sabato 7 giugno 2014

Marrakech, la nuova Alhambra



PALAIS RHOUL, MARRAKECH
































Marrakech, o Marrakesh (in in araboمراكشMurrākuš, in berbero ⵎⵕⵕⴰⴽⵛ) è una città del Marocco situata al centro-sud del Paese, a circa 150 km dalla costa dell'oceano Atlantico.

A Marrakech si individua la città vecchia, la medina, racchiusa dentro le mura, ad ovest della quale è sorta la città nuova.
La piazza Jāmiʿ el-Fnā di notte.
La piazza Jāmiʿ el-Fnā di giorno.

Jāmiʿ el-Fnā[modifica | modifica sorgente]

È la piazza attorno alla quale si sviluppa la città vecchia e potrebbe essere considerata il centro vitale (e assolutamente caratteristico) di Marrakesh. Al centro della medina, confina a nord con il quartiere dei suq e ad est con la Qasba, mentre da sud-ovest è dominata dalla moschea della Kutubiyya.
Non è nota l'origine di questa piazza né, con certezza, l'origine del nome Jāmiʿ el-Fnā (in araboجامع الفنا‎)[3] che potrebbe significare l'adunanza del defunto come pure la moschea del nulla (jāmiʿ significa sia "moschea" sia "assemblea",[4] mentre la parola fanāʾ indica l'"annichilimento"). In realtà entrambe queste differenti etimologie sono plausibili: se da un lato la piazza faceva parte di un progetto saʿdide (mai concluso) relativo all'edificazione di una moschea, dall'altro nei secoli passati la piazza fu sede di esecuzioni capitali.
L'aspetto della piazza cambia durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all'aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (dalle stoffe aidatteri, alle spremute d'arancia, alle uova di struzzo etc.) e da "professionisti" dediti alle attività più svariate: le decorazioni con l'henné, i cavadenti, suonatori, incantatori di serpenti etc.
Verso sera le bancarelle si ritirano e subentrano banchetti con tavole e panche per mangiare cibi preparati al momento e, più tardi, arrivano musicanti e cantastorie.
Solo poche di queste attività sono indirizzate ai turisti (più che altro gli incantatori di serpenti, i saltimbanchi ed i venditori d'acqua): la piazza è molto vissuta soprattutto dai Marocchini stessi mentre i venditori di souvenir per turisti sono allineati lungo il lato nord, dove iniziano i suq (mercati coperti, sempre ad uso dei marocchini più che per i turisti).

I suq e la medina alta

Medersa (madrasa) Ben Youssef(Ibn Yūsuf): decorazioni, viste da una celletta.
La zona a nord della piazza Jema‘a al-Fnaa è occupata dai suq: mercati coperti che si articolano su numerose viuzze e piazzette, ciascuna delle quali è dedicata ad attività specifiche: venditori di pelli, lana, calderai, gioiellieri, tintori etc. I souk si stendono fino alla moschea di Ben Youssef ed alla vicina medersa omonima.
La medersa di Ben Youssef (madrasa Ibn Yūsuf) è aperta al pubblico ed è particolarmente interessante: si svolge attorno ad una corte centrale e la costruzione comprende numerose stanzette per gli studenti che vi abitavano e vi studiavano il Corano. La costruzione risale al XIV secolo e venne fondata dal sultano Abū al-Hasan, della dinastia deiMerinidi, e venne quasi completamente ricostruita durante il periodo sa‘dide.
Il cortile centrale è contornato su due lati da gallerie, sopra le quali si aprono le finestre delle cellette degli studenti. Sul lato di fondo si trova la sala della preghiera, riccamente decorata da stucchi ed intagli. Artistiche decorazioni ed intagli su pannelli di legno di cedro sono visibili tutto attorno al cortile e sopra le gallerie.
Alcuni dettagli della medersa ricordano l'Alhambra di Granada e pare che architetti spagnoli, musulmani, parteciparono alla costruzione.

