venerdì 16 giugno 2017

Il Bindu Chakra

localizzazione dei chakra kshetram







Bindu (Sanskritबिंदु) is a Sanskrit word meaning "point" or "dot". A bindi is a small, ornamental, devotional dot applied to the forehead in Hinduism.[1][2]

In metaphysics, Bindu is considered the point at which creation begins and may become unity. It is also described as "the sacred symbol of the cosmos in its unmanifested state".[3][4] Bindu is the point around which the mandala is created, representing the universe.[5]
Bindu is often merged with [seed] (or sperm) and ova. In the Yoga Chudamani Upanishad Bindu is a duality, with a white Bindu representing shukla (sperm) and a red Bindu representing maharaj (menses). The white Bindu resides in the bindu visarga and is related to Shiva and the Moon, while the red Bindu resides in the muladhara chakra and is related to Shakti and the Sun.[6] In yoga, the union of these two parts results in the ascension of kundalini to the sahasrara.[7]

Chakra

Tantric chakras

Purple firmament, with blue circle and white crescent
Purple Bindu chakra (may also be red)
In Tantra, Bindu (or Bindu visarga—"falling of the drop") is a point at the back of the head where Brahmins grow their tuft of hair.[8][9] This point is below the sahasrara chakra and above the ajna chakra, and is represented by a crescent moon with a white drop. It represents the manifestation of creations such as consciousness.[10]
The Bindu visarga is said to be the source of Bindu fluid, which contains a nectar (amrita) and a poison.[11] The fluid is released from the Bindu visarga, and can be stored in the lalana chakra and purified in the Vishuddha chakra. When the Vishuddha is inactive the fluid flows to the manipura chakra, where it is consumed (leading to physical decline). According to the Hatha Yoga Pradipika, a hatha yoga practitioner can prolong their life by controlling the flow of the fluid.[12] Through practice of Khecari mudra, a practitioner can manipulate the flow of the fluid from the lalana to the Vishuddha (where it is purified to amrita).
The picture of the chakra is a lotus with 23 petals. Its symbol is the moon, which supports the growth of vegetation. Krishna said in the Bhagavad Gita XV/13, "Becoming the nectarine moon I nourish all plants". Its divinity is Shiva, who is portrayed with the crescent moon in his hair.
The Bindu chakra is a centre for health, giving us the power for physical and mental recuperation. It benefits eyesight, quietens the emotions and promotes inner harmony, clarity and balance. With the help of this chakra we are capable of controlling hunger and thirst, gaining the ability to overcome unhealthy eating habits. Concentration on Bindu relieves anxiety and depression, nervousness and feelings of oppression in the heart.[13]
White symbol in multi-coloured circle, against a blue background
Tibetan letter "A", with the iconographic representation of a rainbow circle
In Tibetan Buddhism Bindu refers to the subtle body, which is composed of drops (Tibetan: ཐིག་ལེ thig le) and winds (Tibetan: རླུང rLung).[14]

See also

Notes[edit]

References

  • Khanna, Madhu (1979). Yantra: The Tantric Symbol Of Cosmic Unity. Thames and Hudson.
  • Kumar, Ravindra (2000). Kundalini for Beginners: The Shortest Path to Self-Realization. Llewellyn Worldwide.
  • Rana, Deepak (2012). Yantra, Mantra and Tantrism: The Complete Guide. Neepradaka Press.
  • Saraswati, Satyananda (1996). Kundalini Tantra. Bihar School of Yoga.
  • Shakya, Milan (June 2000). "Basic Concepts of Mandala." Voices of History, Vol. XV, No. 1. pp. 81–87

Bindu, la fonte della creazione, è un luogo misterioso, su cui esiste poco materiale anche nella tradizione tantrica. Secondo i testi, è il magazzino di tutto il karma accumulato nelle vite precedenti, di tutte le tendenze inconsce, di tutti i ricordi.

È il punto di origine dei chakra, i centri energetici che regolano il nostro stato psicofisico.

In sanscrito, bindu significa “punto” o “goccia”. Questo centro ha una stretta connessione con vishuddhi chakra, il centro energetico della gola, per tramite della rete di nervi che corrono all’interno delle narici.

Nella tradizione cinese si chiama “guanciale di giada” (yu chen) e si considera collegato al cervelletto. Si ritiene che agisca come una pompa che fa ascendere l’energia verso l’alto.
SIMBOLOGIA DI BINDU
Il simbolo di bindu è lo spicchio della luna crescente in un cielo notturno. Il fatto che sia collegato alla luna è importante da molti punti di vista, in primo luogo perché la luna è legata al subconscio. Le fasi lunari possono riferirsi alle fluttuazioni del sistema endocrino, da cui dipendono le variazioni degli stati emotivi e mentali. Il cielo notturno fa di certo allusione all’infinità di sahasrara, che costituisce il presupposto di bindu. E questo è simboleggiato da uno spicchio di luna crescente perché la coscienza individuale, in bindu, ha solo una percezione parziale e momentanea di sahasrara, non un’esperienza totale, che può essere raggiunta solo con la completa dissoluzione dell’identità.
Bindu Chakra
DOVE SI TROVA BINDU
Bindu si trova alla sommità posteriore della testa, sopra la prima vertebra cervicale, nel punto preciso in cui i capelli formano un vortice. Questo è il punto in cui, nella tradizione indiana, i brahmini tengono un ciuffo di capelli (in sanscrito shikha) che non radono mai. Nello stesso punto i sacerdoti e i monaci cattolici, fino alla riforma del 1972, tenevano i capelli perennemente rasati (chierica o, in latino, clerica tonsio).

