lunedì 5 febbraio 2018

Lo stato e la storia dell'Ordine Teutonico

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L'Ordine Teutonico o, nella sua definizione completa, Ordine dei Fratelli della Casa Ospitaliera di Santa Maria dei Teutonici in Gerusalemme (in latino Ordo Fratrum Domus Hospitalis Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem o Ordo teutonicus; in tedesco Orden der Brüder vom Deutschen Haus St. Mariens in Jerusalem o Deutscher Ordensigla O.T.) è un antico ordine monastico-militare e ospedaliero sorto in Terrasanta all'epoca della terza crociata (insieme a quelli gerosolimitano e del Tempio) ad opera di alcuni tedeschi (di Brema e Lubecca) per assistere i pellegrini provenienti dalla Germania.
Fino alla perdita di Acri nel 1291, il principale teatro di operazioni dei Cavalieri teutonici rimase la Terrasanta. Tuttavia già a partire della fine del XII secolo operarono sulla costa baltica, nella zona che si estendeva a nord-est dei territori polacchi e a partire dal secondo decennio del XIII secolo operarono nell'Europa orientale-danubiana, più precisamente in Transilvania, per proteggere il Regno d'Ungheria dai nomadi Cumani, su richiesta di re Andrea II d'Ungheria. Attuarono una vasta opera di conquista e di cristianizzazione dei territori occupati dalle tribù baltiche, che in precedenza erano perlopiù pagane: tali operazioni sono state denominate Crociate del Nord. I Cavalieri Teutonici avviarono un programma di conquiste che, in meno di un secolo, li portò a sottomettere un vastissimo territorio; gli abitanti pagani vennero convertiti o sterminati e si organizzò l'immigrazione in massa di contadini tedeschi.[1]
Il loro dominio nella regione li portò successivamente allo scontro sia con i russi ortodossi di Pskov e Novgorod (la battaglia del lago ghiacciato venne raffigurata, seppur con diverse imprecisioni e invenzioni storiche, nel film Aleksandr Nevskij) che con i polacco-lituani. Questi ultimi, guidati da re Ladislao II Jagellone, inflissero loro una dura sconfitta nella battaglia di Tannenberg (o Grunwald) il 15 luglio 1410. Alla fine della guerra dei tredici anni, il secondo trattato di Toruń ridusse il dominio territoriale dell'Ordine alla sola Prussia Orientale (oltre ai vari possedimenti minori in territorio germanico) e allo status di vassallo della corona polacca.
Nel 1525 il trentasettesimo grande maestro dell'Ordine, Alberto di Hohenzollern-Ansbach, si convertì al luteranesimo e secolarizzò i possedimenti prussiani, assumendo il titolo di duca di Prussia. Quanto sopravvisse dell'Ordine rimase in possesso di alcuni territori del Sacro Romano Impero e della Livonia, retta in maniera indipendente dal ramo livoniano, che nel 1561 fu a sua volta secolarizzata nel Ducato di Curlandia e Semigallia.
L'Ordine venne formalmente soppresso da Napoleone Bonaparte nel 1809 ma in seguito fu ripristinato dagli Asburgo. Venne riformato nel 1929 dalla Santa Sede che lo rese un ordine di canonici regolari per la cura d'anime e le opere di carità.

La fondazione e le crociate

Hermann von Salza servì come quarto gran maestro dell'Ordine dei cavalieri teutonici dal 1209 al 1239. Pare che l'origine dell'ordine risalga al 1099, quando un cavaliere tedesco ferito durante i combattimenti per la presa di Gerusalemme venne assistito e curato da una coppia di pellegrini tedeschi, presumibilmente mercanti, che decisero in seguito di dedicarsi, con il beneplacito del Patriarca di Gerusalemme, all'attività di ospitalità e assistenza dei pellegrini, fondando un piccolo ospedale dotato di foresteria ed una cappella dedicata alla Vergine Maria. L'ospedale andò distrutto nel 1187 con la caduta di Gerusalemme. In seguito alla caduta della città fu indetta la terza crociata e il 1º settembre 1189 55 navi che trasportavano i cavalieri crociati tedeschi attraccarono ad Acri, una città portuale situata nella parte settentrionale dell'attuale stato di Israele. Alcuni di loro costruirono un ospedale da campo utilizzando una delle vele di una nave e si dedicarono alla cura dei feriti fino al loro rientro quando lasciarono l'ospedale a due religiosi tedeschi, ai quali nel tempo se ne aggiunsero altri, che lo ampliarono acquistando un terreno e costruendovi un edificio con annessa cappella e costituendo l'ordine dei fratres domus hospitalis sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem. Il 6 febbraio 1191 all'ordine venne concessa l'approvazione e la protezione del pontefice Clemente III. La regola seguita dagli appartenenti all'ordine era quella dei cavalieri ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme. Il 21 dicembre del 1196 furono confermati all'ordine i possedimenti del tempo e futuri. Nel 1197 avrebbe dovuto aver luogo una crociata guidata dall'imperatore Enrico VI. Quando questi morì, i cavalieri che lo avevano preceduto in Terra Santa rientrarono, ma prima del rientro decisero di trasformare l'ordine in un ordine cavalleresco con compiti di protezione dei pellegrini. L'attività religiosa proseguì seguendo la regola dei Giovanniti mentre quella militare adottò la regola dei Templari.