Le Tombe Sadiane e la medina bassa

Questa zona comprende l'area a sud di Jāmiʿ al-Fnaa, delimitata ad est dalle mura ed estendendosi ad ovest fino a comprendere la Mellah (quartiere ebraico), ad ovest della Dār al-Makhzen (il Palazzo Reale).
Entrando dalla porta detta Bāb Agnau, l'unica rimasta risalente alla dinastia almohade, si incontra la moschea della Kasbah, risalente al medesimo periodo della Kutubiyya. Il minareto di questa moschea è stato restaurato negli anni '60 sulla base del minareto originale e presso la moschea si apre uno stretto passaggio che conduce alle Tombe Sa'didi.
Decorazione di stucco ad arabeschi.
Mausoleo.
Le Tombe Sadiane formano un complesso funerario le cui strutture furono fatte costruire dal Sultano Ahmad al-Mansūr. Eccettuati alcuni sepolcri antecedenti il periodo saadita, la maggior parte di essi risale al 1557 e, pertanto, le tombe sono pressoché contemporanee alla Medersa Ben Youssef. Questo complesso venne "riscoperto" solo nel 1917, in condizioni di totale abbandono. Restaurate, sono divenute uno dei (pochi) monumenti veramente notevoli di Marrakesh, sovraccariche di decorazioni in stucco e piastrelle zellij.
Probabilmente le tombe si salvarono dalle distruzioni e dai saccheggi di Moulay Ismā‘īl poiché erano accessibili unicamente dalla moschea della Kasbah attraverso un passaggio nascosto.
Le Tombe comprendono essenzialmente due grandiosi mausolei, dove si trovano le tombe di al-Mansūr e dei suoi figli, di sua madre Lalla Messaūda e di Mohammed al-Shaykh, il fondatore della dinastia saadita. Nell'oratorio si trovano invece numerosi sepolcri di altri principi saaditi e la tomba diMulay Yazīd.
In questo complesso furono inoltre tumulate diverse autorità di Marrakech fino al 1792, terminando con la sepoltura del sultano Mulay Yazīd, per un totale di oltre cento sepolture (66 delle quali all'interno dei mausolei).
A sud della moschea e delle Tombe Saadite si estende la Kasbah: l'antica cittadella reale, costituita da un caratteristico intrico di stradine e di abitazioni private.

Altri luoghi caratteristici

Dettaglio del cimitero Ebraico Miâara
Ad ovest delle Tombe Sadiane si trova il complesso del Palazzo Reale, che termina a nord con i resti del Palazzo El Badi. Del Palazzo El Badi non rimangono altro che rovine che, tuttavia, danno un'idea della grandiosità del palazzo: con cortili lunghi 130 m (e larghi quasi altrettanto) ed una piscina di circa 90 m, un tempo ricco di decorazioni zellij delle quali rimangono solo tracce.
Dettaglio interno del Palazzo El Badi
Costruito in più di 25 anni, durò un solo secolo, prima di essere completamente spogliato delle sue ricchezze dal Sultano Alawita Moulay Ismail ibn Sharif. Oggi è anche uno dei luoghi "preferiti" dalle cicogne che nidificano a Marrakech.
Alle spalle del Palazzo reale si stende il Mellah, l'antico ghetto ebraico risalente al 1558. Questo quartiere nel XVI secolo era letteralmente una città nella città, con suq, giardini e sinagoghe. Al giorno d'oggi è popolato quasi esclusivamente da musulmani, essendo la maggior parte degli ebrei trasferitasi a Casablanca, in Francia o in Israele. Suggestivo il Cimitero Ebraico Miâara , con la sua distesa di tombe bianche rettangolari, di cui alcune molto antiche. Disposte senza un vero e proprio ordine, alcune sono sormontate da lapidi con incisi nome, cognome e data di nascita e morte.

