domenica 18 marzo 2018

Le varie branche del pensiero anarchico

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L'anarchismo è definito come la filosofia politica applicata[1], il metodo di lotta alla base dei movimenti libertari volti fattualmente già dal XIX secolo al raggiungimento dell'anarchia come organizzazione societaria, teorizzante che lo Stato sia indesiderabile, non necessario o dannoso[2][3][4][5][6][7][8], o, in alternativa, come la filosofia politica che si oppone all'autorità o all'organizzazione gerarchica nello svolgimento delle relazioni umane[9][10][11][12][13][14].
I fautori dell'anarchismo, noti come anarchici, propongono società senza Stato basate sulle associazioni volontarie[15][16] e non gerarchiche[9][17][18]. Il termine inteso in senso politico venne inizialmente utilizzato dal girondinoJacques Pierre Brissot nel 1793 definendo, negativamente, la corrente politica degli enragés o arrabbiati, gruppo rivoluzionario radicale critico di ogni forma d'autorità. Nel 1840, con Proudhon, ed il suo saggio "Qu'est-ce que la propriété ?" i termini anarchia e anarchismo assumeranno una connotazione positiva.
Ci sono alcune tradizioni di anarchismo e, sulla base della storia del movimento transitata attraverso il dibattito fine-ottocentesco dell'anarchismo senza aggettivi, alla fine del quale Errico Malatesta sintetizzò il concetto[19] con la frase:"Per conto mio non vi è differenza sostanziale, differenza di principi", non tutte si escludono vicendevolmente[20]. Le scuole di pensiero anarchico possono differire tra loro anche in modo sostanziale, spaziando dall'individualismo estremo al totale collettivismo[8]. Le tipologie di anarchismo sono state suddivise in due categorie: anarco-socialismo e anarco-individualismo; compaiono anche altre suddivisioni basate comunque su classificazioni dualiste simili[21][22][23].
L'anarchismo in quanto movimento sociale ha registrato regolarmente fluttuazioni di popolarità. La tendenza centrale dell'anarchismo a coniugarsi come movimento sociale di massa si è avuta con l'anarco-comunismo e con l'anarco-sindacalismo, mentre l'anarco-individualismo è principalmente un fenomeno letterario[24], che tuttavia ha avuto un impatto sulle correnti più grandi[25]. La maggior parte degli anarchici si oppone a tutte le forme di aggressione, sostenendo invece l'autodifesa o la nonviolenza (anarco-pacifismo)[26][27], mentre altri hanno approvato l'uso di alcune misure coercitive, tra le quali la rivoluzione violenta e il terrorismo, per ottenere la società anarchica[28]

Bandiere nere e rosso-nere sono fin dal XIX secolo parte della simbologia del comunismo anarchico
Un emblema degli anarco-comunisti francesi
L'anarco-comunismo, chiamato anche comunismo anarchicoanarchismo comunista o comunismo libertario, è una corrente dell'anarchismo, che promuove tra gli individui l'associazione volontaria ed egualitaria in una società senza Stato, grazie alla socializzazione dei mezzi di produzione e dei beni e servizi da essi derivati, distribuiti poi ad ogni persona grazie ad una gestione democratica e "orizzontale" dell'economia da parte della comunità.

L'anarco-sindacalismo è una delle espressioni dell'anarchismo con forti interazioni con le componenti contadine ed operaie dei lavoratori, massicciamente presente a livello sociale a partire dalla fine dell'Ottocento. Il suo obiettivo finale è il comunismo libertario, ovvero la riorganizzazione della società secondo i principi del federalismo e della democrazia diretta, dove siano gli stessi lavoratori a gestire le strutture politiche, economiche e sociali in modo egualitario e non-gerarchico.

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