martedì 30 agosto 2016

Spettro politico dei libertari: il libertarismo di sinistra (anarco-socialismo) e il libertarismo di destra (anarco-capitalismo, miniarchismo, neoliberismo)

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Con il termine "libertarismo" si intende un'ampia gamma di dottrine politiche molto differenti tra loro, che hanno in comune l'obiettivo della piena e massima realizzazione delll'ideale della libertà in tutte le sue accezioni.
A seconda della loro posizione riguardo ai temi di natura economica e al ruolo delle istituzioni pubbliche e dello stato, si hanno i libertari di sinistra (di matrice anarco-socialista) e i libertari di destra, detti anche libertariani (di matrice anarco-capitalista)

I Libertari di sinistra o anarco-socialisti
Libertarismo, dal francese libertaire, è un termine che indica un'ideale e una filosofia-politica, comprendente scuole di pensiero afferenti ad aree egualitariste di sinistra accomunate dal considerare la libertà come valore fondamentale, anteponendo la difesa della stessa ad ogni autorità o legge.[1] Il libertarismo mira cioè ad una forte limitazione o ad una eliminazione del potere dello Stato e di tutti quegli enti che limitano o avversano lagiustizia sociale e la libertà individuale e politica, questi ultimi due tra i punti cardine per i quali il libertarismo tende a una loro massimizzazione.[2] Per sineddoche, il tutto per la parte nello specifico, viene a volte utilizzato come sinonimo di anarchismo[3][4] essendo attualmente e fino a documentata prova contraria tutti gli anarchici libertari e non essendoci anarchici non libertari[5], ma costituendo in realtà un'ideale più ampio, concretizzatosi a partire dalla seconda metà del XIX secolo nella tradizione di tutta la sinistra libertaria, anarchica in primo luogo, anche alla luce dei fatti di fine XIX secolo esposti a seguire.
In Francia, in seguito alle leggi approvate in emergenza l'11 e il 15 dicembre 1893 e il 28 luglio 1894 (Lois scélérates, ovvero, tra i provvedimenti, divieto di qualsiasi tipo di propaganda anarchica), che saranno abrogate nel1992, libertario diventò tout court identificativo di anarchico[6][7]. Per molti decenni i due termini vennero usati come sinonimi, praticamente intercambiabili, in Francia[8] per le citate norme (Loi du 28 juillet 1894) e, ad esempio, durante la rivoluzione anarchica spagnola del 1936 (la Federazione anarchica iberica aveva la Federación Ibérica de Juventudes Libertarias, come suo movimento giovanile, federazione tuttora esistente), in Italia dai primi del XX secolo[9][10], con le diverse pubblicazioni come le milanesi di metà '900 Il Comunista Libertario e Il Libertario, le organizzazioni del secondo dopoguerra (dal 1944 i Gruppi Libertari dell'Italia Liberata - Alleanza Gruppi Libertari si organizzarono per poi confluire nella FAI, federazione anarchica italiana, parte dell'internazionale anarchica), e innumerevoli altri esempi di utilizzo in tale sinonimia.
In senso meno esteso, libertario è un termine che viene utilizzato anche per definire una pletora di atteggiamenti riguardanti singole libere scelte verso aspetti meno universali e più limitati, più correttamente definibili liberi(quindi di volta in volta, singolarmente, su temi economicimoralisessualiculturali, eccetera).

Cenni storici e culturali

Il termine venne introdotto dallo scrittore e militante comunista anarchico Joseph Déjacque nel 1857[11] nel corso di alcune sue corrispondenze pubbliche per indicare una visione collaterale al socialismo di ispirazione anarchica, criticando alcuni aspetti ideologici di Proudhon riguardanti l'egualitarismo di genere (la sopracitata lettera aperta, verteva su aspetti sociali che in termini odierni definiremmo di pari opportunità)[12]. L'anno successivo il neologismo entrò nel titolo di una pubblicazione da lui stesso edita a New York. In Italia, un omonimo settimanale anarchico, Il Libertario, venne dato alle stampe nel 1903.
Il termine libertario è in diretta contrapposizione al termine liberale; è ed è stato storicamente, fin dalle sue origini ottocentesche, nell'uso politico, spesso un sinonimo di anarchismo.
« Che cos'è la proprietà? La proprietà è un furto »
(Pierre-Joseph Proudhon)
Le critiche mosse alla matrice primigenia della teoria anarchica, incarnata da Proudhon, quindi non vertevano infatti sui temi strettamente economici, ma l'assenza di una visione libertaria quindi egualitaria di genere porterà a trasferire sui temi di organizzazione del lavoro il dissidio. Nei congressi della Prima Internazionale nasceranno i dibattiti interni proprio sulle politiche di accesso al lavoro femminile, dissidi che sfoceranno nella scissione nel mutualismo da parte dei seguaci proudhoniani (i quali comunque distingueranno sempre tra Proprietà fondiaria o capitalista e nata dallo sfruttamento del lavoro altrui dalla proprietà creata dal lavoro definita Possesso). La proprietà personale, almeno in teoria non veniva messa in discussione neanche dalle fazioni stataliste di ispirazione socialista (che distinguevano tra proprietà individuale e proprietà dei mezzi di produzione, questi ultimi sì, da collettivizzare[13])
Fondamenti del libertarismo sono l'astensione dal voto[14] in occasione di consultazioni politiche, e l'affermazione delle libertà civili ed individuali, in un'ottica anti-discriminatoria in senso esteso. Nell'esposizione della pratica libertaria[15], si prospetta l'abolizione dello Stato, della proprietà dei mezzi di produzione, dell'autorità religiosa e della famiglia istituzionale.
Il termine comunismo libertario, strettamente collegato, viene utilizzato in lingua italiana a partire dal congresso di Firenze del 1876 dell'AIL, sezione italiana, mentre socialismo libertario compare in lingua italiana per la prima volta nel 1897[16]. Posizioni meno radicali sul sovvertimento dello Stato sono espresse da autori contemporanei quali Noam Chomsky, che nella sua attività politica si concentra principalmente su temi di economia politicapolitica economica internazionale, principalmente statunitense e controllo dellacomunicazione di massa, in un'ottica altermondista.
Gli ideali egualitari e anti-autoritari al di là delle ricadute strettamente politiche, hanno lasciato un'impronta nella cultura: filosofia, musica, poesia, letteratura hanno attinto o hanno supportato le istanze libertarie. Dall'ottocentesco poeta e politico Pietro Gori[9] aGeorges Brassens, collaboratore del Libertaire nel 1946[17], Ad Albert Camus[18], percorrendo tutto il novecento, con autori più o meno popolari, dal poeta Riccardo Mannerini, ispiratore di alcuni testi di Fabrizio De André a cantautori contemporanei, interessando aree come la pedagogia e la filosofia con personaggi come Ivan IllichMarcello BernardiHerbert MarcuseNoam Chomsky e molti altri ancora.

Il movimento libertario in senso ampio

« Gli anarchici li han sempre bastonati e il libertario è sempre controllato dal clero, dallo Stato: non scampa, fra chi veste da parata, chi veste una risata... »
(Francesco Guccini - Canzone di notte n°2)
La premessa alla voce non chiarisce ovviamente tutte le sfumature occorse nel corso dell'evoluzione del concetto, e dall'utilizzo in senso politico, culturale e discorsivo del libertarismo inteso in senso estensivo. Nato per ampliare concetti di carattere sociale alla sfera tradizionalmente afferente al privato, il termine ha avuto un periodo di utilizzo sinonimico con anarchia, utilizzo diffusosi inizialmente per aggirare politiche persecutorie dei governi nei confronti degli anarchici, come documentato nell'introduzione alla voce. L'evoluzione del pensiero anarchico e della società ha successivamente, nei fatti, assorbito ideologicamente i concetti di libertarismo in tutte le sue manifestazioni. Come esempio, la revisione novecentesca di Camillo Berneri ha ulteriormente ammorbidito i temi di contrasto[19] nel confronto positivo con i credenti, e contro il cosiddetto ateismo di propaganda. In senso contemporaneo, ogni manifestazione dell'anarchismo è intrinsecamente sottintesa libertaria.

