lunedì 24 ottobre 2016

Il castello di Alnwick





Il castello di Alnwick è un castello che si trova nella città di Alnwick, nella regione inglese del Northumberland. Si presenta come il secondo più grande castello abitato dell'Inghilterra (secondo solo al castello di Windsor) costruito nel 1096 da Yves de Vescybarone di Alnwick.
Fu restaurato nei primi anni del Trecento ad opera di Percy di Alnwick di cui oggi restano la Abbot's Tower, il Medio e il Gateway Constable's Tower.
Il castello di Alnwick è stato usato per ambientare il castello di Hogwarts nella saga cinematografica di Harry Potter.



Veduta d'insieme del complesso del castello Alnwick

Yves de Vescy, barone di Alnwick, eresse la prima parte del castello nel 1096. Esso venne costruito per difendere i confini inglesi a nord, prevenendo le invasioni degli scozzesi. Esso venne assediato nel 1172 e nuovamente nel 1174 da Guglielmo "il Leone" di Scozia, ma lo stesso sovrano scozzese venne catturato appena fuori le mura del castello durante la Battaglia di Alnwick. Nel 1309 il castello venne venduto da Anthony Bekvescovo di Durham a Henry de Percy, I barone Percy e divenne quindi proprietà della famiglia Percy, conti e poi duchi di Northumberland che attualmente ne sono proprietari. Il primo lord Percy di Alnwick restaurò il castello e la Abbot's Tower, il Middle Gateway e la Constable's Tower che sopravvivono sino ai nostri giorni. Nel 1404-1405 i Percy si ribellarono a re Enrico IV, che assediò e prese il castello.
Durante la Guerra delle due rose il castello fu di proprietà di Edoardo IV d'Inghilterra sino alla sua resa verso la metà del settembre 1461 dopo la Battaglia di Towton, divenendo oggetto di nuove contese nel percorso della guerra.

Il castello di Alnwick in unacromolitografia di Alexander Francis Lydon, 1870
Dal maggio del 1463 Alnwick passò nelle mani dei Lancaster per la terza volta. Dopo il trionfo di Montagu nelle battaglie diHedgeley Moor ed Hexham nel 1464, Warwick giunse a Alnwick il 23 giugno ed ottenne la resa del castello il giorno successivo.
Henry Percy, VI conte di Northumberland apportò altri restauri al castello nel corso del XVI secolo. Nella seconda metà del XVIII secolo Robert Adam apportò altre alterazioni alla struttura: gli interni vennero largamente goticizzati sul modello di altri castelli inglesi, uno stile non del tutto tipico per Adam che era abituato a lavorare sullo stile neoclassico. Ad ogni modo, nel XIX secolo, Algernon Percy, IV duca di Northumberland rimpiazzò molti di questi interni con arredamenti meno sontuosi disegnati da Anthony Salvin. Ad ogni modo ancora oggi si può ammirare gran parte del lavoro fatto da Adam che rimane nelle sale principali, alcune delle quali sono state decorate in stile italiano durante l'Epoca vittoriana da Luigi Canina.

Uso attuale

Dalla seconda guerra mondiale parti del castello sono state adibite ad accogliere strutture scolastiche: dal 1945 al 1975 qui ha funzionato la Newcastle Church High School for Girls per poi essere usato sino al 1981 dal St. Cloud State University.
Nelle torri perimetrali del castello si tengono diverse mostre patrocinate dal duca di Northumberland in particolare relative al suo interesse nell'archeologia e negli affreschi di Pompei, dei reperti dell'antico Egitto e della cultura romano-britannica. La Constable's Tower viene utilizzata per ricostruzioni storiche che si tengono occasionalmente a riprendere il tentativo di invasione di Napoleone Bonaparte dell'Inghilterra. La Abbot's Tower accoglie ilNorthumberland Fusiliers Museum.
Il castello è stato utilizzato negli interni e degli esterni per dare le scene al Castello di Hogwarts nei film di Harry Potter. In precedenza esso era già stato la location dei film BecketBlackadderRobin Hood - Principe dei ladri e altri.
Il castello è aperto al pubblico nel periodo estivo ed è la residenza ufficiale dei duchi di Northumberland.