I territori dell'Ordine (1225-1250)

Papa Innocenzo III confermò la trasformazione il 19 febbraio del 1199 e ai religiosi venne assegnato il mantello bianco con croce nera. Nel 1221 papa Onorio III parificò l'Ordine teutonico all'Ordine dei templari e a quello degli ospitalieri. In seguito a cospicue e ripetute donazioni l'ordine si diffuse molto rapidamente: dal Duecento al Trecento il numero delle commende (nome dato alle case dell'ordine) crebbe al ritmo di una ma spesso anche 3 o 4 all'anno; nel 1300 erano circa 300 diffuse in Terra SantaCiproGreciaItaliaSpagna, nel Sacro Romano Impero, nei Paesi Bassi e nell'area baltica.

La colonizzazione dell'Europa dell'Est

Nel 1191 l'Ordine abbandonò l'ultima roccaforte in Terra Santa e si mise alla ricerca di una collocazione in Europa. Nel 1211 Andrea II d'Ungheria offrì, in cambio di appoggio militare contro la popolazione nomade e pagana dei Cumani, il territorio del Burzenland in Transilvania (in tedesco Siebenbürgen). L'ordine istituì uno stato indipendente e iniziò un'intensa attività di colonizzazione ed evangelizzazione ma nel 1225 Andrea II, impaurito dalla nascita di uno stato entro il suo regno, scaccio l'ordine dall'Ungheria.
Il secondo tentativo di colonizzazione di un'area geografica fu più efficace; dopo alcuni falliti tentativi di conquista dei territori occupati dai PruzziCorrado di Masovia chiese l'appoggio militare dell'Ordine offrendo in cambio dei territori. Hermann von Salza (Ermanno di Salza), gran maestro dell'Ordine teutonico, inviò quindi un distaccamento sulla Vistola nel 1229.
L'alimentazione dei militi dell'Ordine teutonico era costituita da latte, uova, una minestra di fiocchi d'avena e acqua. Chi aderiva non poteva far mostra del blasone, né cacciare (se non lupi e orsi). I castelli venivano eretti in pietra - e dal XIV secolo in mattoni - e questo fu di capitale importanza.[2] Importante era anche l'impiego della balestra e della catapulta, perché consentivano di difendersi con piccoli contingenti.
Memore della passata esperienza con il sovrano ungherese, il gran maestro dell'ordine Hermann von Salza si fece confermare i diritti sui territori conquistati tramite la bolla d'oro di Rimini emessa dall'imperatore Federico II e la bolla d'oro di Rieti emessa dal papa Gregorio IX. Entrambe garantivano che dopo la conquista e conversione religiosa dei territori baltici questi sarebbero stati assegnati all'Ordine, garantendo all'Ordine teutonico la sovranità ed al suo gran maestro il rango di principe imperiale.
La campagna di appoggio al duca polacco cominciò nel 1226. Corrado, dopo lunga esitazione, tramite il contratto di Kruschwitz (1230) assegnò all'ordine la città e il territorio di Kulm (Chełmno).

Apogeo e decadenza

Negli anni trenta del Duecento, subito dopo l'annessione di Kulm, l'Ordine diede un forte impulso alla colonizzazione tedesca della Prussia Orientale (MarienwerderElbing ecc.), portando il cattolicesimo sempre più a Oriente ed assorbendo i cavalieri di Portaspada (1237). In quegli stessi anni passarono definitivamente sotto il loro controllo parte della Livonia e della Lituania. Nel 1241 unirono le loro forze a quelle della Polonia nel tentativo di contrastare le orde mongole guidate da Batu Khan; la battaglia che ne seguì terminò con una sanguinosa disfatta per le forze della coalizione e lo stesso duca di Slesia Enrico perse la vita nello scontro, avvenuto a Liegnitz, nei pressi dell'attuale Wahlstadt.
Sperando che le invasioni svedesi e mongole avessero minato la potenza degli Stati russi, i Cavalieri teutonici attaccarono la vicina Repubblica di Novgorod e occuparono Pskov (in tedesco Pleskau), Izborsk e Koporye nell'autunno del 1240. Quando minacciarono la stessa Novgorod, cittadini richiamarono in città il ventenne Principe Alexander Yaroslavich, che avevano confinato a Pereslavl l'anno precedente. Durante la campagna del 1241, Alexander riuscì a riconquistare Pskov e Koporye dai crociati. Avendo udito che gli invasori germanici avevano bruciato sul rogo dei bambini, Alexander rispose tenendo in ostaggio dei cavalieri e impiccando alcuni Voti (popolo locale alleato dei Teutonici) e dei fanti estoni. Nella primavera del 1242, i Cavalieri teutonici annientarono un distaccamento in ricognizione dell'esercito cittadino di Novgorod circa 20 km a sud della fortezza di Dorpat (Tartu). Pensando di ottenere una facile vittoria, condotti dal Vescovo Principe Hermann von Buxhövden del Vescovato di Dorpat, i cavalieri e le loro truppe ausiliarie composte da Estoni Ugauni incontrarono le forze di Alexander presso lo stretto passaggio che collega la parte settentrionale e meridionale (detta Lago di Pskov) del Lago dei Ciudi, il 5 aprile 1242, ma l'attacco verso terminò infelicemente con la disfatta del Lago Peipus, presso Vybiti. Tale sconfitta subita dai cavalieri dell'Ordine segna una battuta di arresto nella loro espansione verso est.
La conquista di Königsberg (1255), sarà seguita nei decenni immediatamente successivi dall'occupazione dell'intera Prussia Orientale e di ampie zone della Pomerania. Repressa un'insurrezione dei prussiani nel 1260, i Cavalieri, già famosi per i metodi brutali con cui imponevano la conversione al cristianesimo, procedettero a un largo sterminio dei popoli baltici, per lo più rimpiazzati da coloni tedeschi.[3]
Nel 1283 si concluse la conquista e l'evangelizzazione della Prussia. Nel 1309 venne acquistata la Pomerelia a spese dei Polacchi e in quello stesso anno l'Ordine trasferì la sua capitale a Marienburg, nei pressi della città di Danzica. L'apogeo della potenza dell'Ordine fu raggiunto nel corso del XIV secolo, allorché fu completata la conquista della Livonia (città di Narva e Reval) e furono annessi alcuni importanti nuclei urbani lituani, fra cui la città di Kaunas. Nel 1346 l'Ordine acquistò l'Estonia dalla Danimarca.[4] La massima espansione dell'Ordine si ebbe con gli acquisti della Neumark nel 1402 e della Samogizia nel 1404.
Alla sua massima espansione l'Ordine possedeva un vasto stato sovrano che dalle rive della Vistola arrivava fino all'Estonia:
  • in Prussia (1230: Elbing (1212), Marienburg (1274-1460), Braunsberg (1240-1466), Marienwerder (1233-1525), Königsberg (1255), Wehlau (Znamensk), Tilsit (Sovetsk), Allerstein (1348; Olszytyn), Graudenz (1220-1466; Grudziadz), Insterburg (1336; Cernjachowsk), Ermland (1243-1466), Tannenberg, Lübau, Rüdau, Löchstadt, Fischhausen, Frauenberg;
  • in Samogizia (1384): Goldingen (Kuldiga), Memel-Menzelburg (1252; Klaipeda), cave d'ambra di Palmicken;
  • in Curlandia (1230): Riga (1201-1561), Uxhüll, Kokenhausen, Jelgava, Rahden, Windau (1378; Ventspils), Mittau, Dünaburg (Daugavpils);
  • in Livonia (1237-1561): Dorpat (1224-1558; Tartu), Wenden (Cēsis), Lemsal, Wolmar, isola di Götland (1398-1408), Libau (1263-1418; Liepāja);
  • in Estonia (1346): Reval (1228-1237, 1346; Tallinn), Pernau (1250-1562; Pärnu), Maholm, Narva (-1558), Wiek, isola Dagö, isola Ösel (1227; Saaremaa);
  • in Lituania (1398): Kauen (1362-1469; Kaunas) Welun;
  • in Pomerelia (1310): Danzica (1309-1454), Oliwa, Dirschau, Konitz, Bülow, Zarnowitz, Schwetz, Pelplin, Neuenburg, Stargard;
  • in Kulmerland (1328): Kulm (1226-1466; Chełmo), Kulmsee (1251-1466; Chełmza), Thorn (1231-1328, 1343-1454; Torun), Gollob, Strasburg, Włacławeck (1100);
  • in Neumark (1402): Küstrin, Driesen.

