sabato 2 agosto 2014

Guerra tra Israele e Gaza



██ Israele e la Striscia di Gaza
██ Paesi che hanno manifestato favore al diritto di Israele all'autodifesa
██ Paesi che hanno condannato o espresso preoccupazione nei confronti di entrambe le parti
██ Paesi che hanno criticato o manifestato preoccupazione per le azioni di Israele.

Il conflitto arabo-israeliano (in araboالصراع العربي الإسرائيليal-Sirāʿ al-ʿarabī al-isrāʾīlī, in ebraicoהסכסוך הישראלי-ערבי?hasikhsukh haisraeli-aravi) è un conflitto politico-militare che dall'inizio del Novecento, a fasi alterne, abbraccia circa un secolo di tensioni politiche e ostilità e che vede contrapposti Israele da una parte e gli stati arabi circostanti dall'altra, sebbene lo stesso Stato di Israele sia stato ufficialmente istituito solo nel 1948.
L'origine della contesa, con radici storico-politiche, etniche e religiose, riguarda la nascita del movimento sionista prima e la successiva creazione del moderno Stato di Israele poi nel territorio considerato invece dalmovimento panarabo come appartenente, ormai da circa 14 secoli, ai palestinesi (siano essi musulmanicristianidrusi o di altre fedi), ma che buona parte del popolo ebraico considera invece come sua patria storica.
Il conflitto, iniziatosi come uno scontro politico su ambizioni territoriali a seguito del crollo dell'Impero ottomano, si è tramutato nel corso degli anni da conflitto arabo-israeliano a un più regionale conflitto israelo-palestinese (comunemente detta questione palestinese) incentrato sul mutuo riconoscimento di sovranità/indipendenza dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina, con Israele e il mondo arabo generalmente divisi sullo status di questi territori, sebbene entrambi riconosciuti a livello internazionale con risoluzione ONU.

Contestualizzazione geopolitica

Al fine di comprendere a pieno tutte quelle dinamiche che, nel corso del Novecento, hanno dato vita alla cosiddetta "questione palestinese", è innanzitutto necessario contestualizzare geograficamente e storicamente la regione teatro di tali eventi e, più in generale, quella vicino-orientale.
Con Vicino Oriente (meno precisamente Medio Oriente) si indica convenzionalmente quella zona compresa tra il Mar Mediterraneo, l'oceano Indiano e il Golfo Persico, all'interno della quale vivono numerose etnie, la maggior parte delle quali è accomunata dalla professione della religione islamica. Tale zona fu per molti secoli parte integrante dell'Impero Ottomano, che si caratterizzò per una politica tendenzialmente sovranazionale, in grado di garantire una discreta autonomia ai diversi gruppi etnici che lo componevano.
La zona assunse straordinario valore strategico (sia economico sia militare) a partire dal 1869, anno in cui fu aperto il canale di Suez: straordinaria opera ingegneristica che avvicinava l'Oriente all'Occidente. Oltre a questo, nella prima metà del XX secolo, furono scoperti immensi giacimenti petroliferi in tutta l'area e ciò rese ancora più interessante il territorio vicino-orientale per le potenze europee che, bisognose di quell'elemento per la loro crescente industria, approfittarono dei numerosi segni di fragilità dell'Impero Ottomano, nonché dell'esito del primo conflitto mondiale per colonizzare l'intera area, imponendo un'occupazione militare di fatto, atta a garantire lo sfruttamento della zona da parte delle società europee. I conflitti non si sono fermati.
Tali popoli, già uniti dalla comune religione islamica, svilupparono dunque una forte identità nazionale (spesso nazionalistica) in risposta all'occupazione dello straniero (visto anche, con una certa superficialità, comecristiano), risvegliando così antichi rancori che taluni vollero collegare con l'antico periodo crociato.
Di quest'area dell'Oriente islamico, la Palestina fa parte a pieno titolo. Identificabile come l'area compresa tra il Mar Mediterraneo e il Mar Morto, l'Egitto e la Siria, essa ospita tra l'altro un'importantissima città come Gerusalemme, sacra per le tre religioni abramitiche, di cui ospita molti luoghi ed edifici sacri.
Come buona parte del Vicino Oriente, anche la Palestina ha dovuto subire l'occupazione britannica - formalmente un Mandato della Società delle Nazioni ma, in realtà, frutto degli accordi franco-britannici Sykes-Picot rivelati dal nuovo governo sovietico l'indomani della Rivoluzione - a causa della sua rilevanza economica e strategica derivante dalla vicinanza con l'Egitto e il canale di Suez nonché con l'area siro-libanese assegnata invece in Mandato alla Francia.
