Il Martinismo è una Via Iniziatica il cui scopo è il "perfezionamento interiore dell'essere umano", attraverso la reintegrazione dell'uomo nell'uomo e dell'uomo nel divino. Malgrado molti indicano nel mistico francese Louis Claude de Saint-Martin, vissuto nella seconda metà del XVIII secolo, il fondatore del martinismo, è bene ricordare che questi non ha mai creato nessun gruppo iniziato, ma anzi prese le distanze sia dalla massoneria, così come dagli Eletti Cohen. Come forma strutturata il martinismo trova la propria nascita nell'Opera del Papus, e successivamente ha raccolto indirizzi operativi, e strumenti di altri Maestri o gruppi che a vario titolo si riconoscevano nell'esoterismo cristiano: Martinès de Pasqually, maestro di Louis Claude de Saint-Martin, Robert Ambelain, Paul Sedir, Stanislas de Guaita, ecc..
La nascita
Il martinismo nasce nel 1881, ad opera dell'esoterista francese Papus, al secolo Gérard Encausse, che fonda in Francia l'Ordine Martinista, dando vita, di fatto, al Martinismo moderno, diffuso in tutto il mondo e presente anche in Italia. L'Ordine, dunque, si rifà a Saint Martin, ma quest'ultimo non aveva strutturato il proprio gruppo di discepoli secondo una struttura iniziatica che assomigliasse ad un ordine, bensì semplicemente come un "gruppo di amici", con cui condividere la propria visione mistico-esoterica.
Il Martinismo nel mondo
Dopo il decesso di Louis-Claude de Saint-Martin, i Martinisti (così venivano chiamati i suoi discepoli), non furono molto attivi. Le cerimonie e gli insegnamenti tradizionali erano trasmessi solo in modo personale e privato. Dopo un lungo periodo di discrezione, nel 1888 fu dispiegato un grande sforzo per strutturare quello che, all'epoca, non poteva realmente essere chiamato Ordine iniziatico, e che si riduceva ad alcuni iniziati.
Grazie agli sforzi di Papus e di Augustin Chaboseau, quest'Ordine vide la luce e nel 1891 sfociò nella formazione del Consiglio Supremo dell'Ordine Martinista, che comprendeva ventun membri aventi autorità su tutte le Logge del mondo. Il celebre occultista francese Papus (Dr. Gérard Encausse), fu eletto primo Presidente del Consiglio Supremo. Sotto la sua direzione brillante ed infaticabile, l'Ordine crebbe rapidamente e, verso il 1900, contava centinaia di membri attivi nella maggior parte dei paesi del mondo. Papus divenne rapidamente un'autorità in materia di Martinismo, e le sue opere costituiscono una sorgente d'informazione preziosa per il Martinista e per tutti coloro che s'interessano alla Tradizione.
La guerra mondiale del 1914-1918 influì enormemente sulla crescita e le attività dell'Ordine. Il suo presidente scomparve eroicamente compiendo il suo dovere di medico, e numerosi dirigenti e membri dell'Ordine non sopravvissero alla tormenta. Infatti, dopo la guerra, l'Ordine Martinista in Europa era virtualmente in stato di sonno. Nel 1931 l'Ordine fu risvegliato grazie agli sforzi di Augustin Chaboseau, che era stato il cofondatore dell'Ordine con Papus. Egli riattivò l'Ordine con Victor-Emile Michelet e Lucien Chamuel, che, come lui, erano gli ultimi sopravvissuti del Consiglio Supremo del 1891. Con quest'atto, questi Martinisti rivendicavano «la perennità dell'Ordine fondato da Papus con loro». Altri Martinisti illustri come il Dr. Octave Béliard e Gustave-Louis Tautain si unirono a loro.
Per distinguere l'Ordine da alcuni movimenti che pretendevano abusivamente di essere i successori di Papus, i fondatori ne sottolinearono il carattere tradizionale, dandogli il nome di «Ordine Martinista Tradizionale» (O.M.T.). Augustin Chaboseau fu eletto Gran Maestro. Nel 1932 preferì lasciare questa funzione a Victor-Emile Michelet. Sotto la sua direzione, benché attivo, l'Ordine restò relativamente discreto. Alla morte di Michelet nel 1938, Augustin Chaboseau divenne di nuovo Gran Maestro. Quest'ultimo, discendente di una filiazione ininterrotta fin dai tempi di Louis-Claude de Saint-Martin, servì come Gran Maestro e Presidente del Consiglio Supremo fino al suo decesso, il 2 gennaio 1946.
