venerdì 11 marzo 2016

L'Emilia-Romagna come terra di confine





Espansione celtica in italia

Le principali popolazioni italiche insediatesi in Emilia nei tempi antichi furono quella degli Etruschi, come testimoniato da numerose città da essi fondate, tra le quali Felsina (Bologna),ParmaSpina e quella dei Celti, stanziati anche in numerose altre aree dell'Italia Settentrionale. In Romagna vi sono inizialmente Umbri, Etruschi e forse anche Greci sulla costa. In un secondo momento il territorio corrispondente all'attuale Romagna venne poi conquistato da alcune tribù celtiche provenienti dal nord Europa, tra cui i Lingoni, i Senoni e i Boi (IV secolo a.C.).

E qui si ha la prima grande linea di demarcazione: i Celti a nord dell'Appennino e gli Italici a sud.

Tale demarcazione è rimasta evidente nella diversità dei dialetti, quelli Gallo-italici a Nord e quelli Centro-meridionali al di sotto della linea Rimini-La Spezia o meglio ancora Senigallia-Massa Carrara.



Presto l'Italia sotto il Rubicone sarà unificata dai Romani.
Il territorio celtico preappenninico fa da confine tra la Repubblica Romana e la Gallia Cisalpina, divenuta provincia romana dopo le guerre puniche (i Celti erano alleati dei Cartaginesi).



A partire dal III secolo a.C. i Romani presero possesso del territorio, imponendosi sulle tribù celtiche. Già nel primo periodo della dominazione romana venne costruita, per volontà del console Marco Emilio Lepido, la via Emilia (187 a.C.), da cui oggi la regione prende il nome. Tale arteria viaria fu importante per l'intensificarsi del commercio e sul suo tragitto sorsero fiorenti centri urbani come Mutina (Modena, già di origine etrusca), Placentia (Piacenza), Fidentia (Fidenza) e Regium Lepidi (Reggio Emilia).
A partire dal III secolo a.C. i Romani presero possesso del territorio, imponendosi sulle tribù celtiche. Già nel primo periodo della dominazione romana venne costruita, per volontà del console Marco Emilio Lepido, la via Emilia (187 a.C.), da cui oggi la regione prende il nome. Tale arteria viaria fu importante per l'intensificarsi del commercio e sul suo tragitto sorsero fiorenti centri urbani come Mutina (Modena, già di origine etrusca), Placentia (Piacenza), Fidentia (Fidenza) e Regium Lepidi (Reggio Emilia).
In epoca tardo-repubblicana il fiume Rubicone (oggi in provincia di Forlì-Cesena) venne assunto come punto di riferimento per sancire il confine tra l'Italia e la provincia della Gallia Cisalpina. Importante avvenimento storico che consacrò tale corso d'acqua fu il suo attraversamento da parte di Giulio Cesare e il suo esercito il 10 gennaio del 49, alla fine delle campagne Galliche. Tale evento sancì l'inizio della seconda guerra civile romana. Si tramanda che proprio in quell'occasione il celebre condottiero romano pronunciò la frase, ormai divenuta proverbiale, “Alea iacta est”.
Nel I secolo a.C., in età imperiale, Ottaviano Augusto annesse la Gallia Cisalpina all'Italia e la divise in quattro regioni tra cui l'Emilia, detta anche Gallia Cispadana. Inoltre pose presso Ravenna il principale presidio navale militare dell'Adriatico.


Gallia Cisalpina, suddivisione in province romane

Il confine sud dell'Emilia-Romagna tornò ad essere una frontiera tra entità politiche ostili tra loro quando i Bizantini tentarono di riconquistare l'Italia, che era caduta sotto il controllo degli Ostrogoti.