Le popolazioni che vivono in tale zona sono da secoli a forte maggioranza araba ma al termine del XIX secolo e, sempre più consistentemente nei primi anni del XX secolo, fu consentito (dapprima dall'Impero Ottomano e poi dalla Gran Bretagna) l'insediamento di colonie ebraiche, molte delle quali guadagnate alla causa sionista. A partire dagli Anni trenta del XX secolo, e ancor più dopo il termine del II conflitto mondiale e la tragedia dell'Olocausto, la Palestina vide fortemente alterata la sua composizione demografica, con la minoranza ebraica avviata a diventare maggioranza grazie all'acquisto di terreni reso possibile dai fondi concessi ai profughi ebrei sfuggiti alla persecuzione nazista.
Nel 1948, a seguito di un'apposita risoluzione delle Nazioni Unite, su tali terre fu dichiarato lo Stato di Israele, con una prima emigrazione araba palestinese verso le nazioni limitrofe, fortemente incrementata in seguito alla sconfitta patita nel primo conflitto arabo-israeliano, scatenato l'indomani della dichiarazione d'indipendenza israeliana dagli Stati arabi dell'Egitto, della Siria, del Libano, della Transgiordania e dell'Iraq.

L'ultimo quarantennio e i tentativi di normalizzazione

La fine delle guerre arabo-israeliane avviò un timido e incerto progresso di normalizzazione dei rapporti tra lo Stato ebraico e alcuni dei paesi limitrofi, spesso vanificato da irrigidimenti e da nuove crisi. Nel novembre del 1977 il presidente egiziano Anwar al-Sādāt si reca in visita a Gerusalemme, avviando di fatto il processo di pace tra Egitto e Israele.
Nel 1978 l'invasione del sud del Libano da parte dell'esercito israeliano indusse l'ONU a creare una zona cuscinetto, tra i due paesi, presidiata dai "caschi blu".
Nel 1979, dopo lunghe trattative facilitate dagli Accordi di Camp David (settembre 1978), Israele ed Egitto firmano un trattato di pace (il primo tra Israele e uno stato Arabo) che comporta la restituzione all'Egitto della penisola del Sinai e il riconoscimento dello stato di Israele.
Nel 1980, Israele dichiarò Gerusalemme unificata come unica capitale dello Stato ebraico per poi annettersi l'anno successivo le alture del Golan siriano già occupate.
Il 6 ottobre 1981 il presidente egiziano Anwar al-Sādāt (Premio Nobel per la Pace con Menachem Begin) viene assassinato, durante una parata militare, da estremisti arabi membri dell'Organizzazione Jihād islamica egiziana diShukrī Muṣṭafā, un fuoruscito del movimento dei Fratelli Musulmani, da lui ritenuti troppo "moderati".
Nel 1982, Israele avviò l'operazione "Pace in Galilea", che prevedeva la creazione di una zona priva di insediamenti palestinesi attorno ai confini settentrionali israeliani, con l'obiettivo della distruzione definitiva dell'OLP.
Nell'ambito di tale operazione Israele invase il Libano spingendosi fino a Beirut, costringendo l'OLP a trasferire la propria sede in Tunisia. Nel quadro di questa azione militare si ebbero i massacri dei campi profughi beirutini di Sabra e Shatila, perpetrati dal maronitaElie Hobeika e dalle forze filo-israeliane del cosiddetto Esercito del Sud-Libano (cristiano). L'inerzia delle forze israeliane che erano responsabili della sicurezza di quelle aree e che erano a conoscenza di quanto stava avvenendo nei campi profughi (in cui si contarono da 800 a 2.000 civili trucidati) provocò una severa inchiesta da parte della Corte Suprema in Israele. Essa si concluse con le dimissioni forzate di Ariel Sharon dalla carica di Ministro della Guerra e col dimissionamento del Capo di Stato Maggiore israeliano e del responsabile militare israeliano delle operazioni in Libano.
Nel frattempo l'ONU, che accusava Israele di violare i diritti umani nei confronti dei Palestinesi, formò una commissione di indagine perché vigilasse sul problema dei mezzi coercitivi messi in atto nei confronti degli Arabi affinché abbandonassero le loro terre, come pure sulle disposizioni israeliane in materia di gestione delle risorse idriche dell'intera area a settentrione dello Stato ebraico e sulla distruzione di abitazioni arabe da parte dell'esercito israeliano.
Per lungo tempo l'OLP rifiutò di assumere come base per il dialogo la risoluzione 242 dell'ONU (che prevedeva il ritorno ai confini di prima della "guerra dei sei giorni", legittimando così le conquiste territoriali israeliane del 1948-1949), finché nel 1988 la sua linea si ammorbidì consentendo l'avvio di un cauto e non sempre coerente avvicinamento fra le opposte posizioni.
Nel frattempo, nel 1987, era cominciato un moto popolare di sollevazione chiamato Intifada (in arabo "brivido, scossa"), che tentava di combattere l'occupazione israeliana dei Territori Occupati per mezzo di scioperi e disobbedienza civile, oltre a ricorrere a strumenti di lotta volutamente primitivi quali il lancio di pietre contro l'esercito invasore, suscitando così grande impressione nel mondo occidentale.
