettanto effimera Repubblica Sovietica Ungherese, proclamata nel marzo 1919. Il breve governo comunista di Béla Kun attuò quello che divenne noto come "Terrore rosso", trascinando l'Ungheria in una sfortunata guerra contro la Romania. Nel 1920 il paese sprofondò nella guerra civile. Le forze anti-comuniste e monarchiche ebbero la meglio e purgarono la nazione dai comunisti, dagli intellettuali di sinistra e da chiunque venisse ritenuto una minaccia per il nuovo ordine costituito. Aumentò il già diffuso antisemitismo verso gli ebrei, accusati di aver fomentato la rivoluzione o comunque di aver sostenuto la repubblica dei soviet.
Il 1º marzo 1920, dopo il ritiro delle ultime truppe di occupazione rumene, una coalizione di forze politiche conservatrici ristabilì in Ungheria una monarchia costituzionale. La scelta del nuovo Re venne rimandata a causa di lotte intestine ed onde evitare possibili frizioni con gli stati confinanti. Si decise allora di nominare un Reggente che rappresentasse la monarchia, e la scelta ricadde sull'ex ammiraglio Miklós Horthy, ultimo comandante in capo della Marina da Guerra austro-ungarica. Sándor Simonyi-Semadam divenne il primo capo del governo di questa Reggenza. Le condizioni sociali del paese erano critiche, dato che una piccola percentuale della popolazione controllava gran parte della ricchezza della Nazione. Sugli ebrei venivano fatte pressioni affinché abbracciassero appieno la cultura magiara.
La difficile situazione dei primi anni '30 spinse Horthy ad affidare a Gyula Gömbös, un esponente dell'estrema destra, la carica di Primo Ministro con la promessa che questi avrebbe mantenuto il sistema politico vigente. Gömbös accettò di mitigare il suo radicato antisemitismo e permise ad alcuni ebrei di accedere al governo. Una volta al potere, Gömbös si orientò verso un modello di governo autoritario ispirato all'Italia fascista e, più tardi, alla Germania nazista. Furono varate speciali "leggi ebraiche": queste leggi, di carattere discriminatorio, fissavano un "numero chiuso" in alcune professioni, in cui la presenza di ebrei non doveva superare il 20% del totale. Gli ebrei vennero indicati come una delle cause della crisi economica che il paese attraversava.
Politica estera
Inizialmente, nonostante il crescente nazionalismo, il nuovo Regno sotto la reggenza di Horthy, nel tentativo di prevenire ulteriori conflitti immediati, firmò il trattato del Trianon, il 4 giugno 1920, che riduceva considerevolmente le dimensioni dell'Ungheria: la Transilvania fu ceduta alla Romania; l'Ungheria superiore entrò a far parte della Cecoslovacchia; la Vojvodina andò al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (Jugoslavia, dopo il 1929), e venne creato lo Stato libero di Fiume, che sarebbe stato spartito in seguito fra il Regno d'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, nel 1924.
Con il susseguirsi di primi ministri sempre più nazionalisti, l'Ungheria cercò costantemente di ottenere una revisione del Trattato del Trianon, allineandosi alle posizioni della Germania e dell'Italia, note potenze revisioniste. Un primo passo fu la firma di un trattato di amicizia tra l'Ungheria e l'Italia fascista, il 5 aprile 1927. Gyula Gömbös era un fervente ammiratore dei leaders fascisti. Tentò di stringere un'alleanza trilaterale fra Ungheria, Germania ed Italia, facendo anche da intermediario tra i due paesi, i cui regimi erano giunti quasi allo scontro nel 1934 a causa della volontà italiana di mantenere l'Austria indipendente dalla Germania, che mirava ad annettersela.
Pare che Gömbös stesso coniò la parola "Asse", che usò per indicare il suo progetto di un'alleanza con la Germania e l'Italia. Questi due paesi avrebbero poi usato tale termine per indicare il patto di alleanza noto come "Asse Roma-Berlino". Poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, l'Ungheria beneficiò dei suoi stretti legami con la Germania, quando le fu permesso di annettersi alcuni territori slovacchi e la Rutenia subcarpatica dalla Cecoslovacchia, in base al primo arbitrato di Vienna.
