Fëanor nacque nel reame beato di Valinor, primo figlio di Finwë re dei Noldor e della moglie Míriel.
Fëanor si sposò molto giovane con Nerdanel, figlia di Mahtan, fabbro dei Noldor. Da lei ebbe sette figli: Maedhros l'alto, Maglor il cantore, Celegorm il chiaro, Caranthir lo scuro, Curufin il destro e i gemelli Amrod e Amras; alcuni ereditarono dalla madre un carattere più docile e meno impulsivo rispetto a quello del padre.
La maturità di Fëanor coincise anche con il periodo in cui il malvagio Melkor, il Primo Signore Oscuro, venne scarcerato dalle prigioni di Mandos ed ottenne il perdono dei Valar, dichiarandosi pentito delle sue malefatte.
Melkor riuscì ad ingannare i Noldor, facendosi credere buono e fornendo a Feanor le indicazioni necessarie per la costruzione delle pietre magiche dei Palantiri e delle lumimose gemme dei Silmaril, anche se in realtà mirava a corromperli, e ad estraniarli dai Valar.
Melkor sfruttò il temperamento esplosivo di Fëanor insinuando che il suo fratellastro Fingolfin non solo tramava per prendere il suo posto come erede di Finwë, ma il suo scopo era impossessarsi dei Silmaril.
L'ostilità di Fëanor crebbe a tal punto da minacciare con la spada la vita di Fingolfin davanti al padre. (È in questo periodo che, sobillati da Melkor, i Noldor iniziarono a forgiare armi.) Per questo atto, i Valar lo esiliarono a Formenos, roccaforte nella quale Fëanor portò il suo tesoro, insieme ai Silmaril chiusi in uno scrigno blindato. Infatti con il passare del tempo, Fëanor sviluppò un amore sempre più viscerale e possessivo per i tre gioielli, e non sopportava nemmeno di tirarli fuori dal loro nascondiglio per mostrarli, salvo ai figli.
Anche Finwë si ritirò a Formenos, per solidarietà al figlio maggiore, lasciando come reggente Fingolfin.
Nel frattempo Melkor nell'Avathar strinse alleanza con la creatura ragno Ungoliant, la quale aiutò Melkor a distruggere i Due Alberi, facendo piombare Valinor nell'oscurità. Melkor e Ungoliant si diressero poi a Formenos, uccisero Finwë, e portarono via ogni tesoro che vi era custodito, inclusi i Silmaril; infine fuggirono verso est.
Durante quella che avrebbe dovuto essere la festa per la riconciliazione di Fëanor con Fingolfin, dunque, gli Alberi furono distrutti, e la loro luce risplendeva ora solo nei Silmaril. Yavanna chiese a Fëanor di darle i Gioielli, cosicché potesse guarire gli Alberi e vanificare il malvagio operato di Melkor; tuttavia Fëanor esclamò con veemenza che mai avrebbe ceduto i suoi Silmaril di propria volontà e se i Valar lo avessero costretto, disse, non si sarebbero rivelati migliori di Melkor.
Informato dell'uccisione del padre Finwe, Fëanor soprannominò Melkor con l'appellativo di Morgoth (Oscuro Nemico del Mondo), e sfidando il bando dei Valar, si recò nella città di Tirion, e, dopo essersi fatto incoronare Secondo Re dei Noldor, arringò la folla con il discorso più trascinante che si fosse mai udito in Arda, nel quale sfogò la sua rabbia nei contronti di Morgoth, ma anche dei Valar, e persuase la maggior parte dei Noldor ad abbandonare Valinor, e seguirlo nella Terra di Mezzo per combattere Morgoth.
Qui pronunciò, insieme ai sette figli, un terribile giuramento: invocando Ilúvatar a testimone, essi giurarono di perseguitare sempre, ovunque e in qualunque modo chiunque osasse detenere i Silmaril, e chiamando su di loro stessi la tenebra eterna nel caso non fossero riusciti a riconquistarli.
Da questo evento ebbero origine tutte le traversie del popolo dei Noldor, e quindi anche del resto della sua famiglia reale, di cui parlerò nel prossimo post sull'argomento.
Molto chiarificatore questo post! L'inizio l'avevo letto nel Silmarillion ma poi mi sono persa e finora non avevo mai capito bene come proseguisse la storia!^^
RispondiEliminaQuello che mi lascia perplessa è che Feanor, per quanto impulsivo, possa essersi fidato più di Melkor, (che alla fine, seppur pentito aveva comunque un passato da malvagio) che del fratellastro, che concretamente non aveva mai fatto niente di male...