Sempre in questo periodo, però, gruppi estremistici di matrice islamica tradizionalista che non si riconoscevano nell'OLP si organizzarono trovando come punto di riferimento il movimento Hamas (nato a Gaza nel 1987) che, pur limitando la sua azione al quadro strettamente palestinese, con l'impiego di tecniche di lotta terroristica, decisamente alternativa rispetto a quella più diplomatica dell'OLP, è riuscito a erodere parte del consenso fin lì goduto dalla "laica" OLP.
Nel 1993, ci fu a Washington un importante vertice di pace tra lo Stato Israeliano e l'OLP, riconosciuta finalmente come unica rappresentante del popolo palestinese, mediato dallo stesso presidente USA Bill Clinton. In esso si giunse a un accordo in base al quale Israele si sarebbe ritirata dalla striscia di Gaza entro il 1994, lasciando quei territori sotto la guida palestinese. I termini dell'accordo si rivelarono in ultima analisi molto ambigui, tanto che gli scontri ben presto ripresero.
Nel 1995, il premier laburista israeliano Yitzhak Rabinpremio Nobel con Arafat e Shimon Peres per aver sottoscritto gli storici Accordi di Oslo con l'OLP, venne ucciso da Yigal Amir, esponente dell'estrema destra religiosa israeliana.
Questo provocò grande impressione nell'opinione pubblica israeliana, tanto da spingere il nuovo premier del LikudBenjamin Netanyahu, a stringere un nuovo accordo con l'OLP, che prevedeva l'apertura di un aeroporto a Gaza e la liberazione di vari prigionieri politici palestinesi, sempre grazie alla mediazione del presidente USA Bill Clinton. Tuttavia le tensioni tra le parti non finirono.
La prosecuzione della politica di creazione di nuovi insediamenti agricoli israeliani nei Territori Occupati non si arrestò e a nulla servì che gli Israeliani, spaventati dagli attacchi terroristici arabi, facessero vincere il partito laburista del MAPAM di Ehud Barak.
Questi infatti, in un nuovo vertice per la pace a Washington, non riuscì a convincere con le sue proposte il suo antagonista Arafat sui termini della pace e le trattative conobbero così un cocente fallimento.
Nell'ultimo periodo, la nuova strategia di Hamas di ricorrere ad attentati suicidi contro i civili ebrei ha ulteriormente acuito la tensione, facendo irrigidire le posizioni degli Israeliani e questo sentimento ha trovato una facile sponda nell'amministrazione statunitense, tradizionalmente predisposta a condividere le tesi israeliane.
La morte del leader dell'OLP Arafat (primavera 2004) e l'elezione del suo successore Mahmūd ʿAbbās (Abū Māzen) hanno portato, tra innumerevoli azioni di guerriglia e di contro-guerriglia, di attentati terroristici palestinesi e di "uccisioni mirate" e dure ritorsioni israeliane contro civili palestinesi, allo sgombero (unilateralmente disposto nel 2005 dal premier israeliano Ariel Sharon) della Striscia di Gaza, consegnata in novembre all'Autorità Nazionale Palestinese, sui cui valichi è stata chiamata a vigilare una forza di polizia della Comunità Europea.
Il 16 luglio 2007 il presidente americano George W.Bush annuncia l'intenzione di convocare una conferenza internazionale a sostegno della soluzione a due stati del conflitto. La conferenza si tenne ad Annapolis il 27 novembre 2007, preceduta da intensi negoziati condotti dal segretario di stato Condoleeza Rice. Intervennero 49 delegati, compresi i rappresentanti delle nazioni del G8 e i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Parteciparono molti membri della Lega araba (Algeria, Bahrein, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Qatar, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Tunisia e Yemen). Parteciparono anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, il rappresentante ufficiale del Quartetto Tony Blair, oltre allo stesso Bush. Le delegazioni israeliana e palestinese erano guidate dal premier israeliano Olmert e dal leader dell'OLP Mahmūd ʿAbbās. Al termine il presidente Bush lesse una dichiarazione congiunta di Israele e OLP, le quali concordavano sull'intenzione di compiere ogni sforzo per raggiungere un accordo entro la fine del 2008 e di mettere in pratica gli impegni assunti con la roadmap del 2003 in direzione di una soluzione che prevedeva la costituzione di due stati.
Nel 2013, Israele prosegue la politica degli insediamenti civili, da sempre fonte di tensioni con la popolazione araba. Viene dato il via libera alla costruzione di 90 nuovi insediamenti vicino a Ramallah.[15]

Cronologia degli eventi[modifica | modifica sorgente]

  • 1869 – Inaugurato il canale di Suez. Da questo punto in poi il Vicino e il Medio Oriente assumono una straordinaria importanza strategica per tutti i paesi europei interessati ai commerci con l'Oriente, Gran Bretagna e Francia sopra tutti.
  • 1897 – Congresso di Basilea, presieduto da Theodor Herzl, e costituzione della prima Organizzazione Sionista mondiale.
  • 1917 – Nel corso della prima guerra mondiale crolla l'Impero Ottomano. Francia e Gran Bretagna si spartiscono i territori vicino-orientali.