Giardini e parchi

Dettaglio del Giardino
Tra i giardini più celebri di Marrakech vi è sicuramente il Giardino di Majorelle.
Il giardino si trova nella città nuova e prende il nome dall'artista francese Jacques Majorelle che scelse nel 1919 Marrakech come dimora. Qui si fece costruire una villa in stile liberty le cui pareti furono dipinte di un colore blu intenso che ancora oggi viene chiamato "blu Majorelle".
Fu un gran collezionista di piante provenienti da tutto il mondo che circondarono, ben presto, la sua abitazione. Nel giardino sono presenti due specchi d'acqua, uno molto piccolo con una fontana al centro e alimentato da un canale in pendenza, mentre il secondo, il più grande, sta al centro del giardino e contiene anche ninfee, pesci e piccole tartarughe.
La villa all'interno del Giardino
Tra le piante che ancora oggi possono essere ammirate vi si trovano cactus, noci di cocco, banani, bambù, gelsomini, palme e distese di bougainville rosse e viola. Il giardino fu aperto al pubblico nel 1947.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1962, la villa e il suo giardino rimasero abbandonati fino al 1980, quando fu acquistata da Yves Saint-Laurent ePierre Bergé che, dopo un restauro, la riaprirono al pubblico. A Saint-Laurent è dedicato un piccolo monumento con colonna all'interno del giardino.
All'interno della casa oggi si trova il Museo di Arte Islamica, dove sono esposti vestiti, oggetti di uso quotidiano, oggetti religiosi e numerosi gioielli, soprattutto di arte berbera.
Lo specchio d'acqua all'interno del Giardino della Menara.
Poco al di fuori delle mura della città, collegato con una strada lunga e diritta che parte dalla Kutubiya, vi è invece il Giardino della Menara.
Il giardino è caratterizzato da un’immensa distesa di ulivi e oggigiorno è soprattutto luogo di incontro e di svago per giovani e famiglie. Al centro di questo parco vi è uno specchio d’acqua artificiale, che anticamente veniva utilizzato per irrigare gli ulivi e una piccola costruzione, oggi inutilizzata ma visitabile, caratterizzata da un tetto verde. Su un lato nord di questo specchio d’acqua vi è un gradinata e nei giorni limpidi è possibile vedere la catena Montuosa dell’Atlante.
Colonnine touch screen al Cyberpark.
Tra la città vecchia (Medina) e la città nuova (Ville Nouvelle) adiacente alla Kutubiya è stato realizzato un Cyberpark, parco finalizzato all'educazione, in particolare dei giovani, alle tecnologie informatiche e allo sviluppo sostenibile.
Realizzato da Istituzioni pubbliche e aziende private il parco, dotato di alberature di alto fusto e fontane, è attrezzato con una sala telematica e colonnine touch screen.
Il parco è attrezzato con wireless, l'utilizzo delle attrezzature informatiche è gratuito per i giovani.

Trasporti

La città è servita dalla stazione ferroviaria di Marrakech per le città marocchine con destinazione Fes, mentre gli autobus circolano a tutte le ore del giorno toccando i vari quartieri della città.
Inoltre la città è servita da uno scalo aeroportuale, l'Aeroporto di Marrakech-Menara, dal quale è possibile raggiungere destinazioni nazionali ed internazionali.

Cultura

La città di Marrakech ospita ogni due anni, dal 2005, l'Arts in Marrakech (AiM). L'AiM è un'associazione no-profit che cerca di promuovere gli artisti e la cultura contemporanea in Nord Africa ed è il primo importante festival trilingue del Nord Africa (inglese, arabo e francese).

Fantasy art: castelli gotici



Sopra, il castello di Gothian









Gothian (seconda edizione) Capitolo 1. Ellis Eclionner e l'Impero dei Lathear



Alla base della Reggia Imperiale di Lathena, in fondo all’immenso salone delle udienze pubbliche, vi era una scalinata, alla cui sommità risplendeva il Trono del Soled'oro massiccio decorato e consacrato al dio Eclion, capostipite e protettore della Dinastia.
Lassù, a malapena, si poteva scorgere, avvolto in pesanti vesti di seta e pietre preziose, un giovane, o per meglio dire un tardo adolescente, mezzo sdraiato, assonnato, con la testa reclinata su una spalla sinistra, sulla quale ricadevano i lunghi capelli neri dai rilessi blu, tenuti fermi da un diadema aureo con scuri zaffiri color indaco, come gli occhi del giovane.

