sabato 13 maggio 2017

Psicoterapia Transpersonale

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La psicologia transpersonale, dal punto di vista dello sviluppo del potenziale umano, può essere considerata la più avanzata forma di psicologia oggi esistente; il suo proposito è di comprendere e sviluppare non solo la parte conscia e inconscia della psiche umana, ma soprattutto la psiche superiore, il sé, la dimensione che trascende (trans) il personale.


La Psicologia Transpersonale  a cura di Filippo Falzoni Gallerani


La Psicologia Transpersonale si è sviluppata negli USA alla fine degli anni '60, assumendo come schema di riferimento la visione olistica, ecologica e sistemica della vita. La Psicologia Transpersonale vede lo sviluppo individuale proseguire oltre l’adattamento e la soddisfazione egoistica dei bisogni, per giungere alla realizzazione della capacità d’amare e alla capacità di comprendere in senso più profondo il senso dell’esistenza.
Nel 1992 in un articolo del JTP si riassumevano le principali definizioni di "Psicologia Transpersonale", attraverso l'analisi di 220 volumi pubblicati su quest'argomento. Da allora il numero di pubblicazioni è enormemente cresciuto, ma le basi teoretiche non sono mutate.
Citeremo in breve alcune definizioni: La Psicologia Transpersonale è stata definita la "quarta forza" della psicologia, (dopo la prima forza: il Comportamentismo, la seconda forza: le "teorie psicanalitiche" classiche, la terza forza: la Psicologia Umanistica) in quanto intende definire quelle potenzialità e capacità dell'essere umano che non sono state considerate dalle scuole che l'anno preceduta
Lo scopo della Psicologia Transpersonale è quello di offrire una presentazione psicologica della Filosofia Perenne e della Grande Catena dell'Essere, completamente riadattata e inserita nelle moderne scoperte e ricerca scientifiche. Essa riconosce pienamente ed incorpora le scoperte della moderna psichiatria, del comportamentismo e della psicologia evolutiva, ma aggiunge, quando necessario, le ulteriori intuizioni ed esperienze delle dimensioni esistenziali e spirituali dell'essere umano. (Ken Wilber 1991)
La Psicologia Transpersonale si occupa specificamente con studi empirici e scientifici, dello sviluppo delle ricerche relative ai valori più alti, alle meta-motivazioni, alla coscienza dell'Unità, alle esperienze delle vette (peak experience), all'autorealizzazione, all'essenza dell'essere e della coscienza, all'esperienza di meraviglia di fronte al significato profondo dell'essere, alla trascendenza dell'io, alla percezione del sacro nella vita quotidiana, ai fenomeni trascendentali, allo sviluppo della consapevolezza, al risveglio ed a relativi concetti, esperienze ed attività.
La Psicologia Transpersonale può quindi essere definita la psicologia dei più alti significati e valori e gli psicologi che studiano quest'area del sapere devono essere preparati ad esaminare le istituzioni e le attività dal punto di vista che deriva da questi significati e valori.
Gli psicologi transpersonali stanno studiando una varietà di comportamenti umani e cercano di raccogliere le informazioni all'interno di uno studio sistematico. Gli aspetti sono diversi:

1) una nuova immagine dell'uomo
2) una sintesi di campi diversi.
3) l'impulso verso la trascendenza dell'io e la crescita spirituale
4) gli stati alterati di coscienza
5) la parapsicologia ed i fenomeni psichici
6) altre culture e altre psicologie
7) una nuova forma di energia
8) stati intersoggettivi
9) recenti scoperte della psicologia


La Psicologia Transpersonale è quell'orientamento della psicologia che si occupa di quei comportamenti e di quelle esperienze che sono percepiti come oltre il campo delle preoccupazioni personali ed i ruoli sociali dell'individuo. L'attenzione della Psicologia Transpersonale sono indirizzate a qualcosa che va oltre all'io quella percezione della vita e dell'universo, basilari e comuni agli esseri senzienti, come quei sentimenti che esprimono la profonda interconnessione di tutto ciò che esiste, a quelle idee che trascendono le considerazioni egoiche.

Il Paradigma della Psicologia Transpersonale afferma che ci sono esperienze e stati e azioni che vanno oltre i confini usuali dell'io e della personalità. Tra questi "stati diversi di coscienza", di importanza basilare sono: la trascendenza e l'estasi, le motivazioni come l'altruismo, l'amore e la compassione, le esperienze psiche che trascendono lo spazio e il tempo, le esperienze spirituali di illuminazione, risveglio, di profonda consapevolezza sensoriale, ed il misticismo. Tutte queste esperienze sono reali e non forme patologiche e possono quindi essere studiate scientificamente.