La guerra gotica (535-553), detta anche guerra greco-gotica, fu un lungo conflitto che contrappose l'Impero bizantino agli Ostrogoti nella contesa di parte dei territori che fino al secolo precedente erano parte dell'Impero romano d'Occidente. La guerra fu il risultato della politica dell'imperatore bizantino Giustiniano I, già messa in atto precedentemente con la riconquista dell'Africa contro i Vandali, mirante a riconquistare all'impero le province italiane e altre regioni limitrofe conquistate da Odoacre prima e dagli Ostrogoti (Goti orientali) di Teodorico il Grande alcuni decenni prima.
Il conflitto ebbe inizio nel 535 con lo sbarco in Sicilia di un esercito bizantino sotto il generale Belisario; risalendo la penisola le forze di Belisario sconfissero delle truppe gote dei re Teodato prima e di Vitige poi, riconquistando molte importanti città tra cui le stesse Roma e Ravenna. L'ascesa al trono goto di Totila ed il richiamo di Belisario a Costantinopoli portarono alla riconquista da parte dei Goti di molte delle posizioni perdute; solo con l'arrivo di una nuova armata sotto il generale Narsete le forze imperiali poterono riprendersi, e dopo la morte in battaglia di Totila e del suo successore Teia la guerra si concluse nel 553 con una completa vittoria per i Bizantini.
La lunga guerra provocò vaste distruzioni alla penisola, spopolando le città ed impoverendo le popolazioni, ulteriormente flagellate da un'epidemia di peste e da una carestia; l'occupazione dell'Italia da parte dei bizantini si rivelò effimera visto che già dal 568 le forze dei Longobardi iniziarono a calare nella penisola, occupandone vasti tratti anche grazie alla debolezza dei difensori.
Il confine tra Goti e Bizantini ispirò il nome Linea Gotica durante l'invasione dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale, che vide la Repubblica Sociale Italiana, sotto occupazione tedesca, fronteggiare il Regno dell'Italia del Sud, sotto occupazione anglo-americana.
La Linea Gotica si attestò proprio al confine meridionale dell'Emilia-Romagna, la quale faceva parte della RSI.
La Linea Gotica nell'agosto 1944. In blu le manovre alleate
Dopo l'invasione longobarda il confine divenne interno: l'Emilia sotto i Longobardi e la Romagna sotto i Bizantini, come centro dell'Esarcato di Ravenna.
Fu proprio allora che le terre sotto il controllo dell'Esarcato vennero chiamate "Romandiola", cioè Piccola Roma, in quanto dipendenti dall'impero romano d'oriente e collegate, tramite la Pentapoli e il corridoio appenninico della Flaminia, al Ducato Romano.
Quando i Longobardi annessero l'Esarcato e minacciarono il Ducato Romano, i Franchi invasero l'Italia del Nord e attribuirono l'Esarcato, la Pentapoli e il Ducato Romano in feudo ai Papa, che già controllava direttamente enormi proprietà, denominate Patrimonio di San Pietro.

Il confine sud dell'Emilia-Romagna tornò ancora una volta ad essere una frontiera durante il periodo napoleonico, quando l'Imperatore dei Francesi fondò la Repubblica Cisalpina.

Repubblica Cisalpina - Mappa

Dopo la fondazione dell'Impero Francese la Repubblica Cisalpina fu trasformata in Regno d'Italia, comprendendo però soltanto le regioni del nord.



Il Regno d'Italia napoleonico fu uno Stato posto sotto il controllo delle forze armate francesi. L'entità politica fu fondata da Napoleone Bonaparte nel 1805, allorquando il generalefrancese si fece incoronare sovrano della previgente Repubblica Italiana. Il Regno, che comprendeva l'Italia centro orientale e buona parte del settentrione e aveva capitale Milano, non sopravvisse alla caduta del suo monarca, e si disciolse nel 1814

Come abbiamo già detto, l'ultima volta che il confine meridionale dell'Emilia-Romagna fece da frontiera tra stati in guerra fra loro fu durante la Repubblica Sociale Italiana, in particolare nella fase in cui la Linea Gotica si stabilizzò tra Pesaro e Massa.





Attualmente il confine sud dell'Emilia-Romagna separa il Nord Italia dal Centro.
La Lega Nord, pur ponendo al centro della Repubblica Padana la Padania propriamente detta, e cioè la Valle del Po, o pianura padana, opta per una concezione estensiva del termine che comprende anche Marche, Umbria e Toscana.





