martedì 20 dicembre 2016

Gli Eoni: le Emanazioni divine nello Gnosticismo

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Gli eoni, in molti sistemi gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l'Uno, la MonadeAion Teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell'Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia (greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore).
Gli Eoni, ad uno sguardo superficiale potrebbero essere equiparati agli angeli ebraico-cristiani, ma in quanto emanazioni (e non "creazioni") del Dio primo, l'Uno, il Principio, l'Origine, e quindi in quanto esseri divini a tutti gli effetti e non semplicemente spirituali (quali sono gli angeli ebraico-cristiani) sono in realtà equiparabili più correttamente agli Dèi Ipercosmici (cioè "al di là del Cosmo", quindi Dèi risiedenti nell'Iperuranio, l'insieme dei Mondi superiori, il "Paradiso") o Iperuranici del Neoplatonismo. Lo stesso nome Aion o Aeon era il nome di un'antica divinità microasiatica del Tempo e dell'Eternità, fu usato anche come nome della divinità leontocefala del Mithraismo che aveva lo stesso significato. Platone usa il termine Aion per denotare l'Eternità del Mondo delle Idee, nel suo Mito della caverna.
Gli eoni erano spesso rappresentati in coppie maschio/femmina dette sizigie, il cui numero frequentemente raggiungeva le 20-30. Due degli eoni più comunemente citati erano Cristo e Sophia. Gli eoni, nel loro insieme, costituivano il pleroma, la "regione della luce". Le regioni più basse del pleroma erano anche quelle più vicine all'oscurità, ovvero al mondo fisico.
Quando un eone chiamato Sophia emanò senza il suo eone partner, il risultato fu il Demiurgo, o mezzo-creatore (nei testi gnostici a volte chiamato Yalda Baoth), una creatura che non sarebbe mai dovuta esistere. Questa creatura non apparteneva al pleroma, e l'Uno emanò due eoni, Cristo e lo Spirito Santo, per salvare l'umanità dal Demiurgo. Cristo prese poi la forma della creatura umana Gesù in modo da poter insegnare all'umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al pleroma.
Anche il Vangelo di Giuda, recentemente scoperto, tradotto e poi acquistato dalla National Geographic Society menziona gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo [vedi versione online dal National Geographic, contenente testi copti, traduzioni inglesi e fotografie.].

Valentino

Secondo l'opera di Quinto Settimio Fiorente Tertulliano Contro i Valentiniani (latinoAdversus Valentinianos), capitolo VII e VIII, lo gnostico Valentino parlava di 30 eoni diversi che si erano emanati l'un l'altro in sequenza. I primi otto di questi eoni (corrispondenti alle generazioni da uno a quattro riportate sotto) venivano chiamati Ogdoad.
  • Prima generazione:
    • Bythos (l'Abisso) che contiene in sé un altro essere detto Sige (Silenzio, Charis-Grazia, Ennoea-Pensiero.)
  • Seconda generazione:
    • Caen (Potere) e Akhana (Amore)
  • Terza generazione, emanata da Caen ed Akhana:
    • Nous (Nus, Mente) e Aletheia (Veritas, Verità)
  • Quarta generazione, emanata da Nous ed Aletheia:
    • Sermo (Parola) e Vita
  • Quinta generazione, emanata da Sermo e Vita:
    • Anthropos (Homo, Umanità) ed Ecclesia (Chiesa)
  • Sesta generazione:
    • Emanata da Sermo e Vita:
      • Bythios (Profondo) e Mixis (Miscuglio)
      • Ageratos (Mai vecchio) ed Henosis (Unione)
      • Autophyes (Natura essenziale) ed Hedone (Piacere)
      • Acinetos (Inamovibile) e Syncrasis (Commissione)
      • Monogenes (Unico-generato) e Macaria (Felicità)
    • Emanati da Anthropos ed Ecclesia:
      • Paracletus (Consolatore) e Pistis (Fede)
      • Patricas (Paterno) ed Elpis (Speranza)
      • Metricos (Materno) ed Agape (Amore)
      • Ainos (Preghiera) e Synesis (Intelligenza)
      • Ecclesiasticus (Figlio di Ecclesia) e Macariotes (Beatitudine)
      • Theletus (Perfetto) e Sophia (Saggezza)