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Nel libro Esperienze delle vette Piero Ferrucci dice: 
Il mondo transpersonale è una realtà immensa e difficile da definire con il nostro linguaggio; però le esperienze con cui esso si manifesta nella psiche umana, pur essendo molto diverse tra loro, hanno in comune alcune caratteristiche fondamentali: stupore, giustezza, conoscenza, unità, universalità e rilevanza sociale. 
La molteplicità delle esperienze "transpersonali", possiede un’unità profonda; le sei categorie descritte da Ferrucci, di cui riportiamo una sintesi, introducono un criterio per unificare la nostra prospettiva.
Stupore. Se paragonata all’esperienza ordinaria, quella transpersonale ha un voltaggio immensamente più forte. E non solo è diversa per intensità, ma anche per natura: ci si trova di fronte a un mondo nuovo. Le testimonianze parlano talvolta di abbagliamento, capogiro, pianto e riso, disorientamento psichico, svenimenti... Spesso un’esperienza transpersonale causa una destrutturazione. Le categorie mentali, le abitudini emotive, la percezione stessa, insomma l’intera struttura psichica subisce un terremoto. Entrano in scena elementi completamente nuovi e inaspettati: e quindi c’è sorpresa e meraviglia.
Giustezza. L’esperienza transpersonale è la risposta a domande profonde, il soddisfacimento di un bisogno incommensurabile. Quando arriva, si ha la sensazione di non avere più bisogno di nulla. Si ha l’impressione, dopo viaggi e peripezie in terre lontane ed estranee, dopo privazioni e difficoltà di ogni sorta, di essere finalmente tornati a casa. Giustezza significa sicurezza: una sicurezza infinitamente più profonda di qualsiasi sicurezza materiale. Così Tennyson descrive la sua esperienza: L’individualità stessa sembrava dissolversi e scomparire in un essere senza confini; e questo non era uno stato confuso, ma il più chiaro fra i più chiari, il più sicuro fra i più sicuri, il più prodigioso fra i prodigiosi, completamente al di là delle parole, dove la morte era una impossibilità quasi ridicola, e la perdita della personalità la sola vera vita.
Conoscenza. La conoscenza transpersonale è globale, immediata, rilevante, sorprendente e profonda. È una conoscenza globale, non è il conseguimento di un’informazione pezzo per pezzo, così come si possono conoscere, per esempio, le parti di una macchina, la composizione di una sostanza, o le fasi di una vicenda storica... la conoscenza transpersonale arriva tutta intera e indivisibile. È immediata. Molto spesso l’intuizione è improvvisa, ma anche quando emerge lentamente alla coscienza, non è mai il risultato di una concatenazione logica. È rilevante: ciò che si comprende sta a cuore e ha un senso alla luce delle domande e dei problemi fondamentali della vita umana. È sorprendente: essendo eterogenea alle categorie mentali preesistenti, può mettere in crisi, perchè obbliga a rivoluzionare la propria mentalità. Infine, è profonda: mette in contatto con una ricchezza di fronte a cui il nostro equipaggiamento mentale è ridicolmente insufficiente.
Universalità. Nel mondo transpersonale non si è più limitati dagli angusti confini dell’esperienza privata, né ipnotizzati dalle solite idee ricorrenti, né oppressi dai propri drammi, né travolti dai propri desideri. Cadono le distinzioni tra "tuo" e "mio", l’ossessione della proprietà, il provincialismo e la partigianeria. I problemi più assillanti perdono la loro importanza. Talvolta traspare la percezione dell’infinito, che, allargando la visione, rivoluziona le geometrie di sempre. Trasceso il particolare, si intravede l’universale. Allora nell’evento più insignificante, nel dettaglio di ogni giorno traspare l’immenso. Così Leopardi in una voce o un suono lontano, quando echeggiavano in spazi vasti, come il tuono in piena campagna, o il canto degli agricoltori, o degli uccelli, o il muggito dei buoi, percepiva l’infinito. Pasteur disse di vedere dappertutto l’inevitabile espressione dell’infinito nel mondo. Un maestro Zen disse che non é necessario andare altrove, l’illuminazione è esattamente dove ci troviamo e in quello che facciamo, nello spaccar la legna e portare secchi d’acqua.
Unità. Essere nell’unità dà gioia, così come perdersi nella molteplicità appesantisce e disorienta. Nella molteplicità l’attenzione è divisa, i sentimenti tormentati, i desideri in conflitto, la mente affollata. Le divisioni consumano energia mentale, mentre l’unità risana e alleggerisce. Così Paul Brunton descrive il suo senso di unità meditando alla presenza di Ramana MaharshiIl mio cervello è entrato in uno stato di completa sospensione, come nel sonno profondo, però non c’è la minima perdita di coscienza... Sono al centro di un oceano di luce che divampa... ho raggiunto una libertà divina e una felicità quasi indescrivibile... Abbraccio tutto il creato con un profondo senso di empatia, perchè capisco nella maniera più profonda possibile che conoscere tutto e tutti equivale non solo a perdonare, ma ad amare tutto e tutti.
Rilevanza sociale. Nessuna esperienza è puramente individuale: ciò che uno vive lo trasmette agli altri, e lo trasmette non solo con le parole e gli atti, ma con il suo essere. L’influsso benefico di un individuo che vive nel mondo transpersonale è ancora meglio visibile e più intenso per quelli che gli sono fisicamente vicini. Chi entra in contatto col mondo del  ne irradia il carisma: molte persone, soprattutto le persone semplici, se ne accorgono immediatamente e ne sono attratte, come un assetato è attratto dall’acqua .