Dopo l’iniziazione, i giovani monaci indiani dovevano tenere lo shikha legato stretto stretto, per acquisire una consapevolezza indelebile del bindu. Forse, all’origine, la chierica, che doveva essere sempre nuda, aveva lo stesso scopo.
Clerica Tonsio
Shikha o Choti
Shikha o Choti
Clerica Tonsio
FISIOLOGIA SOTTILE DI BINDU
Secondo i testi, bindu, che è un punto minuscolo, secerne il nettare della vita (amrita), un liquido inebriante che serve tra l’altro a mantenere in vita il corpo fisico. Nella fisiologia di un corpo comune, il nettare scende in manipura, il centro energetico del fuoco, dove viene bruciato per mantenere le funzioni vitali.
Attraverso una lunga pratica, che comporta tra l’altro un controllo molto avanzato del respiro tramite tecniche di pranayama, lo yogi, eseguendo kechari mudra, allunga a tal punto il frenulo linguale da riuscire ad arrivare, con la punta della lingua a occludere il condotto nasofaringeo.
All’ingresso di tale condotto c’è lalana chakra, il centro energetico di diffusione del nettare, che si trova all’altezza dell’ugola. Se lo yogi riesce a occludere lalana, il nettare, anziché scendere in manipura e consumarsi come di consueto, si ferma in vishuddhi, il centro energetico della gola, (preposto, tra l’altro, alla purificazione del corpo fisico dalle tossine) e quindi mantiene la vitalità dei tessuti senza che ci sia bisogno di metabolizzare, né a livello fisico né a livello sottile, e quindi senza bisogno di ossigeno o di cibo, e senza produzione di scorie.
Oltre a secernere il nettare, nei corpi non purificati, bindu essuda anche veleno, che però si diffonde nell’organismo solo in caso di malfunzionamento di vishuddhi.

Tramite la ghiandola pineale bindu è collegato con Ajna chakra, il terzo occhio, o centro di comando, che è posto sulla fronte, tra le sopracciglia. Quando bindu è attivato, dunque, si attivano anche la ghiandola pineale e ajna chakra.
Kechari mudra
Bindu è collegato anche con Sahasrara, il supremo centro della corona, di cui costituisce il fondamento. Nei quadrupedi coincideva con il punto apicale della testa, ma da quando l’ominide è diventato Homo erectus, bindu, dislocato in un’area della testa che non coincide più con la corona e non essendo più stimolato direttamente dalle energie cosmiche, si è come atrofizzato e non è facilissimo riattivarlo appieno.
Secondo l’opinione di molti antichi saggi, quando si riesce a riattivare bindu ci si emancipa dalle malattie (mentali e fisiche) e si ritrova l’armonia originaria che ci mantiene sincronizzati con l’universo.

BINDU E LA VIBRAZIONE SONORA
Secondo l’antica filosofia indiana, la coscienza si esprime attraverso le vibrazioni sottili (nada, o suono). Nada, inteso come suono sottile, è dunque il flusso di coscienza che, attraverso bindu, giunge dall’infinito all’oggetto creato. Inoltre Nada può essere utilizzato anche nella direzione opposta, per fondere, attraverso bindu, la propria coscienza individuale con la fonte, la pura coscienza di sahasrara.
Libro dei Cakra
DALL’UNITÀ ALLA POLARITÀ, E VICEVERSA
“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. […] Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. […] Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne.”

Genesi
Giovanni di Paolo, Creazione
Bindu è il luogo in cui la luce si divide dal buio, la terra dall’acqua. È il punto di confine tra la coscienza assoluta, indifferenziata e il nostro universo, differenziato e limitato. Bindu è il punto che contiene il potenziale evolutivo degli innumeri oggetti dell’universo, il punto in cui coesistono gli opposti. È il granello di senape dei vangeli, il più piccolo di tutti i semi, ma capace di generare un albero così grande che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido tra i suoi rami. È la collana di perle infinitesimali del DNA, che contengono in nuce tutta la nostra evoluzione futura. È la porta meravigliosa di Alibabà, che, quando si apre, lascia accedere noi, piccole creature limitate e bisognose, all’abbraccio amoroso del divino in cui possiamo dissolverci.
Buona parte delle informazioni contenute nell’articolo è tratta dalle opere di Paramahansaji Swami Satyananda Saraswati.