Storia

Gli anarchici di tradizione socialista e collettivista usano il termine libertario per descrivere se stessi e le loro idee sin dal 1857"Le Libertaire, Journal du Mouvement Sociale" fu pubblicato a New York dal 1858 al 1861 dal rivoluzionario anarcocomunista Joseph Déjacque[20], a seguito di alcune sue lettere pubbliche rivolte a Proudhon dove per la prima volta veniva introdotto il termine in stretta contrapposizione a liberale, configurato come coercitivo, almeno sul piano delle libertà dell'individuo.
Francia
La pubblicazione, tra alterne vicende, fu irregolare, e dopo il rientro in patria a seguito di un'amnistia di Dejacque e la sua morte avvenuta nel 1864, la pubblicazione fu rilanciata da Sébastien Faure e Louise Michel fino al 1899, anno in cui, con la trasformazione in quotidiano del periodico, continuò come allegato illustrato alla pubblicazione. Nel 1914, per le sue posizioni antimilitariste e antiinterventiste, la pubblicazione venne interrotta. Riprese, nel periodo tra le due guerre mondiali in veste di quotidiano, e si rifermò nuovamente nel 1939 allo scoppio del conflitto. Al termine della seconda guerra mondiale, già dal dicembre 1944 riprese la stampa, diventando settimanale dal 1946. In questo periodo collaborarono alla rivista Georges BrassensLéo FerréAndré BretonArmand Robin e Albert Camus. Per problemi legali derivanti al sostegno agli indipendentisti nella guerra d'Algeria e ricostituzione della federazione anarchica, il periodico, prima mensile e poi quotidiano riprende a essere pubblicato col titolo Le Monde libertaire dal 1954[21].
L'uso della definizione comunismo libertario, invece, è da datarsi al novembre del 1880, quando venne adottata da un congresso anarchico francese[22].
L'uso del termine "libertario" da parte degli anarchici divenne molto popolare dal 1890 in poi, dopo che si cominciò ad usarlo in Francia nel tentativo di ostacolare leggi antianarchiche e per evitare le associazioni negative della parola anarchia nell'accezione generale. Da allora, specialmente fuori dall'America, il termine è stato associato sempre con le idee ed i movimenti anarchici.
La connotazione data da Dejacque nella sua corrispondenza era un irruente apostrofo in un'accesa discussione in merito a conflitti in materia di genere. Nei successivi approfondimenti, usciti periodicamente su Le libertaire, prese corpo la visione utopistica in cui il libertarismo si sarebbe collocato. La riedizione su Umanosphere del 1889 elimina molti passaggi sulla realizzazione del libertarismo, le cui esposizione colorita e sanguigna avrebbe attirato l'attenzione degli organi di polizia, molto attivi nel reprimere i rivoluzionari, libertari, socialisti o blanquisti, dopo i fatti relativi alla Comune di Parigi del 1871.
La campagna per l'abolizione definitiva di statoproprietàreligionefamiglia sarebbe stata portata avanti con qualunque mezzo, in pratica con azioni cospirative affini a quelle della carboneria italiana, ma attuata da piccoli gruppi di attivisti, con pratiche che oggi potremmo definire di guerriglia. La prospettiva era comunque considerata a lunghissimo termine; un millennio circa per la società Umanospherique, sorta di falansterio non gerarchico (cyclideon), che probabilmente avrebbe ispirato le successive opere letterarie d iH. G. Wells.
Italia
In Italia il movimento libertario ha prodromi nel 1857, anteriori al successivo arrivo di Bakunin nel paese, nel 1864. Il localismo del movimento si instaura nell'ambito dei moti risorgimentali, dove Carlo Pisacane anticipa l'avventura garibaldina tentando con insuccesso una sollevazione popolare poi soffocata nel sangue dall'esercito borbonico. Solo con la pubblicazione postuma dei Saggi[23], avvenuta in Francia, le sue idee libertarie si diffusero e furono rese note. Si conobbero le dispute con Mazzini e l'adesione alle idee proudhoniane, nonché le letture e meditazioni su Fourier. L'approccio sociale verrà considerato affine alla visione iniziale di Bakunin (periodo slavo).
Pisacane rivendicava, nei suoi scritti, che fosse garantito ad ogni individuo il corrispettivo del suo lavoro ma ogni altro possesso venisse "dalle leggi fulminato come il furto". Queste affermazioni lo portarono oltre l'ottica di Proudhon, in una visione collettivista in cui i mezzi di produzione migrano a proprietà comune; terre fabbriche e loro prodotti condivisi e divisi equamente tra tutta la popolazione. Il suo libertarismo si estese alle forme di governo, escludendo che la società potesse esser governata da chichessia, e che essa "costituita nei suoi reali e necessari rapporti esclude ogni forma di governo".
Pisacane non ebbe seguiti movimentisti diretti, ma la fratellanza fiorentina[24] e la successiva fratellanza internazionale, frequentate pochi anni dopo la loro fondazione, da Bakunin furono strutture politiche ad indirizzo libertario composte, in gran parte, da compagni del Pisacane.
Nel 1868 si costituirono i nuclei iniziali del'associazione internazionale dei lavoratori, inviando Saverio Friscia come delegato italiano a Bruxelles. Esponenti libertari di spicco del periodo furono Carlo CafieroErrico MalatestaPietro GoriLuigi Fabbri.
I contrasti interni tra Karl Marx e Bakunin strettamente legati ai concetti libertari nell'organizzazione dei lavoratori[25] portarono nel 1872 alla scissione[26] tra ala libertaria e ala marxista, quest'ultima maggioritaria, in contrasto ai rapporti di forza del precedente congresso di basilea del 1869, dove Il 63% dei delegati si trovano sulle cosiddette testi collettiviste "anti-autoritarie" . In Italia al contrario l'ala libertaria assunse posizione dominante, e molti dei moti insurrezionali dell'ultimo quarto di secolo (Bologna 1874, Puglia e Campania 1877[27][28]) furono ispirati da tali principi. Il fallimento di molte di queste iniziative e la conseguente repressione condusse molti di loro all'esilio, ottenendo asilo politico principalmente in Svizzera ed in America latina.
Nell'insurrezione a Bologna del 1874, Andrea Costa venne arrestato subito (si convertirà in seguito alla causa del socialismo parlamentare, e contribuirà alla fondazione dell'Avanti!), e Malatesta in seguito a Pesaro mentre si avviava in Svizzera. Entro 1876 tutti gli organizzatori si ritrovarono comunque liberi, per diffuse simpatia delle giurie, in sfida esplicita al re Vittorio Emanuele. Il contesto alimentò la rinascita della stampa libertaria, (il nuovo risveglio Livorno e Il martello a Fabriano). La svolta italiana, a livello ideologico si compì nell'allontanamento dal collettivismo di Bakunin e la svolta verso il comunismo libertario (da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni, nella misura consentita dalle disponibilità).
Degna di rilievo la rivolta di San Lupo1877, presso Benevento e nel Matese, dove a Letino in una situazione oggi definibile trasversale, i libertari ricevettero la benedizione del parroco Don Fortini che definendo i malatestiani "veri apostoli mandati da Dio"[29] stabilì uno storico precedente. Gli insorti, principalmente contadini, ricevettero allo stesso modo la solidarietà dei parroci dei villaggi vicini, come padre Tamburini a Gallo, prima di venir circondati e catturati da forze regolari di cavalleriafanteria e bersaglieri. Giurie localmente ostili alla casa Savoia impedirono condanne in massa, ma le rivolte popolari ebbero fino a fine secolo una battuta d'arresto. Una serie di azioni repressive dello stato e una serie successiva di azioni violente e di attentati individuali attribuite globalmente agli anarchici, ma di varia estrazione, (basti pensare all'attentato di Giovanni Passannante contro il re Umberto I) contribuì ulteriormente ad estinguere il movimento libertario come fenomeno diffuso per il successivo decennio.
I principali esponenti italiani, in esilio, condussero intensa attività di propaganda, editoriale e di sperimentazione sociale (notevole fu in questo contesto la colonia Cecilia in Brasile alla fine degli anni ottanta) dall'estero, principalmente in Europa, Nord e Sud America.
L'ultimo decennio del secolo vide in sequenza, tumulti nel 1890 per disordini spontanei che portarono in seguito alla scissione di Genova tra socialisti e libertari; l'uscita definitiva dal movimento libertario della Seconda Internazionale nel 1896, a Londra; una serie di tumulti e sommosse nel 1898 in sud Italia, estesisi poi a Milano e Firenze, con conseguenti scontri e repressioni di piazza. Tali proteste e la feroce repressione dello Stato, nota principalmente per le azioni sulla folla delle unità al comando del generale Bava Beccarisnell'ambito dei moti di Milano, ebbero per epilogo l'uccisione di Umberto I da parte di Gaetano Bresci nel 1900.
Stati Uniti d'America
Il termine venne, come dettagliato nell'introduzione, introdotto da Joseph Déjacque a New Orleans nel maggio 1857 nel corso di alcune corrispondenze pubbliche e l'anno successivo nel giornale da lui edito a New York. Venne utilizzato, sempre in ambito anarchico[30], nella prima e seconda metà del millenovecento, dove Clara Solomon figlia di Samuel Freedman, seguace di Peter Kropotkin e Rudolf Rocker prima a Londra e poi nella Jewish Anarchist Federation a New York, insieme al marito Sidney furono membri dell'organizzazione libertaria Vanguard Group, dove Clara svolgeva lavori organizzativi e Sidney scriveva per il giornale del gruppo sotto lo pseudonimo di "S. Morrison.". Nel 1941, come Clara Fredricks and S. Morrison, editarono un periodico chiamato Libertarian Views, noto per le critiche al pacifismo "tout court" ed in appoggio ad azioni armate contro il nazifascismo. Esempi successivi li ritroviamo sempre negli USA, dove nel luglio 1954, su princìpi anarcosindacalisti, viene fondata la "Lega Libertaria", attiva fino al 1965.