Costruzione


Alnwick Castle in un dipinto delCanaletto, circa 1750
Il castello è composto di due principali costruzioni ad anello. L'anello interno si articola intorno ad un piccolo cortile e contiene le sale principali del castello. Questa struttura è al centro di un grande Motte e bailey. Dal momento che il blocco centrale non era abbastanza grande per contenere tutte le stanze richieste nei secoli successivi, vennero costruite nuove stanze presso l'area sud che sono state collegate con le strutture preesistenti. Vi sono delle torri a intervalli regolari attorno alle mura del cerchio perimetrale esterno. Un sesto delle mura sono state atterrate il che difatti fornisce attualmente una spaziosa vista sul grande parco retrostante.
Il castello di Alnwick Castle dispone di due parchi. Immediatamente a nord del castello si trova un parco relativamente piccolo attraversato dal fiume Aln che venne disegnato da Lancelot Brown e da Thomas Call nel XVIII secolo; localmente è conosciuto col nome di The Pastures. Nei pressi di questo parco si trova il grande parco detto Hulne Park, che contiene tra l'altro le rovine del Priorato di Hulne.

Alnwick Garden


Il giardino con la fontana sullo sfondo

La fontana a cascata
Adiacente al castello, l'attuale duchessa di Northumberland, Jane, ha fondato il The Alnwick Garden, un giardino articolato attorno ad una fontana a cascata. La prima parte dello sviluppo di quest'area del parco è stata aperta nell'ottobre del 2001, iniziando dalla creazione della fontana e dalla piantagione delle prime piante. Nel 2004 è stata aggiunta una grande serra di circa 560 metri quadrati che include anche un caffè e si distingue come la più grande serra al mondo.
Il parco è aperto al pubblico assieme al castello e dall'anno del suo completamento nel 2004 è il terzo parco più visitato in Inghilterra con quasi mezzo milione di turisti all'anno.

Bibliografia

  • Glen Lyndon Dodds, (Albion Press, 2002) Historic Sites of Northumberland & Newcastle upon Tyne pp 18–27
  • Plantagenet Somerset FryThe David & Charles Book of Castles, Newton Abbot, David & Charles, 1980, pp. 177–178, ISBN =0-7153-7976-3.
  • Johnson, Paul (1989). Castles of England, Scotland and Wales. London: Weidenfield and Nicolson, ISBN 0-297-83162-3.

L'incastellamento e l'evoluzione del castello


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Evolution du Château : de la Motte au Château Fort:

L'incastellamento medievale è il processo di accentramento della popolazione in abitati sopraelevati, avvenuto nella penisola italiana tra il 920 e il 1030, con lo scopo di sottrarsi alle nuove ondate di invasioni saraceneungarenormanne mediante la costruzione di castelli fortificati (o castra) che arrivavano ad includere l'intero centro abitato. Questa nuova configurazione fu caratteristica di un'epoca piuttosto duratura.
Gli archeologi distinguono una prima fase, nella quale i castelli erano costruiti in legno (il che chiaramente non forniva sufficiente protezione dagli attacchi nemici), e una seconda fase, in cui si comincia ad utilizzare la pietra tanto per il castello quanto per le fortificazioni e le abitazioni. Da questo passaggio si origina una rivoluzione non solo militare, ma anche delle strutture fondiarie, agrarie e persino delle dinamiche sociali (religione, politica e organizzazione familiare).

