martedì 5 maggio 2015

Il borgo medievale di Gradara



Gradara (Gradèra in romagnolo) è un comune italiano di 4.850 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino (PU), nel nord delle Marche, cioè nella zona "gallica" della regione (l'altra zona, a sud del fiume Esino, è il Piceno).
È situato nell'entroterra della riviera marchigiano-romagnola, poco distante dal mare e con un piacevole paesaggio collinare - estrema propaggine dell'Appennino - che le fa da sfondo. È conosciuto soprattutto per la sua storica Rocca malatestiana, che assieme al suo borgo fortificato ed alla sua cinta muraria rappresentano un caratteristico esempio diarchitettura medievale, frutto di un accurato restauro attuato all'inizio del XX secolo.
Gradara dista 6 km da Gabicce Mare e Cattolica, 15 km da Pesaro e 29 km da Rimini e, 33 Km (40 min.) da Urbino
Gradara e le contermini Gabicce Mare e Cattolica, formano oggi, de facto, un'unica entità culturale, socio-economica, urbana e finanche turistica, a cavallo tra Marche ed Emilia-Romagna.

Gradara – Veduta

Il palazzo imperiale di Costantinopoli
























lunedì 4 maggio 2015

Conservatorismo e pensiero conservatore













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Nella sua accezione politologica il conservatorismo è una corrente di pensiero politico-culturale che si basa su alcuni concetti fondamentali:

- Il valore della stabilità istituzionale e normativa come condizione necessaria per la certezza del diritto e il mantenimento del binomio "legge e ordine" nella società.

- L'idea che le riforme e i cambiamenti non siano di per se stessi un bene, ma vadano considerati come una misura d'eccezione, da prendere in considerazione soltanto qualora una determinata istituzione o norma non sia più in grado di funzionare o di garantire i diritti degli individui e la sicurezza della comunità.

- La tendenza a rispettare o quantomeno a tenere in considerazione gli elementi della tradizione della della comunità di riferimento, dal punto di vista culturale, sociale, istituzionale, valoriale e religioso (Dio, Patria e Famiglia), pur ammettendo che essi non siano un vincolo legislativo, ma un elemento di tutela della stabilità e della identità del soggetto politico, seppur nell'ambito di un quadro pluralistico dove è legittimo il dibattito e il dissenso, purché avvenga nell'ambito delle norme costituzionali e dell'ordinamento giuridico delle istituzioni pubbliche.

- Il rifiuto della rivoluzione e dell'utopia, fondato sulla sfiducia della bontà dell'uomo allo stato di natura. Il conservatorismo ritiene che la rivoluzione, oltre che essere un atto violento, si risolva in una mera sostituzione di una classe dirigente con un'altra, secondo la teoria delle elite.

- Una tutela della proprietà privata e dell'economia di mercato, più o meno spiccata a seconda dell'adesione del conservatore all'ideologia liberale.

Il conservatorismo liberale (Neoconservatorismo) accetta alcuni elementi del liberalismo classico (tutela dei diritti civili e politici) e del neoliberismo economico, tra cui l'individualismo e il contenimento della pressione fiscale e della spesa pubblica, pur nella salvaguardia dei diritti sociali e al riconoscimento del welfare state come elemento sussidiario al mercato e al privato.

Il conservatorismo sociale (Paleoconservatorismo) sarà invece più legato alla comunità che all'individuo, alla persona intesa come parte di un tutto con cui è in relazione secondo elementi tradizionali, in base ad ideologie quali il comunitarismo (destra sociale) e al personalismo (centro cattolico), tipiche dei partiti di ispirazione tradizionalista e cristiana e in ambito economico ad un maggiore statalismo e protezionismo, nel qual caso si parlerà di conservatorismo nazionale.

- Un collocamento politico nell'ambito dello schieramento moderato di centro-destra.

- Una propensione per il contenimento dell'immigrazione clandestina.

- Una valorizzazione della differenza e del merito, pur nell'ambito di una eguaglianza giuridica e di una equità economico-sociale che però rifiuta il socialismo e il comunismo.

- Un rispetto delle autorità come garanzia contro il disordine e la violenza anarchica, ma sempre all'interno del costituzionalismo liberaldemocratico.





I Tarocchi de Il Signore degli Anelli: gli arcani maggiori.


La Papessa

L'Imperatrice

L'Imperatore

Il Papa

Gli Amanti

Il carro

La giustizia

L'eremita

La Ruota della Fortuna

La Forza

L'Appeso

La Morte

La Temperanza

Il Diavolo

La Torre

La Stella

La Luna

Il sole

Il Giudizio

Il Matto

Il Mago

domenica 3 maggio 2015

Mappa dei paesi col maggior numero di animali in via d'estinzione

Serie storica dell'andamento della borsa americana dal 1900 ad oggi

Mappa dell'Europa dopo fine della Terza Guerra Mondiale

Totonomi per la Royal Girl: Alice, Victoria, Charlotte, Alexandra, Elizabeth o Diana?

Kate e William  si affacciano dal St. Mary’s Hospital. La duchessa è mamma per la seconda volta. E questa è la prima uscita ufficiale della Royal girl (Epa)

Alice è un nome frequente nella famiglia reale inglese ed era quello della madre del principe Filippo, Alice di Battenberg, a sua volta nipote della principessa Alice, figlia della regina Vittoria.
E proprio Victoria è un altro nome papabile.
Charlotte, oltre che essere un nome tipico delle figlie di famiglie aristocratiche, sarebbe un omaggio al nonno Charles, principe di Galles.
Alexandra è un nome che piace molto a Kate.
Meno probabili sono gli ovvi Elizabeth e Diana, dal momento che la bisnonna regina e nonna principessa defunta si odiavano e dunque scegliere uno dei due nomi sarebbe come dare ragione all'una contro l'altra, mentre sceglierli entrambi sarebbe paradossale e quasi ridicolo.
Voi quale preferireste?