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Riportiamo una simile classificazione delle caratteristiche comuni alle esperienze di coscienza risvegliata, che lo psicologo Pierre Weil propose nella metà degli anni Sessanta, e che ci viene descritta da Patrick Drouot nel libro Vite eterne.
Il sentimento di unità. Nello sperimentare stati espansi di coscienza, si constata sempre la scomparsa della percezione dualista: io e il mondo. La coscienza si identifica con Tutto ciò che è. Certe persone, per esempio, nel corso di esperienze di questo tipo, passano attraverso una nube di luce e riferiscono questa esperienza dicendo: Io ero la nube di luce.
Il carattere ineffabile. Di regola l’esperienza non può essere descritta con il linguaggio usuale. Spesso il soggetto non riesce a descrivere quello che sente e vede, soprattutto quando è dinnanzi a concetti che superano l’attuale visione meccanica del mondo. E' come se fossi solo una vibrazione - dicono allora - una coscienza universale. Non trovo le parole perchè quello che avviene è al di là delle parole.
Il carattere noetico. Quello che viene vissuto in uno stato di questo genere è percepito come reale, di una realtà molto più intensa del normale vissuto quotidiano. I soggetti sentono anche le emozioni in un modo più forte che nella loro vita "normale".
La trascendenza dello spazio-tempo. Questo parametro è uno dei più importanti. È presente dal momento in cui si penetra in una dimensione al di là dei nostri cinque sensi, nel mondo dello spirito. Si entra allora in un’altra dimensione in cui il tempo non esiste più e dove lo spazio tridimensionale scompare. Patanjali espone questa caratteristica con il seguente aforisma: Passato, presente e futuro non esistono, tutto avviene nel medesimo istante. Generalmente i soggetti sperimentano una concentrazione temporale, così che alcuni minuti sembrano loro durare delle ore.
Il sentimento del sacro. I soggetti hanno talora il senso di vivere qualche cosa di grande, di Sacro. Ma questo parametro non è permanente.
La scomparsa della paura della morte. Negli stati espansi di coscienza la vita è percepita come eterna e l’esistenza fisica come transitoria. La paura della morte scompare appena i soggetti prendono coscienza della loro capacità di vivere sotto una forma diversa, senza avere coscienza del loro corpo fisico, e di ricevere percezioni molto più vaste di quelle che ci trasmettono abitualmente i nostri cinque sensi.
Il cambiamento del comportamento e dei sistemi di valore. L’esperienza di coscienza profonda fa spesso scattare nel soggetto un cambiamento radicale nel suo apprezzamento di valori come la bellezza, la bontà e la verità. L’Essere si sostituisce all’Avere.

L’esperienza del proprio essere influenza, forse più di ogni altro aspetto, la mente e la sua precaria stabilità aiutando a ritrovare il proprio "centro", la propria strada, le proprie finalità e la gioia di vivere. Questo processo di "centering" è fondamentale per tutte le persone che soffrono di forme patologiche psichiatriche, psicologiche e psicosomatiche in cui si osserva un senso di identità inesistente, frammentato, diviso, turbato, negato, conflittuale o non pienamente riconosciuto.
Ritrovare il centro del proprio essere spesso equivale all’inizio della guarigione stessa! Gli effetti della realizzazione del centro possono essere sintetizzati con i seguenti concetti: centering, fluidità, bilanciamento, armonia, distacco, percezione globale e visione olistica.


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L’approccio integrale della psicologia transpersonale
tra psicologia e meditazione

di Laura Boggio Gilot
Atti del convegno "verso la nascita di una coscienza planetaria" dell’Associazione Amaranto