Tolomeo e Colorbaso

Secondo l'opera di Sant'Ireneo di Lione Contro le eresie (Latino: Adversus Haereses), libro 1, capitolo 12, i seguaci degli gnostici Tolomeo e Colorbaso parlavano di eoni diversi da quelli di Valentino. Logos nacque quando Anthropos imparò a parlare. I primi quattro erano chiamati Tetrade e gli otto Ogdoad.
  • Prima generazione:
    • Bythos (l'Uno) e Sige (Silenzio, Charis, Ennoea ecc.)
  • Seconda generazione (concepita dall'Uno):
    • Caen (Potere) e Akhana (Amore)
  • Terza generazione, emanata da Caen ed Akhana:
    • Ennoae (Pensiero) e Thelesis (Volontà)
  • Quarta generazione, emanata da Ennoae e Thelesis:
    • Nous (o Monogenes) e Aletheia
  • Quinta generazione, emanata da Nous ed Aletheia:
    • Anthropos (Homo, Uomo) ed Ecclesia (Chiesa)
  • Sesta generazione, emanata da Anthropos ed Ecclesia:
    • Logos e Zoe
  • Settima generazione:
    • Emanata da Logos e Zoe:
      • Bythius e Mixis
      • Ageratos ed Henosis
      • Autophyes ed Hedone
      • Acinetos e Syncrasis
      • Monogenes e Macaria
    • Emanati da Anthropos ed Ecclesia:
      • Paracletus e Pistis
      • Patricos ed Elpis
      • Metricos ed Agape
      • Ainos e Synesis
      • Ecclesiasticus e Macariotes
      • Theletos e Sophia
Logos e Zoe sono elementi caratteristici di questo sistema che, se comparato al precedente, può esserne considerato una versione evoluta comprendente 34 eoni. Non è chiaro, comunque, se questi due fossero davvero considerati eoni.

Bibliografia

Voci correlate

lunedì 19 dicembre 2016

Il Pleroma nello Gnosticismo


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Il termine pleroma (greco πληρωμα) generalmente si riferisce alla totalità dei poteri di Dio. Il termine significa pienezza, e viene usato sia in contesti gnostici che in contesti cristiani (Colossesi 2,9).
Lo gnosticismo sostiene che il mondo sia controllato dagli arconti, fra i quali alcune correnti gnostiche pongono Jahvè, il dio dell'Antico Testamento, il Demiurgo che ha creato la materia e che tiene l'uomo prigioniero di proposito o accidentalmente.

Al contrario l'elemento spirituale è il Pleroma paradisiaco, cioè la totalità di tutto ciò che consideriamo "divino", emanato da Dio, l'Eterno Principio Divino.

IPleroma è spesso indicato come la Luce che esiste "al di sopra" (non in senso spaziale) del nostro mondo, occupata da esseri divini che sono autoemanati dal Pleroma stesso. 

Questi esseri vengono a volte descritti come eoniGesù viene considerato come un eone intermedio che fu inviato, insieme alla sua controparte Sophia, dal Pleroma per aiutare l'umanità a recuperare la conoscenza perduta delle sue origini divine e riportarla all'unità col Pleroma.

Il Pleroma è, così, un elemento centrale della cosmologia religiosa gnostica.

Ad ogni Eone viene dato un nome (a volte molti) ed una controparte femminile (gli gnostici vedevano la Divinità e la Completezza in termini di unione maschio/femmina).

Il Mito gnostico prosegue dicendo come la controparte femminile dell'eone Saggezza, Sophia si separò dal Pleroma per generare il Demiurgo, partorendo così il mondo materiale.
Il termine Pleroma viene usato anche nella lingua greca e dalla Chiesa greca Ortodossa poiché la parola compare nella Lettera ai Colossesi. Coloro che sostengono che San Paolo fosse uno gnostico, come Elaine Pagels dell'Università di Princeton, vedono il riferimento in Colossesi come qualcosa da interpretare in senso gnostico.