Sei interessato alla fisiologia sottile dei chakra, alle loro funzioni e a come mantenerli in equilibrio?

Scopri di più su Il piccolo libro dei Cakra.
Articolo pubblicato il 24/02/2016 e aggiornato il 6/06/2017



La sorgente della creazione

Bindu visarga è oltre il regno dell’esperienza ordinaria, e anche nei testi tantrici molto poco è scritto a suo riguardo. È il magazzino di tutti i karma dell’uomo appartenenti alle sue vite precedenti. Questi karma non sono solo sotto forma di vasana, ma anche nella forma di memorie.
La parola bindu significa “goccia o punto”. È più correttamente chiamato “bindu visarga” che letteralmente significa “caduta della goccia”. Bindu è rappresentato dalla luna crescente e da una goccia bianca che è il nèttare che gocciola in vishuddhi chakra. È la sorgente ultima dalla quale tutto si manifesta e alla quale tutto ritorna.
“…(bindu) è la causa della creazione della parola e del suo significato, che ora entrano in contatto e ora si separano l’una dall’altro.”
“…da esso (bindu) vennero l’etere, l’aria, il fuoco, l’acqua, la terra e le lettere dell’alfabeto.”
Kama-Kala-Vilasa (versi 6-9)
Bindu visarga è interconnesso con vishuddhi chakra nello stesso modo in cui i centri minori dell’apparato digerente sono connessi con manipura e quelli dell’apparato uro-genitale e riproduttivo con swadhisthana e muladhara. Nello stesso modo, i centri minori dell’apparato respiratorio e circolatorio si integrano in anahata chakra e così via. In ognuno di questi casi la connessione è mediata dal particolare gruppo di nervi associati a quel chakra. Bindu e vishuddhi sono uniti attraverso una rete di nervi che scorre nella parte interna della cavità nasale, passando attraverso lalana chakra che è situato nell’ugola, nel retro del palato. Quindi, quando ha luogo il risveglio di vishuddhi, questo si verifica simultaneamente in bindu e in lalana.
Si pensa che le dieci paia di nervi cranici che fuoriescono dai loro nuclei corrispondenti abbiano la loro origine entro questo minuscolo centro, cosicché anche i sistemi visivo, olfattivo, uditivo e gustativo sono, in definitiva, manifestazioni di bindu.

Il punto di localizzazione

localizzazione dei chakra kshetram


La sede di bindu si trova alla sommità posteriore della testa, esattamente nel punto in cui i brahmini indù lasciano crescere un ciuffo di capelli. Sebbene questa consuetudine sia seguita anche oggi, il suo scopo originale è stato completamente dimenticato. In sanskrito questo ciuffo di capelli è chiamato shikha, che significa “la fiamma del fuoco”. In questo caso la parola “fiamma” indica la fiamma dei vasana o dei karma nascosti che appartengono alla vita precedente.
Durante il periodo di sandhya, quando i bambini vengono sottoposti alla “cerimonia del cordoncino” e sono iniziati al mantra, si era soliti stringere e tirare questo ciuffo il più a lungo possibile e poi legarlo. Quando il ciuffo è stretto e il ragazzo pratica il mantra, sviluppa una potente e continua consapevolezza solo su questo punto connesso a bindu, dove si sente tirare piuttosto che dolore.
Questo è un sistema tradizionale per mettersi in contatto con bindu visarga.

Fisiologia tantrica

Secondo la tradizione tantrica, nei centri superiori della corteccia cerebrale c’è una piccola depressione o fossetta che contiene una minuscola secrezione. Al centro di questa minuscola secrezione c’è un piccolo reilievo o punto simile ad un’isoletta al centro di un lago. Nella struttura psicofisiologica, questo piccolo punto è considerato essere bindu visarga.
Non sono mai state riportate notizie circa l’isolamento effettivo di questa minuscola struttura del cervello, né la sua presenza è stata mai verificata dalla scienza medica. Comunque, uno studio simile potrebbe dimostrarsi interessante e avere dei buoni risultati, come quelli ottenuti da recenti ricerche sulla misteriosa ghiandola pineale, che hanno accertato la sua corrispondenza anatomica e funzionale con agya chakra, come già precedentemente descritto nei tantra shastra. È facile immaginare che una struttura delicata e minuta come bindu visarga possa indubbiamente essere distrutta in seguito ai processi post mortem. Di certo la minuscola quantità di fluido potrebbe difficilmente rimanere localizzata per una facile estrazione e analisi, quando si sa molto bene che più abbondanti trasmettitori e secrezioni nervose e ghiandolari degenerano e si disperdono nei tessuti al momento della morte. Tuttavia è certamente una possibilità da considerare.