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L'Europa nel IX-X secolo

Tra il IX ed il X secolo, l'Europa fu travolta dagli attacchi di tre diverse popolazioni: i saraceni, ovvero dei pirati che, partendo dai porti controllati dagli arabi, compivano scorrerie nelle terre costiere; i normanni (o, impropriamente,vichinghi), un feroce popolo marinaro del Nord; e gli ungari. Il potere carolingio del periodo era ormai in piena crisi ed i sovrani si dimostrarono del tutto incapaci di fronteggiare questi nemici. I feudatari, così, cominciarono a fortificare i propri possedimenti e ad organizzare una difesa indipendente.
Se la storiografia ottocentesca ha individuato nell'incastellamento un preciso fenomeno collegato al feudalesimo, oggi le scoperte archeologiche hanno parzialmente messo in crisi questo assunto. Durante il periodo tardo antico, attorno alle "fortezze legionarie" erano sorti dei villaggi, ma il fenomeno feudale fu in tutto diverso. Lo sfacelo dell'impero carolingio, diviso al suo interno e per questo incapace di affrontare le nuove invasioni di barbari e arabi, costringeva i piccoli potentati locali, lasciati soli dall'istituzione imperiale, a organizzarsi e difendersi da sé. I castelli nacquero dunque da questa necessità, spesso riutilizzando fortificazioni precedentemente costruite ed ampliandole, oppure creandole ex novo. I castelli erano posti lontano dalle vie di comunicazione, per lo più protetti dalla conformazione naturale, di modo da costituire un rifugio e un riparo per gli abitanti delle zone vicine di città e campagna e abitati dal castellano, che poteva essere il responsabile politico legato da vassallaggio all'autorità superiore, oppure un suo delegato. Nessun castello nacque per essere l'inespugnabile fortezza dell'impero o di un regno, quanto per essere un luogo di riparo dalle incursioni di magiari, normanni o arabi (in tale ultimo caso si trattava sempre più spesso di fortezze costiere) i quali normalmente non possedevano tecniche o armi da assedio tali da attaccare la fortificazione.
Soprattutto in Italia, ove più forte era l'impronta romana, anche le città si dotarono ben presto di una cinta muraria, di scopo difensivo e con l'obbiettivo della dissuasione rispetto a delle orde di assalitori che difficilmente avrebbero fermato l'impeto di una scorrerina per compiere un lungo assedio. Nessuna fortificazione infatti può resistere dinanzi al piano prestabilito di conquista di un paese da parte di un esercito organizzato che scientificamente assedia città per città o castello per castello prendendoli per fame. Ma all'interno delle mura è possibile resistere a una scorreria, avendo accumulato all'interno armati ed armi, e le scorte necessarie. Per questo i castelli sorsero lontani dalle vie di comunicazione, ma non troppo distanti dalle città. È impensabile infatti che i castelli, per quanto si giovassero dell'economia chiusa, curtense, trovassero solamente nel proprio contado tutte e proprio tutte le risorse necessarie a resistere agli assedi o a tenere in esercizio le risorse difensive del castello.
Le città, coi loro mercati che si animavano nelle fiere, aperte e accoglienti, erano un luogo necessario al castello, ove il castellano o i suoi messi, rinvenivano quanto era loro impossibile reperire solo nelle immediate vicinanze del proprio contado. Questo spiega la fioritura dei commerci medievali, che avevano committenze in quegli stessi castellani che poi proteggevano gli abitanti, fabbri e altri artigiani, che svolgevano attività che servivano anche o soprattutto alla vita difensiva del castello. Quando la stagione delle grandi invasioni sembrò arrestarsi, le importanti famiglie feudali risiedenti nei castelli fuori dalle città, si trasferirono nei centri cittadini, non potendo più esercitare un ruolo di dominio sulla città stessa, che non andando più a rifugiarsi nel castello negava al suo detentore i privilegi prima accordati. E quando le città stesse si dotarono di cinte murarie di una certa importanza, il castello di campagna perse quasi del tutto importanza. Manieri fortificati furono non solo detenuti da feudatari ma anche da istituzioni religiose, come i monasteri i quali permasero nelle proprie posizioni e, tuttavia, è interessante collegare lo sviluppo degli ordini mendicanti, come i francescani, nel momento in cui i castelli perdevano di importanza e ne acquisivano sempre di più le città.

