venerdì 24 marzo 2017

Età minima per la responsabilità penale

Minimum age of criminal responsibility, years (March, 2017)

Legislazione riguardante l'uso della Cannabis nel mondo

World cannabis laws

Tassazione media del reddito delle imprese in Europa

Average corporate income tax rates in Europe & surrounding countries

Zone e paesi dove la Meningite è endemica



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L'Impero Veneziano nella sua massima estensione

stato do mar

Vite quasi parallele. Capitolo 52. Mare mare mare

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Il vicepreside Priamo Conti rimase completamente sbalordito quando venne a sapere, in seguito ad una soffiata da parte del suo fedelissimo alleato di partito, il democristiano Tullio Baccarani, direttore della Bancaccia, che il comune di Cervia aveva intenzione di costruire una strada proprio in una fetta dell'ampio terreno antistante alla villa che apparteneva da generazioni alla sua famiglia.
Tale strada avrebbe dovuto collegare la via Milazzo con la via Giove.
Siccome l'indennizzo in caso di esproprio era stato preventivato a livelli risibili, Conti decise che l'unica soluzione era vendere quel terreno a un prezzo superiore a qualche pollo disposto a lasciarsi spennare.
Si rivolse al suo mentore, il Senatore Leandri, il quale promise di interessarsi della faccenda.
Leandri, però, aveva informatori migliori, e dunque venne a conoscenza del fatto che il Comune di Cervia aveva deciso di accantonare quel progetto, dal momento che, in fin dei conti, quella strada era del tutto inutile.
Il Senatore, però, non riferì a Conti ciò che aveva appreso.
C'è una regola fondamentale che contraddistingue gli Italiani: la famiglia prima di tutto.
Per questo il Senatore preferì comunicarlo a sua moglie Caterina Ricci, affinché lo riferisse allo zio Ettore, che da tempo cercava "uno sbocco al mare" per la Contea di Casemurate.
E dato che la strada principale di Casemurate è la Cervese, la cittadina balneare di Cervia era il luogo naturale dove espandersi.
Appena Ettore Ricci fu informato, prese subito in mano la situazione e la gestì da par suo.
Non poteva certo trattare in prima persona, perché Priamo Conti avrebbe sentito subito odore di fregatura.
Incaricò dunque il fido Michele Braghiri, affinché trattasse l'affare come prestanome.  
Una volta che ci fosse stato il trasferimento di proprietà, sarebbe poi seguita una successiva donazione a beneficio di Ricci, e il fedele amministratore avrebbe avuto come compenso una quota dell'immobile.
Quando Michele Braghiri ne parlò con sua moglie Ida, lei ebbe un'idea:
<<E se, dopo aver comprato il terreno a tuo nome, ce lo tenessimo noi? Abbiamo già messo da parte abbastanza soldi per renderci indipendenti. Potremmo costruire un albergo, metterci in proprio>>
Lui scosse il capo:
<<Ma sei impazzita? Guadagno molto di più come Amministratore Delegato del Feudo. E soprattutto conosco tutti i segreti del bilancio aziendale. E un giorno questi segreti ci torneranno utili>>
Lei sbuffò:
<<Sentì, sono trent'anni che mi dici di aspettare, ma io non ne posso più di fare la governante! Io voglio godermi la vita! E vorrei farlo prima di diventare vecchia!>>
Michele allora le si avvicinò e disse sottovoce:
<<Ti prometto che nel giro di cinque anni al massimo, avrò in mano tutti gli elementi per ricattare Ettore Ricci e ottenere per noi una fetta enorme del suo impero>>
Ida rimase pensosa:
<<Cinque anni sono lunghi. Non so se ne avrò la pazienza>>
Lui la guardò con i suoi occhi grigi e freddi:
<<Ci sono momenti in cui l'unica virtù che può essere d'aiuto è la pazienza>>
Lei decise di fidarsi di suo marito:
<<E va bene. Facciamo a modo tuo. Ma io mi aspetto molto>>
<<Ne avrai ancora di più>>
Convinta la moglie, Michele Braghiri fece ancora una volta la sua parte.
Comprò la terra a suo nome, con i soldi di Ettore Ricci, poi, trascorso il tempo necessario, gliela donò in cambio una parte dell'immobile.
Ettore era raggiante:
<<Caro Michele, muoio dalla voglia di vedere la faccia che farà Priamo Conti quando scoprirà che nelle terre che ci ha venduto per un tozzo di pane non passerà nessunissima strada! Voleva fregarci ed è rimasto fregato lui, quel minchione!>>
Michele Braghiri sorrise, con quella sua faccia da faina, che nascondeva molti più segreti di quanti Ettore Ricci avrebbe mai potuto immaginare.
Non bisogna mai credersi troppo furbi, perché c'è sempre qualcuno più furbo di noi, pronto a farci le scarpe. E così come Conti era stato fregato da Ricci, quest'ultimo a sua volta sarebbe stato fregato da qualcun altro, molto vicino a lui, su cui aveva riposto troppa fiducia, e di cui aveva sottovalutato la scaltrezza.