Simbologia tradizionale

Nelle scritture tantriche, il simbolo di bindu è una luna crescente in una notte luminosa.Questo simbolo è ricco di significato. La luna crescente indica che bindu è strettamente collegato alle kala (fasi) lunari, così come lo sono le fluttuazioni endocrine, emozionali e mentali degli esseri umani.
L’immensità si sahasrara è gradualmente svelata attraverso la fervida pratica dello yoga, nello stesso modo in cui la luna si trasforma dal momento della luna nuova alla sua fase di pienezza. La luna crescente presenta la debole e passeggera apparizione di una collina nel cuore della notte. Lo sfondo del cielo notturno simboleggia anche l’infinità di sahasrara al di là di bindu. Comunque, sahasrara non può essere completamente sperimentato fino a quando permane l’individualità.
Anche il simbolo della sillaba sacra Om, nella sua parte più alta, contiene la rappresentazione di bindu, consistente in un piccolo punto sopra una luna crescente. Effettivamente tutti i chakra sono simboleggiati entro la forma del simbolo Om, così come lo sono i tre guna o qualità del mondo creato: tamas, rajas e sattva. Questi chakra esistono nel regno di prakriti e dei suoi guna. Il bindu di Om è separato dal corpo del simbolo per indicare che è trascendente e va oltre i legami della natura. Bindu visarga appartiene al settimo o più alto loka, cioè satyam, il piano della verità, e appartiene anche al corpo causale o anandamaya kosha. Si dice che quando bindu visarga viene risvegliato, si sente il suono cosmico di Om e si comprende la sorgente di tutta la creazione, scaturita dal punto di bindu e dalla luna crescente sopra il simbolo di Om.
Da “Kundalini Tantra”, Swami Satyananda Saraswati, edizioni Satyananda Ashram Italia 1984


Il centro Bindu o chakra Bindu (il c.d. ottavo chakra) si trova nel profondo del cervello. Secondo la tradizione tantrica, in questa parte del cervello c'è una piccola cavità la quale contiene una goccia di liquido. [continua]

La sede del Bindu è l'apice della nuca dove i bramini portano il codino.
Abbiamo osservato che durante l'attivazione del Bindu, all'altezza dell'ipotalamo (27) si costituiscono delle Vibrazioni che si condensano gradualmente verso l'apice della nuca, costituendo costantemente un'Energia Spirale, le Vibrazioni della quale si espandono in tutto il corpo. Questa struttura, che "non si trova da nessuna parte", si costituisce come struttura vibratorio energetica, la quale è essenzialmente una manifestazione del Conscio.

Il centro Bindu è la parte del cervello dove il Conscio costituisce le Vibrazioni che, tramite il sistema nervoso simpatico e il parasimpatico, si trasmettono verso ogni cellula, legandosi al DNA.

L'Energia Bindu rappresenta le Vibrazioni condensate che si costituiscono in ogni cellula, ma con maggior facilità nella zona del cervello - dall'ipotalamo verso l'apice della nuca, da dove si indirizzano verso la direzione desiderata.

27 - L'ipotalamo è una parte del diencefalo nella parte centrale del cervello. Tramite l'ipofisi, l'ipotalamo influisce su tutte le ghiandole endocrine, e quindi anche sul sistema ormonale. Come parte del sistema limbale, influisce sul controllo del comportamento, sulla temperatura corporea, sull'assunzione dei liquidi, del cibo ecc.

Attivando il Bindu si consegue la possibilità di poter consapevolmente provocare e utilizzare:

- le Vibrazioni (che abbiamo definito nettare Bindu) e
- l'Energia (che abbiamo definito Energia Bindu),
le quali si esprimono come principi vitali. Perciò è necessario che il Conscio riconosca, con l'aiuto della mente, il centro Bindu oppure il chakra Bindu. Per quel che riguarda l'efficacia del loro utilizzo, questa dipenderà dal grado di maturità del singolo Conscio.

Così come i chakra, anche il Bindu non è un fenomeno materiale, bensì un fenomeno vibratorio - energetico.

Bindu significa goccia (oppure seme) e di solito si raffigura con una goccia bianca che simboleggia il nettare. Il suo simbolo tradizionale è la luna giovane, perché la luna influisce sul Bindu, il quale stimola le ghiandole endocrine ed è reputato la fonte del nettare, ma se non è usato in modo corretto, anche fonte di veleno.

Il Bindu rappresenta il punto o il centro senza dimensioni, la radice del quale si trova nel Conscio Infinito. Il Bindu è il "seme cosmico", dal quale l'uomo si manifesta come essere fisico, energetico e spirituale. Comunemente si parla del Bindu rosso (principio femminile- il mestruo) e del Bindu bianco (principio maschile- il liquido seminale), l'unione dei quali, per mezzo del concepimento, esprime la perfezione. Nel Bindu si trova la sede dell'intelligenza umana e la sede della creazione totale. Il Bindu rappresenta l'essenza del cosmo. Così affermano i testi tantrici.