Immagine correlata




«O Figlio del Sole, noi ti supplichiamo!» dichiarò, genuflesso, a grande distanza dal trono, un vecchio ambasciatore, dalla pelle olivastra e dall’aria afflitta: «La siccità sta bruciando tutto il nostro raccolto, e noi siamo ridotti alla fame!» 
Era difficile che la sua voce potesse essere udita fino in cima trono, e infatti l’unica risposta del giovane fu un russare sommesso e discreto, ma persistente. 
«O Figlio del Sole, sfama i tuoi sudditi che muoiono a causa dell’ira di Eclion per i peccati commessi dagli impuri! Perché se il dio Sole ci manda la siccità, non è per punire noi devoti, ma gli empi che ovunque e persino qui, nella Città Santa, hanno peccato nel delitto di sangue e nella fornicazione!» 
Non ci furono reazioni da parte del ragazzo addormentato, né la corte se li attendeva da lui, che pure formalmente era l’Altissimo, Sua Celeste Maestà Imperiale Elner XI Eclionner, Imperatore dei Làthear, dei Keltar, degli Alfar, degli Albini e degli altri uomini, Signore del Continente Centrale e Discendente del dio Eclion.
«O divino, aiutaci! Eclion lo Splendente ha revocato il Mandato Celeste alla Dinastia! Se vuoi placare la sua ira, assisti i tuoi sudditi fedeli e punisci gli empi e i depravati, che affamano il popolo e che anche in questa santa corte hanno corrotto i costumi… » 
I cortigiani non sapevano dove guardare, ma attendevano l'inevitabile. E l'inevitabile avvenne.
«Adesso basta! » tuonò una voce femminile decisa e potente da un solido seggio di granito scuro ai piedi del sontuoso trono dorato. Seguì un silenzio totale, e il supplicante si prosternò a terra. 


La prima cosa che colpiva in lei era la chioma di capelli neri lisci, con riflessi blu scuri, che toccavano terra e che risaltavano nel viso sensuale. Poi gli occhi, spietati, fermi, irremovibili.
«Date a questo plebeo venti monete d’oro e venti frustate. Così non dimenticherà la generosità della Dinastia e si ricorderà che le prediche, qui a Palazzo, le possono tenere soltanto i preti!» 
Il vecchio, terrorizzato, cercò di scusarsi: «Perdonami, o divina Ellis… sono il tuo umile servo… abbi pietà… » 
La donna fece cenno alle guardie di sbrigarsi, e mentre i pretoriani portavano via il vecchio supplicante, si rivolse al Maestro del Cerimoniale: «Chi è il prossimo?»
Nessuno si fece avanti. Il Gran Ciambellano dovette intervenire: «Vostra Maestà, ci sarebbe l’ambasciatore della tribù dei Ker, per quella disputa con la tribù degli Hazli. Il conflitto è… »
 

