Gli oggetti sono ancora al loro posto
a custodire muti la quiete polverosa
delle stanze, nell'oppiaceo incantesimo
che inutilmente finge un'illusione:
come se i decenni non fossero sfumati
nell'inconcludenza di un tempo nascosto
già negli interstizi e sotto i tappeti.
E non serve a nulla fare l'inventario
delle cose perdute, per poi soffocare dentro
l'urlo dei rimpianti e appoggiarsi a questi
arredi fragili come fossero pilastri
mentre tutto frana intorno
e i volti a poco a poco si congedano.
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