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Il 15 luglio del 1410 l'Ordine subì una memorabile sconfitta a Tannenberg, in Prussia orientale, ad opera di polacchi e lituani: da allora iniziò un rapido processo di decadenza, culminato con il trattato di Toruń (1466). Con tale accordo l'Ordine teutonico riuscì a mantenere sotto il suo controllo i soli territori prussiani dovendo però riconoscere la sovranità nominale del re di Polonia su di essi. Si era definitivamente chiusa un'epoca.
Nel 1525 Alberto di Brandeburgo, gran maestro dal 1511, aderì alla Riforma ed attuò la secolarizzazione dei beni dell'Ordine: col trattato di Cracovia venne riconosciuto duca ereditario di Prussia, la quale passò così alla casa di Hohenzollern mettendo fine allo Stato Teutonico. Dopo tre secoli l'Ordine Teutonico perdeva la sua sovranità: al suo gran maestro restava la dignità di principe imperiale. Tuttavia all'ordine rimasero numerosi feudi imperiali e proprietà in Germania. Al gran maestro venne data la concessione imperiale di avere la dignità di principe-abate dell'impero con dignità cardinalizia e la precedenza su tutti i vescovi e abati. La sede dell'ordine fu trasferita a Mergentheim nel 1526, mente il Gran Maestro assunse come sua residenza il castello di Ellingen a nord di Weissenburg. Fu così riorganizzato in 12 province e baliaggi (Balleien) che si estendevano su tutti i feudi imperiali tedeschi:
  • Turingia con le tre commende di Zwaetzen, Lehesten, Liebstedt; aveva la contea di Hohenstein;
  • Austria con 10 commende e 7 parrocchie, avente il diritto di voto al Reichstag;
  • Assia, con sede a Magonza poi Wetzlar (1693) ed avente 6 commende Marburgo, Magonza, Gelnhausen, Marienburg, Wetzlar);
  • Franconia con la sede dell'ordine a Mergentheim ed avente 18 commende e 12 parrocchie ed il diritto di voto al Reichstag (Muennerstadt, Eschenbach, Sachsenhausen, Ehrenstein, Waldstetten, Gelchsheim, ecc.);
  • Coblenza comprendeva le commende provinciali di Colonia, Anversa, Coblenza, Muffendorf, Trar e Rheinberg, con diritto di voto al Reichstag;
  • Lorena con 6 commende e le tenute di Rachtig e Tammels;
  • Alsazia e Burgundia aveva 9 commende con sede principale ad Altshausen con diritto di voto al Reichstag (1729): contea di Bonndorf, Mainau, Beuggen, Horneck, Neckarsulm, Heilbronn, Blumenfeld, Kuesselburg, Graefenhausen, Uehlingen, Merdingen, Lauchheim, Kapfenburg, Bodenburg;
  • An der Etsch und im Gebirge ("all'Adige e nei Monti") con sede a Bolzano e avente 5 commende e 5 parrocchie;
  • Utrecht, appartenente al ramo protestante dell'ordine (indipendente dal 1637);
  • Alten Biesen con sede a Liegi, avente 13 commende;
  • Sassonia con 5 commende;
  • Vestfalia con 6 commende e 3 parrocchie (Morsbroich-Leverkusen).
Anche l'ordine teutonico non fu risparmiato dalle secolarizzazioni napoleoniche. Ancora membro del Collegio dei Principi, nel 1801 è depauperato di tutti i ricchi possessi posti sulla riva sinistra del Reno, perdendo così gran parte delle proprie rendite. Tuttavia, ricevette a compensazione vari capitoli, abbazie e conventi immediati in Austria e Svevia. I tentativi dell'ultimo gran maestro sovrano, Carlo Ludovico d'Austria, di acquistare la dignità di grande elettore sono vanificati con la dissoluzione dell'impero nel 1806; l'ordine fu definitivamente soppresso come entità politica nel 1809.