Il libertarismo inteso in senso ristretto - le scuole di pensiero

In campo strettamente economico, a differenza del liberismo di destra e del libertarianismo, i teorici accomunati da principi libertari credono che né sostenere né mischiare il lavoro con le risorse naturali possa essere sufficiente a generare pieni diritti di proprietà privata, affermando che tali risorse dovrebbero essere condivise in una maniera egualitaria da tutti quanti, sia "selvatiche" che possedute collettivamente. I libertari in questo senso ristretto, che sostengono la proprietà privata, lo fanno a condizione che la ricompensa sia offerta alla comunità locale. Il libertarismo, quello inerente agli aspetti economici, mira cioè comunque ad una forte limitazione o ad una eliminazione del potere dello Stato in questi ambiti.[2].
In senso ristretto possiamo quindi individuare alla fine del XVIII secolo alcuni filosofi come Thomas Paine, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d'America; Thomas Spence, teorico della proprietà collettivaHerbert Spencer con i suoi primi scritti politici e Henry George, fondatore del georgismo, come precursori di un movimento filosofico politico tendenzialmente egalitario sulla proprietà delle risorse. Rispetto ai libertariani classici e quelli di destra, i libertari economici differiscono con la tradizione riguardo all'appropriazione originale dei beni (cioè il principio che definisce le condizioni in cui la titolarità della proprietà viene per la prima volta attribuita a qualcuno), dal momento che sostengono il diritto universale di ogni persona a possedere una parte uguale di risorse naturali. Questo principio di giustizia consente ad alcuni libertari di giustificare la distribuzione di un reddito di base incondizionato per tutti, come compensazione per l'irregolare appropriazione privata delle risorse naturali. Non collettivizzazione delle risorse o dei mezzi di produzione, quindi, ma redistribuzione dei benefici derivanti dal loro utilizzo.
Intendendo quindi il libertarismo in questo senso, possiamo individuare alcune scuole di pensiero correlate e a tratti sovrapposte tra di loro:

Scuole di pensiero


Henry George, fondatore del georgismo

Georgismo

Il georgismo, fondato da Henry George durante l'Ottocento, reclina maggiormente verso la filosofia economica, afferma la proprietà comune di ciò che proviene dalla terra e dalla natura (la rendita) per ogni essere umano, sebbene coloro che producono un bene abbiano automaticamente diritto a possederlo privatamente.
George inoltre si batteva per l'imposta sul valore fondiario, dal momento che questa può generare da sola abbastanza reddito da ridurre o eliminare le altre tasse, oppure aumentare il reddito di base di ogni cittadino. Tra l'altro l'imposta in questione diminuisce il pericolo di disuguaglianza economica, in quanto verrebbe pagata principalmente dai ricchi. A cavallo del Novecento le idee di George ispirarono numerosi istituti d'economia, partiti politici e comunità a costituirsi basandosi su di esse.
Il geolibertarismo, che deriva dal georgismo, è una filosofia abbastanza recente e si propone più che altro di conciliare i principi libertariani classici con le teorie economiche di George, lasciandole invariate.

Scuola di Steiner-Vallentyne

Studiosi libertari contemporanei come Hillel Steiner[33]Peter Vallentyne[34]Philippe Van Parijs[35]Michael Otsuka[36] e David Ellerman[37][38] tracciano l'egalitarismo economico nel concetto liberale di autonomia dell'individuo e appropriazione della terra, fuso con georgismo e fisiocrazia riguardo alla proprietà terriera e alle risorse naturali, assumendo come punti di vista quelli di Locke e George[39][40].
L'appropriazione di beni è legittima solo se tutti possiedono la stessa quantità o se la proprietà privata viene tassata per compensare le necessità di coloro che sono esclusi dalle risorse[41][42].
La scuola di Steiner–Vallentyne pone l'accento anche sulla sua interpretazione dell'originale appropriazione dei beni teorizzata dal professor Robert Nozick[43]. Essa concepisce la "selvaticità" della terra come bene comune e offerto a tutti coloro che abitano in una delimitata zona. Siccome (secondo loro) non c'è nessuna distribuzione predeterminata del terreno, non ci sono ragioni per cui si dovrebbe pensare che alcuni individui debbano possedere più degli altri, arrivando quindi a considerare le risorse una proprietà collettiva. Tuttavia la scuola di Steiner–Vallentyne rinnega la possibilità che il lavoro "mischiato" possa determinare cambiamenti decisionali sulla proprietà dei beni. Il vero problema in questa scuola di pensiero è causato dalla discordanza di idee tra i suoi stessi membri, dal momento che ognuno di loro predilige modi diversi di utilizzare la proprietà: alcuni fanno affidamento sulla richiesta e il consenso da parte della comunità, altri invece preferirebbero appropriarsi della terra in cambio di una rendita, oppure pagare le tasse sui profitti ricavati dalle risorse appropriate, o infine consentire il comune utilizzo/consumo dei prodotti in questione.

Socialismo libertario

Il socialismo libertario ha come obbiettivo la creazione di una società priva di burocrazia, non gerarchica, in cui non c'è proprietà privata sui mezzi di produzione.

Noam Chomsky, celebre socialista libertario
Coloro che ne fanno parte credono di poter convertire tali mezzi in beni pubblici, conservando però il rispetto della proprietà personale[44]. Essi promuovono l'associazione libera degli individui invece che un governo, e si oppongono alle relazioni sociali implicite del capitalismo come il lavoro subordinato[45].
Secondo loro si può raggiungere l'uguaglianza e la libertà tra i membri della società solo abolendo le autorità costituite che controllano i mezzi di produzione e si aggregano in una élite per il controllo delle classi inferiori[46]. Questa scuola trova il suo senso nella democrazia diretta e in mezzi esterni come il municipalismo libertario, le assemblee cittadine, le riunioni dei lavoratori e i sindacati[47].
Tra le filosofie politiche che presentano vari tratti del socialismo libertario si possono identificare alcune correnti anarchiche (anarco-comunismoanarco-collettivismoanarco-sindacalismo[48] emutualismo[49]) e ideologie di ispirazione marxiste libertarie come luxemburgismo[50] e concilismo, infine certe categorie di socialismo utopistico[51], mentre l'anarco-individualismo costituisce un'area molto variegata (individualista) e a parte, spesso non assimilabile alla tradizione politica socialista.
Radicali Italiani, un partito di ispirazione socioliberale, elenca fra le sue ispirazioni, oltre all'antiproibizionismo e al socialismo liberale, anche una tipologia di libertarismo, un anarchismo di mercato di sinistra ma con forti connotazioni di anarco-capitalismo, seppur distante da Rothbard.[52] Tuttavia, nel Partito Radicale questa ideologia è molto sfumata, fino ad essere assorbita dalle idee più in voga[53], mentre venne posta in rilievo nell'effimero gruppo dei Riformatori Liberali, scissione dei radicali.

Note

  1. ^ 1. che si basa sulla libertà come valore fondamentale, ispirato alla difesa della libertà: "idee libertarie, principi libertari" -- 2. chi è fautore di una libertà individuale superiore a ogni autorità o legge: s.m.estens., anarchico. AaVv, Dizionario della lingua italiana, dir. T.De Mauro, Paravia 2000, p.1374.
  2. ^ a b (ENVallentyne, Peter, "Libertarianism", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2010 Edition), Edward N. Zalta (ed.). In particolare sulle accezioni anglosassoni, includendo comunque quelle left.
  3. ^ Vocabolario Treccani della lingua italiana
  4. ^ Grande Dizionario della Lingua Italiana UTET
  5. ^ Svariati movimenti si sono, nel corso del tempo, dichiarati a parole o nei fatti, Libertari; anti-libertari in senso esplicito nonostante il fiorire di regimi totalitari, si sono espressamente dichiarati principalmente movimenti di ispirazione religiosa fondamentalista come Quaccheri cristiani ecumenici per fare il bene - sito web, movimenti fondamentalisti islamici, eccetera. Pensatori e opinionisti moderati, anche di ispirazione religiosa non espongono un anti-libertarismo di bandiera, utilizzando il termine nel suo significato estensivo in senso positivo Slavoj Žižek, L'islam e la modernità: Riflessioni blasfeme, Ponte alle Grazie, 2015.
  6. ^ legifrance.gouv.fr sito goverbativo
  7. ^ https://criminocorpus.org/fr/legislation/textes-juridiques-lois-decre/textes-juridiques-relatifs-la-recidive/28-juillet-1894-loi-sur-les-menees-anarchistes/ Loi sur les menées anarchistes
  8. ^ L'A. B. C. du libertaire, Jules Lermina, 1906
  9. ^ a b Maurizio Antonioli, Franco Bertolucci e Roberto Giulianelli, Nostra patria è il mondo intero. Pietro Gori nel movimento operaio e libertario italiano e internazionale, Pisa, Bfs, 2012
  10. ^ Eva Civolani, L'anarchismo dopo la Comune: i casi italiano e spagnolo, F. Angeli, 1981, p41, Dualismo economico e coscienza libertaria
  11. ^ lettera aperta a P. J. Proudhon, De l'Être-Humain mâle et femelle - Lettre à P. J. Proudhon, pubblicata a New Orleans nel maggio 1857
  12. ^ l'être-humain mâle et femelle
  13. ^ [socializzazione_(Enciclopedia-Italiana)|socializzazione Enciclopedia italiana Treccani]
  14. ^ Sébastien Faure, Jean Grave, Georges Mathias Paraf-Javal, Pour ne pas voter; Électeur écoute Paris: Groupe de propagande par la broch,1919 riedit. 1924
  15. ^ Joseph Déjacque, Humanosphere, ristampa critica, a cura di Jean Grave, Parigi, 1889
  16. ^ Errico MalatestaFrancesco Saverio MerlinoAnarchismo e democrazia: soluzione anarchica e soluzione democratica del problema della libertà in una società socialista,Il Messaggero, 1897
  17. ^ Brassens Georges, Scarano D, Le strade che non portano a Roma. Riflessioni e massime d'un libertario, Coniglio Editore, 2009.
  18. ^ Michel Onfray, L'ordine libertario. Vita filosofica di Albert Camus, Ponte alle Grazie, 2013, ISBN 8862207425
  19. ^ Stefano D'Errico, Anarchismo e politica nel ventesimo secolo, il "programma minimo" dei libertari del terzo millennio, 2007, ISBN 9788884835277 ISBN 8884835275
  20. ^ Max Nettlau, A Short History of Anarchism, p. 75
  21. ^ Maurice Joyeux, pubblicazione della federazione anarchica in lingua francese, Volonté anarchiste', n° 25; Histoire du journal de l'organisation des anarchistes: du Libertaire au Monde libertaire, edizioni Fresnes-Antony, 1984.
  22. ^ Ibid., p. 145
  23. ^ Saggi storici-politici-militari sull'Italia Di Carlo Pisacane Pubblicato da Stab. tip. nazionale, 1858. Originale disponibile University of California e ivi digitalizzato
  24. ^ Il movimento anarchico italiano
  25. ^ Eva Civolani, L'anarchismo dopo la Comune: i casi italiano e spagnolo, F. Angeli, 1981, p41 e seg, Dualismo economico e coscienza libertaria
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  41. ^ Rothbard, Murray N. (1982). The Ethics of Liberty. Atlantic Heights, NJ: Humanities.
  42. ^ Gaus, Gerald F. e Kukathas, Chandran (2004). Handbook of Political Theory. Sage Publications Inc. p. 128.
  43. ^ Nozick, Robert (1974). Anarchy, State, and Utopia. New York: Basic.
  44. ^ Berkman, Alexander (1929). Now and After: What Is Communist Anarchism?.
  45. ^ Chomsky, Noam (2003). For Reasons of State. India: Penguin Books. p. 376.
  46. ^ Mendes, Silva (1896). Socialismo Libertário ou Anarchismo.
  47. ^ Rocker, Rudolf (2004). Anarcho-Syndicalism: Theory and Practice. AK Press. p. 65. ISBN 978-1-902593-92-0.
  48. ^ Sims, Franwa (2006). The Anacostia Diaries As It Is. Lulu Press. p. 160.
  49. ^ A Mutualist FAQ: A.4. Are Mutualists Socialists?. Mutualist.org.
  50. ^ Murray Bookchin, Ghost of Anarcho-Syndicalism; Robert Graham, The General Idea of Proudhon's Revolution.
  51. ^ Bromley, Kent (1906). "Preface." The Conquest of Bread.
  52. ^ Domenico Letizia, I meriti del libertarismo che la sinistra dovrebbe capire
  53. ^ Marco Pannella e i radicali italiani, Movimento Libertario