Ellis sollevò una mano.
«Non mi interessa un accidente di quei selvaggi! Prendete i due ambasciatori e se si rifiutano di fare la pace, date venti frustate a entrambi e rispediteli al loro sudicio paese!» 
Il Ciambellano chinò il capo, con costernazione: «Ai tuoi ordini, o sacra Ellis» 
Poi la donna guardò, con irritazione, in alto verso il trono, dove suo figlio continuava a russare, e poi, rivolta al pubblico, sentenziò: «Queste ridicole questioni annoiano Sua Maestà Imperiale». 
Poi si avvicinò al Trono del Sole, salì i gradini fino ad arrivare ai piedi del giovane sovrano, finse si inchinarsi e di baciargli l’anello di zaffiro. In realtà gli diede un morso nel dito, che lo fece sobbalzare e svegliare di soprassalto, terrorizzato: «Eh… cosa...»
«Taci e fai quel che ti dico, idiota!» sibilò Ellis e poi, ad alta voce: «O Figlio del Sole, illuminaci con le tue sante parole!»
«Cosa devo dire, madre? » sussurrò Elner XI stropicciandosi gli occhi. 
«Dichiara chiusa l’udienza. Per oggi ne ho avuto abbastanza di ascoltare questi straccioni!» 
L’imperatore obbedì alla madre, come era sua abitudine fin da quando era nato. 
Seguì un silenzio imbarazzato rotto solo da una protesta dell’Arcivescovo di Lathena, il magro cardinale Augustin Arenga: «Ehm... venerabile Ellis…la città santa sta traboccando di pellegrini giunti per vedere il Sommo Sacerdote». 
Ellis dominò la sua rabbia: di fronte al Clero di Lathéna, che venerava il dio del sole, Eclion lo Splendente, persino il potere imperiale incontrava dei limiti.: «Eminenza…se i pellegrini sono venuti qui per vedere il Sommo Sacerdote e non l’Imperatore, è al Sommo che spetta l’onore e la gioia di ospitarli» 
La sfumatura ironica della frase non passò inosservata, e molti ridacchiarono, ma il Cardinale con un mezzo inchino rispose impassibile: «Gli alloggi di proprietà del Santo Clero sono già colmi della devozione dei nostri pellegrini, o venerabile Ellis» 
Gli occhi dell’imperatrice madre parvero scintillare di pagliuzze blu scure: «Che soluzione propone Vostra Eminenza? » 
Con un sorriso forzato, il Cardinale Arenga dichiarò: «Se la Corona ci fornisse i mezzi finanziari per poter compensare i proprietari delle locande, potremmo forse riuscire a… » 
Ellis guardò verso i ministri più eminenti per trovare alleati e infatti una voce si levò: «Le casse dello Stato sono vuote!» fu il secco commento del ministro delle finanze «Mentre non si può dire altrettanto di quelle del Clero!» 
La Reggente sorrise: adorava mettere l’uno contro l’altro i vari cortigiani. Era il modo migliore per scaricare tutte le colpe sugli altri ed evitare che si formassero alleanze contro di lei. 


In questo modo, da anni, Ellis Eclionner era riuscita a dominare indiscussa su tutto l’Impero. La sua ascesa al potere era incominciata quando il suo nonno paterno, il vecchio imperatore Wechtigar XVI Barbablù era morto dopo aver bevuto un calice di vino, nell'anno della Primavera di Sangue.




             La sua morte era avvenuta pochi mesi dopo che il figlio Sephir e il nipote Masrek erano stati dichiarati morti in guerra, dopo la disfatta di Elenna sul Dhain.



 Il Trono era così passato a Elner X, di cui Ellis era cugina e consorte da meno di un anno. 
Non era stato propriamente un matrimonio d'amore, ma  otto mesi dopo le nozze, con leggero anticipo, era nato il futuro Elner XI.
Due soli mesi era durato il regno di Elner X, deceduto improvvisamente, sempre nell'anno della Primavera di Sangue,  lasciando Ellis come unica reggente e detentrice del supremo potere, che esercitava con l’aiuto del fedelissimo eunuco Bial, capo dei Servizi Segreti, del senatore Sibelius Fuscivarian, suo nonno materno e del primo ministro, il burocrate Rowland Tucker. 
Quando era vivo Elner X, e persino negli ultimi anni di regno del vecchio Wechtigar, Ellis aveva mantenuto un profilo basso, ma era una finzione necessaria per non essere sospettata di nulla.
Ripensava spesso a quella sua rapida ascesa e si ripeteva che:
Il potere deve spettare a chi ha la forza per prenderlo e l'astuzia per conservarlo! 
Suo padre, il principe della corona Sephir Eclionner, era stato, almeno ufficialmente, ucciso da lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian, presso le mura di Elenna sul Dhain.



