Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 18 gennaio 2018
Vite quasi parallele. Capitolo 106. Se una notte d'inverno un viaggiatore...
In una gelida notte di gennaio del 2012, ad un'ora da lupi, il campanello di casa Monterovere squillò mettendo tutti in allarme.
Ma non si trattava di un malintenzionato o di un ambasciatore foriero di funeste notizie.
Era lo zio Lorenzo che, tornato il giorno prima da un misterioso viaggio all'estero, aveva appena appreso della morte di Diana Orsini.
Quando Riccardo lo ricevette, i suoi genitori si erano già ritirati nelle loro stanze per riposare, per cui Lorenzo sentì di poter parlare apertamente:
<<Ora che, a tutti gli effetti, sei diventato l'erede morale dei Monterovere e degli Orsini, è tempo che io e te affrontiamo un discorso molto serio riguardo al tuo futuro>>
Riccardo rimase di stucco:
<<Io non sono l'erede di niente. Primo perché i miei genitori sono vivi e vegeti e spero che lo rimangano per molto tempo ancora. E secondo perché non è rimasto gran che da ereditare, ormai: solo debiti!>>
Lorenzo sorrise furbescamente:
<<E' proprio per questo che hai bisogno del mio aiuto>>
Al nipote non piacque quel tono troppo perentorio, ma a livello pratico dovette convenire che era vero:
<<Be', io sono ancora frastornato dagli eventi...>>
Lo zio tagliò corto:
<<Quest'anno compirai 37 anni, dico bene? E non hai combinato gran che, fino adesso, o mi sbaglio?>>
Riccardo sospirò:
<<Quando assumi questo tono mi ricordi la non compianta prozia Anita>>
Lorenzo alzo gli occhi al cielo:
<<Dio ce ne scampi! Ma tu, mio caro ragazzo, non puoi seppellirti vivo qui a fare da badante ai tuoi>>
Riccardo sospirò:
<<I miei hanno bisogno di assistenza a tempo pieno e attualmente le nostre finanze non sono... come dire... adeguate...>>
Lorenzo scrollò le spalle:
<<A questo ci penso io! Manderò una persona di mia fiducia a prendersi cura dei tuoi genitori, a mie spese, perché grazie al cielo me lo posso permettere, e tu tornerai a Bologna, ti prenderai questa stramaledetta terza laurea e finalmente potrai fare il Dottorato di Ricerca in Germania>>
Riccardo sgranò gli occhi:
<<In Germania?>>
Lorenzo lo fissò con i suoi occhi grigi e glaciali:
<<All'Università di Heidelberg, dove io stesso ho conseguito il Dottorato>>
In circostanze normali Riccardo avrebbe cacciato lo zio a pedate, ma in quel momento l'appoggio di Lorenzo era l'ultima ancora di salvezza che avrebbe potuto salvare i Monterovere dalla rovina finanziaria:
<<Ma, zio... non posso certo andare all'estero per due anni lasciando i miei in queste condizioni. E comunque a Bologna ci sono ottimi dottorati più vicini al mio campo di studi...>>
Lo zio assunse un'aria grave:
<<Sciocchezze! Queste sono tutte scuse per giustificare la tua pigrizia, il tuo provincialismo, la tua mancanza di ambizione. Ma tu sei l'ultimo dei Monterovere, e se vuoi essere il mio erede devi assumerti le tue responsabilità! In caso contrario, finirai la tua carriera come insegnante di ragazzotti stupidi, e sarai comunque un pessimo esempio per tutti loro>>
Riccardo si infuriò:
<<Preferisco diventare un normale insegnante, piuttosto che il tuo schiavo!>>
Lorenzo parve divertito:
<<Oh, avanti, non essere permaloso! Volevo solo scrollarti di dosso la tua apatia, la tua tendenza all'autocommiserazione. Sei troppo giovane per passare il tuo tempo a lamentarti su come la vita sia stata ingiusta nei tuoi confronti. La vita è ingiusta per definizione, e il tuo caro padre provvedeva continuamente a ricordarmelo, quando eravamo ragazzi e mi prendeva in giro per i miei presunti modi effeminati>>
Riccardo era al limite della pazienza:
<<E adesso hai avuto la tua rivincita su di lui, vero? E vorresti anche "rubargli" suo figlio!>>
Lo zio scrollò le spalle:
<<Sto solo cercando di aiutarti. O preferisci passare i prossimi quindici anni facendo il badante, per poi ritrovarti disoccupato a cinquant'anni?
Io ti sto offrendo una grande opportunità e credimi se ti dico che questo, per te, potrebbe essere l'ultimo treno.
Hai un curriculum disastroso, ma io posso fornirti l'occasione per mettere a frutto i tuoi talenti e diventare ciò per cui sei nato: un grande accademico, intellettuale e scrittore.
Riguardo al Dottorato, ne riparleremo dopo che avrai preso la tua terza laurea.
Per il momento è sufficiente che tu torni a Bologna e che ti laurei il prima possibile.
A tutto il resto ci penserò io>>
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