Schemi teologici tardo ellenistici

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Storia delle visioni del mondo nella cultura occidentale

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1) Visione del mondo "biblica": fede e paradiso come premio

2) Dualismo ellenistico metafisico tra materia e spirito, tra naturale (terreno) e sovrannaturale (mondo delle idee) e orientamento soteriologico inteso come liberazione dell'elemento spirituale da quello materiale, e dunque come ascesi mistica.

3) Rinascimento e progressismo naturalistico: separazione tra materia e spirito, tra naturale e sovrannaturale. Lo studio della natura costituisce un'elevazione verso la conoscenza sovrannaturale.

4) Illuminismo e antropocentrismo naturalistico: il regno naturale in cui vive l'uomo è la parte centrale dell'universo regolato da leggi fisiche esatte. Può esistere una dimensione metafisica creatrice e ultraterrena, ma non è possibile dimostrarlo.

5) Panteismo naturalistico darwiniano: la natura è un universo dominato dalle leggi dell'evoluzione. Natura e spirito sono forme diverse della stessa sostanza.

6) Antropologia naturalistica freudiana: antropocentrismo individualistico, la natura è nella mente dell'uomo che è avvolto nel mistero di un'esistenza priva di senso.


domenica 18 dicembre 2016

La Linea Sacra di San Michele

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Una linea retta immaginaria collega sette monasteri, dall’Irlanda fino a Israele.
Sono sette santuari lontanissimi tra loro, eppure perfettamente allineati. Leggenda vuole che questa linea rappresenti il colpo di spada con cui l’Arcangelo San Michele scacciò il demonio, relegandolo per sempre all’Inferno.
Il tracciato comincia in Irlanda, su un’isola deserta, dove l’Arcangelo Michele sarebbe apparso a San Patrizio per aiutarlo a liberare il suo Paese dal demonio. E’ qui che sorge il primo monastero: quello di Skellig Michael (“roccia di Michele”)

La linea si dirige poi diritta verso Sud e si ferma in Inghilterra, a St. Michael’s Mount, un isolotto della Cornovaglia che con la bassa marea si unisce alla terraferma. Proprio qui San Michele avrebbe parlato a un gruppo di pescatori

La linea sacra prosegue poi in Francia, su un’altra celebre isola, a Mont Saint-Michel, anch’esso tra i luoghi di apparizione dell’Arcangelo Michele.

A ben 1000 chilometri di distanza, in Val di Susa, Piemonte, sorge il quarto santuario: la Sacra di San Michele. La linea retta unisce anche questo luogo sacro al resto dei monasteri dedicati a San Michele.

Spostandosi di altri 1000 chilometri in linea retta si arriva in Puglia, sul Gargano, dove una caverna inaccessibile è diventata un luogo sacro: il Santuario di San Michele Arcangelo.

Dall’Italia la traccia dell’Arcangelo arriva poi al sesto santuario, in Grecia, sull’isola di Symi: qui il monastero custodisce un’effigie del Santo alta 3 metri. La linea sacra termina in Israele, al Monastero del Monte Carmelo.

Sotto, la Sacra di San Michele

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L'Ultimo Eretico. Capitolo 4. Virginia Dracu