L'Ordine teutonico contemporaneo


Stemma del gran maestro dell'Ordine teutonico
L'Ordine, ridotto alla sua originaria attività ospedaliera, continuò ad esistere in Austria. Solo a partire dal 1834 fu nuovamente chiamato in maniera ufficiale Deutscher Ritterorden ("ordine cavalleresco teutonico"). A partire dal 1804fu amministrato dai membri della dinastia degli Asburgo fino alle dimissioni nel 1923 del gran maestro arciduca Eugenio d'Austria. Tuttavia, il sospetto che l'istituzione fosse legata alla causa monarchica asburgica non venne meno ed i Teutonici subirono nel 1938, nonostante l'avvenuta trasformazione in ordine religioso non più militare, la persecuzione dei nazisti, notoriamente avversi alla Casa d'Austria, i quali soppressero l'Ordine nei territori austriaci e in Boemia-Moravia (1939).
L'Ordine teutonico nel 1929 si è trasformato in un ordine canonicale. Oggi l'Ordine è quindi una struttura meramente religiosa di diritto pontificio, anche se il suo gran maestro, con dignità di abate mitrato, ha facoltà di concedere dignità equestri cavalleresche a personaggi di altissimo rango: la fons honorum, a tenore degli statuti del 1929, è direttamente quella del romano Pontefice. Le concessioni, estremamente limitate, si dividono in cavalieri d'onore e in familiares o cavalieri mariani, che hanno lo status canonico ecclesiastico di terziari dell'Ordine teutonico con regola agostiniana: hanno l'obbligo di ispirare la propria vita ai precetti evangelici e il dovere di recitare il rosario ogni giorno.
Fino al 1929 erano previste prove nobiliari molto rigide per l'accesso nell'Ordine, tanto che occorreva che i titoli nobiliari fossero di diretta promanazione Imperiale; oggi la caratteristica nobiliare si è in parte perduta, anche se resta la necessità di appartenere a classi sociali di assoluto spicco oltre, ovviamente, a dimostrare una fedeltà cattolica a tutta prova. In questo senso l'Ordine teutonico, attraverso i suoi canonici e cavalieri continua a raccogliere il fiore dell'aristocrazia cattolica (inteso in senso prettamente nobiliare ma anche culturale, scientifico, teologico, letterario) all'interno delle sue commende.
L'abito dei canonici consiste di una tonaca nera e un mantello bianco con la croce nera con bordi argentati; come decorazione indossano una croce pettorale al cordoncino nero triplice e una croce a spilla a forma di croce teutonica al petto sinistro. Per i familiares il mantello è nero con la croce teutonica ricamata sulla spalla sinistra; la decorazione è una croce latina patente, nera con bordi bianchi, da portare al collo appesa a un fiocco per metà di colore nero e per metà di colore argento.
L'ammissione all'Ordine, come detto, è manifestazione della residua facoltà equestre del Gran Maestro concessa dagli Statuti approvati dalla Santa Sede. Si tratta comunque di concessioni sporadiche: in tutto il mondo i Cavalieri sono nell'ordine delle decine, ultimi custodi di una quasi millenaria eredità cavalleresca crociata in Europa e in Terrasanta. L'Ordine si occupa di pastorale parrocchiale e gestisce ospedali, scuole, collegi per studenti e case di riposo: opera in AustriaGermaniaRepubblica CecaSloveniaSlovacchia ed Italia (RomaSicilia e Alto Adige): nel 2005 contava 35 case ed 81 membri professi, dei quali 65 sacerdoti.[5]
Dell'Ordine esiste anche il ramo femminile delle suore di carità dell'Ordine teutonico le quali, sole nel panorama canonico, riconoscono lo stesso superiore del ramo maschile nella persona del Gran Maestro.
L'unica sede centrale dell'Ordine Teutonico si trova a Vienna in Singerstrasse, 7 nei pressi dello Stephansdom. Allo stesso indirizzo si trovano la segreteria e il gran magistero. Il gran maestro dal 1923 è sempre un frate sacerdote (canonico) ed è attualmente mons. Bruno Platter. La sua elezione viene confermata dalla Santa Sede e viene autorizzato a portare le insegne e il rango di abate mitrato. L'ordine attualmente è presente solo in Europa e non possiede nessun tipo di altra rappresentanza nel resto del mondo. È diviso in baliati, alcuni dei quali hanno sotto la loro giurisdizione delle Commende. La Procura generale presso la Santa Sede è a Roma in via Nomentana, 421. Il Baliato d'Italia per i familiares o cavalieri mariani è il "Baliato ad Tiberim", sempre a Roma, in via Sant'Eufemia, 21. A distanza di oltre 500 anni, il Gran Maestro Bruno Platter con decreto dell'8 dicembre 2009, solennità dell'Immacolata Concezione di Maria, Patrona della Sicilia, ha sancito il ritorno dell'Ordine in Sicilia, con la creazione della Commenda Autonoma di Santa Maria degli Alemanni. Dal 17 ottobre 2013 la Commenda dell'Ordine Teutonico di Sicilia ha la sua sede definitiva presso la Chiesa del Sacro Cuore in Monreale.

