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sabato 30 giugno 2012

Maria Callas: gli anni d'oro (1957-65)




Nel 1957, Maria Callas non era "soltanto" la più famosa e apprezzata cantante lirica vivente, ma era diventata un personaggio pubblico, una vera e propria icona di stile, che nell'immaginario collettivo occupava un ruolo di primo piano, e partecipava a molti eventi mondani con altri personaggi leggendari dell'epoca, qui sotto la vediamo con Marilyn.


La foto successiva ritrae la Callas con un'altra grande icona di stile, anzi di classe, quale fu Grace Kelly, a cui era legata da una personale amicizia, dovuta ai lunghi periodi trascorsi a Montecarlo:



Nel 1957, ad un ricevimento a Venezia organizzato in suo onore dalla contessa Anna di Castelbarco, per il quale rinunciò a cantare una recita supplementare de La sonnambula al Festival di Edimburgo nonostante le richieste della Scala, incontrò per la prima volta Aristotele Onassis. Per quella volta, il greco fu solo uno dei tanti miliardari con cui la nuova vita sociale internazionale la faceva venire a contatto, complice l'ambigua e adorante amicizia di Elsa Maxwell, anch'essa presente alla festa. 
L'anno seguente, probabilmente impressionato dal Gala in onore della Callas organizzato dal Teatro dell'Opéra di Parigi, Onassis non volle essere da meno, e organizzò una cena in suo onore al Dorchester Hotel di Londra, in occasione della prima della Medea al Covent Garden (giugno 1959).





Caso mai non fosse stato chiaro il messaggio, Onassis si fece anche fotografare mentre, al momento dei saluti, cercava di trattenere a sé la Callas,  che, visibilmente sorpresa e turbata, si trovò schiacciata tra il futuro amante e il marito, che già parevano contendersela: ecco la foto incriminata!





Un mese dopo, l'invito a trascorrere le vacanze estive sullo yacht Christina per una crociera insieme a Winston Churchill e consorte e ad altre personalità del Gotha internazionale colse una Callas stanchissima per una massacrante tournée di concerti e molto desiderosa di una vacanza. 
Convinse il marito ad accettare.
Meneghini però, che soffriva il mal di mare, non usciva quasi mai dalla cabina e la Callas non era certo il tipo da rimanere a consolare l'anziano consorte, per cui si sentì libera di svagarsi e divertirsi.
Onassis era un seduttore, ma la Callas aveva migliaia di seduttori, più ricchi, più belli, più giovani.
Perché Onassis riuscì dove nessun altro era riuscito prima, e cioè a infrangere la ferrea fedeltà della Callas a suo marito?
Provo a lanciare alcune ipotesi.
Onassis era greco come lei. Le ricordava suo padre, quel padre che era stato così assente e distratto.
Era brillante, carismatico, passionale, con una fama, mai smentita, di grande amatore sotto le lenzuola. La stessa Callas confessò in una lettera, poi divenuta di dominio pubblico nello scandalo incredibile che ne seguì, di aver scoperto "il piacere fisico", per non dire sessuale, solo grazie ad Onassis.
A quel punto gli ingredienti perché sorgesse il grande amore c'erano tutti: il movente, le condizioni favorevoli, le affinità elettive e quel riconoscere in un altro l'altra metà di se stessi.
Dopo nemmeno due settimane, al rientro a Montecarlo, Maria Callas era perdutamente innamorata dell'armatore greco e aveva deciso di separarsi dal marito, e anche di chiedere il divorzio, cosa che le era permessa in quanto aveva conservato la cittadinanza statunitense.





Inizialmente la notizia apparve troppo clamorosa per essere presa sul serio. Per convincere i cronisti mondani ci volle una dichiarazione ufficiale di Meneghini, esasperato dal fatto di non saper dire, a tutti coloro che, nel torrido ferragosto, cercavano sua moglie per vari motivi professionali e personali, che Maria era introvabile, probabilmente in qualche isola greca con Onassis.