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Non ci credeva.
Si disse: è lei o no?
Dopo tanti anni non l'aspettava più.
E' ancora più bella di quanto mi ricordassi.
Capelli biondo scuri le scendevano dolcemente sul collo aristocratico e sulle spalle scoperte.
Portava una collana di diamanti con uno zaffiro, che faceva rifulgere il blu dei suoi occhi. Simili erano gli orecchini.
I tratti del viso erano dolci, ma con alcuni elementi marcati: un naso leggermente aquilino, come tutti i nobili, le labbra piene, ma non troppo, leggermente dischiuse in un sorriso che lasciava intravedere denti bianchissimi e regolari.
Portava un abito rosso scarlatto.
Mi guarda: quel suo sguardo così luminoso e felice è per me, come se la mia vista le donasse un entusiasmo che io non comprendo.
Forse ora lei magari... sì, ma poi mi butta via... via dalle sue mani c'è un deserto senza fine...
Luca lo sapeva bene, gliel'aveva detto anche il suo rivale, Waldemar, a cui lei aveva spezzato il cuore.
Certo, se in quel momento si fosse rivolta a lui.
Speravo che avremmo avuto più tempo... e invece lei è fuggita...
E le ultime parole che ci siamo detti, prima della sua scomparsa, sono state aspre.
E quando lei sparì, io vidi la mia vita riempirsi di vuoto.
L'aveva avvertita.
Se adesso te ne vai, e fai crollare il mondo su di me, ti giuro d'ora in poi io non so più chi sei.
Un avvertimento inutile.
Ma Luca sapeva che in parte era anche colpa sua e alla sua incapacità di dire "ti amo" senza aspettarsi nessuna eco.
Il loro contrasto, tuttavia, non era stato solo questione di sentimenti, ma anche di idee.
Virginia aveva fattp parte integrante dell'Oligarchia Globalista, ma nella sua versione salottiera, radical-chic e buonista.
Ha cercato di navigare disinvoltamente tra l'alta nobiltà e il proletariato, cercando di farsi perdonare dagli uni e dagli altri le sue frequentazioni, ma non è mai stata convincente.
Si può essere trasversali, ma coerenti; trasversali, ma chiari; trasversali, ma pieni di saggezza.
Ecco, Virginia, a te mancavano quella coerenza, quella limpidezza, quella saggezza che facevano e fanno senza riserve quei pochi autentici democratici che ci sono al mondo. Tu non eri di questi. La tua carriera non decollava. Saresti potuta durare un po' più o un po' meno, ma saresti comunque passata senza lasciare traccia.
Una condanna senza appello che l'aveva fatta soffrire.
Luca riconosceva di essere stato troppo duro con lei.
O forse semplicemente ci è mancato il tempo.
Era sempre in viaggio e parlava cinque lingue.
Compreso il politically correct contemporaneo.
Ma non era sua intenzione rievocare i dissidi passati.
C'era stata una convergenza riguardante le prospettive future.
Fu l'unica a prendermi sul serio, quando parlai della mia sensazione che si stesse avvicinando un grande cataclisma. Fin da bambino mi rendevo conto di vivere in un mondo che non era destinato a durare.
Forse anche lei sapeva tutto questo, e anche di più.
Forse è per questo che è tornata da me, ora, al mutare della marea.
Fece qualche passo nella sua direzione e gli parve come se questa scena si fosse già ripetuta infinite volte.
Virginia era sempre più vicina.
L'inverno del nostro scontento si è fatto estate sfolgorante sotto i raggi di questo sole di York.
Questo effetto di deja vu contribuiva a rendere ancora più surreale l'atmosfera di quella serata.
Un dolore antico si risveglia. Una ferita si riapre. La ferita d'amore non si sana.
Più lei si avvicinava, più lui si sentiva come schiacciato sotto il peso di un macigno.
Avevo quasi dimenticato com'era grave questo peso sul cuore.
Gli mancava il respiro.
Perché sei tornata? Perché non sei rimasta dov'eri? Non riesco a fingere di aver dimenticato... non posso stare qui a sorridere come se niente fosse...
Eppure era quello che stava facendo.
Ormai lei era davanti a lui: poteva riconoscerne il profumo, ritrovare tutti i particolari del suo volto, le screziature degli occhi...
<<Non sono un fantasma>> disse Virginia mentre allargava le mani <<Abbracciami e vedrai che sono sempre io>>
Si abbracciarono: lei era calda, viva, sana.
Fu un abbraccio dolce e forte, nello stesso tempo: un piacere così grande da far male, da sconvolgere tutti i precari equilibri laboriosamente costruiti in anni di paziente sopportazione.
E per lui fu come morire.
<<Sì... sei davvero tu... ma prima di ogni altra cosa, prima di ogni convenevole, prima di ogni discorso, prima di tutto... una sola domanda: perché?>>
Lei continuò a tenergli strette le mani, come se temesse una sua fuga.
Luca se ne accorse e si sentì in trappola.
Lei sa di potermi dominare ancora. 
Gli si avvicinò ancora di più, tanto che lui poteva sentire il respiro di lei, che era sempre profumato come una rosa.
<<Perché, rispetto alle apparenze, la situazione era un po' più complessa>>