Quando durante la meditazione si prega l'Energia della Creazione di mostrare il Bindu, si vede dapprima una struttura ellissoidale il cui interno è bianco e denso. All'interno di questa struttura c'è un'Energia ovale grigia. Il centro Bindu è la zona del cervello dove il Conscio costituisce, e da dove indirizza, l'Energia delle cellule DNA. L'Energia Bindu è l'Energia delle cellule DNA e si trova ovunque nel corpo. Con l'attivazione del Bindu si consegue la possibilità di utilizzare consapevolmente l'Energia delle cellule DNA. �? perciò necessario che il Conscio riconosca il centro Bindu, mentre la qualità dell'utilizzo del Bindu dipenderà dalla maturità del nostro Conscio.

20.2 L'attivazione e la maturazione del Bindu

�? quasi impossibile attivare il Bindu senza aver fatto prima gli esercizi indicati in precedenza come condizione per l'attivazione della Kundalini. Inoltre, prima di attivare il Bindu è meglio esercitare la Kundalini per almeno un mese. L'attivazione del Bindu si fa ad onde cerebrali abbassate.

a) Richiesta:
"Prego il Creatore l'Energia della Creazione di attivarmi il Bindu."

b) Tempo: circa 1 minuto.

c) Visualizzazione: l'apice della nuca.

d) Sensazione: calore e prurito intenso sull'apice della nuca.

Visione extrasensoriale: prima un'Energia rossa, poi un'Energia bianca e una grigia si costituiscono, intrecciandosi a corda, all'altezza dell'ipotalamo ed escono dalla testa in forma di imbuto vorticante, formando un "fungo" (capello) grigio chiaro, plasmatosi dalla fusione del grigio e del bianco.

Non c'è bisogno di ripetere il processo di attivazione.

La maturazione del Bindu si esercita nel modo abituale per un mese.

a) Richiesta:
"Prego l'Energia della Creazione di maturarmi il Bindu (oppure il centro Bindu)."

b) Tempo: 1 minuto.

c) Visualizzazione: l'apice della nuca.

d) Sensazione: calore e prurito.

Visione extrasensoriale: costituzione di un'Energia biancogrigia all'altezza dell'apice della nuca; dopo alcuni minuti l'Energia si decostituisce.

Dopo un mese -due si può iniziare ad utilizzare il Bindu.

20.3 L'uso del Bindu

Abbiamo notato che i risultati sono diversi, se nella richiesta si usa l'espressione nettare invece che l'espressione Energia.
Usando l'espressione "nettare", dal Bindu compaiono delle Vibrazioni trasparenti che si espandono sino al vertice della nuca e da li si allargano verso la parte desiderata del corpo (proprio o altrui), dove provocano la costituzione di una struttura energetica.
Utilizzando il termine Energia, dal Bindu compare un'Energia che si espande, costituendo una struttura energetica in modo uguale al caso precedente.
Quando abbiamo operato a distanza, il nettare ha agito con maggior velocità ed efficacia, mentre nel contatto diretto (da vicino) con la persona trattata non ci sono state particolari differenze nell'effetto dell'azione.

Le esperienze avute nella guarigione con il Bindu hanno indicato che esso:

- è complementare a tutte le altre tecniche di guarigione.
- accelera la cicatrizzazione delle ferite,
- è di estremo aiuto in caso di infiammazioni,
- accelera la rigenerazione del tessuto nelle parti sottoposte a radiazioni (soprattutto le ossa), ecc.

Nella letteratura indiana si indica al Bindu come ad una spada a doppio taglio. Si afferma che può essere una medicina ma anche un veleno. Infatti, il Bindu può mantenere e rigenerare l'organismo all'infinito (esperienza dell'ibernazione), ma quando scende nel Vishuddhi (quinto chakra), forma del veleno, con l'aiuto della tiroide e delle ghiandole surrenali, causando conseguenze negative. Ci siamo rivolti alle Strutture Energetiche Superiori per ottenere delucidazioni su questo fenomeno. Abbiamo ottenuto la risposta, che quando il Bindu si attiva e indirizza per mezzo della mente, ci possono essere veramente delle conseguenze negative. Quando invece la mente è in funzione (come strumento) del Conscio, e il modo più facile per ottenere ciò è rivolgersi alle Strutture Energetiche Superiori, il pericolo non sussiste perché il processo è gestito dalle Strutture stesse.

Inoltre, le Energie hanno definito l'uso tradizionale del Bindu, con la sua discesa nel quinto chakra e da lì ad altre regioni del corpo, come via indiretta ed hanno proposto delle soluzioni più efficaci che proponiamo come esercizi.

20.4 L'uso del Bindu tramite l'esercizio

I modo - circolazione nel Canale centrale dei chakra
Con quest'esercizio si purificano, amplificano e sincronizzano il canale centrale dei chakra e i canali nadi. Dopo un mese di esercizio, i chakra e le nadi non si trattano più.

a) Richiesta:
"Prego il Creatore di condurre l'Energia del Bindu nel Canale Centrale dei chakra e di eseguire un movimento circolare."

b) Tempo: circa 2 minuti.

c) Visualizzazione: si visualizza l'Energia Bindu che dal centro Bindu esce dalla testa, passa davanti a noi formando un arco, entra nel primo chakra e attraversa il Canale Centrale innalzandosi sino al centro Bindu.

d) Sensazione: un movimento intenso attraverso il Canale Centrale.