Noi tutti possiamo sperimentare tre tipi di povertà: la povertà fisica che è quella dell’indigenza e della privazione materiale, la povertà mentale che è quella della carenza di intelligenza e di creatività e la povertà spirituale, che è quella della chiusura del cuore all’amore per la verità e al mistero dell’armonia che la sottende. Senz’altro la povertà più grave e quella che porta maggiore infelicità è quella spirituale, che alla lunga è anche causa di povertà mentale e fisica.
Un grande psicologo del nostro tempo A. Maslow[1] scriveva che ognuno di noi può dare e ricevere dalla vita solo ciò che è, intendendo che la nostra possibilità di essere forti, felici, appagati, senza paura e senza conflitti,  così come la nostra possibilità di dare un contributo alla vita, di essere creativi e significativi nell’esistenza, dipende dal nostro grado di autorealizzazione, ovvero da quanto siamo riusciti a sviluppare le nostre potenzialità, ed a far fiorire i semi che tutti possediamo nelle matrici profonde del nostro inconscio.
La psicologia transpersonale ha definito lo sviluppo autorealizzativo come il continuum da uno stadio prelogico, preegoico e di subcoscienza, che è tipico del bambino o della personalità patologica, ad uno stadio logico, egoico e di autocoscienza che è tipico dell’uomo adulto che costruisce il suo ruolo nel mondo, ad uno stadio che è traslogico, transegoico e di supercoscienza in cui si ha accesso alla sapienza che svela i significati profondi della vita, della sofferenza e della morte. Come dice F. Vaugan lo sviluppo autorealizzativo va dall’ignoranza alla conoscenza, dalla paura all’amore e dalla prigionia alla liberazione[2].
Caratteristica dello sviluppo integrale è il progressivo affievolirsi dell’inconsapevolezza, della paura,  della dipendenza e dell’egoismo antagonistico ed il progressivo sviluppo di qualità intellettuali e spirituali che producono creatività e benessere.
La personalità pienamente autorealizzata manifesta nella vita talenti e attributi positivi, in un modo di agire che esprime armonia, amore e saggezza. Va da sè che l’autorealizzazione è associata ad una esistenza serena, altruista e cooperativa da cui nasce l’azione di pace[3].

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La distruttività che dilaga nel pianeta ci fa comprendere che, all’alba del terzo millennio, lo sviluppo autorealizzativo della persona umana non è stato ancora raggiunto: nonostante i poteri della tecnologia, che ci ha portato un benessere impensabile solo qualche secolo fa, a livello emotivo e comportamentale l’uomo moderno manifesta un basso livello di maturità e consapevolezza. Nella cosiddetta normalità, in ciò che è considerato sano e ottimale, si vive al di sotto delle proprie possibilità  di intelligenza, di creatività, di capacità di visione e di amore.
La discrepanza tra l’immaturità della coscienza individuale e la potenza tecnologica è stata delineata come uno dei grandi pericoli che fronteggia l’umanità: nulla è oggi più importante della crescita umana e spirituale, così che si possa realizzare un adeguamento tra le risorse interiori e quelle esteriori.
Uomini di scienza come R. Walsh e E. Laslzo[4], affermano oggi che noi stiamo vivendo una sfida tra lo sviluppo di una nuova coscienza e la distruzione planetaria, e tutti noi uomini di fede e di scienza o semplici mortali, tocchiamo con mano la realtà dei continui attentati alla vita e l’urgenza di uno sviluppo della coscienza, che lasci emergere le forze buone e intelligenti latenti nella psiche umana.
Maslow affermava che il progetto della crescita autorealizzativa era quello di evadere dalla cosiddetta psicopatologia della norma, che egli definiva come una zoppia collettiva, così condivisa da essere considerata normale: il suo dissenso dall’idea comune di normalità si rifaceva alla fiducia nelle intrinseche potenze buone dell’animo umano, che vanno ben oltre quella animalesca istintualità delineata dalla prima psicologia psicoanalitica.
Oltre a Maslow, altri psicologi e studiosi hanno manifestato la stessa fiducia nell’essere umano: Jung[5] diceva che noi contiamo qualcosa per la nostra Essenza e se non la realizziamo la nostra vita è perduta. Raphael[6], Maestro della filosofia perenne ed in particolare dell’Advaida Vedanta, alludendo all’appartenenza della vita individuale alla vita universale rileva: “Tu sei una fiamma del fuoco unico che tutto pervade, vivi nel conflitto e nella solitudine perché ti consideri una fiammella distinta dalla fonte”. Ed ancora sottolineando il ruolo della non conoscenza di se stessi nella sofferenza umana afferma: “L’uomo può risolvere tutti i suoi problemi economici e materiali, può conquistare nei limiti del possibile gli elementi, ma se non conquista se stesso non potrà mai conquistare la pace del cuore che è la condizione su cui ogni azione e decisione dovrebbe basarsi”.
La psicologia transpersonale è impegnata nell’obiettivo di studiare il processo della maturità e della crescita ottimale e di delineare le modalità tecniche per raggiungere e realizzare tale scopo. Nella psicologia transpersonale emerge il lavoro di Ken Wilber[7] e la sua cosiddetta psicologia integrale che abbraccia i portati della conoscenza premoderna, moderna e postmoderna.
I portati della conoscenza premoderna si riferiscono all’antica saggezza, ovvero a quella filosofia perenne che comprende le tradizioni sapienziali occidentali e orientali, portatrici di una visione integrale e non dualistica della realtà che implica la dimensione spirituale, presenti nel Buddhismo, nel Vedanta, nella Cabala mistica, nello Shivaismo del Kashmir, nel Platonismo ecc.. La visione non dualista è un dono senza prezzo dell’umanità tutta, che è stato drammaticamente perduto con l’avvento del materialismo scientifico. Secondo questa tradizione la realtà molteplice è unificata ad un livello profondo: una sola essenza immanifesta, indivisibile e permanente è alla base della realtà manifesta divisa e impermanente. Come si legge nelle Upanisad[8]: “Un solo Essere risplendente dimora in tutte le creature”.
Sulla base di un’essenza spirituale che è onnipervadente, trascendente e immanente ogni forma universale, il mondo delle forme universali si sviluppa in forma gerarchica ed è composto da tre dimensioni: una dimensione grossolana-fisica, una sottile dell’intelligenza auto-organizzatrice dell’universo e una causale-principiale-archetipica.
Un  assunto della tradizione non dualista è che il microcosmo, ovvero il Sé individuale, è identico al macrocosmo cioè al cosmo nella sua interezza: i livelli della realtà cosmica sono identici a quelli della realtà individuale, ed entrambi condividono la stessa radice spirituale indivisibile e impermanente.
Nella individualità i livelli grossolano, sottile e causale corrispondono al corpo, alla mente e all’anima sottesi e trascesi dallo Spirito puro, che è una goccia nel grande mare nella vita infinita e indistruttibile.
Corpo, mente e anima sono occhi o finestre che danno accesso ai molteplici livelli dell’universo: la loro apertura è ciò che consente di spaziare nei diversi piani del cosmo, sino a cogliere la realtà dell’intima connessione tra l’esistenza individuale e l’esistenza universale, considerata nelle tradizioni meditative, lo scopo della vita. Nella antica saggezza si insegna che lo sviluppo delle potenzialità umane dà luogo a stadi di coscienza sempre più inclusivi, che hanno al loro apice l’illuminazione sulla Verità. Quest’ultima è l’esperienza della non dualità tra il Sé e la Realtà suprema o unità del tutto, realizzata in uno stato di coscienza oltre il pensiero e la dualità tra soggetto e oggetto, nel cosiddetto samadhi, satori, nirvana…..[9]  
 



























