Il Regno di Romania (in rumeno: Regatul României), fu lo stato rumeno basato sulla forma della monarchia costituzionale esistente dal 13 marzo 1881 al 30 dicembre 1947, specificato dalle prime tre costituzioni rumene (1866, 1923 e 1938). Il regno di Romania ebbe inizio con la reggenza di re Carlo I di Romania che ottenne la proclamazione dell'indipendenza della Romania dopo la Guerra d'indipendenza rumena e si concluse con l'abdicazione di re Michele I di Romania il 30 dicembre 1947, imposta dall'Unione Sovieticacol tacito, segreto ed implicito consenso degli Alleati (come risultato della Conferenza di Jalta).
Dal 1859 al 1877 la Romania si era evoluta dall'unione personale dei due principati vassalli di Moldavia e Valacchia sotto la figura di un unico principe, in un regno indipendente amministrato dalla famiglia degli Hohenzollern. Nel 1918, alla fine della Prima guerra mondiale, Transilvania, Moravia orientale (Bessarabia) e Bucovina vennero unite al Regno di Romania, dandovita alla "Grande Romania". Nel 1940, la Bessarabia, la Bucovina settentrionale, la Transilvania settentrionale e la Dobrugia meridionale vennero cedute all'Unione Sovietica, all'Ungheria ed alla Bulgaria rispettivamente, mentre solo la Transilvania settentrionale poté essere rincorporata nello stato rumeno dopo la Seconda guerra mondiale. Nel 1947 l'ultimo re venne obbligato ad abdicare e venne sostituito da una repubblica retta dal Partito Comunista Rumeno.
Per Grande Romania (in rumeno România Mare) si intende il territorio della Romania tra le due guerre mondiali, dopo il trattato di Versailles, che ha avuto una superficie di 295.641 km² fino al 1940.
Le annessioni al Regno di Romania
Nel 1918, alla fine della Prima guerra mondiale, la Bessarabia, la Bucovina e la Transilvania si unirono al Regno di Romania. Questa unione fu ratificata nel 1920 con il Trattato del Trianon. In precedenza, nel 1913, a seguito della Seconda guerra balcanica la Romania aveva annesso la Dobrugia Meridionale. In soli 5 anni la superficie del Regno era raddoppiata e quasi tutti i territori abitati in maggioranza assoluta o relativa da rumeni erano sotto un unico stato. Rimanevano esclusi alcuni territori a rilevante presenza etnica romena, fra i quali i principali appartenenti all'Unione Sovietica (Transnistria) e alla Iugoslavia (Banato occidentale e Valle del Timok).
La fine della Grande Romania
Mentre la situazione in Europa stava deteriorandosi e vi erano presagi di guerra, nel 1938 il Re Carlo II cambiò la costituzione e assunse poteri dittatoriali. La Polonia, alleata della Romania fu invasa da Germania e Unione Sovietica. La Romania rimase neutrale, pur accogliendo i profughi polacchi e mettendo al sicuro a Londra l'oro polacco. Il crollo della Francia e le difficoltà dell'Inghilterra (paesi amici che avevano garantito i confini della Romania) indussero l'Unione Sovietica ad invadere, dopo un ultimatum, la Romania occupando la Bessarabia e la Bucovina settentrionale.
La Nuova Grande Romania nel periodo nazista
Re Carlo, duro avversario del fascismo, fu quindi costretto a mutare politica estera avvicinandosi alla Germania, reputata al momento come il pericolo minore. Il re affidò quindi il governo ad un politico gradito a Berlino, Ion Giugurtu. Il primo ministro Ion Gigurtu dichiarò che la Romania avrebbe seguito una politica filo-nazista e antisemita alleandosi all'Asse Roma-Berlino.
Con l'applicazione del Secondo arbitrato di Vienna, gestito dalla Germania, la Romania fu obbligata a cedere all'Ungheria una parte della Transilvania, ma come compenso ebbe nuovamente il conrollo della Basarabia e della Moldova, a cui si aggiunse quello della Transnistria comprendente vaste zone dell'Ucraina, compresi i porti di Odessa e di Nicolaev.
Così pertanto si presentava la Romania nel 1941
Nell'estate del 1944, l'Armata Rossa arrivò ai confini del paese. Con un colpo di stato Antonescu fu destituito, e il nuovo Re Michele I firmò l'armistizio con gli Alleati, rivolgendo il proprio esercito contro i soldati tedeschi, che continuarono a resistere ancora per un po' in Transilavania e Oltenia, appoggiati dalle milizie romene filo-naziste delle Guardie di Ferro, con cui più volte Antonescu durante la sua dittatura si era scontrato.
Dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale, la Romania divenne uno Stato comunista nell'orbita del Patto di Varsavia.Nel dopoguerra importanti aree territoriali della Romania, pari a circa un quinto della sua superficie, vennero cedute all'Unione Sovietica e sono oggi incluse nella Repubblica di Moldavia e nell'Ucraina, la quale ha acquisito anche l'Isola dei Serpenti (Insula Șerpilor), l'unica isola romena in mare aperto al largo delle coste occidentali del Mar Nero, la cui cessione non era stata contemplata dal Trattato di pace. La Bulgaria conservò, con il beneplacito dell'Unione Sovietica, la Dobrugia meridionale, il cosiddetto quadrilatero, territorio che aveva ottenuto nel 1940, grazie alle pressioni di Hitler sul governo di Bucarest.
Nel 1948 venne ufficialmente abolita la monarchia e varata la costituzione della Repubblica Popolare Romena.
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