sabato 17 dicembre 2016

Il concetto di Spirito


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Per spirito s'intende un «sinonimo di vita, forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa»[1]; una «forma dell'essere radicalmente diversa dalla materia»[2], o anche una "totalità assoluta che comprende ogni tipo di manifestazione della realtà", come nell'idealismo tedesco.[3]
Nel significato più antico lo spirito (πνεῦμα - pneuma) si presentava come qualcosa che vitalizza il corpo, «il soffio vitale come sottile principio materiale di vita» analogamente al significato di anima[4], anche indipendentemente da un contesto religioso o metafisico.[5]

Etimologia

Dal verbo latino "spirare", che significa "soffiare", deriva "spiritus" (letteralmente: "soffio", "respiro", "alito") che a sua volta deriva dalla radice indoeuropea *(s)peis- ("soffiare").

Storia del concetto

Il vocabolo latino è traduzione di quello greco pneuma ( "respiro", "aria", "soffio vitale") e in qualche misura può essere visto nell'ápeiron del presocratico Anassimandro, che aveva in qualche misura smaterializzato l'arché (greco: ἀρχή) degli altri naturalisti ionici, il principio originario dell'universo e di ogni sua parte, impalpabile e invisibile ma pur sempre materiale, come dimostra un otre vuoto che soffiandovi dentro si riempie di materia aerea.
Con gli stoici il termine comincia ad essere accostato a quello di spirito. Il pneuma appartiene al dio che dà vita alle cose e le guida secondo i suoi voleri. Il pneuma è una forza che si manifesta non solo nel singolo uomo ma è presente in tutte le cose come "anima del mondo".

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"Materialità" dello spirito


Il mondo materiale e quello spirituale nell'uomo
Lo spiritus inizia così ad avere connotazioni fisiche e materiali tanto che nella medicina antica e in quella medioevale si parla di spiritus corporeus o animalis inteso come un'essenza materiale che pervade tutto l'organismo umano. Questo almeno è il significato che ritroviamo in un'opera di Ugon Vittorino dove lo spirito è inteso come una sorta di mediatore tra l'anima e il corpo, uno "spirito igneo" mobilissimo, simile a quello che i fisiologi chiamavano "sugo nerveo" [6]
Nella teologia medioevale nasce il problema di definire e risolvere il dualismo di corpo ed anima ricorrendo al concetto di spirito. 
Sant'Agostino in modo deciso aveva affermato la trascendenza dell'anima e la sua superiorità gerarchica rispetto al corpo che tuttavia conserva un aspetto positivo in quanto opera di Dio e non del maligno.
Il suo pensiero troverà ora sbocco nella scolastica, che apprezzerà molto un'opera a lui attribuita il De spiritu et anima,[7] dove si cerca di chiarire i concetti di anima e spirito al quale si attribuiscono connotazioni solo materiali:
(LA)
« Anima est spiritus intellectualis , rationalis, sempre vivens, sempre in motu, bonae, malaeque voluntatis capax. Omnis anima est spiritus sed non omnis spiritus est anima »
(IT)
« L'anima è spirito intellettuale, razionale, sempre vivente, sempre in movimento, capace di buona e cattiva volontà. Ogni anima è spirito, ma non ogni spirito è anima.[8] »
(LA)
« Spiritum corporeum voco aerem vel potius ignem, qui prae sui subtilitatis videri non potest et corpora interius vegetando vivificat... »
(IT)
« Chiamo spirito corporeo l'aria o piuttosto il fuoco che per la sua raffinatezza non è possibile vedere e che risiedendo all'interno dei corpi li fa vivere.[9] »
È la tesi questa degli "spiriti animali", che troviamo nel Trattato sulle passioni dell'anima di Cartesio che, considerandoli come derivati del sangue portati dalle arterie al cervello, riporta alla fisiologia l'attività psichica umana.