Bibliografia

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  • Henry ArvonL'Anarchisme, Parigi, 1951.
  • Vittorio EmilianiLibertari di Romagna. Vite di Costa, Cipriani, Borghi, ed. Longo Angelo, 1995, ISBN 9788880630401.
  • Daniel GuérinPer un marxismo Libertario, Massari, 2009, ISBN 9788845702549ISBN 8845702545
  • Max NettlauA Short History of Anarchism.
  • George WoodcockL'Anarchia. Storia delle idee e dei movimenti libertari, Milano, Feltrinelli, 1966 ried. 1980.
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  • Max NettlauA Short History of Anarchism.
  • Peter VallentyneHillel Steiner & Michael Otsuka (2005). Why Left-Libertarianism is not Incoherent, Indeterminate, or Irrelevant. Philosophy & Public Affairs, 33: 201–15. Testo in PDF
  • Vallentyne, Peter; Steiner, Hillel (2000). Left-Libertarianism and Its Critics. Basingstoke: Palgrave. ISBN 978-0-312-23699-1.
  • Vallentyne, Peter; Steiner, Hillel (2000). The Origins of Left-Libertarianism. Basingstoke: Palgrave. ISBN 978-0-312-23591-8.
  • Vallentyne, Peter (2000). Left-Libertarianism: A Primer. In Left Libertarianism and Its Critics: The Contemporary Debate, Peter Vallentyne e Hillel Steiner (Eds.). Palgrave Publishers Ltd. 1–20.
  • David Boaz, Libertarismo. Silloge, Macerata, Liberilibri, 2010.
  • Maurizio Antonioli, Franco Bertolucci e Roberto Giulianelli, Nostra patria è il mondo intero. Pietro Gori nel movimento operaio e libertario italiano e internazionale, Pisa, Bfs, 2012
  • Michel Onfray, L'ordine libertario. Vita filosofica di Albert Camus, Ponte alle Grazie, 2013, ISBN 8862207425
  • Stefano D'Errico, Anarchismo e politica nel ventesimo secolo, il "programma minimo" dei libertari del terzo millennio, 2007, ISBN 9788884835277 ISBN 8884835275
  • Gino BiancoSocialismo libertario, Una città, Forlì 2011.

I Libertari di destra o anarco-capitalisti.

Il libertarianismo[1] (chiamato anche, impropriamente, libertarismo, termine che invece identifica una differente ideologia di impronta egualitarista che integra la giustizia sociale tra i propri fini) è un insieme di filosofie politiche tra loro correlate che considerano la libertà come il più alto fine politico.[2] Ciò include la libertà individuale[3], la libertà economica, la libertà politica e l'associazione volontaria. Le parole libertarianism e libertarism furono usate dalla seconda metà del XX secolo da filosofi e politici anglosassoni che provenivano da differenti formazioni culturali (talvolta anche contrapposte): ossia quelle del liberalismosocialismocomunismo[4][5][6][7] e dell'anarchismo.
L'idea politica del libertarismo si rifà al sistema economico capitalista e al diritto alla proprietà privata, ma le sue numerose correnti divergono sul peso e sulla stessa figura dello Stato: gli anarco-capitalisti premono per una sua totale eliminazione, mentre iminiarchisti mirano a preservare un'autorità pubblica che svolga compiti basilari di difesa e ordine pubblico, o anche una ridotta assistenza sociale.[8]
In lingua inglese, i termini libertarism e libertarianism possono essere utilizzati come sinonimi nell'uso politico; per la precisione libertarism indica quasi invariabilmente il movimento collettivista-egualitarista, o left libertarianism ("di sinistra"), mentre libertarianism può indicare sia il movimento anarchico (quantomeno alcune componenti) che partiti di stampo liberale[9]. In senso più ristretto, quando un orientamento politico viene analiticamente scomposto nelle componenti "libertà economiche-libertà individuali", libertarism si limita al contraltare di authoritarism[10]. Nella maggior parte delle altre lingue ad esempio neolatine si distingue tra libertarismo, un concetto ampio sinonimo di anarchia[11], che in quanto tale si identifica con l'anarchismo e il socialismo libertario, e libertarianismo, che trae le sue origini dal liberalismo classico[1], le cui correnti principali sono l'anarco-capitalismo e il miniarchismo.
I libertariani si definiscono di solito come liberali coerenti, rigorosi e nemici della coercizione, propugnando in modo radicale le tesi tipiche del liberalismo.[12]

Le idee e gli aspetti critici

Due sono i filoni più diffusi del libertarianismo:
  1. il miniarchismo, che raccoglie maggiori consensi tra i libertarian, costituisce la corrente rightmoderata, e mira a ridurre lo stato ad uno Stato Minimo
  2. l'anarco-capitalismo, che costituisce la corrente leftradicale, avversa ai compromessi costituzionalisti del liberalismo classico, ha come obiettivo invece la totale eliminazione dello Stato.
miniarchisti prospettano uno Stato ridotto alla minima funzione di garante delle libertà individuali, ovvero lo stato di diritto; questa corrente costituzionalista si rifa evidentemente ai pensatori originali del liberalismo, per esempio John Locke, e in tempi più recenti a intellettuali del calibro di Friedrich Von Hayek e Robert Nozick. Per i sostenitori del miniarchismo lo Stato è tenuto a intervenire in economia, in linea di massima, solo per garantire un corretto svolgimento del libero mercato, abbattendo i monopoli e gli oligopoli (qualora questi siano venuti in essere violando i diritti individuali) e costruendo le necessarie e ovvie infrastrutture.
Gli anarco-capitalisti giudicano le proposte del miniarchismo incoerenti dal punto di vista teorico e irrealizzabili sul piano concreto, proponendo invece l'abolizione dello Stato e la realizzazione di un sistema di privatopie, entità territoriali auto-organizzate nei limiti delle libertà individuali in grado di fornire servizi di libero mercato, sviluppantesi secondo un sistema di adesione volontaria alle regole che ogni enclave stabilisce autonomamente. Il sistema delle privatopie esclude a priori l'esistenza di nazioni e soprattutto entità sovranazionali, ammettendo unicamente la diffusione di una capillare e interattiva rete di piccole comunità private. Il principale punto di riferimento intellettuale della corrente anarco-capitalista è Murray Newton Rothbard.
All'interno di questa visione radicale, i libertariani anarcocapitalisti intendono privatizzare, o meglio porre su un mercato libero, quei settori come l'amministrazione della giustizia, la sicurezza e l'ordine pubblico che perfino i liberali classici considerano alla stregua di prerogative esclusive dello Stato; in questo senso va letta la loro idea di anarco-individualismo.
La filosofia politica ed economica contemporanea stenta a riconoscere la validità delle teorie libertariane, non tanto per l'opposizione alla gestione privatizzata e concorrenziale di settori fondamentali dello stato sociale come la giurisdizione, quanto per il fondato timore che in un assetto socio-economico così definito, privo di qualsivoglia governo centrale, una congrega ristretta di individui molto potenti sia tentata di imporre coercitivamente la propria autorità al resto della comunità; in pratica, il sistema anarco-capitalista sarebbe non auspicabile perché tenderebbe a favorire, nel momento stesso in cui venisse implementato, quei pochissimi soggetti che già dispongono di un notevole potere finanziario (multinazionali, banche d'investimento, lobby industriali etc.). Lo stato di diritto invece, essendo, quanto meno nelle sue forme più avanzate, basato sul sistema democratico della decisione politica, tenderebbe invece a contrastare la concentrazione del potere nelle mani di esigui gruppi privilegiati, dal momento che, qualunque sia la politica economica di una comunità, la maggior parte degli individui di quella stessa comunità ha interesse a difendere le già ristrette risorse e proprietà di cui dispone a fronte della soverchiante ricchezza di pochi soggetti. Uno degli oppositori più spietati dell'anarco-capitalismo è Noam Chomsky, il quale, da socialista libertario come egli stesso si è definito, ha affermato che le idee libertariane, qualora applicate al mondo reale della politica, produrrebbero "tali forme di tirannia e oppressione come se ne sono viste poche nella storia dell'umanità".
I libertariani, d'altro canto, rigettano totalmente le accuse che vengono loro rivolte indistintamente dagli altri schieramenti politici, sia conservatori che progressisti, argomentando che in tutta la storia della civiltà umana, se proprio vi è un colpevole di violazione dei diritti umani, questi è soprattutto lo Stato. E infatti proprio il potere astratto e non vincolante dell'autorità statale è stato il principale mezzo con cui piccoli gruppi di potere o addirittura singoli individui hanno potuto, in tutti i tempi e in tutti i luoghi, realizzare forme di governo tiranniche, soverchianti e contrarie alle più elementari regole di pacifica convivenza civile, o reiterare arbitrariamente la violazione del diritto di autodeterminazione di ogni essere umano, tra cui, al netto dell'evidenza, vi sono gli interventi armati contro altre popolazioni, minoranze o addirittura nazioni, sistematicamente portate avanti in nome di uno specifico ordine sociale da raggiungere e da imporre a tutti, o in nome di una generica sicurezza e stabilità nazionale.
Laddove quindi i tradizionali sostenitori dello Stato, inclusi i liberali classici, vedono in questo un'alta e possibilmente equa autorità garante dei diritti individuali, senza il quale sarebbe impossibile contenere lo spirito egoistico umano, che in un contesto anarchico non avrebbe freni né argini per manifestarsi, invece i libertariani pongono maggior fiducia nello spirito filiale dell'umanità, rammentando che le stesse idee di libertà e uguaglianza sono nate dal basso, ovvero sono sorte spontaneamente dalla creatività mentale dei singoli, e non certo imposte dall'alto per "decreto intellettuale" da una presunta autorità garante della ragione. Il libero mercato, dunque, essendo per l'appunto una manifestazione spontanea e originale dello spirito di cooperazione umano, da intendere come la volontà organica e orizzontale di una comunità di individui di determinare, ognuno per sé stesso, il corso della propria vita, vivrebbe per necessità di autoregolazione, che nella visione libertariana viene chiamata anche "proprietà di se stessi" o principio di non aggressione.