Di questo omicidio non potranno certo accusare me! Almeno non direttamente...
In seguito, pochi giorni prima del decesso di Wechtigar XVI, era stato dichiarato "defunto" anche il fratello di Ellis, il principe Masrek, il cui presunto cadavere era stato fatto ritrovare, nei pressi di Lathena, da una banda di disertori agli ordini di un uomo che si faceva chiamare "lo Sciancato", un sopravvissuto alla battaglia Elenna sul Dhain, che aveva incominciato a organizzare una specie di associazione a delinquere nei mesi che erano seguiti alla disfatta militare dell'Impero.
E' stato lo Sciancato! E' lui che si è macchiato le mani di sangue! E non si sa nemmeno se quel sangue fosse veramente di mio fratello.
La madre di Ellis e Masrek, Wensy Fuscivàrian, la dolce Principessa della Coronatanto amata dal popolo, era stata così travolta dal dolore per la morte del figlio prediletto, dopo quella del marito che pochi, giorni dopo era stata trovata morta ai piedi di una torre, dalla quale, presumibilmente, si era gettata per la disperazione.
Adorava Masrek, come tutti, e ignorava me... non ho motivo di averne pietà... per quanto...
Non terminò il pensiero che la sua coscienza le aveva ispirato. Sarebbe stato troppo ammettere che forse non si era trattato di suicidio, e che probabilmente lei, Ellis, avrebbe potuto impedire quella morte, se solo avesse voluto.
I lutti si erano succeduti uno dietro l’altro, lasciando l'allora diciassettenne Ellis sola e indiscussa guida suprema della Dinastia e dell'Impero, seppur con la finzione istituzionale della Reggenza. 
E' stata la volontà di Eclion!
Ellis se l’era ripetuto talmente tante volte, negli ultimi diciotto anni, che ormai si era convinta della indiscutibile verità di quelle affermazioni. 
Dopotutto il suo destino le era stato profetizzato quando ancora era una bambina. 
Sovrana tu sarai, fino a quando non giungerò la Fanciulla Dorata delle Nevi e ti porterà via tutto ciò che hai di più caro e sacro.
Che sciocchezza!
Ellis non credeva alla profezia del suo anziano precettore, padre Izùmir Mollànder, un  mistico, sensitivo e occultista, divenuto poi Priore della Grande Canonica, il più prestigioso ordine sacerdotale del Clero di Lathena. 
In realtà alla sovrana piaceva solo credere alle parti “fauste” della profezia, mentre riguardo alle parti “infauste”, si sforzava di dimenticare ciò che non avrebbe mai voluto sentirsi dire. 
La sua forza era sempre stata la capacità di convincersi dell’assoluta giustezza delle cose che le facevano comodo e della totale infondatezza di tutte le altre. 
Da questo traeva origine l’energia implacabile con cui, fin da ragazzina, aveva perseguito e puntellato la sua inarrestabile ascesa al potere, nonostante le minacce sia interne che esterne all’Impero e alla Dinastia. 
Era necessario! Solo io potevo salvare l'Impero dalla disgregazione!
Persino la stupidità di suo figlio Elner XI era diventata una risorsa per lei: solo così poteva esercitare la reggenza senza alcun disturbo.Quel pensiero la entusiasmava.
Io sono la discendente del Sole Eclion! La Predestinata secondo l'Antico Patto! Colei che unificherà il Continente e il mondo intero sotto un'unica bandiera!
E guardò la statua dorata di Eclion, perdendosi nella sua scintillante bellezza.



Castelli gotici



Hunyad Castle, Hunedoara, Romania





Caratteristiche dello stile gotico: pinnacoli, guglie, tetti conici, archi a sesto acuto, archi rampanti, nervature, pilastri a fascio,, contrafforti, vela o volta a crociera ogivale, altezza e slancio










Il gotico è una fase della storia dell'arte occidentale che, da un punto di vista cronologico, inizia all'incirca alla metà del XII secolo in Francia settentrionale, per poi diffondersi in tutta l'Europa e termina, in alcune aree, anche oltre il XVI secolo, per lasciare il suo posto al linguaggio architettonico di ispirazione classica, recuperato nel Rinascimento italiano e da qui irradiatosi nel resto del continente a partire dal XV secolo.