Immaterialità dello spirito

Nel pensiero cristiano tuttavia vengono descritte anche connotazioni solo immateriali dello spirito inteso come il soffio divino che vivifica l'universo materiale: concezione questa ripresa in età rinascimentale da Giordano Bruno
Col Cristianesimo lo Spirito, accostato alla nozione di Santo ("pneuma to agion") e connotato di universalità,[10] diviene la terza Persona della Trinità divina, la quale si riflette nella tripartizione evangelica fatta da Paolo di Tarso che distingueva, nell'uomo, il corpo, l'anima e lo spirito:
« Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spiritoanima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. »
(Paolo, Prima lettera ai Tessalonicesi, 5, 23)
La questione di uno spirito nell'uomo, diverso dall'anima e perciò completamente separato dal corpo, rimase in seguito dibattuta, finché nei Concili di Costantinopoli dell'869-870 e dell'879-880 venne affermata l'unicità dell'anima umana,[11] alla quale si attribuivano sue proprie qualità spirituali, escludendo la presenza di una parte superiore intellettiva priva di unione diretta con quella carnale.[12]
Lo spirito quindi inteso come anima di Dio e essenza d'origine divina nell'uomo compare nel pensiero di Filone di Alessandria, di Origene e di San Paolo che contrappone la nobiltà dello "spirito" alla bassezza della "carne".
Nella teologia cristiana lo spirito perde ogni consistenza materiale nelle definizioni dello Spirito Santo, di Dio e delle esistenze angeliche, che, come "spiriti puri", "spiriti infiniti", vengono contrapposti agli "spiriti finiti" degli uomini.
Lo Spirito Santo è, nella tradizione cristiana, lo spirito di Dio.
Per quasi tutte le confessioni cristiane, lo Spirito Santo è la Terza Persona della Santissima Trinità, associata con le altre due Persone di Dio Padre e di Dio Figlio. La divinità dello Spirito Santo è professata nel Simbolo niceno-costantinopolitano: "Crediamo/Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre (e dal Figlio), e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti".



Nella fede cattolica, lo Spirito Santo procede congiuntamente dalle altre due persone, il Padre e il Figlio. Secondo la fede delle chiese orientali, invece, lo Spirito Santo procede esclusivamente da Dio Padre. Con il termine tecnico procedere si intende una derivazione che non ha implicazioni temporali né di precedenza, in quanto lo Spirito Santo non può intendersi teologicamente a posteriori rispetto alle altre due persone.