Origini storiche

Tra il IX e il X secolo si erano creati un po' in tutta Europa dei vuoti di potere, che vennero riempiti "spontaneamente" da nuovi organismi e centri di potere. In Francia, in Italia, in Spagna e in Germania erano di solito i vescovi o dei personaggi di spicco che riorganizzavano la vita la difesa della vita politica ed economica locale, creando piccoli eserciti e facendosi coadiuvare, progressivamente, da un consiglio di cittadini più stimati e facoltosi. Alcuni esempi esplicativi si possono trovare nella Francia settentrionale:
  • Le Mans i cittadini nel IX secolo, per proteggersi dalle incursioni dei Normanni, costrinsero il vescovo a cedere il potere a una banda di avventurieri armati capeggiati da Ruggero, che in seguito sarebbe diventato il conte del Maine;
  • Langres fu invece lo stesso vescovo che fece cingere la città di mura e prese il potere tanto che il re non poté che riconoscerlo come signore cittadino sul profilo anche politico.
In questo senso, le minacciose incursioni e la necessità di protezione furono alla base della nascita embrionale dei futuri comuni.
Nella generale crisi dei poteri centrali, le signorie locali cominciarono a rafforzare la propria autorità, ad assorbire i deboli allodi confinanti e a strappare numerose concessioni ai vari re e imperatori.

Il castello

La prima conseguenza evidente del fenomeno dell'incastellamento è la diffusione nel contado dei castelli, che lentamente si sostituiranno alla tipologia di insediamento che era stata tipica dell'Alto Medioevo, la curtis. Il termine deriva dal latino castellum o castrum (fortezza, accampamento militare), ma nel Medioevo viene ad indicare una fortificazione permanente, che i grandi signori fondiari, sia laici che ecclesiastici, iniziano ad erigere per proteggere e delineare i propri possedimenti. È probabile che l'incastellamento di certi insediamenti abbia talvolta incontrato il consenso del sovrano, ma è altrettanto probabile che molti di questi castelli siano stati edificati su iniziativa dei signori del luogo senza alcuna preventiva autorizzazione.
Inizialmente i castelli si presentano come veri e propri villaggi fortificati dalla struttura ancora abbastanza primitiva: collocati su un'altura, recintati da palizzate in legno e circondati da fossati. Queste fortificazioni erano del resto relativamente semplici da abbattere e dal XII secolo infatti, la pietra sostituì il legno nelle fortificazioni, con la comparsa delle mura di cinta, il ponte levatoio ed il cancello ad inferriate all'ingresso, fiancheggiato da due torri; all'interno la struttura del castello divenne più complessa ed il signore spesso viveva proprio all'interno della grande torre centrale detta mastio (o Donjon).


Motta castrale


Motta di Specchia Torricella a SupersanoLecce

Resti di un motte a Brinklow(nel WarwickshireInghilterra)

Raffigurazione di una motta sul celebre Arazzo di Bayeux
La motta castrale (nota anche come Motte-and-bailey castle in ambito anglosassone) è un tipo di castello che si diffuse in FranciaSicilia e Gran Bretagna nell'XI e XII secolo. In Sicilia conosce il suo sviluppo a partire dal 1061 con la conquista normanna, mentre in Inghilterra si diffuse dopo la conquista normanna del 1066.
La motta (dal francese motte) è un monticello rialzato di terra, come una piccola collina, solitamente artificiale, ed è sormontato da una struttura di legno o di pietra. La terra per il monticello viene presa da una fossato, scavato intorno alla motte o intorno all'intero castello. La superficie esterna del monticello può essere ricoperta di argilla o rinforzata con supporti di legno.
Il bailey è un cortile chiuso, circondato da una recinzione di legno e sormontato dalla motte. È probabile che un castello avesse più di un bailey, a volte uno interno e uno esterno.
La rapidità e la facilità con cui era possibile costruire queste strutture, le rese tipiche del periodo della conquista normanna in Sicilia, in Inghilterra e negli insediamenti anglonormanni nel Galles, in Irlanda e nelle pianure scozzesi. In seguito, un muro difensivo in pietra sostituì le palizzate di legno, come nei castelli di BerkeleyAlnwickWarwick e Windsor (ancora esistenti). In numerosi casi, tuttavia, le difese in legno e terra non furono mai sostituite con la pietra. Molti resti di questo tipo di strutture si trovano in diverse zone della Gran Bretagna.