Luoghi

Influenze nei media

Cinema

Letteratura

  • Guido Cervo Trilogia del Teutone:
    • La croce perduta, Piemme, 2010
    • La battaglia sul lago ghiacciato, Piemme, 2011
    • La setta dei mantelli neri, Piemme, 2013

Note

  1. ^ Alessandro BarberoFederico il Grande, Sellerio editore Palermo, 2007, pag. 25, ISBN 88-389-2225-X.
  2. ^ Christiansen E., The Northern Crusades, London, MacMillan, 1980
  3. ^ Augusto Camera e Renato Fabietti, Elementi di storia Vol. III, Zanichelli, Capitolo 0.9, pag XXIX.
  4. ^ Niels Skyum-Nielsen, Danish Medieval History & Saxo Grammaticus, Museum Tusculanum Press, 1981, p. 129, ISBN 87-88073-30-0.
  5. ^ Dati statistici riportati dall'Annuario Pontificio per l'anno 2007Città del Vaticano2007, p. 1452.

Bibliografia

  • Leonardo Vittorio ArenaI guerrieri dello spirito.[Dati incompleti]
  • Pierluigi Romeo di ColloredoI Cavalieri della Croce Nera. L'Ordensbuch del 1264: statuti e regola dell'Ordine Teutonico.[Dati incompleti]
  • William Urban, I Cavalieri Teutonici, traduzione di Rossana Macuz Varrocchi, 2da, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2007 [2003]ISBN 88-86928-99-8.
  • Pietro di Dusburg, Cronaca della terra di Prussia (1326), testo latino a fronte, traduzione e commento a cura di Piero Bugiani, CISAM, Spoleto 2012.
  • Paolo Lopane, Insediamenti cavallereschi in Puglia. Templari, Teutonici, Ospitalieri', Besa, Nardò 2015.
  • Piero Bugiani, I Cavalieri Teutonici. Crudeltà dei pagani e vite esemplari dei fratres, in «Nobiltà. Rivista di araldica, Genealogia, Ordini Cavallereschi », 100 (2011), pp. 89-104.
  • Piero Bugiani, Sul prussiano Criwe e la sua preistoria, in «Res Balticae», 12 (2012), pp. 25-37.

Voci correlate


domenica 4 febbraio 2018

Gli antichi Prussiani, la popolazione baltica pagana che fu sottomessa dall'Ordine Teutonico



Pruzzi o Prussiani erano una popolazione di origine baltica, originariamente insediata tra i fiumi Nemunas e Minge. Da loro la Prussia derivò il proprio nome. La zona d'insediamento dei Pruzzi si estendeva, ad est e verso sud-ovest, anche oltre i confini storici della Prussia. Nelle zone più centrali del loro insediamento i ritrovamenti archeologici provano una presenza ininterrotta di questa popolazione dalla fine del neolitico sino al medioevo. L'espansione verso la zona della Vistola ebbe luogo nel VII secolo, quando la presenza di coloni germanici era ancora molto sparuta. Dopo essere stati sottomessi dall'Ordine teutonico, vennero via via assimilati da popolazioni immigrate d'origine tedesca o polacca. La loro lingua, il prussiano si estinse attorno al XVII - XVIII secolo, ed è scarsamente documentata. Toponimi di origine prussiana sono Barta, Chełmno, Notanga, Pamede, Sasna e Lubava, Suduwa, Galinda, Nadruwa, Pagude, Semba, Skalwa e Warme.



Etimologia del nome

Peter von Duisburg, monaco dell'Ordine teutonico, narrò la sottomissione dei Pruzzi nella sua opera Chronicon Terrae Prussiae, indicando gli abitanti con il loro nome latino (Pruteni). Il nome dei Pruzzi nella loro lingua era Prūsai, pronunciato con la u lunga. Non vi è accordo sul significato di questo nome: per alcuni deriva da "prūta/ prūota" (astuzia, intelligenza), per altri da "prūsna" (rango, onore) oppure "prūsas" (elevato), derivato a sua volta dalla radice indeuropea "purusah" (uomo, persona).
Secondo Peter von Duisburg i Pruzzi erano divisi in 10 tribù residenti in altrettante province così enunmerate:

Latinotedescolituanoantico prussiano
(ricostruito)
1PomesaniaPomesanienPamedėParmeddi
2VarmiaErmland,
Warmien
VarmėWarmi
3PogesaniaPogesanienPagudėPaguddi
4NotangiaNatangen
5SambiaSamlandSemba
6NadroviaNadrauen
7BartiaBartenBartaBarta
8ScaloviaSchalauenSkalva
9SudoviaSudauenSūduvaSūdawa
10GalindiaGalindienGalindaGalinda


Primi tentativi di evangelizzazione

I Pruzzi erano pagani. Secondo Peter von Duisburg
« Poiché essi non conoscevano il Signore, adoravano erroneamente le sue creature, ovvero il sole, la luna, le stelle, gli uccelli, i quadrupedi, e anche le serpi. Essi possedevano: fiumi, campi e boschi sacri, ove non osavano arare, pescare o raccogliere legna. »
Nel 997 il vescovo di Praga Adalberto tentò una prima missione di evangelizzazione. Contemporaneamente il duca di Polonia Boleslao intraprese una spedizione per la conquista militare del territorio. I Pruzzi sospettavano di Adalberto, ritenendolo una spia di Boleslao, e lo uccisero per aver profanato un bosco sacro.