Visione extrasensoriale: un'Energia densa biancogrigia parte dal centro Bindu, passa davanti al corpo, entra nel Canale Centrale attraverso il primo chakra e arriva sino al centro Bindu.

II modo - stimolazione della Colonna Vitale
Quest'esercizio si fa saltuariamente, più frequentemente in caso di malattia e debolezza. Questa tecnica è diventata parte pressoché integrante di ogni sessione di guarigione.

a) Richiesta:
"Prego il Creatore di portare il nettare dal centro Bindu alla Colonna Vitale.", oppure "Prego il Creatore di ottimizzare il funzionamento della Colonna Vitale tramite il nettare Bindu."

b) Tempo: circa un minuto.

c) Visualizzazione: si visualizza il movimento del nettare dal centro Bindu all'Anahata (quarto chakra), con un'espansione moderata e uniforme verso l'alto e il basso e leggermente a sinistra e a destra.

d) Sensazione: calore e formicolio nella Colonna Vitale.

Visione extrasensoriale: il nettare in forma di Vibrazioni arriva sino alla Colonna Vitale all'altezza dell'Anahata, provoca una costituzione amplificata di Energia Vitale nella Colonna Vitale, facendo sì che la colonna si ingrigisca e brilli.

III modo - rigenerazione delle cellule
Per chi si occupa di meditazione, le Energie consigliano in modo eccezionale quest'esercizio, perché avvengono i seguenti fenomeni:

- la rigenerazione delle cellule dell'intero organismo,
- la regolazione del metabolismo ed un facilitato mantenimento del peso,
- l'aumento dell'elasticità (flessibilità) del corpo e della pelle,
- la diminuzione del numero dei nei, delle rughe e nel caso di persone anziane, delle macchie scure della pelle ecc.

a) Richiesta:
"Prego il Creatore di rigenerarmi le cellule del corpo con il nettare del Bindu", oppure "Prego il Creatore di ottimizzarmi il funzionamento delle cellule nel corpo con l'aiuto del nettare del Bindu."

b) Tempo: circa 2 minuti.

c) Visualizzazione: Le Vibrazioni del Bindu che riempiono la testa, il collo, il busto, le mani e le gambe.

d) Sensazione: la circolazione dell'Energia in tutto il corpo.

Visione extrasensoriale: un'Energia biancogrigia densa e brillante si costituisce prima come "fungo" (cappello) sopra la testa ed emana. Poi riempie la testa, il busto, le mani e le gambe emanando per tutto il tempo. Quando "ha riempito" tutto il corpo, termina l'emanare e l'Energia si decostituisce in alcuni minuti.

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Muladhara Chakra

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Muladhara (SanskritमूलाधारIASTMūlādhāra, English: "root support") or the root chakra is one of the seven primary chakras according to Hindu tantrism. It is symbolized by a lotus with four petals and the colour red.

Description

Muladhara is located near the coccygeal plexus beneath the sacrumit,[1] while its kshetram, or superficial activation point, is located between the perineum and the coccyx or the pelvic bone. Because of its location and connection with the act of excretion, it is associated with the anus. Muladhara is said to be the base from which the three main psychic channels or nadis emerge: the Ida, Pingala and Sushumna.[2] It is also believed that Muladhara is a subtle abode of the Hindu God Ganapati. In the highest revered prayer for Ganapati, the Ganapati Atharvashirsha, it is mentioned that "one who worships Lord Ganapati would easily grasp the concept and realise Brahman".

Appearance

It is symbolized by a red, four-petaled lotus with a yellow square at its center. Each petal has one of the Sanskrit syllables वं vaṃशं śaṃषं ṣaṃ, and सं saṃ written on it in gold, representing the four vrittis: greatest joy, natural pleasure, delight in controlling passion, and blissfulness in concentration. Alternatively, they may represent dharma (psycho-spiritual longing), artha (psychic longing), kama (physical longing) and moksha (longing for spiritual liberation).[3] Eight spears point out of the sides and corners of the square.
The deity Indra is associated with Muladhara. In these depictions, he is yellow, four-armed, and holds a vajra and a blue lotus in his hands. He is mounted upon the white elephant Airavata, who has seven trunks denoting the seven elements necessary for supporting life. Occasionally, Ganesha is also associated with Muladhara. In these depictions, he has orange skin, wears a yellow dhoti, and a green silk scarf draped around his shoulders. In three hands he holds a laddu, a lotus flower, and a hatchet, and the fourth is raised in the mudra of dispelling fear.

