mercoledì 2 luglio 2014

Miti e leggende medievali e shakespeariane nella pittura di J.W. Waterhouse



La dama di Shalott, John William Waterhouse,1888, olio su tela, 153 x 200 cm, Londra, Tate Gallery.

In quest’opera, tratta da un poema di Tennyson, Waterhouse fonde il classicismo di Frederich Leighton con l’estetismo dei preraffaelliti. Circondata da un paesaggio dalle tinte autunnali, la dama di Shalott si allontana da Camelot trasportata dall’acqua, abbandonandosi al tragico destino come l’eroina dell’Ophelia di Millais. Ella ormai non è più una dama potente ma una fanciulla indifesa, e i suoi abiti sgargianti sono stati sostituiti da un semplice vestito bianco.

Ophelia, John William Waterhouse, 1889, olio su tela di canapa, 97,79 x 158,12cm, collezione privata.


Nella sua prima versione dedicata al tema della morte di Ophelia, Waterhouse la raffigura stesa su un prato in un atteggiamento di folle abbandono, mentre passa una mano tra i capelli arruffati, e con l'altra stringe un mazzolino di fiori. Gli altri fiori selvatici che ha raccolto giacciono scomposti tra le pieghe del vestito. Sullo sfondo, attraverso gli esili tronchi dei salici, percepiamo le folate di vento che trascinano in basso le rondini. 

Mariana nel Sud, John William Waterhouse, 1897, olio su tela, 114,3 x 74 cm, collezione privata.




Mariana, personaggio sheakesperiano di “Misura per misura” e protagonista di un poema di Tennyson, si presta particolarmente come soggetto preraffaellita per la sua natura malinconica. La fanciulla è già stata rappresentata da Millais, ma Waterhouse sceglie di illustrare un passo della seconda poesia di Tennyson, “Mariana nel sud” che si sofferma sulla disperazione della donna. Mariana osserva con tristezza il suo riflesso nello specchio, contemplando la sua bellezza passando le mani tra i capelli in un gesto presente anche in “Hylas” e nell’ “Ophelia” del ‘94. Il suo fascino è destinato a morire in solitudine, lettere d’amore non corrisposto sono sparse sul pavimento; una scheggia di luce entra dalla porta socchiusa sullo sfondo, ma la donna non se ne cura, e rimane in contemplazione nella sua solitudine di penombra.


Juliet, John William Waterhouse,1898, olio su tela, 70 x 46,3 cm, collezione privata di Julian Hartnoll.




Il dipinto è realizzato durante un periodo di malattia, per questo motivo è di dimensioni ristrette ed adeguate al cavalletto, rispetto alle solite grandi tele. La composizione è semplice e basata sull’unica figura di Giulietta, la cui posa è ispirata ad una assunta per caso dalla modella (l’opera è anche conosciuta con il titolo “La collana blu”) che cammina lungo un canale in stile veneziano. E’ evidente che l’artista desidera evadere dalla realtà rifugiandosi in un quadro ottimista e più confortante rispetto alle elaborate visioni di donne femme-fatale. 

Sotto, Lady Macbeth si incorona Regina di Scozia


 



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