Lo scandalo fu deflagrante, uno dei più chiacchierati di tutto il secolo, secondo solo a quello di Wallis Simpson e di Edoardo VIII.
Da quel momento, ogni uscita pubblica della Callas diventò preda dei giornalisti, fino al giorno della sua morte.
Secondo alcuni amici, la separazione con Meneghini era comunque nell'aria, già prima della conoscenza di Onassis, per diverse cause dovute proprio a Meneghini (esasperante, tirchio, sempre in cattivi rapporti coi dirigenti dei teatri, e infine troppo poco mondano rispetto alla vertiginosa ascesa della moglie di quegli ultimi tre anni).
In ogni caso, da quel fatidico 1959, per alcuni anni la Callas e Onassis fecero coppia fissa nel "gran mondo", mentre gli avvocati procedevano nelle pratiche di divorzio di lei da Meneghini e di lui dalla prima moglie Athina Livànos. 
Quello che nessuno seppe è che però proprio mentre lasciava il marito, Maria Callas fece testamento a suo favore, nominando Meneghini suo erede universale ed escludendo così la madre e la sorella.
Che i rapporti di Maria con Evangelia e Yakinti fossero pessimi era noto, ma il motivo principale di quel testamento, che emerse in sede giudiziale molto tempo dopo, fu che per Maria, quello fu il modo di sdebitarsi definitivamente verso Meneghini, che l'aveva aiutata in modo determinante ad arrivare al successo. Alcuni obiettano che Meneghini era molto più vecchio di lei, e quindi improbabile come erede, e invece le sopravvisse di molti anni. E' possibile che la Callas, stremata dai concerti e dagli sforzi vocali, presentisse che la sua vita non sarebbe stata lunga.




Mentre la Callas viveva quasi in una favola la storia d'amore della sua vita, incominciò il lento declino della sua carriera.



Dal 1959 iniziò a diradare vistosamente gli impegni, presa da una stanchezza irrecuperabile almeno a livello vocale. Nell'agosto del 1960, con una linea vocale ancora cospicua ma intaccata da un forte vibrato e dal registro acuto indebolito e accorciato, cantò la Norma ad Epidauro, in settembre incise nuovamente l'opera, e il 7 dicembre inaugurò la stagione lirica della Scala nella parte non protagonistica di Paolina nel Poliuto di Gaetano Donizetti. Ma le forze, anche a causa della rigidissima dieta a cui si sottoponeva, le vennero meno.

File:Callas-onassis.jpg

Per molto tempo, tra il 1961 e il 1962,  fu assente dalla scena pubblica e si parlò di una gravidanza tardiva, conclusasi con un aborto spontaneo, che avrebbe aggravato le condizioni psicofisiche della Divina.
Nel 1964, dietro forti insistenze di Franco Zeffirelli, cantò nel ruolo di Tosca al Covent Garden di Londra, con un notevole successo. Nel 1965 replicò la Tosca alla Carnegie Hall di New York, il tempio della grande musica americana: il ritorno fu trionfale. Maria sembrò aver ritrovato lo splendore degli anni precedenti e ciò la indusse a cantare cinque repliche della Norma all'Opera di Parigi, ma proprio in quella circostanza sia la voce che il fisico non ressero. Il 29 maggio 1965 terminò la scena dell'atto II del tutto sfinita e l'ultima scena venne annullata. E quello, come si usa dire in questi casi, fu l'inizio della fine.


Nella prossima, ed ultima parte, parlerò degli ultimi 12 anni di vita della Divina.

giovedì 26 gennaio 2012

Lo charme di Galla Placidia, l'ultima Imperatrice

Ecco un mosaico che ritrae l'imperatrice Galla Placidia (Costantinopoli 388 - Roma 450) 
                                               


Galla Placidia ebbe una vita piuttosto movimentata.Nata a Costantinopoli dall'imperatore Teodosio I e dalla sua seconda moglie Galla Valentina, figlia a sua volta di Valentiniano I e sorella di Valentiniano II, alla morte del padre seguì il fratello Onorio a Ravenna, appena diventata capitale dell'Impero Romano d'Occidente. Durante il regno di Onorio, Galla Placidia venne rapita dai Visigoti e costretta a sposarne il re Ataulfo. Fu liberata da un generale romano che ottenne di condividere il trono con Onorio, assumendo il nome di Costanzo III, che sposò poi Galla Placidia. Da questo matrimonio nacquero Valentiniano III (qui sotto a sinistra) e Onoria (qui sotto al centro). Si noti il trucco particolare di Onoria, specialmente il bistro che era una sorta di mascara dell'antichità, e veniva usato per delineare tutto il contorno delle palpebre, comprese quelle inferiori:



All'epoca anche gli uomini usavano il bistro e il trucco. La civiltà bizantina, forte non solo a Costantinopoli, ma anche a Ravenna, era estremamente raffinata.
Galla Placidia fu una icona di stile per mezzo secolo: la sua pettinatura, il suo trucco, i suoi gioielli di perle, erano diventati un must della corte ravennate.
Alla morte del fratello di Galla Placidia, l'imperatore Onorio, nel 423,  il trono imperiale passò a Velentiniano III che era ancora un bambino.  Ecco un quadro che mostra Valentiniano III sul trono con in mano le insegne imperiali: la spada e il globo d'oro, oltre che la porpora imperiale del mantello:

                                                                     
Valentiniano III regnò dal 423 al 455, ma fino al 450 il vero potere fu detenuto, in qualità di reggente imperiale, dalla madre Galla Placidia che dovette affrontare le invasioni barbariche, nel territorio dell'impero romano. Gli Unni erano i più pericolosi. Il loro re, Attila, aveva destato l'interesse di Onoria, che gli aveva inviato per lettera una proposta di matrimonio. Questo fu il pretesto che indusse gli Unni a invadere l'Impero. Onoria fu spedita in convento sotto il controllo severissimo della zia Pulcheria
Nell'immagine, tratta dal film Attila, del 1954, Sofia Loren interpreta Onoria ed Anthony Queen recita il ruolo di Attila:


Galla Placidia, terrorizzata dagli Unni, lasciò Ravenna e fuggì a Roma con il figlio. Affidò il comando dell'esercito al generale Ezio, che sconfisse Attila.  
Nel film tv del 2001, "Attila", il ruolo di Galla Placidia è interpretato dalla bravissima Alice Krige.



Galla Placidia morì a Roma poco dopo la sconfitta di Attila, convinta di aver salvato l'Impero, e fu sepolta a Ravenna nel meraviglioso Mausoleo che porta il suo nome.



Consiglio a tutti di visitarlo, a Ravenna. Si trova a fianco della basilica di San Vitale, ed ha la forma di una croce greca. E' una delle più belle espressioni dello stile bizantino in Italia.

Dopo la morte di Galla Placidia, Valentiniano III ed Ezio lottarono per il potere assoluto, tanto che l'imperatore uccise di persona, con un pugnale, il generale vittorioso che pretendeva di sposare sua figlia Eudoxia. Un alto dignitario, che aveva assistito all'omicidio, disse: "Sei un folle, Valentiniano, perché hai tagliato il tuo braccio destro con la mano sinistra!"

Fu una frase profetica: pochi giorni dopo, lo stesso Valentiniano III fu ucciso dai soldati per vendicare la morte di Ezio. Si compiva così la fine della dinastia valentiniana-teodosiana, e di fatto quella dell'impero romano d'occidente.
Roma fu saccheggiata dai Vandali:

Rimaneva invece intatto l'impero d'oriente, dove Giustiniano aveva ripristinato l'autorità imperiale, assieme alla moglie, l'imperatrice Teodora, che qui possiamo ammirare nello splendido mosaico della basilica di San Vitale a Ravenna:


Il mosaico che la rappresenta è probabilmente il più bello che si può trovare non solo a Ravenna, città che rimase bizantina per secoli, ma in tutta Italia. Teodora era di umili origini, si pensa persino che fosse una prostituta, ma l'imperatore Giustiniano se ne innamorò e la incoronò imperatrice. L'influenza di Teodora a corte fu molto positiva, e gli anni migliori del lunghissimo regno del marito furono quelli in cui lei visse. Dopo la sua morte, Giustiniano non si risposò e visse nel ricordo di lei.

La bellissima donna di cui parlerò domani è una sorpresa: sono sicuro che vi piacerà, anche se forse meriterebbe di essere odiata... non anticipo altro!