Seed mantra

The seed mantra syllable is लं laṃ.[4] Within the bindu, the point that forms a part of the letter, is Brahma. He is deep red, with four faces and four arms, holding a staff, a sacred vase of nectar, and a japa mala, and making the gesture of dispelling fear. Alternatively, instead of the staff and japa mala, he may hold a lotus flower and the sacred scriptures. He is seated on a swan. The goddess Dakini, his shakti, is depicted with him. She is beautiful, with three eyes and four arms. Dakini is usually depicted with red or white skin, holding a trident, a skulled staff, a swan, and a drinking vessel, and is seated on a swan. At times, instead of a swan and drinking vessel, she holds a sword and a shield.

Seat of kundalini

In the center of the square, below the seed syllable, is a deep red inverted triangle. The kundalini shakti is said to sleep here, waiting to be aroused and brought back up to Brahman, the source from which it originated. It is represented by a snake wrapped three and a half times around a smoky grey lingam.

Function

Muladhara is considered the foundation of the "energy body". Yogic systems stress the importance of stabilizing this chakra.[5] Kundalini awakening begins here. It is also known as the seat of the "red bindu," or subtle drop, which rises up to the "white bindu" in the head to unite the feminine and masculine energies, the Shakti and Shiva.[6]
It is associated with the element of earth, the sense of smell and the action of excretion.
"By meditating thus on Her who shines within the Muladhara Chakra, with the luster of ten million Suns, a man becomes Lord of speech and King among men, and an Adept in all kinds of learning. He becomes ever free from all diseases, and his inmost Spirit becomes full of great gladness. Pure of disposition by his deep and musical words, he serves the foremost of the Devas."[7]

Practices

In kundalini yoga there are various yogic practices held to incite the energy in Muladhara: asanas (such as Garudasana, Shashankasana and Siddhasana); nosetip gazing, or Nasikagra Drishti; specific pranayamas; and most importantly the practice of Mula Bandha, involving the contraction of the perineum, which awakens kundalini, and is important for the retention of semen.
This chakra can also be activated by chanting the Seed-Mantra. It is said that one who chants the Seed Mantra of Muladhara Chakra for more than 100,000,000 times can attain all the Siddhis of the Muladhara Chakra.[citation needed]

Siddhis

  1. He or she experiences Darduri Siddhi (Frog jump in air at various degrees).
  2. He or she gains knowledge of the Present, Past and Future.
  3. He or she has control over the Elements of the Earth.

Comparisons with other systems

When compared to the other important Tantric system of Vajrayana in Tibet the Muladhara chakra finds no parallel in the same place, unlike the other six chakras. Instead, the Tibetan system positions two chakras on the sexual organ: the jewel wheel in the middle, near the tip, and the tip of the sexual organ itself. These chakras are extremely important for the generation of great bliss, and play an important role in the highest tantric sexual practices. A unique feature, the red drop, called the red bodhicitta, is not located here, but instead at the navel wheel.[8]
In the Sufi system of Lataif there are two "lower" Lataif. One is the nafs, which is just below the navel. The nafs incorporates all the elements of a person's "lower self". The other similar lataif is called the qalab, or mould, which appears in seven lataif systems and corresponds to the physical body, but this is sometimes located at the top of the head.[9] Qalab is usually further divided into the four elements.
In the Kabbalah the lowest Sephiroth is known as Malkuth, and performs the same transcendental role as the basis of physical nature. It is associated with the sexual organ, in close contact with Yesod.[10]
In astrology Saturn is often correlated as being the planet of survival, limitation, the "physical plane", and having to do with the earthly nature of the Muladhara, and it is often referred to as being the ruling planet of the Muladhara by many modern astrologers.
In Earth-based spiritualities the Eight Directions are often used to represent the Wheel of the Year. The Eight Directions represent the four seasons (North – Winter, South – Summer, East – Spring, and West – Autumn) and the Winter and Summer Solstices, as well as the Spring and Fall Equinoxes. The midpoints between those four times of year are the four lesser directions. This Eight Direction model maps perfectly onto the eight arrows of the root chakra. The four petals of the chakra also map onto the four elements of Earth (North), Air (East), Fire (South) and Water (West). This chakra, being so closely related to the element of Earth, also reflects the earth elements.

Alternative names

  • Tantra: Adhara, Brahma Padma, Bhumi Chakra, Chaturdala, Chatuhpatra, Muladhara, Mooladhara, Mula Chakra, Mula Padma
  • Vedas (late Upanishads): Adhara, Brahma, Muladhara, Mulakanda
  • Puranic: Adhara, Muladhara

See also

References

  1. Jump up^ Judith (1996: p.52)
  2. Jump up^ Swami Sivananda, Kundalini Yoga
  3. Jump up^ [1]
  4. Jump up^ Maheshwarananda, Paramhans Swami (2004). "The Qualities and Symbols of the Mūlādhāra Chakra"The Hidden Power in Humans: Chakras and Kundalini. Ibera Verlag. ISBN 9783850521970.
  5. Jump up^ "Muladhara Chakra – The Most Important Chakra". Isha Blog. 21 November 2013. Retrieved 1 April 2014.
  6. Jump up^ "Root Chakra". ASIS Massage Education. Retrieved 25 September 2013.
  7. Jump up^ Purnananda Sawmi (c. 1577). Sat-Chakra-Nirupana.
  8. Jump up^ Geshe Kelsang Gyatso. Tantric Grounds and Paths
  9. Jump up^ Arthur F. Buehler. Sufi heirs to the Prophet
  10. Jump up^ Leonara Leet. The Universal Kabbalah
  • Judith, Anodea (1996). Eastern Body Western Mind: Psychology and the Chakra System as a Path to the Self. Berkeley, CA, USA: Celestial Arts. ISBN 0-89087-815-3