La concezione umana della filosofia perenne è la base della psicologia integrale e la mappa dello sviluppo autorealizzativo e della coscienza.
Il corpo rappresenta le potenzialità fisiche della personalità; la mente è la sede dei processi psicologici e contiene le potenzialità del pensiero, con le funzioni dell’intelligenza ad esso connesse come: l’immaginazione, la volontà e il sentimento. L’anima è sede degli archetipi o delle forme platoniche del vero del bello e del buono a cui è connesso il potere supercosciente dell’intelletto intuitivo e la capacità dell’amore incondizionato. L’origine dell’anima è nello Spirito puro indivisibile ed eterno: l’anima nasce e vive in una essenza indistruttibile.
L’autorealizzazione è l’espansione della coscienza alla totalità umana e l’attualizzazione delle potenzialità di corpo, mente e anima sino all’esperienza ultima che è quella dell’interezza con la realtà tutta.
Ken Wilber integra questa antica saggezza con la modernità, collegando l’espansione della coscienza alle potenzialità di corpo, mente, anima e Spirito con i quattro quadranti dell’esperienza umana, che sono il quadrante soggettivo dell’intenzionalità, il quadrante oggettivo del comportamento fisico, il quadrante intersoggettivo della relazione socioculturale e il quadrante interoggettivo delle istituzioni sociali.



Lo sviluppo autorealizzativo è quindi il continuum dell’espansione della coscienza alla totalità di corpo, mente, anima e Spirito, continuum che ha ripercussioni e interrelazioni con l’intenzionalità, la salute fisica, l’espressione culturale e la costruzione delle realtà sociali. Lo sviluppo della coscienza e dell’individualità in altre parole non è qualcosa di intimo e di separato dal mondo, al contrario l’evoluzione di una persona si misura dal grado in cui la coscienza e l’espressione delle proprie potenzialità corporee, emotive, mentali e spirituali si riverbera nella salute fisica e nell’operato comportamentale e socioculturale, ovvero si manifesta in un intelligente e costruttivo essere nel mondo collettivo.
Una persona pienamente autorealizzata con una identità integrale e una coscienza non dualistica, potrebbe essere definita secondo questo grafico che esprime l’umana compiutezza.



Un corpo pienamente realizzato esprime energia di salute.
Una mente pienamente realizzata irradia saggezza discriminante.
Un’anima pienamente realizzata irradia amore incondizionato.
Chi raggiunge le vette dello Spirito irradia luce.