Mappa dell'Europa se Hitler avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale

Mappa dell'Europa durante la Prima Guerra Mondiale

Caricature Map of Europe 1914 by Keithwormwood

sabato 2 maggio 2015

Mappa dell'Europa nell'anno 1025

Map of Europe - 1025 by Conturi-Hakudoushi

Yggdrasil



Yggdrasill [ˈygˌdrasilː], nella mitologia norrena, è l'albero cosmico, l'albero del mondo.

Natura, struttura, funzione

Secondo Völuspá è un frassino (norreno askr); secondo Rodolfo di Fulda, monaco benedettino del IX secolo, che lo denomina come Irminsul[1] è invece un tasso o una quercia, (alberi comunque sacri presso i popoli del Nord Europa); il suo nome significa con ogni probabilità "cavallo di Yggr", dove "cavallo" è metafora per "forca", "patibolo", mentre Yggr è uno dei tanti nomi di Óðinn. Il riferimento è al mito secondo cui Óðinn, alla ricerca della sapienza superiore, rimase appeso per nove giorni e nove notti all'albero cosmico, sacrificando così "sé stesso a sé stesso".
Il frassino Yggdrasill sorregge con i suoi rami i nove mondi, nati dal sacrificio di Ymir. Questi mondi sono: Ásaheimr, mondo degli ÆsirÁlfheimr, mondo degli elfi, Miðgarðr, mondo degli uomini, Jötunheimr, mondo dei giganti (Jötunn), Vanaheimr, mondo dei VanirNiflheimr, mondo del gelo (o della nebbia secondo altre versioni), Múspellsheimr, mondo del fuoco,Svartálfaheimr, mondo degli elfi oscuri e dei nani ed Hel, mondo dei morti. Questi nove mondi costituiscono l'intero universo.
Immenso, Yggdrasill sprofonda sin nel regno infero, mentre i suoi rami sostengono l'intera volta celeste.
Secondo lo Grímnismál poggia su tre radici: una, secondo Snorri Sturluson, va verso il cielo degli Dèi (Æsir) ovvero verso Ásaheimr dove, nei pressi della fonte detta di Urðr si trovano le tre Nornir[2]; un'altra verso lo Jötunheimar dove vivono i giganti (Jötunn); la terza radice raggiunge il Niflheimr dove la vacca Auðhumla nutre con il suo latte il gigante Ymir, l'Uomo Primordiale. Da quest'ultima radice nasce la fonte detta Hvergelmir (Pozzo risonante), da cui si dipartono tutti i fiumi del mondo.
Oltre a questa, alle radici di Yggdrasill vi sono altre due fonti: quella Mímir (Mímirbrunnr, Fonte di Mímir), situata nel mondo dei giganti, cela la sapienza e dove, per potervi bere, Óðinn dovette cedere uno dei suoi occhi che da allora è conservato nella fonte stessa; la seconda fonte è quella di Urðr (Urðrbrunnr, Fonte di Urðr o Fonte del Destino), situata nel mondo degli Æsir e da dove le tre Nornir, tessendo il destino (Urðr, germanico: Gaefa) attingono argilla bianca e acqua fresca con cui cospargono il tronco di Yggdrasill, per impedire che si secchi e muoia.
L'albero Yggdrasill è il luogo dell'assemblea (Thing) quotidiana degli Dèi che vi giungono cavalcando il ponte di Bifröst (l'Arcobaleno), vigilato dal dio Heimdallr.
Altro nome dell'albero cosmico è Mímameiðr ("albero di Mími"). Inoltre con Yggdrasill è forse da identificare Léraðr, l'albero che sorge di fronte al Valhalla.

Animali di Yggdrasill

L'albero è attorniato da diversi animali, che lo proteggono, che ne traggono vita, o che lo minacciano. Sulla sommità sta un'aquila, e posato tra i suoi occhi, un falco di nome VeðrfölnirQuattro cervi balzano tra i rami, mangiandone le foglie: Dáinn, Dvalinn, Duneyrr, Duraþrór. Le radici di Yggdrasill sono tormentate da diverse serpi, e tra queste vi è Níðhöggr, che costantemente si scambia male parole con l'aquila che sta sul vertice dell'albero. Emissario tra i due animali è un velocissimo scoiattolo, di nome Ratatoskr.
Sulla cima di Yggdrasill sta altresì Víðópnir, gallo dorato il cui canto annuncerà il Ragnarök, la fine del mondo.

Interpretazioni della simbologia

Régis Boyer individua tre ambiti simbolici dell'albero Yggdrasill:
  • è fonte della vita, delle acque eterne, è l'albero che dà la vita;
  • è fonte del sapere, è all'origine della sapienza di Óðinn;
  • è fonte del destino predisposto dalle Nornir: la sorte degli dèi e degli uomini è indissolubilmente vincolata a questo albero.

Note

  1. ^ De miraculis sancti Alexandri, 3.
  2. ^ Urðr (il passato), Verðandi (il presente), Skuld (il futuro).

Bibliografia

  • Régis Boyer. Yggdrasill. La religion des anciens Scandinaves. Parigi, Payot, 1992.
  • Medioevo, agosto 2014, pag. 54 e sgg., Immaginario, Yggdrasill.

Voci correlate