Storia del termine e disambigua

Origine storica

Gli anarchici di tradizione socialista usano il termine libertario per descrivere se stessi e le loro idee sin dal 1857. "Le Libertaire, Journal du Mouvement sociale", fu ad esempio pubblicato a New York dal 1858 al 1861 dal rivoluzionario anarcocomunista Joseph Dejacque[13].
Nella seconda metà del 1900, negli Stati Uniti d'America, fece ingresso l'accezione liberal-libertaria, in genere indicata come libertarianism, ma, a volte libertarism. Il termine libertarianism, specificamente, nel 1970 rientrerà in Europa per le traduzioni dell'economista francese Henri Lepage, con l'intenzione d'evitare evidenti fraintendimenti.
Le parole libertarismo e libertario furono quindi usate dalla seconda metà del XX secolo da filosofi e politici anglosassoni che provenivano da differenti contrapposte formazioni culturali, e quindi, principalmente in lingua inglese, tali termini attualmente indicano movimenti culturali e politici che pur definendosi in traduzione italiana libertari sono assolutamente in antitesi tra loro. Filosofi e politici definiti libertari sono quindi in diverse tradizioni culturali ossia quelle del liberalismosocialismocomunismo e anarchismo: quest'ultimo movimento politico-sociale ha poi adottato il termine libertarismo appunto per autodefinirsi[14].
Negli anni settanta del XX secolo nasce negli Usa un partito politico che raccoglie una lunga storia di antistatalismo di taglio liberale e che si autodefinisce libertarian, il Libertarian Party, quindi utilizzando il termine in senso proprio, senza rispettare né i crismianarchici della tradizione socialista, né, dunque, quelli libertari intesi nel senso europeo del termine.
Il Partito Libertariano degli Stati Uniti d'America, (LP) dall'11 dicembre 1971, data della sua fondazione, è costantemente cresciuto, venendo a ricadere, utilizzando un termine innumerario, tra i terzi partiti ovvero tra i partiti minori che distaccati di diversi ordini di grandezza dai primi due, sono comunque presenti seppure a livello di decimali di milione. (Constitution PartyGreen Party, Libertarian Party).
Per le presidenziali del 2004 si è posizionato sui 0.2 milioni di cittadini affiliati (Democratic 72.00, Republican 55.00, Indipendent 42.00, Constitution 0.37, Green 0.31, Libertarian 0.20). Nelle elezioni del 2008 il candidato libertarian con 532 995 voti, lo 0,40% di preferenze, si è aggiudicato la quarta posizione.
Si caratterizza per il forte antistatalismo, la volontà di escludere qualunque intervento statale in campo di Welfare State in particolare nel campo della salute pubblica (abolizione di ogni forma di assistenza sanitaria universale garantita), e l'abolizione di ogni forma di tassazione generalista (corrispondente all'IVA italiana).
Da alcuni decenni, questo termine è usato soprattutto per definire, in senso più ampio, quelle teorie che danno preminenza alla scelta individuale davanti alle pretese di qualunque potere politico.
Il movimento mostra sensibilità verso la protezione della proprietà e della libertà di mercato ed è uso comune definire "libertarianism" (e spesso anche "propertarianism", per distinguerlo maggiormente dal libertarismo di matrice anarchica tradizionale e socialista) la corrente anarco-capitalista, cioè la versione più estrema del pensiero liberale, la quale ha trovato la propria espressione più significativa in Murray N. Rothbard.
Tale "libertarianism" affonda le sue radici nella tradizione dell'individualismo americano professando l'idea di un mercato completamente sottratto ad ogni tutela statale, che lasci l'individuo padrone di sé in ogni aspetto della vita dell'individuo, inclusi i servizi di protezione, la giustizia e il diritto. La maggioranza dei suoi teorici sono fautori del giusnaturalismo lockiano, ma esiste anche una variante utilitarista (David Friedman). In Europa i massimi esponenti di tale teoria politica sono Hans-Hermann Hoppe e Anthony de Jasay.

Correnti

Esistono in seno al movimento libertariano americano ed europeo una varietà[15][16][17][18][19] di tendenze:
  • l'anarco-capitalismo (soppressione di ogni potere e funzione statale, con completa liberalizzazione di ogni settore della società, inclusi la sicurezza civile e militare e l'amministrazione della giustizia)
  • il miniarchismo (apparentato al liberalismo classico, propende a una limitazione massima delle funzioni e dei poteri dello Stato, chiamato unicamente al ruolo di tutore delle fondamentali libertà)
  • il paleolibertarianismo, o paleolibertarismo (una corrente nord-americana, economicamente liberista e socialmente conservatrice, soprattutto in difesa dei valori morali della tradizione cristiana)
  • il neolibertarismo (altra corrente nord-americana, interventista militarmente all'estero, assimilabile all'oggettivismo e al neoconservatorismo, anche se rispetto a quest'ultimo propugna la necessità di interventi militari non tanto per "esportare democrazia" quanto per difendere gli interessi degli Stati Uniti d'America)
  • il liberismo di destra (applicazione pratica dei principi liberisti in economia, ha varie sfaccettature per quanto riguarda l'aspetto delle libertà civili)
  • il panarchismo (superamento del territorialismo statale e del monopolio nell'emissione di moneta)
  • il nazional-libertarianismo verde (corrente che si pone a difesa delle "unità nazionali" e allo stesso tempo di unica politica energetico-ambientale da imporre a tutte le comunità nazionali)
  • il libertarianismo cristiano (particolare corrente confessionale che integra principi religiosi e morali cristiani nella visione libertarian)
  • l'agorismo (una forma d'anarco-capitalismo che propugna una completa deregolamentazione del mercato ma rifiuta di risolvere il problema della transizione da una società coercitiva a una individualista con l'utilizzo dell'attività politica)
  • l'anarco-liberalismo (una forma di libertarianismo di sinistra non left libertarian, quindi anarco-capitalista, ma vicino alla tendenza liberal - rigettata, solitamente, dai libertarians classici e dagli anarco-capitalisti - e quella left-libertarian del Partito Democraticostatunitense)
  • l'anarchismo di mercato di sinistra (assimilabile ad un liberalismo sociale molto spinto e anti-statalista, come nel partito dei Radicali Italiani; talvolta fonde le idee libertariane con quelle di anarchici mutualisti come Pierre-Joseph Proudhon o individualisti comeMax Stirner)
I libertariani, sia europei che americani, giudicano contraddittoria con le premesse antistataliste la tradizionale avversione degli anarchici di tradizione socialista (es. BakuninKropotkinMalatestaChomsky, ecc.) ad ogni idea di un libero mercato basato sulla legittimità della proprietà privata, sullo scambio volontario e su interazioni umane liberamente scelte.
A causa dei problemi semantici sopra evidenziati, l'uso dei termini "libertario/libertarismo" per indicare l'anarchismo classico, e dei termini "libertariano/libertarianismo" per indicare l'anarco-capitalismo, è praticamente ovunque diffuso, tranne che nei paesi di lingua inglese. L'affinità dei due termini in ogni caso, rende frequente la necessità di disambiguazione.
Tra i movimenti che si rifanno alle ideologie libertariane ma che non viene da molti ritenuto propriamente libertarian si ritrova anche il movimento politico statunitense Libertarian National Socialist Green Party (LNSGP) della corrente nazional-libertariana verde, una organizzazione dalla dubbia reale esistenza[20] (non legata al Libertarian Party) che coltiva elementi di libertarianismo in un retroterra culturale e ideologico nazional-conservatore e ambientalista, improntando il suo programma alla difesa dell'identità nazionale e delle "esigenze ambientali", considerando comunque una degenerazione le tendenze di supremazia razziale tipiche del white power.