La sfida dei ricercatori del campo a cui appartiene la scrivente è lo studio (che implica un personale cammino meditativo e autorealizzativo), del passaggio dall’identità parziale dell’ego limitato e sofferente, a quella integrale e traspersonale.
Secondo Ken Wilber, questo cammino richiede un lavoro a livello corporeo, emotivo, mentale e spirituale, ed è possibile attraverso l’accostamento delle conoscenze della psicologia occidentale con le pratiche di consapevolezza e trasformazione dei sistemi meditativi.
Nella mia esperienza, il lavoro sul corpo consiste nel rendere il corpo puro e sano, con una vita igienica che richiede armonia tra il ritmo individuale e il ritmo universale. Il corpo veramente realizzato, dovrà essere purificato da abitudini di vita, di vitto e di sonno in accordo con la natura.
Il lavoro a livello mentale deve coinvolgere la purificazione delle emozioni e del pensiero. Per quanto riguarda le emozioni, primario è reintegrare le emozioni dolorose, che generalmente l’io ordinario fugge: senza accogliere le emozioni dolorose di tristezza, paura, odio, risentimento, vergogna, invidia…, ovvero senza allargare la coscienza a queste aree oscure, non è possibile risanarle. Quando l’emozione dolorosa è negata, essa è infatti rimossa nell’inconscio e diventa un’ombra attiva e operante, che condiziona in maniera distruttiva dal profondo, l’intera vita della personalità. La psicologia ha accertato che se non abbiamo la capacità di fare emergere, accettare e trasformare le emozioni negative, noi perdiamo la capacità di essere consapevoli a vedere le cose come sono, di amare e di sentire la gioia nella vita, ed anche di essere persone creative e positive.
Il lavoro sul pensiero richiede la comprensione del potere motore e creativo del pensiero, e il superamento del pensiero negativo. La tradizione meditativa afferma che “si diventa ciò che si pensa” ad indicare che il pensiero costruisce gli stati emotivi e fisici dell’individuo, e se non cambia il pensiero, non cambierà il modo di sentire e agire nell’interiorità e nel mondo. L’opus di trasformazione al livello del pensiero, richiede il riconoscimento e la trasformazione dei pensieri di violenza, di svalutazione, e di criticismo che producono sofferenza e paura, ma anche la trasformazione dei pensieri portatori di credenze riduttive, che schiacciano l’immagine di se stessi e della realtà in identificazioni selettive e imprigionanti: queste ultime creano dei confini che inibiscono lo sviluppo della coscienza e l’integrazione delle potenzialità interiori.
Oltre alla consapevolezza, la trasformazione del pensiero richiede un’operazione etica di quei fattori mentali egoistici, che costruiscono dal profondo il pensiero disfunzionale e distorto come l’orgoglio, l’avidità e la volontà di potenza.
Nella sua essenza quindi, riconoscendo all’egoismo una funzione distruttiva, la trasformazione del pensiero richiede un opus spirituale che sviluppi qualità dell’amore e della saggezza, conducendo a donarsi alla vita per parteciparvi creativamente con un compito e uno scopo.
Il lavoro spirituale purificando lo stato polluto della mente, permette l’apertura della coscienza individuale alle verità universali e alle leggi dell’armonia che le regolano: trascendendo la coscienza identificata con l’ego e chiusa nei prodotti mentali, ci si apre alla visione illuminativa del mistero profondo, che è quella della natura divina del Sé e della realtà.
Nella psicoterapia transpersonale, l’approccio integrale rivela la stretta connessione tra espansione della coscienza, spiritualità e salute mentale, e quindi il ruolo fondamentale della pratica meditativa di autosservazione, per la guarigione dalla sofferenza psichica e per la sana evoluzione dell’essere umano[10].
Gli obiettivi della psicologia integrale, includendo lo sviluppo di una consapevolezza risanante e di un processo di autotrasformazione che risveglia i poteri latenti, coinvolge sia gli ambiti psicoterapici, che evolutivi, che educativi-sociali.
In tutti e tre questi ambiti l’approccio integrale sviluppa un modello di crescita psicologica e spirituale che è latrice di un più profondo e duraturo senso dell’esistenza, in cui si impara a riscoprire in se stessi forze e bontà gratuite e pronte per essere attualizzate. Questo modello addita la via della libertà dal narcisismo che impera distruttivamente nel mondo moderno, e ci mostra una via per esprimere il nostro diritto di vivere con pienezza e significato, liberi dalla paura e dall’ignoranza, con la dignità di riconoscerci persone dotate di saggezza e maturità, in grado di operare per il benessere di noi stessi e per quello dei fratelli nella vita.

