Jafet o Iafet, anticamente anche italianizzato Giapeto (in ebraico יפת, pron. Iéfet) è un personaggio biblico, uno dei figli di Noè.
Viene sempre indicato come terzo dopo Sem e Cam, ma poiché in Gen. 9:24 Cham è definito "בנו הקטן" (trad. lett. "suo figlio il piccolo"), una tradizione parallela e più tarda vuole che Iafet sia in realtà il secondogenito, nato dopo Shem.
Egli fu ammesso con i fratelli a salire sull'arca assieme alla propria moglie, e superò con loro la strage del Diluvio (Gen. 7:13; 9:18). Tempo dopo, quando il padre ubriaco venne visto da Cham stordito e discinto, fu lui con suo fratello Shem a coprirne il corpo, mostrando - attraverso il gesto di procedere a ritroso verso il padre con un manto, così da non vederne la nudità - un rispetto assoluto per il proprio genitore. Per questa accortezza ricevette un'importante quanto oscura benedizione, che nella sua prima parte suona: יפת אלי ליפת וישכן באהליˉשם (trad. lett."Faccia ampio il Signore verso Jafet, ed egli abiti nelle tende di Shem" - Gen. 9:27).
Vi è una tradizione nell'Ebraismo secondo cui alla discendenza di Yafet corrispondono i Greci e il resto degli Europei, le cui caratteristiche corrispondono all'accostamento del significato della radice del nome Yafet con quello di bellezza; vi sono inoltre discendenti di Jefet con capelli di colore nero, "rosso", "biondi", ecc.
La discendenza di Jafet
È comunque in quest'ultimo senso che venne intesa, considerato che nelle successive genealogie Iafet è l'unico ad avere avuto sette figli (nello specifico, Genesi 10:2: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tuval, Meshech e Tiras).
La genealogia è diversa nei nomi che troviamo in 1 Cronache 1:5, dove sono figli di Iafet: Gomer, Magòg, Media, Grecia, Tubal, Mesech e Tiras. Dal confronto delle due genealogie, risulta che Madai è sovrapponibile a Media, e Javan a Grecia.
Similmente a Jafet, stesso tipo di informazione (che scambia nomi di persona con nomi di nazioni) si ricava per la discendenza di Javan, confrontando:
- Genesi 2:3-4: I figli di Gomer: Ashkenaz, Rifat e Togarma. I figliuoli di Javan: Elisha, Tarsis, Kittim e Dodanim.
- 1 Cronache 1:6-7: Figli di Gomer: Ascanàz, Rifat e Togarmà. Figli di Grecia: Elisà, Tarsìs, quelli di Cipro e quelli di Rodi.
I nomi sono identici per i figli di Gomer, mentre differiscono soltanto per i figli di Javan, differenza che quindi nei testi sembra intenzionale per fornire informazioni geografiche. Di nuovo, dal confronto delle due genealogie, Kittim è sovrapponibile a Cipro, e Dodanim a Rodi.
Il significato del nome
Due sono le spiegazioni fornite per dare un significato al nome di Iafet, ed entrambe - benché discordanti - sono state materia di ampia riflessione. Secondo la versione più accettata "Iafet" deriva dalla radice del verbo פתה (p.t.h - essere spazioso, aprire; il medesimo usato nella benedizione), dunque intendendo l'ampiezza raggiunta dai suoi discendenti quanto a numero, a potenza ed espansione territoriale. Per altri, Saadia Gaon tra i primi, deriva invece dalla radice יפה (y.p.h - bello, ben fatto) con un'allusione palese al suo valore estetico, e - meno palese - alla minore saggezza rispetto ai fratelli, da cui l'essere costantemente citato come terzo tra i tre (Gen. 6:10; Sanh. 69b; Gen. R. 26). Senza nulla togliere alle parole dei rabbini, Abraham ibn Ezra rifiutò decisamente questa seconda versione.
Haggadah e Midrash
Analizzando l'evento che portò alla benedizione, l'interpretazione midrashica arrivò a considerare Shem come il vero ideatore dell'atto di pietà verso il padre, lasciando ad Iafet il solo compito di aiutarlo. Per questo egli ottenne una ricompensa minore rispetto a Shem, ovvero il Tempio costruito dai suoi discendenti sarà meno santo rispetto al primo (essendo l'imperatore Ciro il Grande considerato discendente di Iafet; PR 35, 160a). Tuttavia il gesto di amore filiale non venne sottovalutato, così Gog e la sua discendenza potranno avere sepoltura in Israele (Ez. 39:11), e parteciperanno della gioia dell'era messianica (Gen. R. 36:6).
La bellezza di Iafet, infine, venne associata alla bellezza della lingua e della cultura greca, intendendo con "abiti nelle tende di Shem" l'invito, o la speranza, che il popolo dei Kittim si convertisse alla fede di Israele attraverso la versione dei Settanta (Meg. 9b, Gen. R. 36:8); sia che il Signore avesse benedetto i discendenti di Iafet con una pelle candida e abbondanti terre fertili (Pirke R. El. 24).
La bellezza di Iafet, infine, venne associata alla bellezza della lingua e della cultura greca, intendendo con "abiti nelle tende di Shem" l'invito, o la speranza, che il popolo dei Kittim si convertisse alla fede di Israele attraverso la versione dei Settanta (Meg. 9b, Gen. R. 36:8); sia che il Signore avesse benedetto i discendenti di Iafet con una pelle candida e abbondanti terre fertili (Pirke R. El. 24).
Uno sviluppo successivo
L'intero passo biblico di Genesi e in particolare la profezia sulla discendenza e la schiavitù di Canaan, venne spesso interpretato fin troppo alla lettera, tanto dai teologi cristiani che dagli eruditi laici.
Essi, dividendo la razza umana in tre grandi stirpi (Camiti per gli Africani, Semiti per i Mediorientali, Iafetiti o Giapetiti per gli Europei), postularono l'evidente superiorità del loro ceppo etnico rispetto a tutti gli altri, considerati come corrotti o corruttori (Mosse, 1980; Poliakov, 1974), e il diritto/dovere di assoggettare ed educare questa umanità sbandata.
La scoperta del Nuovo Mondo e dei suoi abitanti, identificati di volta in volta come i discendenti delle tribù perdute di Israele, come razze antidiluviane ingannate dal demonio, come specie semiumana, non incrinarono di molto questo concetto. Il sacerdote francese Guillaume Postel propose addirittura di rinominare l'Europa Iapezia, in quanto terra dei discendenti di Iafet.
Essi, dividendo la razza umana in tre grandi stirpi (Camiti per gli Africani, Semiti per i Mediorientali, Iafetiti o Giapetiti per gli Europei), postularono l'evidente superiorità del loro ceppo etnico rispetto a tutti gli altri, considerati come corrotti o corruttori (Mosse, 1980; Poliakov, 1974), e il diritto/dovere di assoggettare ed educare questa umanità sbandata.
La scoperta del Nuovo Mondo e dei suoi abitanti, identificati di volta in volta come i discendenti delle tribù perdute di Israele, come razze antidiluviane ingannate dal demonio, come specie semiumana, non incrinarono di molto questo concetto. Il sacerdote francese Guillaume Postel propose addirittura di rinominare l'Europa Iapezia, in quanto terra dei discendenti di Iafet.
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