Note

  1. ^ a b Norman P. Barry, Del liberalismo classico e del libertarianismo, ELiDiR , Roma, 1993
  2. ^ Rothbard, Murray N. - (1979). "Myth and Truth About Libertarianism," LewRockwell.com
  3. ^ Encyclopædia Britannica. "Libertarianism,"
  4. ^ Otsuka, Michael, Libertarianism Without Inequality, Oxford University Press, USA. 2005 ISBN 978-0-19-928018-6.
  5. ^ Vallentyne, Peter; Steiner, Hillel, The Origins of Left-Libertarianism. Basingstoke: Palgrave 2000. ISBN 978-0-312-23591-8.
  6. ^ William T. Armaline, D. Shannon. Toward a more unified libertarian left Theory in Action, Vol. 3, No.4, October 2010 DOI:10.3798/tia. 1937-0237.1002. Qui Rosa Luxemburg, Anton Pannekoek, Paul Mattick e Cornelius Castoriadis, comunisti di scuola marxista, vengono definiti left libertarians.
  7. ^ Ruth Kinna, Alex Prichard, Dave Berry, Saku Pinta, Libertarian Socialism: Politics in Black and Red Palgrave Macmillan, 24/dic/2012 parr 11, pag 210, Socialisme ou Barbarie or the partial encounters between critical marxism and libertarianism
  8. ^ Ronald (editor) Hamowy, Sociology and Libertarianism, in The Encyclopedia of Libertarianism, Thousand Oaks, California, SAGE Publications, 2008, pp. 480-482, ISBN 978-1-4129-6580-4.
  9. ^ Amartya Kumar SenLa giustizia e il monndo globale - nota n°3, in Sull'ingiustizia, Trento, Edizioni Centro Studi Erickson, 2013, p. 120, ISBN 8859007437.
  10. ^ Erwin Hargrove, The Future of the Democratic Left in Industrial Democracies, State College, Penn State Press, 2010, p. 85, ISBN 0271045191.
  11. ^ AaVv, Dizionario della lingua italiana, dir. T.De Mauro, Paravia 2000, p.1374
  12. ^ La teoria politica dei libertari
  13. ^ Max Nettlau, A Short History of Anarchism, p. 75
  14. ^ George Woodcock, L'anarchia: storia delle idee e dei movimenti libertari, Feltrinelli Editore, 1966.
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  16. ^ C. Murray, What It Means to Be a Libertarian New York: Broadway Books, 1997
  17. ^ D. BoazLibertarianism: a Primer, New York Free Press, 1997
  18. ^ Paolo Zanotto, Il Movimento Libertario americano dagli anni sessanta ad oggi: radici storico-dottrinali e discriminanti ideologico-politiche, Siena, Università degli Studi di Siena, 2001
  19. ^ Guglielmo Piombini, Murray N. Rothbard e il movimento paleolibertario, Etica & Politica, 2003, 2
  20. ^ Esoteric Fringe Group or Esoteric Joke? Articolo della rivista Reason.com di Jesse Walker che suggerisce l'inesistenza del LNSGP

Bibliografia

Voci correlate

Movimenti politici libertariani

Autori ed esponenti di tradizione libertariana

Classici

Scuola austriaca

Corrente anarco-capitalista

Oggettivisti

sabato 27 agosto 2016

Lo Spettro Politico e le sue rappresentazioni grafiche




Uno spettro politico è un modo di paragonare e visualizzare diverse posizioni politiche, disponendole su uno o più assi geometrici.

Determinazione degli spettri politici

L'individuazione di uno spettro politico parte dall'assunzione che esista una forte correlazione tra le diverse idee politiche di ogni individuo, oppure che (in un certo contesto/paese) esista una questione politica centrale che riassume o domina tutte le altre. Perché abbia senso definire uno spettro politico, è anche necessario che sia possibile individuare diverse gradazioni di posizioni intermedie. I sistemi politici all'interno dei quali una gran maggioranza ricade chiaramente all'interno di uno dei due raggruppamenti estremi, come ad esempio le controversie nazionalistiche, non possono essere adeguatamente descritti da un particolare spettro politico.

Per fare un esempio, in una nazione islamica moderna, uno spettro politico può essere definito in base alla visione del ruolo del clero nel governo. Quelli che ritengono che il clero debba avere il potere di far applicare integralmente la legge islamica vengono collocati su un estremo dello spettro, mentre quelli che sostengono una società completamente secolare si trovano all'estremo opposto; tutti quelli che hanno visioni più moderate possono essere collocati all'interno di questi due estremi.

Un dato spettro politico può perdere di significato nel corso del tempo se una delle due visioni estreme prende nettamente il sopravvento sull'altra; per fare un esempio che riguarda l'Italia, si può citare la contrapposizione tra monarchici e repubblicani, che ha avuto grandissima rilevanza nell'immediato dopoguerra, ma ha perso di importanza dopo l'affermazione della repubblica. In queste situazioni, normalmente, succede che all'interno della visione diventata egemonicamente maggioritaria emergano nuove differenze che portano a divisioni che possono essere classificate su di un nuovo spettro politico.

In altri casi, al permanere dello stesso spettro politico possono variare le istanze che identificano lo spettro stesso. Ad esempio, lo spettro politico britannico che permane ancora oggi, a distanza di secoli, venne definito dalla corsa alla successione di Guglielmo d'Orange.

Spesso, soprattutto nei sistemi democratici che non contemplano un sistema elettorale maggioritario, possono coesistere molteplici spettri politici. Ad esempio, l'Australia, dalla sua fondazione nel 1901 fino al 1909, ha visto permanere due spettri egualmente determinanti: i liberoscambisti opposti ai protezionisti da una parte e la classe lavoratrice contrapposta alla classe padronale. Tuttavia, nel 1909 i due principali partiti politici sostenitori della prima opposizione (il Partito per il Libero Scambio e il Partito Protezionista) diedero vita al Partito Liberale per poter meglio competere col Partito Laburista. Questa seconda contrapposizione è rimasta dominante nella politica australiana fino a metà degli anni novanta.

Destra e sinistra

Nella maggior parte dei Paesi del mondo (specie in quelli occidentali), lo spettro politico è solitamente definito sull'asse destra-sinistra. Questo spettro politico tradizionale vede come estremi di destra conservatorismo, liberismo, teocrazia, nazionalismo e fascismo, e come estremi di sinistra socialismo, socialdemocrazia, progressismo e comunismo; inoltre comprende anche posizioni più radicali (estrema sinistra, estrema destra) ed altre più moderate (centro-sinistra, centro, centro-destra). Le differenze culturali e nazionali espresse in termini di destra o sinistra sono spesso comuni. Un altro importante asse utilizzato per caratterizzare le posizioni politiche è quello del liberalismo, che però come termine indica posizioni molto diverse nei diversi paesi: in particolare negli Stati Uniti è ritenuto "liberal" chi ha concezioni sociali di sinistra (liberalismo sociale e socialdemocrazia), mentre in Europa si possono definire liberali soprattutto centristi (ALDE) ma anche esponenti di partiti progressisti di Sinistra (Es. sostenitori del liberalismo sociale) o esponenti di partiti conservatori di Destra (Es. Neoliberali o liberisti).

Similarmente, in Cina i termini destra e sinistra sono stati associati a differenti posizioni nel corso della sua storia, tuttavia con istanze molto dissimili da quelle utilizzate nei paesi occidentali.

Molteplicità di interpretazioni dell'asse destra-sinistra

Esistono varie e differenti opinioni su ciò che effettivamente debba essere misurato lungo questo asse ed i criteri spesso sono sfumati tra i diversi partiti

In ambito etico-culturale:
progressismo / relativismo (sinistra) contro conservatorismo / tradizione (destra);
utopismo, "buonismo" (sinistra) contro realismo, "realpolitik" (destra);
cosmopolitismo, globalismo (sinistra) contro nazionalismo, localismo (destra)

In ambito istituzionale:
libertarismo /anarchismo (sinistra) contro comunitarismo /autoritarismo (destra)
rivoluzione (sinistra) contro pace sociale nella nazione (destra).