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Fonte http://www.villaggioglobale.eu/enciclopediaolistica/enciclopedia/med/testo05.htm

[1] A.Maslow, Verso una Psicologia dell’Essere, Ubaldini, Roma 1971
[2] F.Vaugan, Spiritualità e Salute nella Psicologia Transpersonale, Cittadella Editrice, Assisi 1989
[3] L.Boggio Gilot, Crescere Oltre l’Io, Cittadella Editrice, Assisi 1997
[4] R. Walsh/E. Laslzo, La Sfida e la Visione, Edizione Corbaccio, Milano 1998
[5] C.G.Jung, Opere, Boringhieri, Torino
[6] Raphael, La Triplice Via del Fuoco, Asram Vidya, Roma 1986
[7] K.Wilber, Integral Psychology, Shambala, USA 2000
[8] Chandogya Upanisad, In Upanisad antiche e medie a cura di P.Filippani Ronconi, Bollati     Boringhieri, Torino 1995
[9] L.Boggio Gilot, Il Sé Transpersonale, Asram Vidya, Roma 1992
[10]Il tempo dell’Anima a cura di  L.Boggio Gilot,, Editrice Psiche, Torino 2001

La Psicosintesi di Roberto Assagioli

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Roberto Assagioli, nato Roberto Marco Greco (Venezia27 febbraio 1888 – Capolona23 agosto 1974), è stato uno psichiatra e teosofo italiano, fondatore della Psicosintesi, può essere considerato una delle menti più eclettiche e libere della psicologia italiana.
Unico figlio degli ebrei Leone Greco e Elena Kaula, a due anni resta orfano del padre; fu adottato dal medico Emanuele Assagioli, secondo marito della madre, del quale assumerà il cognome.
Laureatosi in medicina a Firenze nel 1910 con una tesi dal titolo La psicoanalisi preparata al Burghölzli di Zurigo, fu indicato da Freud a Jung come colui che avrebbe introdotto la psicoanalisi in Italia, cosa che del resto avvenne sia con la pratica clinica, sia con l'appartenenza, unico italiano, alla Società Psicoanalitica Internazionale, sia per la collaborazione negli anni 1909-1910 alle riviste fondate da Freud, sia per la pubblicazione su Psiche (1912) del primo scritto di Freud, tradotto da Assagioli dopo approvazione dello stesso Freud.
Si dedicò quindi alla psicologia e alla pratica della psicoterapia nel cui ambito sviluppò un proprio metodo: la psicosintesi. Tra i primi divulgatori scientifici del pensiero di Freud in Italia (Le idee di Freud sulla sessualità, "La Voce" 1910), fondò, nel 1912, insieme a un gruppo di studiosi fiorentini gravitanti attorno a Francesco De Sarlo, la rivista "Psiche" di cui fu il redattore capo e l'animatore; il secondo numero (marzo-aprile 1912) venne interamente dedicato alla psicoanalisi.
Già dal 1914 però si distacca dal pensiero freudiano, ritenendolo limitato e costrittivo della psiche umana e rivolge sempre maggior interesse alla costruzione di un suo orientamento teorico e pratico, autoformativo e terapeutico, definito Psicosintesi, in cui all'aspetto analitico affianca la dimensione sintetica dei processi dinamici della mente e sviluppa interessi per la dimensione spirituale, da lui definita trascendente, della mente umana.
Nel 1915 il fondatore della psicosintesi visse ad Ancona, comandato come vice-direttore del centro neurologico dell'ospedale militare.
Nel 1926 pubblicò l'opuscolo Psychosynthesis. A new method of healing. Lo stesso anno fondò a Roma l'Istituto di Psicosintesi, chiuso durante il fascismo, e riaperto poi a Firenze dove tuttora ha sede e da cui si diramano i molteplici centri in Italia, fra cui quelli di: AnconaBolognaForlì[1]MilanoRomaNapoli.
Nel 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu arrestato per "attività pacifiste", aggravate forse dalle sue origini ebraiche. Rilasciato qualche tempo dopo, trascorse gli anni della guerra nella sua tenuta aretina, per poi riprendere la sua attività nel 1945.
Nel 1973 con alcuni allievi e collaboratori (fra cui il successivo presidente, Bruno Caldironi) fonda la Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica, scuola di formazione per psicoterapeuti fra le prime riconosciute legalmente in Italia. I suoi scritti sono stati tradotti in otto lingue e la Psicosintesi è ora presente con Centri ed Istituti in EuropaSudamericaStati UnitiIndiaAustralia.

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Il pensiero

L'uomo completo

Secondo Assagioli l'individuo è una inscindibile unità di componenti biologichepsicologiche e spirituali, capace di sviluppare un orientamento cosciente e volitivo, dopo aver conosciuto e padroneggiato il proprio mondo inconscio. In realtà il nome completo della Psicosintesi dovrebbe essere Biopsicosintesi, proprio perché Assagioli intendeva, da vero precursore, pensare l'uomo nella sua completezza, contemplandone aspetti biologici, emozionali, mentali e spirituali, aspetto, questo, spesso mal visto dai vari orientamenti psicologici.
Il pensiero assagioliano parte quindi dalla psicoanalisi classica per muoversi nella via della psicologia umanistica (Assagioli e Maslow ebbero scambi e interessi clinici in comune) ed infine su quella transpersonale, attivando la dimensione superiore dell'inconscio. L'uomo viene visto come incompleto, teso alla propria realizzazione lungo un percorso esistenziale e spirituale che non ha sostanzialmente mai fine.

