Gli oggetti sono ancora al loro posto
a custodire muti la quiete polverosa
delle stanze, nell'oppiaceo incantesimo
che inutilmente finge un'illusione:
come se i decenni non fossero sfumati
nell'inconcludenza di un tempo nascosto
già negli interstizi e sotto i tappeti.
E non serve a nulla fare l'inventario
delle cose perdute, per poi soffocare dentro
l'urlo dei rimpianti e appoggiarsi a questi
arredi fragili come fossero pilastri
mentre tutto frana intorno
e i volti a poco a poco si congedano.
Hai uno stile molto particolare, evocativo e visionario. Mi piace tantissimo.
RispondiEliminaTi ringrazio molto per questo apprezzamento! Tra le poesie che ho scritto, questa è quella a cui tengo di più, sia per lo stile che per il significato. Stilisticamente mi colloco tra il simbolismo e il "correlativo oggettivo" del primo Montale. Cerco di salvare le assonanze, anche nascondendole, e di mantenere un andamento che si avvicini a quello riflessivo dell'endecasillabo. In questo modo, l'evocatività visionaria delle immagini riesce ad attutire la drammaticità del dolore che c'è dietro. Il dolore ha bisogno di essere anestetizzato attraverso metafore che, partendo da un elemento concreto, vadano a spaziare in una atmosfera sognante. La poesia, come tutta l'arte, ha il dovere di rendere il dolore più sopportabile.
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