Tentativi polacchi di conquista

Nel periodo successivo i polacchi tentarono ripetutamente di impadronirsi del territorio abitato dai Pruzzi, soprattutto al fine di ottenere uno sbocco sul Mar Baltico. Queste spedizioni venivano giustificate con la necessità dell'evangelizzazione, ma non conobbero mai il successo, a causa della accanita resistenza dei Pruzzi. Negli anni 1209, 1220 e anche successivamente fu il conte Corrado di Masovia a tentare di sottomettere i Pruzzi, ma anche i suoi tentativi vennero respinti. Nel 1224, aizzò contro i Pruzzi i "Cavalieri di Dobrin", che dipendevano dall'Ordine Teutonico. Anch'essi vennero respinti, e la controffensiva dei Pruzzi fu talmente intensa che lo stesso Corrado si vide in pericolo, e decise di chiedere aiuto all'Ordine teutonico

L'intervento dell'Ordine Teutonico

Corrado offrì all'Ordine i territori prussiani, in cambio dell'assistenza militare. Prima di intervenire, però, l'ordine attese che il possesso della Prussia ricevesse la conferma da parte dell'imperatore, la qual cosa avvenne con la Bolla d'oro di Rimini del 1266
Con il Trattato di Kruschwitz (1230), Corrado cedette all'Ordine teutonico la Terra di Chełmno e tutte le future conquiste in Prussia orientale. Non è ancora chiaro se il trattato fosse un diktat dell'Ordine a Corrado, oppure se non si tratti addirittura di un falso.

Cronologia della conquista

  • 1234 prima campagna di conquista.
  • 1242 prima ribellione dei Pruzzi (guidata da Herkus Monte)
  • 1249 Trattato di pace di Christburg.
  • 1260 - 1272 seconda ribellione dei Pruzzi

Ribellioni

Nel XIII secolo l'Ordine teutonico riuscì, dopo una lotta durata decenni, a sottomettere i Pruzzi e impadronirsi del loro territorio. Nei villaggi abitati dai Pruzzi venivano nominati capovillaggio dei Pruzzi convertiti, detestati dagli abitanti, soprattutto perché costringevano con la forza alle corvée i contadini sottomessi. Queste forme di sfruttamento, unite al mancato mantenimento delle promesse in fatto di libertà di culto provocarono il malcontento della popolazione, che sfociò in rivolte che travolsero le recenti conquiste dell'Ordine. I Pruzzi trovarono un alleato nel principe dei Sanboridi Swantopolk, il quale aveva compreso che l'Ordine teutonico non si sarebbe limitato a sottomettere i Pruzzi, ma puntava in realtà a instaurare nella regione un potente stato. Per questa sua iniziativa Swantopolk venne colpito da scomunica. I Pruzzi riuscirono a riprendere il controllo quasi totale del proprio territorio, e a espugnare molti castelli templari. Fu solo con l'aiuto del duca di Masovia che l'Ordine teutonico riuscì a riconquistare la Terra di Chełmno.
Nel 1243 papa Innocenzo IV proclamò la santa crociata contro i Pruzzi. Nel 1244 Swantepolk fu costretto a chiedere la pace, ottenendo però che l'Ordine cessasse le azioni belliche e l'oppressione dei Pruzzi. Solamente i castelli di Balga, Elbing, Kulm e Thorn rimasero in possesso dell'Ordine. La situazione era di una sovranità nominale da parte dell'Ordine teutonico sui territori dei Pruzzi. Ma l'autorità dei cavalieri non era per nulla solida, tanto che nel 1249 si giunse ad un nuovo trattato di pace, che stabiliva in 18 punti i diritti e doveri delle parti in conflitto.
Nel 1250 una grave sconfitta dei cavalieri teutonici pose fine al tentativo di soggiogare i Pruzzi Natangi. I Pruzzi Galindi, che non erano ancora stati conquistati, per prevenire ogni iniziativa dell'Ordine, si rivolsero al duca di Masovia. Per tutta risposta l'Ordine, nel 1253, intraprese una spedizione contro Barti e Galindi. I Pruzzi si rivoltarono nuovamente nel 1256 e nel 1261, riuscendo ogni volta a scacciare i cavalieri dell'Ordine, i quali, però, si asserragliavano nei principali castelli, e l'anno successivo ritornavano in forze soffocando le ribellioni e riprendendo controllo del territorio. Lentamente la resistenza dei Pruzzi si sgretolava. Nel 1271 papa Clemente IV proclamò una nuova crociata contro i pagani del nord, e a metà degli anni 1270 solamente le tribù più settentrionali non erano state sottomesse, e solamente nel 1283 l'ultimo capo dei Pruzzi, Skurdo, fu costretto ad accettare il battesimo.
Decenni di combattimenti ebbero un costo umano pesantissimo: alcuni studiosi stimano che perse la vita tra il 20 e il 50% dei Pruzzi. Nei decenni successivi l'Ordine teutonico favorì l'afflusso di coloni tedeschi, assimilando di fatto la popolazione indigena. Ciò nonostante riuscirono a mantenere la propria identità sino al XVIII secolo.

Bibliografia

  • Pietro di Dusburg, Cronaca della terra di Prussia (Chronica terrae Prussiae). L’Ordine Teutonico dalle origini al 1326, introduzione, traduzione dal latino e note a cura di Piero Bugiani, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo (CISAM), Spoleto 2012, pp. CXXV-556.
  • Piero Bugiani, I Prussiani in alcune fonti del Medio Evo, in Incontri Baltistici in PisaStudi e saggi, Joker, Novi Ligure 2017, pp. 111-128.
  • Piero Bugiani, Sul prussiano Criwe e la sua preistoria, in «Res Balticae», 12 (2012), pp. 25-37.]