  • 1920 – Con i trattati di pace che mettono ufficialmente fine al primo conflitto mondiale la regione palestinese diviene un Mandato britannico.
  • 1920 – Nasce l'Haganah, un'organizzazione paramilitare israeliana incaricata di contrastare i nemici degli Ebrei, anche ricorrendo ad atti intimidatori nei confronti delle popolazioni autoctone.
  • 1920/1945 – La Gran Bretagna favorisce la penetrazione sionista in Palestina, permettendo l'immigrazione incontrollata degli ebrei e l'acquisto di terre. La convivenza tra le popolazioni arabe locali e la componente ebraica diventa sempre più difficile, sfociando spesso in rivolte e atti terroristici.
  • 1929 - Scontri in tutta la Palestina e Massacro di Hebron
  • 1930 - La commissione Hope Simpson raccomanda di ridurre la massima immigrazione, e mette in guardia il governo da problemi dovuti alla dilagante disoccupazione e perdita di terreni tra la popolazione araba, causata dall'immigrazione ebraica incontrollata degli anni precedenti e dalle politiche di assegnazione del territorio.
  • 1931 - Nasce l'Irgun
  • 1936/1939 - Grande Rivolta Araba
  • 1937 - Primo tentativo da parte della Gran Bretagna di dividere il territorio in due Stati. Ne seguiranno altri 2 gli anni successivi
  • 1939 - Libro Bianco, vengono poste ferree limitazioni all'immigrazione regolare e la Gran Bretagna dichiara conclusi i propri doveri nei confronti dei movimenti sionisti.
  • 1940 - In disaccordo con la tregua stipulata tra l'Irgun e le autorità britanniche viene fondato il Lehi da Avraham Stern, che si specializzerà in attacchi terroristici contro le forze inglesi.
  • 1945 – Si costituisce la Lega Araba a opera di Egitto, Siria, Arabia SauditaYemen, Giordania, Iraq e Libano. Successivamente aderiranno anche LibiaSudanTunisiaMaroccoKuwaitAlgeriaSomalia e altri Stati africani. L'OLP ottiene anch'essa un seggio.
  • 1946 l'attentato al King David Hotel organizzato dai gruppi armati ebraici, con quasi 100 morti, e i continui attacchi terroristici contro i suoi militari e diplomatici che si susseguono da ormai 10 anni, spingono la Gran Bretagna ad annunciare l'abbandono del controllo della zona entro il 1948.
  • 1947 – L'ONU predispone un piano di divisione della Palestina in due Stati: uno arabo (comprendente il 45% del territorio, con una popolazione ebraica quasi nulla) e l'altro ebraico (comprendente il 55% del territorio, ma con gli ebrei maggioranza solo nella regione di Tel-Aviv e minoranza altrove), mantenendo Gerusalemme come territorio neutrale sotto l'egida dell'ONU.
  • 1947/1948 - Primi scontri sul confine tra nazioni della Lega Araba e coloni ebrei e inizio della "pulizia etnica" nei confronti dei residenti arabi nel territorio assegnato agli ebrei da parte dei gruppi armati ebraici (che causerà più di 100.000 profughi e alcune centinaia di morti e porterà i coloni a essere maggioranza nella maggior parte del territorio a loro assegnato).
  • 1948 – Il 14 maggio, poche ore prima dello scadere del Mandato britannico, viene dichiarata la nascita dello Stato di Israele, che verrà riconosciuto dall'ONU e dalle nazioni principali pochi giorni dopo. I gruppi armati dell'Haganah divengono l'esercito ufficiale.
  • 1948 – Gli Stati arabi rifiutano apertamente il piano dell'ONU e attaccano Israele (I Guerra arabo-israeliana). Cominciata la guerra in svantaggio, Israele, grazie alla massiccia immigrazione e alla violazione di un embargo durante una tregua (che gli permetterà di acquistare armamenti dalla Cecoslovacchia) con la sua controffensiva respinge gli Arabi e conquista tutta la Palestina (a eccezione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania) e la integra nei propri territori. Due tentativi di mediazione dell'ONU comprendenti diverse spartizioni del territorio falliscono e durante una tregua viene ucciso il mediatore Folke Bernadotte da uomini del Lehi.
  • 1956 – Scoppia la II guerra arabo-israeliana (guerra di Suez) che viene interrotta da URSS e USA.
  • 1961 – Il Kuwait diventa indipendente dalla Gran Bretagna. L'Iraq ne rivendica, in base a dubbie argomentazioni, l'annessione ma l'intervento militare britannico vanifica la pretesa.
  • 1964 – Costituzione dell'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che riunisce i maggiori gruppi nazionalisti palestinesi. Dapprima emanazione della Lega Araba, dopo il 1967 l'OLP conquista l'autonomia e si dà una propria linea politica.
  • 1967 – III guerra arabo-israeliana (Guerra dei sei giorni). Israele sottrae la penisola del Sinai e la striscia di Gaza all'Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le alture del Golan alla Siria. Gaza e Cisgiordania, con una popolazione prevalentemente araba, costituiscono i "Territori Occupati".