Dromor Castle, Irlanda



La nascita ufficiale dello stile viene identificata in architettura, con la costruzione del coro dell'Abbazia di Saint-Denis a Parigi, consacrata nel 1144. Dall'Île-de-France le novità si diffusero con modi e tempi diversi in InghilterraGermaniaSpagnaItaliaAustriaBoemiaUngheriaScandinavia,PoloniaTransilvaniaMoldavia, diversificandosi ed adattandosi ad un grande numero di committenze e scopi diversi.



Sopra, Lincoln, sotto, la cattedrale di Caterbury



Palazzo Ducale a Venezia



Palazzo Vecchio a Firenze




Castelli medievali in stile romanico



Castello di Gand e sotto il castello di Dover



Il romanico presenta due aspetti apparentemente antitetici: da una parte non è il prodotto di una sola nazione o di una sola regione ma è nato pressoché contemporaneamente in FranciaItaliaGermania e Spagna e durante il suo sviluppo ha presentato scambi ed influenze reciproche in tutta l'area dell'Europa centro-occidentale, finendo per costituire una cultura effettivamente europea. D'altra parte, ogni regione presenta forme, schemi costruttivi, materiali diversi tra di loro. Questa duplice natura è probabilmente un perfetto ritratto storico e geografico dell'Europa medievale che univa elementi "universali" ad altri estremamente localistici. Questo comporta una certa varietà nelle caratteristiche che possiamo attribuire all'architettura romanica.



Alcune caratteristiche comuni sono gli archi a tutto sesto e la prevalenza di forme rettangolari,



Castello di Rochester

Sebbene restino copiose testimonianze di edifici religiosi romanici in tutta Europa, le costruzioni a destinazione non religiose sono in massima parte scomparse: rocche e castelli, abitazioni monumentali dei signori feudali, dopo aver perso la loro funzione residenziale e strategica, vennero il larga parte dismessi e a partire dal XVI secolo, quando l'uso delle armi da fuoco li rese obsoleti: molti di essi caddero così in un'inesorabile rovina. Analoga sorte ebbero la gran parte delle fortificazioni urbane medievali.
Nelle città le case-torri furono costantemente abbattute e scapitozzate per ragioni urbanistiche, politiche e di sicurezza pubblica, dal XIII fino a tutto il XIX secolo

Castello di Malaspina, Fosdinovo (MS)





Castello di Mussomeli, nisseno



FORTE DIAMANTE, Genova



FORTE SPERONE, Genova



CASTELLO CIRLA, Situato a Pieve Ligure (GE)



CASTELLO DI RAPALLO



Castello di Hedingham



Castello di Richmond



Newcastle upon Tyne



Le città medievali erano spesso punteggiate da innumerevoli torri. La tipologia più antica di torre medievale è a base circolare, una tipologia ripresa dalle fortificazioni murarie romane e che pare essere stata usata per scopi civili originariamente a Ravenna, per venire poi ripresa nelle torri scalari delle cattedrali nordeuropee. Nel periodo romanico si diffuse la tipologia a base quadrata o rettangolare, ma non mancano anche esempi torri a base poligonale.
Per ottenere altezze che arrivavano, nei casi più straordinari, a sfiorare i cento metri come nel caso della Torre degli Asinelli a Bologna (l'altezza era infatti metro del prestigio e della ricchezza dei proprietari), si costruivano solide fondamenta e si ispessiva la muratura alla base fino anche a più di due metri. Inoltre si ricorreva talvolta ad archi di scarico, che distribuivano il peso dei piani sui solidi muri laterali e sui contrafforti. Spesso le torri abitate avevano come confort la presenza di ballatoi esterni in legno ai piani più alti che ampliavano la superficie calpestabile.
Un esempio straordinariamente conservato di insieme di torri medievali (dall'XI al XIV secolo) è la cittadina di San Gimignano in Toscana, dove sono ancora oggi presenti quattordici maestosi esemplari, delle più di settanta torri un tempo presenti.


Little Chapel of Guernsey, off the coa