giovedì 23 marzo 2017

Vite quasi parallele. Capitolo 51. Piove sul bagnato



A Casemurate e dintorni non si parlava d'altro. In ogni punto di ritrovo, le comari formavano assembramenti e bisbigliavano tra loro. La fonte principale, come sempre, era la governante di Villa Orsini, Ida Braghiri, regina del pettegolezzo.
Il luogo era quasi sempre il negozio della "donna coi baffi", la Lucia Biasoni.
<<Allora, ci sono novità da Villa Orsini?>> chiese, lisciandosi i baffoni gialli.
<<Ieri è venuto il Senatore Leandri, insieme al giudice Papisco e alla Signorina De Toschi in persona. Poi è arrivato l'assessore Tommaso Monterovere, col fratello Romano, il padre di Francesco.
Hanno confabulato per un bel po' di tempo, nello studio di Ettore Ricci, che per l'occasione aveva chiamato anche Onofrio "Compagnia Bella" Tartaglia, che è diventato ispettore capo.
Era presente anche mio marito Michele, in qualità di amministratore delegato del Feudo. Quello che si sono detti è segretissimo, per questo entro domani lo sapranno tutti>>
Le comari rimasero a bocca aperta, con gli occhi fissi, come grasse oche in attesa del pasto.
<<E allora, cosa si sono detti?>> chiese la Biasoni
<<Sembra che si siano messi d'accordo su un "equo indennizzo" per le terre dove passerà il Canale, il che è una buona notizia per tutti i proprietari, anche se la maggioranza delle terre sono proprietà dei Ricci-Orsini e dei loro soci, gli Spreti di Serachieda e i Zanetti Protonotari Campi>>
La Biasoni continuava a tormentarsi i baffi:
<<E cosa vorrebbe dire "equo indennizzo"?>>
La Braghiri, con le mani sui fianchi, dichiarò:
<<Vuol dire che la Regione pagherà un sacco di soldi per quelle terre. Soldi che andranno a finire nelle tasche di Ettore Ricci, di Ercole Spreti e di Saverio Zanetti. Sempre loro... >>
La Biasoni si strappò un baffo per la rabbia:
<<Insomma, piove sul bagnato! Strapiove sul bagnato!>>
Ida Braghiri annuì:
<<Esattamente. Piove sul bagnato... o come si suol dire, soldo chiama soldo... e questo vale anche per il fatto che alla fine, a coronare questo accordo, le famiglie hanno dato l'assenso al matrimonio di Silvia con Francesco Monterovere. I due piccioncini si amano, su questo non ci sono dubbi, ma i loro parenti hanno sempre guardato le cose in un altro modo. Adesso vedono i vantaggi. I Monterovere diventeranno soci dei Ricci-Orsini, degli Spreti e dei Zanetti. Un'unica grande famiglia, che vorrebbe controllare un territorio che va da Faenza fino al mare... poi vi racconterò anche la storia dei terreni che Ettore ha comprato a Cervia e di quelli che Enrichetta Monterovere ha comprato a Casal Borsetti. Sì, piove proprio sul bagnato... >>
Questa serie di notizie gettò il pubblico delle comari nella costernazione.
Avevano sperato di sentire il resoconto di una lite furibonda, magari anche di un'ennesima disgrazia famigliare, e invece si trovavano davanti ad un successo diplomatico che univa l'utile col dilettevole.
La Lucia Biasoni si strappò altri ciuffi dai baffoni da tricheco:
<<Io dico che non potrà durare. E' una nave che sta diventando troppo grande, e sta viaggiando troppo veloce. Presto o tardi finirà contro qualche scoglio e farà naufragio, perché nella vita, prima o poi, si fa sempre naufragio>>