  • 1969 – Yasser Arafat diventa Presidente del Comitato Esecutivo dell'OLP.
  • 1970 – Guerra giordano-palestinese (settembre nero). La Giordania espelle i fedayyin (guerriglieri palestinesi) che spostano le loro basi nel sud del Libano.
  • 1972 – Strage di settembre Nero, un'organizzazione terroristica palestinese, a Monaco di Baviera: vengono uccisi gli atleti israeliani partecipanti alle Olimpiadi.
  • 1973 – IV guerra arabo-israeliana (guerra del Kippur) e nuova sconfitta degli Arabi.
  • 1975 – Scoppio della guerra civile in Libano.
  • 1978 – Primo attacco in forze dell'esercito israeliano ai campi profughi palestinesi utilizzati dall'OLP come campi d'addestramento militare.
  • 1979 – Trattato di pace tra Israele e l'Egitto, l'esercito israeliano avvia il ritiro dalla penisola del Sinai. - Rivoluzione islamica in Iran; Khomeini assume il potere e proclama la repubblica fondata sui principi dell'Islam.
  • 1980 – L'Iraq di Saddam Hussein aggredisce l'Iran. Inizio della guerra tra i due paesi.
  • 1981 - Il presidente Egiziano Anwar Sadat (artefice della pace tra Egitto e Israele) viene ucciso da estremisti arabi.
  • 1982 – Israele invade il sud del Libano. Attacco di una milizia falangista (appoggiata da Israele) ai campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila a Beirut provocando più di 2500 morti.
  • 1984 – L'OLP ripudia il terrorismo.
  • 1985 – Israele si ritira dal Libano ma mantiene occupata una fascia di 20 km a sud di quel paese (tra il fiume Leonte e il fiume Awani).
  • 1987 – Rivolta a Gaza e inizio dell'intifāda palestinese (Prima Intifada).
  • 1988 – Il Consiglio Nazionale Palestinese proclama la nascita dello Stato palestinese e contestualmente riconosce quello israeliano. Fine della guerra iracheno-iraniana.
  • 1990 – La Siria impone al Libano la fine della guerra civile e instaura la propria egemonia nel paese.
  • 1991 – Guerra del Golfo in risposta all'aggressione dell'Iraq in Kuwait.
  • 1992 – Il laburista Rabin vince le elezioni in Israele.
  • 1993 – Storica stretta di mano tra Arafat e Rabin nell'iniziativa di pace promossa dal presidente USA Clinton.
  • 1994 – L'esercito israeliano si ritira dalla Striscia di Gaza che passa sotto la gestione dell'ANP. Rabin e re Husayn di Giordania firmano un accordo di pace tra Israele e lo Stato giordano. Premio Nobel per la Pace a Rabin, Arafat e al ministro degli Esteri israeliano,Shimon Peres.
  • 1995 – Rabin viene assassinato da un estremista israeliano.
  • 2000 – Comincia la cosiddetta Intifada al-Aqsa (Seconda Intifada).
  • 2004 – Operazione Arcobaleno
  • 2006 – Operazione Piogge estive
  • 2007 - Conferenza di Annapolis
  • 2008-2009 – Operazione Inverno caldoOperazione Piombo fuso
  • 2010 - Un raid aereo e navale portato dall'IDF (Israel Defense Forces), in acque internazionali, verso un convoglio di sei navi turche (Incidente della Freedom Flotilla) nel maggio 2010 con a bordo pacifisti che tentavano di forzare il Blocco della Striscia di Gazaportando aiuti umanitari e altri materiali a Gaza.
  • 2012 - In data 14 novembre 2012 le forze armate israeliane danno il via a Gaza alla operazione Pilastro di sicurezza.
  • 2012 - In data 29 novembre 2012 la Palestina viene ammessa all'ONU come Stato osservatore non membro.
  • 2013 - Nella notte tra il 29 e il 30 gennaio, alcuni jet israeliani bombardano un sito militare siriano. L'11 febbraio Israele dà il via libera alla costruzione di 90 nuovi insediamenti civili vicino a Ramallah
  • 2014 - Operazione Margine di protezione

Parole chiave

  • al-Fath (più spesso indicata, erroneamente,[16] come al-Fatah): acronimo inverso di "Movimento di Liberazione Palestinese" (arakat al-Taḥrīr al-Filasṭīnī). Organizzazione fondata nel 1959 da Yasser Arafat, costituisce il gruppo di maggioranza nell'ambito dell'OLP.
  • Haganah: "difesa". Organizzazione militare israeliana nata nel 1920; dopo la fondazione dello Stato di Israele, divenne il nerbo dell'esercito.
  • Hamas: "ardore", "scossa". Anche acronimo del "Movimento di Resistenza Islamica", nato a Gaza nel 1988, che aspira alla formazione di uno Stato islamico sull'intero territorio della Palestina storica.