La signoria territoriale

L'altra conseguenza del fenomeno dell'incastellamento nell'XI secolo era la costruzione di migliaia di curtis. Questa era una struttura composta dalla pars dominica (la parte destinata a soddisfare le esigenze del signore) e dalla pars massaricia, divisa a sua volta in poderi (mansi) assegnati a singole famiglie di contadini. I castellani, cioè coloro che costruivano le curtis, erano diventati gli unici a riuscire a proteggere i territori e la popolazione. Assunsero così sempre più potere e affermarono la loro autonomia nei confronti del re e dei feudatari. I castellani, grandi proprietari di terre, forti del loro potere militare, cominciarono a esercitare la propria autorità sugli abitanti dei terreni da loro controllati. Avevano il potere di "obbligare, vietare, giudicare e punire", ovvero possedevano il "potere di comando o banno". Per questo le signorie, che si erano formate attorno alla pars dominica, furono chiamate "signorie di banno" e "bannalità" erano chiamate le prestazioni che il castellano imponeva ai contadini delle sue terre. Il castellano era ormai diventato il loro "signore". È in questa degenerazione delle vecchie clientele vassallatiche che si manifesta con più evidenza la disgregazione del potere regio centrale, le cui prerogative vengono completamente usurpate dai signori territoriali.

Bibliografia

  • Aldo A. Settia. Castelli e villaggi dell'Italia padana, Napoli, 1984
  • Gabriella Piccinni. I mille anni del medioevo, Milano, Bruno Mondadori, 1999. ISBN 88-424-9355-4.
  • Paolo Cammarosano. Nobili e re: l'Italia politica dell'altomedievo, Roma-Bari, Laterza, 1998. ISBN 88-420-5542-5.
  • Pierre Toubert. Dalla terra ai castelli. Paesaggi, agricoltura e poteri nell'Italia medievale, Torino, Einaudi, 1997
  • Sauro Gelichi, Introduzione all'archeologia medievale, Roma, Carocci Editore, 1997
  • Jean Pierre Poly - Eric Bournazel, Il mutamento feudale - Secoli X-XII, Milano, Mursia, 1990

Voci correlate

sabato 22 ottobre 2016

L'assedio di Mosul










Nei prossimi giorni si scatenerà a Mosul la più grande battaglia contro lo Stato islamico mai avvenuta fino ad oggi. Almeno 30mila le truppe irachene sul terreno impegnate nella prima fase, supportate dalla forza aerea della coalizione e dai reparti speciali americani ed inglesi, nel tentativo di ricacciare i jihadisti dalla loro principale roccaforte irachena. Il Pentagono ribadisce l’esclusivo ruolo di supporto agli iracheni.
I reparti speciali Usa non agiranno di concerto con le truppe sciite supportate dagli iraniani. Sebbene siano stati schierati venti elicotteri Apache, il Pentagono smentisce il loro utilizzo, almeno nelle primissime fasi del conflitto. Per cercare di ridurre al minimo le perdite, il Pentagono ha fornito svariati tipi di asset alle truppe irachene, come ad esempio Horizon, che consente agli utenti di tracciare le informazioni IED su una mappa interattiva. Un’altra applicazione di mapping, BOOM o Blast Origin Overpressure Modeler, è in grado di fornire ilraggio di detonazione di un ordigno su un’immagine elaborata da Google Maps. BOOM fornisce un modello di esplosione secondo vari parametri.
Operativo anche il Real Time Regional Gateway, una sorta di motore di ricerca in grado di collegare tutte le informazioni disponibili dalle reti di intelligence del pianeta da un singolo dato immesso.Il Real Time Regional Gateway combina le informazioni pertinenti condividendole in rete. Mosul, 250 miglia a nord di Baghdad, è la capitale de facto in Iraq dell’Isis: è anche la città più popolosa sotto il controllo dei terroristi.Nella Grande Moschea di Mosul, due anni fa, il leader Abu Bakr al-Baghdadi ha annunciato il suo califfato. Non sarà una battaglia breve: ci vorranno dei mesi. Mesi. L’intera operazione, così come affermato da Bruno Geddo, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha il potenziale per trasformarsi nel più grande disastro causato dall’uomo per molti, molti anni.
Mosul potrebbe diventare la Stalingrado del Medio Oriente, città devastata dalla sanguinosa battaglia tra le forze tedesche e russe durante la Seconda Guerra mondiale. Mosul intanto. Negli ultimi mesi la città è stata plasmata per la guerriglia urbana.
La periferia della città è quasi disabitata poiché l’Isis ha costretto i residenti a trasferirsi nelle zone centrali della città. Proprio i civili sono visti dai terroristi come la loro migliore difesa ed alla base della loro strategia di logoramento. Ecco perché la missione di “liberazione” potrebbe tramutarsi in strage.
Le nuove immagini satellitari confermano che Mosul è stata strutturata su diverse linee difensive.A decine le trincee scavate e riempite con l’olio: è una contromisura pensata per arginare l’avanzata della fanteria ed inficiare la precisione della forza aerea CAS.
Diverse le barriere di cemento edificati così come sono stati identificati terrapieni di sabbia e strutture  difensive. I ponti che collegano le due aree di Mosul su entrambi i lati del fiume Tigri sono stati demoliti, mentre donne e bambini sono stati trasferiti nelle strutture sensibili così da scoraggiare i raid aerei.