In ambito economico-giuridico abbiamo i seguenti cleavages (scissioni, contrapposizioni)_
egualitarismo, collettivismo (sinistra) contro individualismo, proprietà privata (destra);
redistribuzione della ricchezza (sinistra) contro minore tassazione (destra);
dirigismo (sinistra) contro liberismo (destra)
socialismo (sinistra) contro capitalismo (destra)
politiche economiche interventiste (sinistra) contro politiche di laissez-faire e libero mercato(destra);

In ambito di politica estera e dell'immigrazione:
internazionalismo (sinistra) contro interessi nazionali (destra)
accoglienza dei migranti (sinistra) contro difesa dei confini (destra)
libertà di migrazione (sinistra) contro regolamentazione/limitazione delle migrazioni (destra)



Risultati immagini per political spectrum


Partiti politici nello spettro politico Sinistra-Destra

Composizione del parlamento europeo dopo le elezioni del 2014


Precedente composizione (el.2009)

Risultati immagini per parlamento europeo 2014

Il parlamento Europeo nel 2009



  Sinistra Unitaria Europea - Sinistra Verde Nordica (35)
  Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (184)
  Verdi Europei - Alleanza Libera Europea (55)
  Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa (84)
  Partito Popolare Europeo (265)
  Conservatori e Riformisti Europei (54)
  Europa della Libertà e della Democrazia (32)
  Non iscritti (27)

Ricercatori di scienze politiche hanno osservato che le ideologie dei partiti politici possono essere rappresentate su una mappa lungo un singolo asse che si muove da sinistra a destra.[1] Klaus von Beyme ha categorizzato i partiti europei in nove famiglie, che descrivono la maggior parte dei partiti. È stato così in grado di unire sette di questi da sinistra a destra: comunisti, socialisti, verdi (ambientalisti), liberali, cristiano-democratici, conservatori e estremisti di destra. La posizione dei partiti agrari e regionali variava.[2] Uno studio condotto verso la fine degli anni sulla base di due argomenti - la posizione sul possedimento dei mezzi di produzione e la posizione sulle problematiche sociali - confermò questo schema.[3]

C'è spesso stata una tendenza delle ideologie partitiche di persistere nel tempo, e i valori e le concezioni che erano presenti alla fondazione del partito sono sopravvissute. Tuttavia questi si sono adattati alla società in maniera pragmatica, divenendo così sempre più simili su alcuni punti.[4] Lipset e Rokkan hanno fatto presente che il sistema dei partiti moderni è il prodotto di conflitti sociali che hanno avuto luogo negli ultimi secoli.[5] Argomentando così che le linee di divisione si sono così 'congelate'.[6]

I primi partiti politici moderni erano liberali, organizzati dalla classe media nel XIX secolo per proteggersi dall'aristocrazia. Sono stati i maggiori partiti politici in quel secolo ma sono successivamente caduti in declino verso il XX secolo quando la classe operaia arrivò in supporto ai partiti socialisti, verificandosi così cambiamenti economici e sociali che erosero la base della classe media.[7] I partiti conservatori nacquero in opposizione ai liberali proprio per difendere i privilegi dell'aristocrazia. Ma in ordine per attrarre voti divennero meno dottrinari dei liberali. Tuttavia ebbero insuccesso in divers paesi e divennero in grado di raccogliere potere attraverso la cooperazione con gli altri partiti.[8]

I partiti socialisti erano in organizzati in modo da riuscire a raggiungere diritti politici per i lavoratori che erano originariamente alleati con i liberali. Ciononostante ruppero con essi quando scorsero in essi il controllo dei lavoratori dei mezzi di produzione.[9] I partiti cristiano-democratici vennero creati dai cattolici che vedevano nel liberalismo una minaccia per i valori tradizionali. Nonostante nacquero nel XIX secolo, divennero la maggiore forza politica durante la Seconda Guerra Mondiale[10] I partiti comunisti emersero in seguito alla divisione dal socialismo per andare in sostegno della Prima Guerra Mondiale e in seguito alla Rivoluzione Bolscevica.[11]

Gli estremisti di destra sono difficili da definire, oltre ad essere più di destra rispetto agli altri partiti, ma tra di loro vi sono fascisti e alcuni conservatori estremisti e partiti nazionalisti.[12]

I partiti verdi sono gli ultimi ad essersi sviluppati. Rifiutano il socialismo e sono molto liberali sulle problematiche sociali.[13]

Queste categorie possono essere applicate anche a molti altri partiti fuori dall'Europa.[14]

Origine storica dei termini

I termini Destra e Sinistra si riferiscono all'affiliazione politica originata nel primo periodo della rivoluzione francese e corrispondevano alla posizione dei seggi nei vari organi legislativi francesi. Nei confronti del presidente, l'aristocrazia sedeva sulla sua destra, mentre i Comuni sulla sua sinistra.

Originariamente, il punto di definizione dello spettro ideologico era l'Ancien Règime ("vecchio ordine"). La "Destra" sosteneva gli interessi del re, dell'aristocrazia e della Chiesa, mentre la "Sinistra" vi si opponeva, difendendo principalmente quelli della borghesia, la crescente classe capitalista. A quel tempo, il laissez-faire e il libero mercato erano considerati come istanze di sinistra; oggigiorno, nella maggior parte dei paesi occidentali, queste visioni sono tipiche della destra.

Spettri alternativi

In molti ritengono che le correlazioni tra questi vari concetti non siano così ovvie e pensano che parlare di destra o di sinistra senza indicare esattamente ciò a cui ci si sta riferendo generi molta confusione. Costoro credono che si debba prima stabilire il contesto definendo gli assi attraverso i quali le varie posizioni possano essere misurate. Molti individui o gruppi non si riconoscono in uno spettro così semplicistico.

Benché lo spettro politico destra-sinistra sia molto comune, esistono assi alternativi generalmente sviluppati da chi non si ritiene adeguatamente rappresentato in questo spettro tradizionale.

La progettazione dello spettro può essere in sé politicamente motivato.

Uno spettro politico che è stato usato da studiosi politologici misura il grado di intervento del governo e identifica gli estremi nel totalitarismo e nell'anarchismo (assenza di governo).

Un'alternativa molto in voga con l'avvento dell'ambientalismo utilizza un singolo asse che misura ciò che è bene per l'ambiente contro ciò che è bene per l'economia, che viene considerata come la forza più distruttiva nei confronti della Terra.

Nel 1998 l'autrice politica Virginia Postrel nel suo libro The Future and Its Enemies (trad. it. Il futuro e i suoi nemici) offre uno spettro con un singolo asse che misura la modalità di visione del proprio futuro. Ad un estremo ci sono coloro che temono il futuro e tendono a volerlo controllare, gli immobilisti. All'altro estremo ci sono coloro che non hanno il desiderio di controllare o pianificarlo e che credono che debba svolgersi in maniera spontanea e naturale, i dinamisti. Questa distinzione corrisponde alla spettro utopisti-antiutopisti utilizzato in alcuni trattati teorici liberali e il titolo del libro è una citazione del teorico classico liberale e anti-utopista Karl Popper.

Altri assi possono essere:
-clericalismo contro anticlericalismo. Questo asse non è significativo negli Stati Uniti dove le visioni del ruolo della religione tendono ad essere sussunti nell'asse generico destra-sinistra, ma in Europa la contrapposizione tra clericalismo ed anti-clericalismo è molto meno correlata dallo spettro destra-sinistra;
- realtà urbana contro campagna: questo asse acquisisce maggiore significato in Australia o Canada che non in Europa;
- politica estera: interventisti (lo stato dovrebbe intromettersi nelle dispute internazionali e nella politica interna degli altri paesi per implementare la propria) contro isolazionisti (lo stato non dovrebbe intervenire all'estero);
- violenza politica: pacifismo (le proprie visioni politiche non dovrebbero essere imposte attraverso l'uso della violenza) contro militanza (la violenza è legittima o necessaria ai fini della propria espressione politica). Spesso i sostenitori di queste visioni sono definiti rispettivamente "colombe" o "falchi";
- politiche di commercio estero: globalizzazione economica (i mercati mondiali dovrebbero essere aperti, integrati ed interdipendenti) contro autarchia (ogni stato dovrebbe ricercare la propria indipendenza economica) o protezionismo / mercantilismo. Questo asse ha acquisito negli ultimi anni notevole importanza politica soprattutto con le proteste dei movimenti cosiddetti no-global contro il neoliberismo, ma va tenuto presente che le proteste contro la globalizzazione provengono anche da destra;
- diversità culturale: multiculturalismo (ogni nazione non è legata ad una cultura dominante, ma deve rappresentare le varie diversità) contro assimilazionismo (la nazione deve integrare nella cultura dominante chi non ne fa parte) o nazionalismo (la nazione dovrebbe primariamente tutelare la cultura che ha fondato lo stato o ne rappresenta la maggiore comunità);
- partecipazione: democrazia (governo della maggioranza) contro oligarchia (governo di un limitato numero di persone o gruppi) e ultimamente, di fatto, la tecnocrazia.
- libertà: libertà positive (il detenere diritti che rappresentano un obbligo per gli altri) contro libertà negative (libertà da interferenze di altri);
- modalità di cambiamento: radicali (chi crede nell'efficacia dei cambiamenti rapidi) contro riformisti (chi crede in cambiamento graduali e progressivi) contro conservatori (chi crede in cambiamenti minimali e molto cauti) e talvolta contro reazionari (chi crede che si deve comunque mantenere lo stato di cose presente);
- origine dell'autorità dello stato: sovranità popolare (lo Stato come derivazione della volontà popolare, con determinati poteri delegati) contro varie forme di assolutismi (lo Stato come derivato da una autorità singola, talvolta originale).

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Modelli multi-asse

Un modello ad un singolo asse è altamente semplicistico e raggruppa insieme differenti concetti politici; in particolare, ci sono molti modi per definire lo spettro destra-sinistra che non producono la stessa classificazione.

Molte delle filosofie politiche che si sono manifestate negli ultimi due secoli non si adattano sul modello unidimensionale destra-sinistra, in particolare l'anarchismo e la dottrina libertaria, così come anche la destra sociale o il socialismo nazionale.
L'anarchismo si assume essere di "sinistra", mentre la dottrina libertaria, nella sua accezione anglosassone del termine, di "destra". Tuttavia, su di uno spettro unidimensionale, l'anarchismo è collocato nello stesso spazio delle varie dottrine marxiste, in maniera ovviamente inappropriata: l'anarchismo sottintende il rifiuto dell'esistenza dello stato e della varie forme di controllo sulla società (come la proprietà privata), mentre le varie forme di marxismo applicato implicano il controllo della società su numerose attività umane. All'altro estremo, la dottrina libertaria si trova collocata nello stesso spazio politico del fascismo, in maniera allo stesso modo impropria.
Per risolvere questi problemi sono state proposti numerosi sistemi a due assi, che combinino due modelli di spettri politici.