Voci correlate


Bandiera

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Il Sacro Romano Impero Germanico (Primo Reich) da Ottone I a Federico II

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Per convenzione, la nascita del Sacro Romano Impero Germanico si fissa al 962, quando Ottone di Sassonia si fece incoronare da papa Giovanni XII imperatore di un'entità che comprendeva Germania e Italia (e poi Borgogna, Boemia e Moravia). Ma gran parte della storiografia italiana e francese vi include l'Impero carolingio e quindi ne indica l'inizio nell'incoronazione di Carlo Magno nell'800. Carlo stesso, al titolo di re dei Franchi, aggiunse quello di "Augustus Imperator Romanorum gubernans Imperium", conferitogli da papa Leone III durante l'incoronazione.
Questa "restaurazione" dell'Impero Romano in Europa occidentale era legata alla figura di Carlo Magno e relativi discendenti, alle sue conquiste e allo speciale rapporto dei Carolingi con il papato. Non si può dire che il Sacro Romano Impero Germanico ne avrebbe raccolto tutta l'eredità: avendo perso il regno di Francia, l'avrebbe condivisa con la corona francese.[8]
Al di là della cesura provocata dalle lotte tra i discendenti di Carlo, comunque, la successione imperiale continuò a essere vista senza soluzione di continuità: gli imperatori si consideravano successori di Carlo Magno: Carlo IV e Carlo V portavano questi ordinali perché Carlo I era stato Carlo Magno, Carlo II Carlo il Calvo e Carlo III Carlo il Grosso.
L'Impero carolingio copriva un'area che include le odierne Francia e Germania, la Catalogna e buona parte dell'Italia settentrionale, anche se la dinastia che governava questi territori era di stirpe franca, e dunque germanica. L'Impero acquistò un carattere più germanico dopo la spartizione attuata dal Trattato di Verdun dell'843, grazie al quale la dinastia Carolingia proseguì — per pochi decenni — su linee indipendenti nelle tre regioni. La parte più orientale cadde sotto Ludovico II il Germanico, che ebbe vari successori fino alla morte di Ludovico IV, detto "il Fanciullo", ultimo carolingio della parte orientale.
Alla morte di Ludovico IV, i duchi di AlemanniaBavieraFranconia e Sassonia elessero Corrado I Sacro Romano Imperatore dei Franchi, non Carolingio, come loro capo nel 911. Il suo successore Enrico I (919 - 936), un sassone, accettò un Impero orientale separato da quello occidentale franco (ancora retto dai Carolingi) nel 921 chiamando sé stesso rex Francorum orientalium (re dei Franchi Orientali).
Enrico designò come suo successore il figlio Ottone, che fu eletto Re ad Aquisgrana nel 936. Questi più tardi, incoronato Imperatore col nome di Ottone I (poi chiamato "il Grande") nel 962, avrebbe marcato un passo importante, verso l'Impero (e non verso il Regno dei Franchi orientali che era l'altro residuo del Regno Franco) e avrebbe avuto la benedizione del Papa. Ottone aveva guadagnato prima molto del suo potere, quando nel 955 aveva sbaragliato i Magiari nella battaglia di Lechfeld.
Nella letteratura contemporanea e successiva, ci si riferisce all'incoronazione come a una translatio imperii, trasferimento dell'Impero. Il mitico sottinteso era che c'era e ci sarebbe stato sempre un solo impero. Si considerava che fosse cominciato con Alessandro Magno, fosse passato ai Romani, poi ai Franchi, e finalmente al Sacro Romano Impero (e questo spiega il Romano nel nome dell'Impero). Gli imperatori tedeschi si consideravano quindi i diretti successori di quelli dell'Impero Romano; e per questo motivo inizialmente si davano il titolo di Augusto. Inizialmente essi non si chiamarono ancora Imperatori "Romani", probabilmente per non entrare in conflitto con l'Imperatore Romano che ancora esisteva a Costantinopoli. Il termine Imperator Romanorum divenne comune solo successivamente all'epoca di Corrado II.
A quel tempo, il regno più orientale non si presentava come un'entità omogenea definibile già come "tedesca", ma era piuttosto costituito dall'alleanza delle vecchie tribù germaniche dei BavariSvevo-AlemanniFranconi e Sassoni. L'Impero come unione politica probabilmente sopravvisse solo per la forte personalità e influenza di Enrico il Sassone e di suo figlio Ottone. Tuttavia, anche se formalmente eletti dai capi delle tribù germaniche, nella realtà essi riuscirono a designare i loro successori.
Questo cambiò dopo Enrico II morto nel 1024 senza figli quando Corrado II, primo della dinastia Salica, fu eletto re nello stesso anno solo dopo qualche dibattito. Come esattamente il re fosse scelto sembra essere una complicata combinazione di influenza personale, lotte tribali, eredità e acclamazione da parte dei capi chiamati a formare l'assemblea dei grandi elettori.
Già a quel tempo il dualismo fra i territori, quelli delle vecchie tribù radicate nelle terre dei Franchi ed il Re/Imperatore, divenne solo apparente. Ciascun re preferiva passare la maggior parte del tempo nei suoi territori. Questa pratica cambiò solo al tempo di Ottone III re nel 983, imperatore dal 996 al 1002, che cominciò a utilizzare le sedi vescovili sparse nell'Impero come sedi temporanee del governo. Anche i suoi successori Enrico IICorrado II ed Enrico III, apparentemente riuscirono a legare i duchi al territorio. Non è, quindi, una coincidenza se all'epoca la terminologia cambia e si trovano le prime occorrenze del termine Regnum Teutonicorum.
La gloria dell'Impero quasi si estinse nella Lotta per le investiture, durante la quale il Papa Gregorio VII scomunicò Enrico IV (Re nel 1056, Imperatore dal 1084 al 1106). Sebbene fosse stata tolta dopo il viaggio a Canossa del 1077, la scomunica ebbe vaste conseguenze. Nel frattempo i duchi tedeschi avevano eletto un secondo Re Rodolfo di Svevia, che Enrico IV poté sconfiggere solo dopo una guerra di tre anni nel 1080. Le radici mitiche dell'Impero erano danneggiate per sempre; il Re tedesco era stato umiliato. Più importante ancora, la Chiesa diveniva un'entità indipendente sulla scacchiera dell'Impero.