Il cambio di strategia dell’Isis

La popolazione è il game changer dell’Isis. Il loro obiettivo è mantenere civili innocenti a Mosul ad ogni costo. Perse le prime posizioni, assisteremo ad un cambio di strategia. La coalizione prevede che alcuni guerriglieri dello Stato islamico si consegneranno alle forze irachene, mimetizzandosi tra i civili. Raggiunte le retrovie, tenteranno di colpire le truppe governative. Entro la fine di ottobre, ci saranno cinque nuovi campi permanenti istituiti alla periferia di Mosul per garantire un riparo ai civili in fuga: dovranno essere in grado di fornire cibo, assistenza medica ed un riparo sicuro per 700 mila persone. Numeri che spaventano ed il pensiero ritorna ancora alla Seconda Guerra mondiale. Mosul, una città quasi con le stesse dimensioni di Glasgow, ospita 1,2/1,8 milioni di civili trattenuti in ostaggio dai terroristi. Lo stesso al Baghdadi potrebbe essere intrappolato a Mosul.

Tra 4.000 (stima irachena) e 8.000 (stima del Pentagono) jihadisti sono ritenuti attivi a Mosul. L’assedio di Fallujah durò cinque settimana: le forze Isis erano poche centinaia. La strategia dello Stato islamico sarà quella di evitare gli scontri aperti, sfruttando tattiche asimmetriche e rallentando l’avanzata con trappole esplosive improvvisate. La Città Vecchia poi. Una volta raggiunta, la supremazia fornita dai blindati iracheni sarà annullata: le truppe regolari saranno costrette a combattere di casa in casa. È proprio in queste fasi che la coalizione prevede di subire perdite massicce a causa della minaccia IED. L’idea alla base adottata dall’Isis è stata quella di trasformare la città in un enorme campo minato improvvisato.

Le auto Mad Max dell’Isis

C’è poi la minaccia rappresentata dal “parco auto” dell’Isis. A migliaia i blindati sequestrati dalle forze irachene in questi anni, parte dei quali riconvertiti per missioni suicide. Sebbene le truppe regolari saranno supportate dalla coalizione, sarà sempre presente la possibilità che un’intera brigata possa essere sbriciolata dopo essere stata colpita dai mezzi kamikaze dell’Isis. Da rilevare che i veicoli riconvertiti (molti dei quali consegnati senza colpo ferire dalla truppe irachene in fuga) per tali compiti sono custoditi in tunnel sotterranei realizzati in città.
Quando, tra qualche mese, le forze jihadiste saranno ormai allo stremo, è possibile ipotizzare che possano fare ricorso al gas mostarda . Il timore che lo Stato islamico possieda armi chimiche fatte in casa è reale, motivo per cui decine di migliaia di maschere antigas sono state consegnate per precauzione. C’è poi da capire la percezione dei residenti, poiché il successo e la velocità dell’operazione dipenderà in larga misura anche dallo stato d’animo dei residenti sunniti. La popolazione dovrà essere certa che l’offensiva su Mosul rappresenterà una credibile e migliore alternativa allo status quo: senza tale convincimento, il sostegno alle forze di sicurezza irachene potrebbe venire meno. Lo Stato islamico sfruttò proprio l’odio secolare tra sunniti e sciiti per conquistare Mosul. La popolazione, a stragrande maggioranza sunnita della città, odiava il governo di Baghdad, dominato dagli sciiti.