L'Ajna Chackra

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Ajnail sesto chakra, è noto anche come il terzo occhio. È un’espressione ormai familiare a molti, associata alla visione interiore, alle esperienze di risveglio e illuminazione, attimi in cui “si aprono gli occhi davvero”.
Posizionato nel mezzo della fronte, tra le sopracciglia, Ajna è il centro spirituale in cui si incontrano i due principali canali in cui scorre il prana, le due nadi ida e pingala. L’incontro tra le dualità è il tema portante del sesto chakra. Qui infatti si riuniscono gli opposti: maschile e femminile, sole e luna, emisfero destro e sinistro del cervello, intelletto e intuizione. Il sesto chakra dissolve queste dualità e ci consente di superare la visione dualistica del mondo che distingue in “buono” e “cattivo”, in “io” e “te”. Superando questa visione degli opposti e pacificando il pensiero, si giunge ad aprire gli occhi sulla verità nascosta dietro l’apparenza.
Ajna è simboleggiato da un loto composto da due grandi petali, uniti in un cerchio – ancora una volta un simbolo di dualità riconciliata in un’unità superiore.
Non è collegato a uno dei 5 elementi, bensì alla luce e, a differenza degli altri chakra, la simbologia non prevede un animale rappresentativo.
Il mantra associato al sesto chakra è OM, la sillaba-seme, che spesso viene raffigurata all’interno del cerchio, al centro del loto.
Le divinità associate al sesto chakra sono Shiva, dio della distruzione e simbolo di conoscenza cosmica, e Hakini Shakti, simbolo di vitalità, divinità a sei teste che rappresenta la meditazione perfetta, il controllo del pensiero e la concentrazione trascendentale.

Il chakra della fronte: importanza per la salute e lo sviluppo interiore

Un sesto chakra attivo e ben irrorato di energia consente un contatto diretto e libero con il mondo interiore, stimola la fantasia, l’intuizione e le percezioni spirituali. Dona la capacità di visualizzare il pensiero e configurare obiettivi astratti, di comprendere intuitivamente gli altri e persino la chiaroveggenza. La meditazione sul sesto chakra stimola l’evoluzione spirituale, il dominio delle pulsioni e la calma dei pensieri.
Un sesto chakra non equilibrato può dar luogo a eccessi di dogmatismo, orgoglio, scarsa gratitudine.
Un chakra indebolito può causare disattenzione e difficoltà di concentrazione, ma soprattutto disturbi a livello emotivo: paura, depressione, forte senso di inutilità.
Dal punto di vista fisico, un sesto chakra debole si manifesta con mal di testa, dolore agli occhi, debolezza della vista e dell’udito, infiammazioni al seno paranasale, malattie del sistema nervoso.

Caratteristiche del sesto chakra

Nome sanscritoAjna (letteralmente, “sapere”, “percepire”)
Nome italianoTerzo occhio, chakra della fronte, sesto chakra
Zona del corpoIn mezzo alla fronte, tra le sopracciglia
Ghiandola corrispondenteIpofisi
Parti del corpo correlateOcchi, orecchie, naso, seno paranasale, cervelletto, sistema nervoso, sistema ormonale
FunzioneIntuizione e consapevolezza
DisfunzioniEgoismo, autoritarismo, autoesaltazione, insensibilità; difficoltà di concentrazione, disattenzione, paura, sensazione di inutilità, depressione.
Mal di testa, problemi di vista e udito, sinusite, labirintite, malattie del sistema nervoso.
Mal di gola, torcicollo, tonsillite, dolori cervicali, disfunzioni tiroidee, problemi di udito
ArmonizzazioneComunione interiore, autocoscienza, intuizione, illuminazione, aprtura verso nuove idee, controllo dei propri pensieri, immaginazione, chiaroveggenza
SensoIntuizione
SimboloUn loto con due soli grandi petali, su cui stanno le sillabe Ham e Ksham. Al centro, un cerchio con il grande mantra “OM”
ElementoLuce
ColoreIndaco
MantraOM
NotaLa
DivinitàShiva, dio della distruzione; Hakini Shakti, dea della perfetta meditazione
PianetaGiove
PietraLapislazzuli, quarzo ametista, apatite purpurea, azzurrite, perla, zaffiro




Fonte:  http://www.leviedeldharma.it/ajna-sesto-chakra/

Il ciclo Chaturyugi

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 The current creation cycle of four eras of declining and ascending collective human consciousness in detail.

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