L'Impero "Romano" sotto gli Staufen

Corrado III salì al trono nel 1138, fu il primo imperatore della dinastia Hohenstaufen (o di Svevia, in quanto gli Hohenstaufen erano duchi di Svevia), il cui periodo coincise con la restaurazione della gloria dell'Impero anche sotto le nuove condizioni del concordato di Worms. Fu Federico I "Barbarossa", il secondo della dinastia di Svevia (Re nel 1152, Imperatore dal 1155 al 1190) a chiamare per primo "Sacro" l'Impero.
Inoltre sotto il Barbarossa l'idea della "Romanità" dell'Impero tornò a crescere, quasi fosse un tentativo di giustificare il potere imperiale indipendente dal Papa. Un'assemblea imperiale nelle campagne di Roncaglia nel 1158 esplicitamente giustificò i diritti imperiali con la opinione di quattuor doctores del nuovo organismo giuridico della Università di Bologna, che cita frasi come princeps legibus solutus (il Principe non è soggetto alla legge) tratte dai Digesta del Corpus iuris civilis. Che i legislatori romani l'avessero creato per un sistema completamente diverso che non coincideva affatto con la struttura dell'Impero era considerato del tutto secondario; la corte dell'imperatore aveva la necessità di legittimarsi storicamente.
Ai diritti imperiali ci si era riferiti con il termine generico di regalia fino alla Lotta per le investiture, ma furono enumerati per la prima volta a Roncaglia. Questo elenco includeva strade pubbliche, tariffe, emissione di moneta, raccolta di imposte punitive e la nomina e revoca dei funzionari. Questi diritti furono radicati esplicitamente nella Legge Romana, come fosse una legge costituzionale; il sistema fu anche connesso alla legge feudale, e il cambiamento più evidente fu il ritiro dei feudi di Enrico il Leone nel 1180 che portò alla sua scomunica. Barbarossa, quindi, per un certo tempo, cercò di legare più strettamente i riottosi duchi tedeschi all'impero come un tutt'uno.
Un'altra importante novità costituzionale di Roncaglia fu lo stabilimento di una nuova pace (Landfrieden) per tutto l'Impero, un tentativo non solo di abolire le vendette private fra i duchi locali, ma anche di legare i subordinati dell'Imperatore a un sistema di giurisdizione e di persecuzione pubblica degli atti criminali, concetto che all'epoca non era universalmente accettato.
Poiché dopo la lotta per le investiture l'imperatore non poteva più appoggiarsi alla Chiesa per mantenere il potere, gli Staufen sempre più concedevano terra a funzionari che Federico sperava fossero più manovrabili dei duchi locali. Inizialmente utilizzati soprattutto per servizi di guerra, questi avrebbero formato la base per la futura classe dei cavalieri, altro appoggio del potere imperiale.
Un altro concetto innovativo per il tempo era la fondazione sistematica di nuove città, sia da parte dell'Imperatore sia da parte dei Duchi locali. Ciò era dovuto all'esplosione della popolazione, ma anche alla necessità di concentrare il potere economico in località strategiche, mentre fino ad allora le sole città esistenti erano di antica fondazione romana o le più vecchie sedi vescovili. Fra le città fondate nel XII secolo Friburgo, modello economico per molte altre successive, e Monaco.
Il successivo regno dell'ultimo degli Staufen, Federico II, fu per molti aspetti differente da quello dei predecessori. Ancora bambino inizialmente regnò in Sicilia, mentre in Germania il figlio del BarbarossaFilippo di Svevia e Ottone IVcompetevano con lui per il titolo di Re dei Germani. Dopo essere stato incoronato imperatore 1220, rischiò il conflitto con il Papa per aver reclamato il potere su Roma; in modo stupefacente per molti, si impossessò di Gerusalemme nella crociata del 1228, mentre era ancora scomunicato dal Papa.
Mentre riportava in auge l'idea mitica dell'Impero, Federico II compì il primo passo nel processo che avrebbe portato alla sua disintegrazione. Da un lato si concentrò sull'instaurare in Sicilia uno Stato di straordinaria modernità per i tempi, con servizi pubblicifinanze e sistema giudiziario. Dall'altro, fu l'Imperatore che concesse i maggiori poteri ai Duchi tedeschi, con due Privilegi che non sarebbero stati più revocati dal potere centrale. Nel 1220, con Confoederatio cum principibus ecclesiasticis, Federico in sostanza cedeva ai vescovi un certo numero di diritti imperiali (regalia), fra cui quelli di stabilire tariffe, battere moneta ed erigere fortificazioni. Nel 1232 con lo Statutum in favorem principumestendeva tali diritti agli altri territori.
Benché molti di questi privilegi esistessero già, non erano elargiti in modo generalizzato e definitivo, onde permettere ai Duchi di mantenere l'ordine al Nord delle Alpi, mentre Federico voleva concentrarsi sulla sua terra natale, l'Italia. Nel documento del 1232 per la prima volta i Duchi tedeschi sono chiamati Domini terrae, proprietari della terra, altra novità notevole.
Qui sotto possiamo vedere lo stemma del Sacro Romano Impero durante il regno di Federico II di Hoenstaufen, duca di Svevia, re di Sicilia e Imperatore.