Struttura della personalità

Assagioli ha ideato uno schema, detto ovoide, in cui descrive la struttura della personalità umana e in cui si ritrova un'area centrale in cui hanno sede il sé personale e i contenuti di coscienza; l'area dell'inconscio che viene suddiviso in inconscio inferiore (che si identifica con quello classico), centrale e superiore (dove hanno sede gli aspetti transpersonali dell'individuo) e l'inconscio collettivo (secondo Jung). Nell'inconscio superiore ha sede il  superiore o transpersonale identificabile con l'essenza cosmica e di cui è riflesso il sé personale.

Significato simbolico della Commedia

Assagioli ricollega alla psicosintesi il significato simbolico della Divina Commedia in Principi e metodi della psicosintesi terapeutica (Astrolabio, 1973, pp.174-176) e in altri testi.[2]
Il pellegrinaggio negli Inferi, l'ascesa lungo il monte del Purgatorio, l'illuminazione finale al cospetto della divinità, indicano le tappe dell'esplorazione dell'inconscio fino al "graduale risveglio" della coscienza.

Casa, Archivio e Biblioteca Assagioli

Dopo la morte di Assagioli, la sua casa si è trasformata nell'Istituto di Psicosíntesi (fondato dallo stesso Assagioli). L'Istituto è sede di diverse attività ed iniziative. L'Istituto custodisce anche l'Archivio Assagioli (a cura del Gruppo Alle Fonti). All'interno del predio si trova anche la SIPT, Scuola di Psicoterapia Psicosintetica e il Centro di Psicosintesi di Firenze. All'interno di questa tipica residenza fiorentina del primo 900, si organizzano corsi, seminari internazionali, progetti di catalogazione e si cura la biblioteca storica e contemporanea[3].

Progetti Spirituali

Durante la sua vita, Assagioli ha cercato di differenziare i suoi interessi spirituali dalla sua professione come terapeuta. A questo scopo ha dedicato un breve articolo chiamato "Muri di Silenzio"[4] Tuttavia, si è occupato dell'investigazione e lo studio delle filosofie orientali e transpersonali. Ad esempio, egli scrive una prefazione ai ''Yoga Sutra'' di Patanjali e approfondisce, in alcuni dei suoi libri, gli aspetti terapeutici e spirituali della pratica della meditazione creativa e della Saggezza Eterna[5]. Assagioli è stato membro attivo e ha contribuito attivamente alla nascita di alcuni gruppi di carattere transpersonale o spirituale, tra cui la Teosofia. A partire dal 1960 egli ha dato impulso alla Scuola di Studi Esoterici, lavorando assieme a Frank Hilton. Da questa collaborazione nasce l'importante iniziativa della Psychosynthesis Research Foundation della quale Assagioli e Hilton furono i primi direttori, così come la formulazione del Progetto Volontà, ideato da Assagioli[6]. Nello stesso periodo, Assagioli scrive diversi quaderni di meditazione per il Meditation Mount di Ojai, California assieme a Florence Garrigue[7] e Michael Eastcott[8].

Opere principali

I suoi lavori, che ammontano a più di 300 titoli, sono stati pubblicati in nove lingue.
  • Psychosynthesis: a manual of principles and techniques, Hobbs, Dormann & Company, New York 1965
  • Psicosintesi: per l'armonia della vita, Mediterranee, Roma 1966
  • Principi e metodi della Psicosintesi Terapeutica, Astrolabio, Roma 1973 - traduzione italiana (a cura di E. Zanotti) di "Psychosynthesis: a manual of principles and techniques"
  • The act of will, The Wiking Press, New York 1973
  • L'atto di volontà, Astrolabio, Roma 1977 - traduzione italiana (a cura di Maria Luisa Girelli) di "The act of will"
  • I Tipi Umani, (saggi e appunti a cura del Consiglio Direttivo dell'Istituto di Psicosintesi), Firenze 1978, postumo
  • Educare l'uomo domani, Ed. Istituto di Psicosintesi, Firenze 1988, postumo
  • Lo sviluppo transpersonale (a cura di M. Macchia Girelli), Astrolabio, Roma 1988, postumo
  • Comprendere la Psicosintesi (a cura di M. Macchia Girelli), Astrolabio, Roma 1991, postumo

Note

  1. ^ Cresce l’interesse per la psicosintesi e su Roberto Assagioli
  2. ^ Ad esempio in Lo sviluppo transpersonale, Astrolabio, 1988, p.60
  3. ^ Istituto di Psicosintesipsicosintesi.it.
  4. ^ School for Esoteric Studies, Muri di Silenzistudiesoterici.org.
  5. ^ Roberto Assagioli, Lo Sviluppo Transpersonale., Roma, Astrolabio, 1998.
  6. ^ How did SES beganesotericstudies.net.
  7. ^ About the Mountmeditationmount.org.
  8. ^ Some Collected Works of Dr.Roberto Assagioliarchive.org.

Bibliografia