Ma poi I Simaril che hanno dato origine questi drammi, a cosa servivano mai? Io avevo capito che erano solo gioielli bellissimi e luminosissimi di valore inistimabile, ma concretamente che vantaggio avrebbero mai potuto portare a uno che è già un'elfo (quindi immortale e tutto il resto) e pure re?!
Grazie!!! *-* Spero che questi post possano riconciliarti con l'opera mitologica che ruota intorno ai Silmaril.
EliminaLe domande che poni sono molto importanti e colgono i temi centrali di tutta la produzione letteraria di Tolkien e cioè l'influsso del Male attraverso gli Oggetti, soprattutto i Gioielli.
Perché questo tema? Tolkien si è ispirato alla mitologia nordica, basti pensare all'Anello del Nibelungo e in generale a tutta la saga di Sigfrido, nelle sue varie interpretazioni, che costituisce una specie di Iliade del Nord.
Tolkien voleva dare alla letteratura inglese un grande ciclo epico che si ispirasse alla mitologia nordica e che potesse in un certo senso competere con l'Iliade, l'Odissea e l'Eneide, che sono le fondamenta della civiltà classica e mediterranea.
In particolare Tolkien riteneva che la capacità del Male di corrompere anche gli animi più forti come quello di Feanor, ma anche di Isildur, di Thorin e di molti altri che cedettero al "lato oscuro", passasse attraverso l'eccessiva importanza data agli oggetti: e qui si vede il classico disprezzo dell'etica aristocratica, basata sui valori epici, nei confronti dell'etica borghese basata sul commercio, sull'accumulazione della ricchezza e sul possesso quasi feticistico degli oggetti, sia quelli di consumo che quelli durevoli.
Tolkien era un reazionario, per sua stessa ammissione, per cui la sua critica alla civiltà borghese consumistica (che poi è quella in cui noi viviamo e che tutto sommato credo sia la meno peggio, tra tutte le varie impostazioni sociali), veniva "da destra" anche se in realtà diceva quasi le stesse cose di chi criticava il capitalismo "da sinistra". E infatti i critici tolkieniani si dividono in tre correnti: la "destra" tolkieniana che esalta il discorso dell'aristocrazia, dell'eroismo, del valore militare, della patria, della tradizione ecc ecc; il "centro" tolkieniano che insiste sul fatto che Tolkien era cattolico e quindi in realtà preferiva gli Hobbit alle altre specie, perché gli Hobbit erano pacifici e gentili; e poi c'è la "sinistra" tolkieniana che appunto esalta l'idea della critica al culto capitalistico della ricchezza e dei suoi simboli, come appunto gli oggetti preziosi, ed esalta anche le idee ecologiste che sono molto forti nei romanzi di Tolkien.
Ah, io ne parlerei per ore e ore... il mio sogno sarebbe diventare un filologo tolkieniano e tenere corsi monografici all'università su questo argomento, ma ancora Tolkien è un autore visto con sospetto nell'università di Bologna, che è una delle ultime roccaforti del marxismo-leninismo duro e puro :-D :-D :-D
Caspita, non immaginavo che ci fossero addirittura questi "partiti" della critica! Io ho sempre letto Tolkien come qualsiasi altro autore, quindi non mi sono mai proccupata troppo dell'interpretazione filologica dei suoi romanzi. :)
EliminaCerto che però collegare il fatto che Tolkien fosse cattolico con l'indole buona degli Hobbit è a dir poco retrogrado: il cristianesimo ha fatto più morti della peste, basti pensare alle crociate!
Io mi sa che sarei di destra... anche se apprezzo molto le idee ecologiste!^^
Grazie mille delle spiegazioni, come sempre hai dimostrato di essere un vero esperto! Senza dubbio se mai dovessero istituire una cattedra del genere te la meriteresti a pieno titolo! :)
Ah ah, guarda, credo anch'io che la cosa migliore sia leggere Tolkien fermandosi al significato letterale, come lui stesso voleva, perché come filologo e professore aveva espresso più volte la sua perplessità riguardo alle interpretazioni allegoriche: penso che se vedesse come si accapigliano i suoi critici adesso, riderebbe a crepapelle^^ ;-)
EliminaSono io che ti ringrazio!!! *-* Buona serata! ;-)