History of the Necktie

The History of Different Neckties - Cool Menswear Infographic on the History of Ties (via Bows-N-Ties):

The History of Neck- and Bowties

If the word “tie” is defined as a piece of clothing accessory that is worn around the neck, then the history of this piece of clothing will date back to the early days of weaving and spinning because scarves have been used for thousands of years to help protect against the cold. When thinking of a tie that is purely decorative rather than functional then the early roots are found in the 17th century in France. During the 30 years war (1618-1648) Croatian mercenaries came to France to support King Louis XIII. The Croats used a piece of cloth to tie the top of their uniforms. King Louis found liking in this type of scarf and adopted it as a mandatory clothing accessory for Royal gatherings after the war was over. To honor the Croats he gave it the name “La Cravate” – a name still used in France today.
These early cravats were purely decorative pieces of cloth that were made from finest and most elaborately decorated fabrics. The looks of these early ties resemble more bowties rather than a modern necktie. The necktie as we know it today is much younger in age and dates back to the late 19th century - after the Four-in-Hand necktie knot had been invented (to learn more about this type of knot please visit our guide onHow to Tie a Necktie). It is said that this modern necktie knot was invented by British horsemen who used this knot to tie a scarf around their neck while holding the reigns of four horses in the other.
Several types of decorative pieces of mens neckwear originated during this time-period such as the bowtie and the ascot. The modern necktie derived from the ascot and became popular around the 1920s. Since then neckties have been worn by men, and although the width of ties has changed depending on current fashion trends, ties are still worn the same way.

The Story of the Ascot Tie

The ascot tie is the forefather of the modern necktie. It is a type of tie that looks like a cross between modern necktie and a silk scarf. Unlike a modern necktie, both ends of the tie have the same width. The tie is also tied much looser than a modern necktie, and the knot is typically secured with a decorative pin. To learn this type of knot please visit our guide on How to Tie an Ascot.
The ascot originated during the later part of the 19th century in Britain. It is named after the exclusive horserace “The Royal Ascot” - an event at which men were required to wear this type of tie in combination with a tailcoat jacket (also known as morning coat). Today ascots are rarely worn but still spotted at very formal events and formal weddings.

The Bolo Tie

The Bolo is a completely different type of neckwear that is mostly associated with Western/ Cowboy wear. The bolo is typically found in Texas or Arizona. It is made of braded pieces of leather that are fastened around the neck with a decorative clasp.
The bolo tie has its roots in the mid 19th century in Arizona. It was invented by silversmith Victor Cedarstaff in the early 1940s. According to the story Mr. Cedarstaff was riding his horse. He got frustrated that the wind kept blowing off his cowboy hat, and worried that he may lose the expensive silver band which decorated his hat, he decided to take it off and wear it around his neck. He liked the look and started making such type of necklaces which shortly after became known as the “bolo tie”.
Over the next few decades the bolo tie gained much popularity, and in 1971 was made the official neckwear for the state of Arizona. Then, in 2007 New Mexico followed suit making the bolo also their official neckwear.

Dubai prima e dopo



giovedì 10 marzo 2016

mercoledì 9 marzo 2016

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 38. Nell'antro del Re della Montagna









Mi chiedo quando rivedrò di nuovo la luce del sole si domandò Joelle quando, insieme a Jennifer, incominciò la sua personale Catabasi, o Discesa agli Inferi.
Ma un cuore che batte può fare più luce del sole anche stando quaggiù.
Erano partite dalla Cripta.
Da lì si dipartivano numerose gallerie.
Jennifer, la precedeva, conoscendo bene quei passaggi segreti, e aveva scelto quello che era maggiormente in pendenza, con scale molto ripide che si inabissavano nel buio.
Per fare luce Joelle utilizzava una torcia elettrica particolarmente potente.
Tuttavia il freddo, l'umidità e l'odore malsano di quei cunicoli non potevano essere contrastati.
Persino la presenza di Jennifer era rassicurante.
Forse il rapporto con la sorella si poteva recuperare.
Chissà come ci si sarebbe sentiti ad essere una vera famiglia... lo stare insieme almeno la vigilia di Natale, in una grande sala con gli orologi fermi sulle distinte ore in cui siamo stati felici.



Fino ad allora questo era stato possibile solo con sua nonna Glynis.
E infatti Glynis era l'unica persona della sua famiglia da cui Joelle non avrebbe voluto separarsi.
Ma non c'era altra scelta, e Glynis lo sapeva, e le aveva dato la sua benedizione.



Forse un giorno anche con Jennifer...
Ma non si faceva troppe illusioni.
Non è che le persone deludano: siamo noi che ci aspettiamo troppo da loro.
Era una delle sue massime di saggezza.
Nella sua giovane vita, Joelle Burke-Roche aveva imparato tante cose.
Tutto ciò era il risultato di una vita di desiderio. Desiderio di avventure, voglia di andare via, di mettersi alla prova.
E poi c'era dell'altro.
Non poteva più ignorare i propri sentimento.
Provo attrazione nei confronti di Vlad. Desiderio di essere al suo fianco.
Ma questo desiderio è pericoloso.