Modello di Eysenck

Il primo ad escogitare un modello a due assi fu Hans Eysenck nel suo libro "Sense and Nonsense in Psychology" (trad. it. "Senso e Nonsenso nella psicologia") del 1964. Partendo dal tradizionale spettro destra-sinistra Eysenck aggiunse un asse verticale che teneva in considerazione della "inflessibilità mentale" (tendenza autoritaria) e della "elasticità mentale" (tendenza democratica). Questo nuovo asse permette a coloro che hanno avuto vedute molto differenti riguardo all'autorità ma che sono collocati nello stesso spettro destra-sinistra (come, ad esempio, Stalin e Noam Chomsky) di essere distinti.

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Diagramma di Nolan

Un altro modello è il diagramma di Nolan, creato dal libertario David Nolan. Questo diagramma mostra ciò che considera "libertà economica" (taglio delle tasse, libero mercato, riduzione della spesa pubblica, privatizzazioni) sull'asse x e la "libertà personale" (diritti civili e sociali, legalizzazione delle droghe, aborto, eutanasia, ricerca scientifica, abolizione della leva militare) sull'asse y. Questo pone progressisti, socialisti e comunisti nel quadrante a sinistra, in alto i libertari, a destra conservatori e fascisti e in basso autoritari e comunitaristi (che Nolan definì originariamente populisti).

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Il tradizionale spettro destra-sinistra forma una diagonale lungo il diagramma di Nolan, con il nazifascismo e il comunismo sovietico entrambi nell'angolo del quadrante populista.

Il diagramma di Nolan è stato riorientato e rappresentato visualmente in molte forme da quando venne ideato ed è stato l'ispirazione per moltissimi quiz politici, di cui forse il più famoso è World's Smallest Political Quiz (in inglese).

Political Compass

Seguendo il metodo di Eysenck, il modello utilizzato dall'organizzazione Political Compass (trad. it. "Bussola politica") pone le istanze economiche sull'asse orizzontale e quelle sociali sull'asse verticale. Forse il più popolare e conosciuto quiz politico online (in inglese).



Diagramma di Pournelle

Un terzo modello bidimensionale, molto differente, fu creato da Jerry Pournelle. Il Diagramma di Pournelle pone la libertà (una dimensione similare alla diagonale del diagramma di Nolan) perpendicolare al razionalismo, definito come la convinzione nel progresso sociale attraverso la pianificazione.



Note

  1. ^ Ware, pp. 18-20
  2. ^ Ware, p. 22
  3. ^ Ware, pp. 27-29
  4. ^ Ware, p. 47
  5. ^ Ware, p. 186
  6. ^ Ware, p. 202
  7. ^ Ware, p. 29-31
  8. ^ Ware, pp. 31-33
  9. ^ Ware, pp. 33-35
  10. ^ Ware, p. 36-37
  11. ^ Ware, p. 34
  12. ^ Ware, pp. 41-42
  13. ^ Ware, p. 43
  14. ^ Ware, pp. 44-47



Classificazione delle ideologie politiche secondo lo Gnosticismo

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Lo spettro politico varia dai Servitori degli Eoni (i seguaci della Gnosi, o filosofi Gnostici) e gli Schiavi degli Arconti

Gli Arconti (dal greco ἄρχοντες), sono quelle figure che nella teogonia e cosmogonia gnostica svolgono il ruolo di giudici e controllori del mondo materiale.
Nella visione gnostica il mondo materiale è diviso sia ontologicamente che fenomenologicamente dalla sfera divina (Pleroma), un luogo atemporale ed adimensionale preesistente ad ogni cosa. Questa divisione si originò da un "peccato iniziale", attraverso il quale una emanazione divina si frappose tra il mondo materiale da essa generato, dove l'uomo si trova imprigionato, ed un Dio superiore ed occulto. Nello gnosticismo di origine iranica, dove il dualismo raggiunge l'apice, si assiste allo scontro eterno e titanico tra due divinità, mentre in quello ellenizzante e giudaizzante, opposta al Dio occulto si erge la figura di un "dio minore", il Demiurgo, che viene coadiuvato da una serie di emanazioni generate da lui stesso, gli Arconti. Il mondo materiale, quindi, non è altro che un incidente di percorso, una creazione degli Arconti, che, ricordandosi della perfezione del Pleroma, cercano di riprodurla attraverso l'imposizione di regole e l'applicazione di leggi che, per quanto in difetto, tendono a riprodurne la realtà: l'universo è il ricordo di ciò che un tempo essi conobbero.

Gli Eoni, in molti sistemi gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l'Uno, la Monade, Aion Teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell'Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia (greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore).

Gli eoni, ad uno sguardo superficiale potrebbero essere equiparati agli angeli ebraico-cristiani, ma in quanto emanazioni (e non "creazioni") del Dio primo, l'Uno, il Principio, l'Origine, e quindi in quanto esseri divini a tutti gli effetti e non semplicemente spirituali (quali sono gli angeli ebraico-cristiani) sono in realtà equiparabili più correttamente agli Dèi Ipercosmici (cioè "al di là del Cosmo", quindi Dèi risiedenti nell'Iperuranio, l'insieme dei Mondi superiori, il "Paradiso") o Iperuranici del Neoplatonismo. Lo stesso nome Aion o Aeon era il nome di un'antica divinità microasiatica del Tempo e dell'Eternità, fu usato anche come nome della divinità leontocefala del Mithraismo che aveva lo stesso significato. Platone usa il termine Aion per denotare l'Eternità del Mondo delle Idee, nel suo Mito della caverna.

Gli eoni erano spesso rappresentati in coppie maschio/femmina dette sizigie, il cui numero frequentemente raggiungeva le 20-30. Due degli eoni più comunemente citati erano Cristo e Sophia. Gli eoni, nel loro insieme, costituivano il pleroma, la "regione della luce". Le regioni più basse del pleroma erano anche quelle più vicine all'oscurità, ovvero al mondo fisico.

Quando un eone chiamato Sophia emanò senza il suo eone partner, il risultato fu il Demiurgo, o mezzo-creatore (nei testi gnostici a volte chiamato Yalda Baoth), una creatura che non sarebbe mai dovuta esistere. Questa creatura non apparteneva al pleroma, e l'Uno emanò due eoni, Cristo e lo Spirito Santo, per salvare l'umanità dal Demiurgo. Cristo prese poi la forma della creatura umana Gesù in modo da poter insegnare all'umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al pleroma.

Anche il Vangelo di Giuda, recentemente scoperto, tradotto e poi acquistato dalla National Geographic Society menziona gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo

Lo gnosticismo non ha mai posseduto un nucleo stabile di dottrine, o qualche genere di depositum fidei intorno al quale è possibile distinguere un certo numero di sviluppi, di eresie o di sette: al massimo aveva delle idee guida che sono più o meno chiaramente rintracciabili in diverse scuole. Le varie dottrine possono essere viste come una serie di chiavi da leggere in successione per comprendere la globalità del pensiero gnostico.


Mappa mondiale secondo gli schieramenti politici dei capi del governo dei singoli paesi.

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Il rosso scuro indica la sinistra, il rosso chiaro il centro-sinistra, il color malva indica il centro oppure un regime autoritario, l'azzurro il centro-destra e il blu la destra. Il nero indica gli stati in cui sono in corso guerre civili o cambiamenti di regime o autocrazie personalistiche o infine monarchie assolute.
Di recente è cambiato solo il colore del Canada, dove è salito al potere un governo di centro-sinistra guidato dal liberale progressista Justin Trudeau.

venerdì 26 agosto 2016

La resa del quartiere di Darraya a Damasco



L'ultima roccaforte islamista interna a Damasco, capitale della Siria, si è arresa alle autorità governative del presidente siriano Assad nella giornata di oggi, 26 agosto 2016.

Mappa della guerra civile nella città di Damasco, capitale della Siria, nell'agosto 2016

Rif Damashq.svg

   Controlled by the Syrian Government

    Controlled by the Syrian opposition

    Controlled by the Islamic State of Iraq and the Levant

    Truce/ceasefire zones

    Contested/unclear situation

In rosso si possono vedere le zone controllate dal governo del presidente siriano Assad, appoggiato dal presidente russo Putin.
In verde ci sono le aree controllate dalle milizie dell'opposizione, supportare dal presidente americano Obama.
La guerra civile dura da quattro anni, quando, nel 2012, sulla scia della cosiddetta "Primavera araba", un insieme di forze sostenute dall'Arabia Saudita, dalla Turchia e dagli Stati Uniti, tentò di rovesciare il governo del partito socialista arabo Baath e del suo leader, Bashar el Assad. 
Alcune delle forze di opposizione diedero vita all'Isis, altre si affiliarono ad Al-Qaeda, altre ancora sono rimaste fedeli all'Arabia Saudita, alla Turchia e agli Stati Uniti.
L'intervento della Russia di Putin in difesa del governo legittimo siriano ha impedito il rovesciamento del presidente Assad, che ha ripreso il controllo di gran parte del territorio siriano, compresa la capitale Damasco.
Il 19 marzo si è arreso alle autorità governative la roccaforte islamista del quartiere  di Moddamieh, mentre in queste ore si sta trattando la resa di Darayya.

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Mappa della guerra in Siria e dell'estensione dell'Isis a fine agosto 2016



Syrian, Iraqi, and Lebanese insurgencies.png

Areas of control as of August 23, 2016, in the IraqiSyrian, and Lebanese conflicts.
  Islamic State of Iraq and the Levant
  Iraqi government
  Syrian government
  Lebanese government

mercoledì 24 agosto 2016

Dolore e lutto



Vicinanza alle famiglie che hanno perso i propri cari o non ne conoscono ancora la sorte, e anche a chi ha perso la propria casa e ha visto distrutto il proprio paese.
Oggi è una giornata di lutto per tutti.