  • Hezbollah: "Partito di Dio". Fazione sciita libanese che ha sostenuto la lotta armata contro l'occupazione israeliana nel Libano meridionale.
  • Intifada: "Rivolta, sollevazione". Movimento spontaneo di giovani arabo-palestinesi che si battono contro la presenza di soldati e coloni israeliani nei Territori Occupati con lanci di pietre e varie forme di disobbedienza civile.
  • Irgun: abbreviazione di Irgun Tsvai Leumi (ארגון צבאי לאומי, chiamato altresì Irgun Zvai Leumi o, dalle iniziali ebraiche, Ezel), ebraico per "Organizzazione Nazionale Militare", gruppo militante sionista che operò dal 1931 al 1948, nato da una propaggine dell'Haganah per protesta sia nei confronti della sua politica di moderazione sia delle sue propensioni socialiste; responsabile di numerosi attentati culminati con la bomba al King David Hotel; movimento anticipatore del moderno partito/movimento israeliano di destra del Likud.
  • Lehi: acronimo per Lohamei Herut Israel, "Combattenti per la Libertà d'Israele"), conosciuto anche come "Banda Stern", fuoriuscì dall'Irgun perché contrario alla tregua stipulata tra questo e i britannici e concentrò i propri attacchi contro bersagli militari e politici britannici.
  • Maroniticristiani libanesi di rito orientale ma appartenenti alla chiesa cattolica. A essi in Libano viene riservata, per tradizione non scritta (cosiddetto "Patto Nazionale del 1943), la carica di Presidente della Repubblica. Uno dei partiti maroniti più importanti è quello delle "Falangi" ( Katāʾeb ), create da Pierre Gemayel. Maronita era anche Elie Hobeika, responsabile nel settembre 1982 del massacro di civili palestinesi che vivevano nei campi profughi beirutini di Sabra e Shatila.
  • Mossad: Servizio segreto israeliano.
  • OLP: "Organizzazione per la Liberazione della Palestina". Fondata nel 1964 e inizialmente sotto il controllo dei vari paesi arabi. Si è poi affermata come rappresentante ufficiale del popolo palestinese, riconosciuta da più di un centinaio di paesi e dalla stessa ONU.
  • Settembre Nero: Movimento terroristico arabo-palestinese nato per vendicare le vittime palestinesi dalla repressione giordana del settembre 1970. Responsabile dei primi clamorosi attentati terroristici internazionali, il più eclatante dei quali fu forse il sequestro e la strage che ne seguì di atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972.
  • Sionismo: Movimento ideologico-politico nazionalista nato alla fine del XIX secolo nelle varie comunità ebraiche europee con l'obiettivo di far tornare il popolo ebraico nella “Terra Promessa” biblica (Eretz Israel). Si dette una prima struttura organizzativa solo dopo il primo “Congresso Sionista” di Basilea del 1897, grazie all'azione di Theodor Herzl.

Operazione Margine Protettivo (in ebraicoמִבְצָע צוּק אֵיתָןMivtza 'tzuk Eitan, "Operazione Scogliera Solida"; in araboالجرف الصامدal-Jurf al-ṣāmid, col medesimo significato) è il nome in codice della campagna militare iniziata l'8 luglio 2014 dalle Forze di Difesa Israeliane contro i militanti palestinesi di Hamas.
Il 12 giugno a Gush Etzion, nel sud della Cisgiordania, tre ragazzi israeliani sono stati rapiti. I loro nomi sono Eyal Yifrah (19 anni), Gil-Ad Shayer e Naftali Yaakov Frenkel (16 anni). Il governo israeliano ha accusato Hamas - che ha negato la sua partecipazione al rapimento - dando il via ad una serie di raid aerei sulla striscia di Gaza e ha arrestato più di 500 palestinesi, in gran parte militanti di Hamas: tra loro anche 50 ex detenuti liberati in cambio del rilascio del soldato israeliano Shalit, rapito a Gaza nel 2006. In risposta ai raid aerei israeliani, Hamas ha lanciato decine di razzi contro il territorio israeliano [1][2][3].Durante le operazioni di ricerca dei ragazzi scomparsi almeno quattro palestinesi hanno perso la vita[4][5][6].
Il 30 giugno sono stati ritrovati i cadaveri dei tre ragazzi israeliani rapiti e il governo ha annunciato la volontà di annientare Hamas[7]. Quasi un mese più tardi, un giornalista della BBC ha riportato in un tweet una dichiarazione che gli sarebbe stata rilasciata da un portavoce della polizia israeliana: si legge che l'omicidio dei tre ragazzi israeliani sarebbe stato compiuto da una cellula affiliata ad Hamas ma senza aver ricevuto ordini dall'alto.[8]
Il 2 luglio il sedicenne palestinese Mohammad Abu Khdair è stato arso vivo[9]: la polizia israeliana ha arrestato inizialmente sei persone sospettate dell'omicidio, di cui tre hanno confessato il delitto[10].
In seguito il governo Israeliano ha condannato l'atto come spregevole assassinio, chiedendo poi ai suoi cittadini di non commettere rappresaglie e di non farsi giustizia da soli[11].