Qual è stata la sorte delle sue precedenti spose? Tutte le Principesse di Valacchia che hanno portato al dito l'Anello del Drago...

John Hardy Naga Head Coil Ring in Silver:

Vlad le aveva promesso che un giorno le avrebbe donato una Spada con le Ali di Drago nell'elsa e la stella a cinque punte nel pomo: i simboli della famiglia Dracula.
Joelle non vedeva l'ora di possederne una.
E' l'arma che ho sempre sognato: una spada vera, elegante, degna dell'Ordine del Drago.





Per entrare nell'Ordine del Drago era necessario far parte della famiglia Dracula, il che implicava a sua volta il Morso del Vampiro.
Joelle era ancora indecisa al riguardo.
Forse ho letto troppi romanzi di Stephenie Meyer. Forse diventare un vero vampiro è qualcosa di meno romantico...
Conosceva a grandi linee la cerimonia.
Avrebbero recitato le parole di rito.
Spontaneamente mi offro a te. Ecco il mio collo di vergine: ti porgo carne incorrotta. Con la mia spalla sinistra te la porgo.
E lui avrebbe sigillato il patto, trasformandola e poi donandole la spada, sempre seguendo la Via della Mano Sinistra, quella delle Tenebre.
Frasi antiche quanto il genere umano.
Ti porgo la spada del Drago. Con la mia mano sinistra te la porgo.
Ma quel rito, per avere la giusta importanza, doveva essere compiuto nel luogo più sacro: il castello di Gothian.
La via che porta da Estgoth a Gothian è lunga e tortuosa, e passa attraverso l'abisso.
Cosa si celava in quei cunicoli sotto il castello di Sleepy Providence, che i Burke-Roche avevano costruito sulle rovine dell'antico maniero di Westgothian, la fortezza dei Visigoti?

Cos'era rimasto dormiente per tutti quei secoli, sotto la montagna ove era sorto il castello di Estgoth?





<<Ci sono aree della casa che sono malsicure>> si era limitata ad avvertire zia Isabel.
Era uno degli eufemismi più grandi di tutti i tempi.





Le gallerie sprofondavano nel cuore della montagna.
La loro pendenza era pari solo alla loro oscurità.
C'era una leggenda, che riguardava un misterioso Re della Montagna, o meglio "sotto la montagna".
Secondo alcuni era un mostro, secondo altri era l'apparizione dello stesso Signore Gothar, a presidio del Varco di Estgoth.



Ma c'erano leggende ancora più oscure riguardanti la Sposa di Gothar, la Tremenda Ecate, Signora della Morte.







Ma Joelle non era il tipo da lasciarsi spaventare dalle leggende.
In verità, la paura non faceva parte delle sue emozioni primarie.
Ci sarà l'ora dei lupi e degli scudi frantumati, quando l'era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno!
Quella citazione la entusiasmava sempre.
E poi il Signore Eclion l'Oscuro era dalla sua parte, ed era un grande alleato





E così, finalmente, con entusiasmo e curiosità, senza paura, si accinse alla descensio ad Inferos.
Le gallerie continuavano a scendere, come se volessero arrivare al centro della Terra.
Si diceva che arrivassero fino alla falda aquifera ed a quel punto conducessero direttamente sotto il Lago della Città Nuova che Waldemar aveva fatto costruire dove un tempo c'era la  torbiera che celava il Varco di Estgoth.



Dobbiamo seguire la Via dell'Acqua.
Si ricordò dei versi di Seamus Heanay, poeta irlandese citato da Waldemar:
I genieri continuano a scavare/ sempre più in fondo,/ su ogni strato strappato/ tracce di antichi accampamenti./ Le torbiere potrebbero essere infiltrazioni atlantiche. / Il centro d'acqua non ha fondo...



Cast

Mia Wasikowska  as Joelle Burke-Roche

Sarah Gadon as Jennifer Crimson

Tilda Swinton as Glynis Burke-Roche

Tom Hiddleston as Prince Vlad III of Wallachia, Count Dracula of Transilvania

Jessica Chastain as Isabel Burke-Roche