![Foto: Frequenza dei 3 maggiori aplogruppi Y-DNA per ogni suddivisione della Repubblica Italiana: Nord, Toscana, Centro, Sud, Sicilia e Sardegna.
Come potete vedere, geneticamente parlando siamo per lo più rimasti fermi all'epoca Romana.
L'I2a1a è tipico dei Sardi ed è mesolitico, nato in Europa e di origine Cro-Magnoide; l'E-V13, il J2 e il G2a appartengono agli agricoltori neolitici Mediterranei; l'R1b-U152 è di stampo Gallo-Italico e arrivato nell'Età del Bronzo dopo le culture di Hallstatt e La Tène.
[Argo]](https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/t1/p403x403/1901425_216143808581962_328618933_n.png)
Ecco la nostra combinazione genetica e le sue origini, regione per regione:
- R1b ramo celtico e italico (indoeuropeo), età del bronzo e del ferro
- J2 ramo autoctono mediterraneo, pre-indoeuropeo
- E-23 ramo atlantico di origine nordafricana (migrato dalla penisola iberica verso est)
- G2a ramo caucasico (ipotesi origine anatolica degli Etruschi)
- I2a1a ramo protostorico più antico
L'aplogruppo R1b1 è il più comune nelle popolazioni europee ed in Italia è collegato al gruppo celtico-italico di origine indoeuropea.
Nelle regioni del nord in particolare c'è una concentrazione dell'aplogruppo genetico R1b1c10 S28 associato ai Celti alpini o Galli (cultura Hallstatt-La Tène) che in Italia si fuse con la preesistente civiltà Villanoviana.
Il gruppo R1b1c3 rappresenta invece quello dei Celti atlantici e raggiunge la sua massima densità nelle zone dove le popolazioni celtiche sono state ricacciate dalle successive invasioni romane e germaiche, cioè le isole britanniche.
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