L'8 luglio è iniziata l'offensiva israeliana Margine Protettivo, con lo scopo di eliminare Hamas; offensiva che ha sinora causato più di 1000 morti tra i palestinesi, in maggior parte civili e bambini. Le Forze di Difesa Israeliane si sono difese sostenendo che i civili sono stati avvertiti degli attacchi imminenti per mezzo di telefonate, messaggi testuali, volantini e bombe non letali utilizzate come segnale acustico; viceversa, hanno accusato Hamas di aver usato edifici e abitazioni civili per scopi militari e di aver ordinato ai palestinesi sulla linea di fuoco di non spostarsi, lasciandosi colpire[12]. Soltanto un civile israeliano ed uno filippino hanno perso la vita, grazie alle sirene d'allarme attivate nelle città e soprattutto al sistema anti-razzi Iron Dome.
Il 14 luglio l'Egitto ha proposto una tregua basata su tre punti i quali prevedono che «Israele dovrebbe porre fine a tutte le ostilità contro la Striscia di Gaza via terra, mare e aria e impegnarsi ad astenersi dal condurre incursioni di terra contro Gaza e a colpire civili», che «tutte le fazioni palestinesi a Gaza dovrebbero cessare le ostilità condotte contro Israele dalla Striscia di Gaza per terra, mare, aria e sottoterra, e impegnarsi ad astenersi dal lanciare tutti i tipi di razzi e da attaccare le frontiere o colpire i civili» e che «i valichi devono essere aperti e il passaggio delle persone e dei beni attraverso le frontiere deve essere facilitato una volta che la sicurezza sul campo si sia stabilizzata». Israele ha dato il proprio assenso alla proposta egiziana chiedendo però, come ulteriore condizione, la distruzione concordata degli armamenti di Hamas e dei suoi tunnel sotterranei. Hamas, invece, chiede come condizioni per la tregua che il valico di Rafah sia riaperto sotto la supervisione dell'ONU, rifiuta di distruggere le proprie armi e chiede anche la liberazione immediata dei palestinesi arrestati in Cisgiordania durante le operazioni di polizia alla ricerca dei responsabili dell'omicidio dei tre ragazzi israeliani. La stampa araba ha pubblicato una presunta proposta di tregua di Hamas in 10 punti, non confermata ufficialmente da Hamas.[13] Secondo questo documento, Hamas chiederebbe anche l'allontanamento dal confine dei mezzi corazzati israeliani, la riconsegna ai contadini palestinesi della cosiddetta buffer zone (la zona cuscinetto ai confini con Israele interdetta ai palestinesi), la riapertura dei valichi di frontiera alle persone e alle merci, la riapertura del porto e dell’aeroporto sotto la supervisione ONU, la definizione delle acque territoriali a 6 miglia nautiche e l'apertura delle stesse alla pesca, la ricostruzione della zona industriale, permessi d'ingresso in territorio israeliano per gli abitanti di Gaza, l'impegno israeliano a non interferire negli affari interni palestinesi e l'estensione della tregua a 10 anni.[14]
Il 17 luglio, dopo una tregua di cinque ore che ha consentito l'evacuazione dei feriti più gravi e l'ingresso di beni umanitari in seguito all'uccisione di quattro bambini che giocavano nei pressi del porto, Israele ha annunciato una nuova offensiva via terra per colpire i tunnel sotterranei di Hamas in cui avvengono il passaggio e lo stoccaggio di armi[15]. Lo stesso giorno l'UNRWA ha trovato 20 razzi in una sua scuola non occupata a Gaza[16].
Il 22 luglio, alla luce dell'enorme numero di vittime (605 morti palestinesi e 30 israeliani tra civili e militari)[17], il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha esortato entrambe le parti ad instaurare un dialogo, ma il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso la legittima natura difensiva dell'operazione[18]. Lo stesso giorno un aereo da combattimento israeliano ha bombardato l’ultimo piano di una torre residenziale nel Centro di Gaza, dove si trovavano la sede di Al-Jazeera e gli uffici dell’agenzia di notizie statunitense Associated Press[19].
Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha avviato un'inchiesta sull'offensiva di terra di Israele contro Gaza, accogliendo la richiesta palestinese affinché le azioni dello Stato ebraico venissero valutate da un organismo internazionale. I 46 membri del Consiglio hanno appoggiato la bozza di una risoluzione palestinese con 29 voti a favore: gli Stati arabi e musulmani sono stati affiancati da Cina, Russia e dalle nazioni dell'America Latina e dell'Africa. Gli Stati Uniti sono gli unici che hanno votato contro, mentre i Paesi europei si sono astenuti[20].
Il 24 luglio una scuola messa a disposizione dall'UNRWA per accogliere sfollati palestinesi a Beit Hanoun è stata bombardata: 17 i morti (tra cui 7 bambini) e circa 200 feriti. I testimoni hanno raccontato che l'attacco è stato opera dell'esercito israeliano, mentre quest'ultimo ha rivolto i sospetti verso Hamas[21]. Un'altra scuola è stata colpita alcuni giorni dopo[22].