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Per la dottrina cristiana, nella stessa pneumatologia, sono distinti sette doni offerti dello Spirito Santo:
I sette doni sono indipendenti dal cammino di santità, così com'è delineato nel modello proposto dalla Chiesa cattolica. I doni sono connessi tra loro alla Grazia di Dio, non possono quindi esistere in una persona che non è in stato di grazia, e chi possiede la virtù della Carità possiede tutti e 7 i doni. Tali doni sono necessari alla salvezza.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica cita come riferimento biblico le parole del profeta Isaia (Libro di Isaia, in cui è però assente il dono dello spirito di pietà.
Gioacchino da Fiore è stato uno dei primi teologi ad approfondire lo Spirito Santo. Egli concepì la teoria della storia secondo cui, dopo un'era del Padre (corrispondente all'ebraismo e all'Antico Testamento), era seguita un'era del Figlio (in cui Gesù s'è rivelato nel Cristianesimo e nel Nuovo Testamento) e infine sarebbe giunta l'ultima era, l'era dello Spirito
La Chiesa Cattolica elenca i simboli con cui è indicato lo Spirito Santo nella Bibbia.[2] Questo elenco è condiviso da larga parte delle confessioni cristiane.
  • Acqua: come segno di nuova vita. Al tempo di Mosè la salvezza del popolo ebraico fu data dall'acqua scaturita dalla roccia, l'azione dello Spirito nel battesimo dona la nuova vita.
  • Fuoco: simboleggia la capacità delle azioni dello Spirito di trasformare le cose. È il simbolo riportato nei vangeli nel racconto della Pentecoste.
  • Vento: riprende il significato letterale di "Spirito", ovvero "soffio"; così è in Atti 2 quando si abbatte come vento gagliardo nella casa dove gli apostoli erano riuniti per la Pentecoste.
  • Nube e Luce: così è rappresentato lo Spirito Santo nei racconti di Mosè sul monte Sinai, dell'Annunciazione, della Trasfigurazione, dell'Ascensione.
  • Sigillo: legato al simbolo dell'unzione, indica come l'alleanza abbia carattere definitivo.
  • Mano: l'imposizione delle mani è un gesto usato già nella chiesa primitiva per invocare la discesa dello Spirito Santo su un fedele.
  • Dito di Dio: che ha scolpito i dieci comandamenti, con cui Gesù scacciava i demoni.
  • Colomba: durante il battesimo di Gesù 

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San Paolo enumerò nove frutti dell'azione dello Spirito Santo, in chi lo invoca e accoglie:

« Il frutto dello Spirito invece è: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo. »   (Galati)

Lo spirito nella filosofia moderna e contemporanea

La differenziazione tra spiriti materiali finiti e immateriali infiniti viene ripresa da Leibniz nella Monadologia e da Berkeley nel Trattato sui principi della conoscenza umana mentre per Cartesio lo spirito coincide sempre con la res cogitans, la sostanza pensante.
Una prospettiva del tutto finita è nel pensiero illuministico che riserva all'anima una costituzione naturale e che attribuisce allo spirito una formazione dovuta all'educazione e alle consuetudini sociali (Helvetius nel suo Sullo spirito e Montesquieu che tratterà in questo senso dello "spirito" delle leggi).
Con Emanuel Swedenborg lo spirito diviene argomento delle scienze occulte dello spiritismo rifiutato sotto ogni aspetto da Kant che nel suo I sogni di un visionario precisa che questi sono i sogni «di uno che vede spiriti».
Kant invece userà il termine spirito nella Critica del giudizio e nella Antropologia come significante dell'attività creativa della ragione e così sarà inteso anche dalla filosofia idealistica da Schelling a Hegel che ne estesero metafisicamente la portata oltre il formalismo kantiano. Specialmente in Hegel lo Spirito (Geist) è il protagonista assoluto della Fenomenologia dello spirito (1807) che sarà ulteriormente raccontato nel suo sviluppo dialettico di spirito soggettivo, oggettivo e assoluto nella Enciclopedia delle scienze filosofiche.
Questa caratterizzazione metafisica di assolutezza dello Spirito sarà presente anche nei ritorni del pensiero idealistico con la Filosofia dello Spirito di Benedetto Croce e con la Teoria generale dello Spirito come atto puro di Giovanni Gentile [13].
La distinzione tra "scienze dello spirito" (Geisteswissenschaften) e "scienze della natura" avanzata da Wilhelm Windelband nel 1894 nell'opera Storia e scienza naturale riprendeva il tema già trattato da Wilhelm Dilthey nel 1883 nella sua Introduzione alle scienze dello spirito, con la quale ci si voleva liberare da ogni subordinazione al positivismo celebrando la peculiare scientificità delle scienze storico-spirituali.
Mentre è da considerare ancora nell'eredità dell'hegelismo lo spiritualismo di Hermann Lotze, nell'ambito più filosofico è la corrente spiritualista che s'ispira alla tradizione cristiano-medioevale, a Cartesio, a Pascal e Maine de Biran. Questo filone ha trovato slancio negli ultimi decenni del Novecento in corrispondenza di un certo indebolimento del materialismo ateo.
La fenomenologia di Husserl, col seguito di sviluppi posteriori che ad esso si rifanno, vede tra i più noti tra questi la "teoria dei valori" di Max Scheler che Il problema dell'essere spirituale di Nicolai Hartmann. Si tratta a tutti gli effetti di una rimessa in gioco dello spirito, per quanto in termini differenti e più sofisticati, però con l'utilizzo di nuovi termini e nuove espressioni di esso.
Vi sono infine correnti ontologiche ed esistenzialistiche di tipo post-materialistico che aprono l'orizzonte allontanandosi dai vecchi schematismi del materialismo integrale, che concepiva la materia come unica realtà. Un indirizzo che coniuga un pluralismo ontofisico a un dualismo esperienziale (dualismo antropico reale) ipotizza molte realtà immateriali coesistenti con la materia, una delle quali, la aiteria, sarebbe percepibile dalla sensibilità umana in una forma che riconduce al concetto di spiritualità.