L'Ungheria nella Seconda guerra mondiale
Nel 1940 il Regno di Ungheria aderì all'Asse e chiese la cessione della Transilvania dalla Romania. Adolf Hitler appoggiò l'Ungheria che così, in forza del Secondo arbitrato di Vienna, ottenne porzioni significative della Transilvania, evitando la guerra con la Romania. Hitler chiese che il governo ungherese sostenesse l'azione militare e le politiche razziali della Germania onde evitare potenziali conflitti in futuro. L'antisemitismo era già ben radicato nella destra ungherese. Il governo ungherese aiutò attivamente la Germania nazista nella deportazione di centinaia di migliaia di ebrei nei campi di concentramento a partire dal 1944, durante l'Olocausto.
Nell'aprile 1941, l'Ungheria partecipò al fianco di Germania ed Italia all'invasione della Jugoslavia, ottenendo la Bačka (Bácska), una parte della Vojvodina (dove si trovava una maggioranza relativa ungherese), così come le regioni del Prekmurje e Medjimurje, che erano invece abitate in prevalenza, rispettivamente, da sloveni e croati. Le sue mire sulla Croazia e sull'ottenimento di ulteriori territori dalla Romania vennero frenate dalla creazione dello Stato indipendente di Croazia e dall'alleanza della Germania nazista con il Regno di Romania contro l'Unione Sovietica.
Il 27 giugno 1941, l'Ungheria dichiarò guerra all'Unione Sovietica. Temendo che i tedeschi potessero ora sostenere le pretese rumene, il governo ungherese inviò proprie truppe per sostenere lo sforzo bellico tedesco durante l'Operazione Barbarossa. La partecipazione alla guerra contro l'U.R.S.S. costò cara agli ungheresi; l'intera Seconda Armata venne annientata durante la battaglia di Stalingrado.
All'inizio del 1944, con le forze sovietiche in rapido avanzamento da est, l'Ungheria tentò di prendere contatti con gli americani e gli inglesi per passare dalla parte degli alleati. Il 19 marzo 1944 i tedeschi risposero a queste avvisaglie invadendo l'Ungheria (Operazione Margarethe); le forze tedesche occuparono tutte le posizioni chiave per assicurarsi la fedeltà ungherese. Horthy venne messo agli arresti domiciliari e sostituito dal primo ministro Miklós Kállay, uomo più malleabile, mentre Döme Sztójay, un fervente sostenitore dei nazisti, divenne il nuovo Primo Ministro. Sztójay governò col sostegno di un "governatore militare tedesco": Edmund Veesenmayer.
Nell'ottobre dello stesso anno i tedeschi scoprirono un ennesimo tentativo di passare al nemico, lanciando così l'Operazione Panzerfaust. Alla guida della nazione venne posto Ferenc Szálasi, capo del Partito delle Croci Frecciate. Fu proclamato un nuovo "governo di unità nazionale" filo-tedesco che decise di proseguire la guerra al fianco dell'Asse. Szálasi non sostituì Horthy come reggente, ma si investì del titolo di "Nemzetvezető" (Duce), oltre a ricoprire la carica di Primo Ministro nel nuovo regime ungherese.
Il 21 dicembre 1944, un "Consiglio nazionale" si costituì a Debrecen con l'approvazione dell'Unione Sovietica e la partecipazione di alcuni membri del Partito Comunista Ungherese, come Ernő Gerő, László Rajk e più tardi Mátyás Rákosi. Questa assemblea elesse un governo ad interim guidato da Béla Miklós, ex comandante della Prima Armata ungherese. Il regime di Szálasi crollò alla fine di marzo 1945.
Fine
Sotto l'occupazione sovietica il destino del Regno di Ungheria era segnato: un "Alto Consiglio nazionale" venne nominato alla direzione collettiva del Paese fino alla formale abolizione della monarchia, il 1º febbraio 1946. L'effimera Repubblica Ungherese venne in breve egemonizzata dai comunisti che nel 1949 proclamarono la Repubblica popolare.
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