Il 26 luglio c'è stata una tregua di 12 ore, rispettata da entrambe le parti. Al suo termine un razzo è stato lanciato contro Israele[23].
In Cisgiordania si sono svolte delle proteste massicce contro gli attacchi israeliani, che hanno fatto pensare per numero di partecipanti e vittime e per i mezzi usati ad una terza Intifada[24].
Un bombardamento ha messo fuori uso l'unica centrale elettrica di Gaza, che produceva due terzi dell'energia usata e da cui dipendeva anche la fornitura idrica.
Il 1 agosto è scattata una tregua accettata da entrambe le parti destinata a durare 72 ore. Tuttavia, dopo pochissime ore, un raid israeliano ha ucciso 4 palestinesi nel sud della Striscia. Israele ha accusato Hamas di aver violato per primo il cessate il fuoco e ha inoltre annunciato il probabile rapimento di un soldato israeliano[25].

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Ragazzi-rapiti-in-Israele-arrestati-30-palestinesi.-Abu-Mazen-rapitori-vogliono-distruggerci-7328328d-7718-4592-a71f-250438441597.html?refresh_ce
  2. ^ http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21606288-murder-three-kidnapped-israeli-youths-has-set-dangerous-new-spate
  3. ^ http://www.repubblica.it/esteri/2014/07/03/news/escalation_di_violenza_in_medio_oriente_raid_israeliani_su_gaza_razzi_hamas_colpiscono_sderot-90581972/
  4. ^ http://www.repubblica.it/esteri/2014/06/30/news/al_arabiya_trovati_corpi_ragazzi_israeliani_rapiti-90380524/
  5. ^ http://english.ahram.org.eg/NewsContent/2/8/105345/World/Region/Israel-commited-serious-violations-in-West-Bank-op.aspx
  6. ^ http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21606288-murder-three-kidnapped-israeli-youths-has-set-dangerous-new-spate
  7. ^ http://www.repubblica.it/esteri/2014/06/30/news/al_arabiya_trovati_corpi_ragazzi_israeliani_rapiti-90380524/
  8. ^ http://www.europaquotidiano.it/2014/07/25/i-ragazzi-israeliani-rapiti-uccisi-da-una-cellula-solitaria-non-da-hamas/
  9. ^ http://www.ilpost.it/2014/07/05/mohammad-abu-khdair-bruciato-vivo/
  10. ^ http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/07/04/moscontri-funerale-ragazzo-palestinese_2a9edfc9-90a8-4c8a-a268-e3d6e98f61bf.html
  11. ^ http://www.corriere.it/esteri/14_luglio_02/ucciso-giovane-arabo-gerusalemme-si-teme-vendetta-ultra-ebrei-08fc5150-01a9-11e4-b194-79c20406c0ad.shtml
  12. ^ http://www.idfblog.com/blog/2014/07/16/idf-done-minimize-harm-civilians-gaza/
  13. ^ Gaza, Israele-Hamas e la bozza di tregua dell'EgittoURL consultato il 19 luglio 2014.
  14. ^ Hamas: «Sì alla tregua ma non a queste condizioni»URL consultato il 19 luglio 2014.
  15. ^ http://www.repubblica.it/esteri/2014/07/17/news/gaza_entra_in_vigore_la_tregua_umanitaria-91779101/
  16. ^ http://www.theguardian.com/world/2014/jul/17/unrwa-investigating-20-rockets-empty-gaza-school-palestinian
  17. ^ http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/07/22/gaza-bilancio-palestinese-e-di-583-morti-3.640-feriti_90c6060f-d72d-4000-bbe9-dd2f9d1b13c4.html
  18. ^ http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2014/notizia/israele-no-a-tregua-umanitaria-onu-a-gaza-aiuti-umanitari-dagli-usa_2058673.shtml?refresh_cens
  19. ^ http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11658230/Israele-bombarda--le-sedi-di.html
  20. ^ http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-23/guerra-gaza-us-airways-domani-riprende-voli-due-soldati-e-altri-cinque-civili-palestinesi-uccisi-091816.shtml
  21. ^ http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/24/gaza-colpita-una-scuola-dellonu-decine-di-morti-e-feriti-israele-tregua-lontana/1070489/
  22. ^ http://www.repubblica.it/esteri/2014/07/30/news/nuovi_raid_israeliani_nella_striscia_di_gaza_famiglia_sterminata_distrutte_tre_moschee-92710841/
  23. ^ http://www.repubblica.it/esteri/2014/07/26/news/gaza_tregua_di_12_ore_scontri_in_cisgiordania-92420118/?ref=HRER3-1
  24. ^ http://ilmanifesto.info/gerusalemme-e-cisgiordania-si-infiammano-di-intifada/
  25. ^ http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/guerra_gaza_tregua_72_ore_onu_usa_israele_palestina/notizie/827131.shtml#fg-slider-auto-75452

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