Gli sciiti dell’esercito iracheno potrebbero essere percepiti come una forza di occupazione settaria, odiata alla stregua dell’attuale presenza Isis. Il punto delle milizie sciite è ancora poco chiaro. Già noti come gli squadroni della morte anti-sunniti, secondo il primo ministro iracheno, Haider al-Abadi, non dovrebbero entrare in città. Diverso il punto di vista delle milizie sciite, pronte ad entrare in città. L’area a nord della città è controllata dalle milizie del Kurdistan. Sarebbe assurdo, però, sperare che la semplice liberazione della città possa risolvere le divisioni settarie in Iraq, molte delle quali sfruttate dello Stato islamico per catturare e mantenere la città.
Le divisioni settarie e le rivendicazioni politiche dovranno essere necessariamente affrontate, pena una semplice evoluzione nella regione, senza alcun tipo di progresso. Il trionfo dello Stato islamico in Iraq simboleggia il caos generato dall’invasione militare occidentale guidata da George W. Bush e Tony Blair a cui non è seguita quella coerente e necessaria ricostruzione post-bellica del paese. E sarebbe fin troppo presuntuoso sperare che con l’epurazione dello Stato islamico dall’Iraq, possa per magia dare il via a quell’agognato processo di guarigione nazionale, con forze irachene viste come liberatori piuttosto che oppressori del proprio popolo. E’ proprio il domani che preoccupa. Sconfitta l’Isis a Mosul, ci sarà un pericoloso vuoto di potere, con le fazioni rivali in lizza per la supremazia. Prima, però, si dovrann sconfiggere i jihadisti che controllano la città.
La pubblicizzata unità d’elite Golden Brigade, presentata al pubblico iracheno come la migliore unità speciale dell’esercito lealista, guiderà l’attacco su Mosul, supportata nelle retrovie dai Seal e dalla SAS britannica. Quelle chiamate truppe speciali irachene, hanno abbandonato in precedenti occasioni (come avvenuto a Ramadi il 17 maggio dello scorso anno) le loro attrezzature di ultima generazione di produzione USA ai terroristi, fuggendo ed abbandonando le truppe regolari. Addestrati dagli Stati Uniti, le forze anti-terrorismo irachene sono state successivamente determinanti, anche grazie al pesante supporto Usa, nel riprendere le città di Falluja e la stessa Ramadi. Sono considerate dagli Stati Uniti come le truppe più affidabili sul terreno, sia dal punto di vista militare che settario.

Mappa dell'Isis il 20 ottobre 2016




Syrian, Iraqi, and Lebanese insurgencies.png

Legenda

   Controlled by the Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL, ISIS, IS, Daesh) 

   Controlled by the Syrian opposition 

   Controlled by the Syrian government 

   Controlled by the Iraqi government

   Controlled by the Lebanese Government

   Controlled by Hezbollah 

   Controlled by al-Nusra 

   Controlled by Syrian Kurdistan 

   Controlled by Iraqi Kurdistan 

   Controlled by the Turkish Government/Turkish Army

Situazione della guerra civile in Iraq



Military situation in Iraq as of 24 September 2016.
  Controlled by the Iraqi Government and/or Shi'ite militias
  Controlled by the Islamic State in Iraq and the Levant
  Controlled by the Kurdistan Regional Government
For a map of the current military situation of Iraqi insurgency, see here.