Note

  1. ^ Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, Maurizio Villani, Atlante della filosofia: gli autori e le scuole, le parole, le opere, Hoepli editore, 2006 p.538
  2. ^ Ivi
  3. ^ Ivi
  4. ^ Enciclopedia Treccani alla voce "Spirito" (filosofia)
  5. ^ Enciclopedia Garzanti di Filosofia ed. 1981 p.895
  6. ^ Antonino De Luca, Annali delle scienze religiose, Vol.5, Editore Salviucci, 1837, pag.299
  7. ^ Redatto da monaci nel XII secolo ritenuto probabile opera del monaco cistercense Alchero di Clairvaux.
  8. ^ Pseudo Agostino, De spiritu et anima, C. XIII
  9. ^ Pseudo Agostino, De spiritu et anima, C. XXXIII
  10. ^ Celestino Noce, Lo Spirito Santo, Città Nuova, 1998, p. 61.
  11. ^ DS 657, concilio di Costantinopoli VIII.
  12. ^ Luis F. Ladaria, Antropologia teologica, Gregorian Biblical BookShop, 2011, p. 135.
  13. ^
    « È lo spirito che doma e piega la materia, è lo spirito che sta dietro le baionette ed i cannoni, è lo spirito che crea la santità e l'eroismo, che ai popoli che le meritano, come il nostro, dà la vittoria e la gloria »
    (Benito Mussolini, Discorso alla Decima Legio. Bologna, 24 ottobre 1936)
    Lo spirito inteso come "forza vitale" di un popolo venne teorizzato nella mistica fascista ad opera di Niccolò Giani che vedeva in Europa lo scontro tra due diverse concezioni, da una parte il mondo mediterraneo vicino alla tradizione greca e di Roma fondata sullo spirito che definisce come l'"Europa dell'ariete" e dall'altra una visione materialista, nata dalla Rivoluzione francese che aveva dato vita al materialismo violento che definì come l"Europa del toro"(In Aldo Grandi, Gli eroi di Mussolini, BUR, Milano, 2010, pag 66). Queste due posizioni inconciliabili sarebbero prima o poi venute allo scontro. Per Giani quindi il nemico era rappresentato dall'Europa materialista concretizzatasi nei governi di ParigiLondra e Mosca (in A. Grandi, Op.cit., p.67) e di cui parte integrante dell'Europa "del toro" Giani individuò la cultura ebraica

Bibliografia

  • Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Garzanti, Milano 1981
  • F.Cioffi, I filosofi e le idee, B.Mondadori ed. 2004
  • Marta Fattori e Massimo L. Bianchi (a cura di). Spiritus. IV Colloquio Internazionale del Lessico Intellettuale Europeo, (Roma, 7-9 gennaio 1983), Firenze, Olschki, 1984.
  • Bruno Moriconi, Lo Spirito e le chiese: saggio sul termine "Pneuma" nel libro dell'Apocalisse, Volume 3 di Studia theologica-Teresianum, Edizioni del Teresianum, 1983

Voci correlate