Ralph Maxwell Lewis, Imperator dell'Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce, fu ricevuto nell'Ordine Martinista Tradizionale il 1º settembre 1939 da Georges Lagrèze, legato e rappresentante di Augustin Chaboseau. Di conseguenza, le carte, i manifesti e tutti gli altri documenti necessari all'avanzamento ed allo sviluppo del Martinismo in America, furono trasmessi a Ralph Maxwell Lewis, questo prima dell'oppressione che l'O.M.T. dovette subire in Europa nel corso della seconda guerra mondiale[1].
Essendosi appoggiato alla struttura ad estensione mondiale dell'AMORC, il Martinismo dell'O.M.T. è riuscito a diffondersi in tutto il mondo, preservando tutta la sua purezza originaria e contando migliaia di iniziati.
Il Martinismo in Italia
Risulta abbastanza complicato e difficile individuare esattamente quando e come si stabilì in Italia il primo gruppo Martinista. Da alcuni documenti francesi, abbiamo un riferimento riguardante il 1898, con la descrizione di almeno otto Logge in Italia. Nel 1911, lo stesso Papus affermava: “vi fu un considerevole sviluppo in Italia con l'ammissione dei Martinisti che possedevano il secondo grado dell'Ordine, in tutte le logge e le camere superiori del Grande Oriente d'Italia”. Dalle annate della rivista “Mysteria”, diretta da Papus (G.Encausse) (1912-1913) si apprende poi, che numerose nuove logge erano sorte nella nostra penisola. Queste notizie sono confermate da un documento sulla cui autenticità non possono esistere dubbi, cioè la Patente per la costituzione di una loggia Martinista, firmata da Papus e rilasciata nel 1910 a Dunstano Cancellieri, uno dei luminari della Massoneria italiana, allora 18° (Principe R+C) del Rito Scozzese Antico Accettato. In Italia oggi sono presento numerosi gruppi che in diverso modo si richiamano al martinismo. Alcuni di essi sono strutturati nella forma di ordine, altri come federazione di logge, ed altri ancora come logge indipendenti. Oltre alle differenze organizzative riscontriamo anche delle differenze per quanto concerne la strutturazione dei riti e dei lavori individuali, questi ultimi non sempre presente nelle varie strutture. Di seguito alcune organizzazioni: l'Ordine Martinista[2] (quello di riferimento principale con patente rilasciata da Papus a Cancellieri) si tratta quindi della linea: Papus, Cancellieri, Sachi, Allegri, Zasio, Bandarin, Ventura Caracciolo, Salvadeo, poi l'Ordine Martinista (di derivazione Ventura, Cannizzo), l'Ordine Esoterico Martinista, l'Ordine Martinista Interiore, l'Ordine Martinista Universale, l'Ordine Martinista Antico e Tradizionale, l'Ordine Martinista degli Eletti Cohen, l'Ordine Martinista Ermetico, l'Antico Ordine Martinista, l'Ordine Martinista Di Rito Napolitano (il "martinismo napolitano" non deriva da una delle diaspore dell'Ordine Martinista francese fondato da Papus, ma è una linea a se stante che nacque nel 1800 a partire da un nucleo di discepoli napoletani iniziati da Eliphas Levi), il Sovrano Ordine Gnostico Martinista, l'Ordine Martinista Tradizionale (patrocinato dall'AMORC ed erede di Papus tramite Cancellieri, primo Gran Maestro italiano dell'AMORC e dell'OMT) ecc. Negli anni, prima della “grande guerra” del 1914-18, risultano ricoprire il massimo grado Martinista, cioè Superiore Incognito libero iniziatore i fratelli Fulgenzio Bruni, Giovanni Saba, Angelino Corrias, Michele de Vincenzo Maciulli il quale ultimo fu anche membro del Supremo Consiglio di Parigi, assieme a Frosini che fu chiamato a tale carica nel 1912. Alla fine della guerra, con la ripresa delle attività iniziatiche rimaste paralizzate a causa del richiamo alle armi di quasi tutti coloro che si potevano qualificare “capi”, dopo un periodo di incertezza a causa della successione di Papus, passato all'Oriente Eterno nel 1916, nel Gran Magistero l'avvocato Alessandro Sacchi (Sinesio o Sinesius) assumeva la presidenza del Gran Consiglio Italico dell'Ordine Martinista (dalla Francia le notizie erano giunte quanto mai frammentarie: la nomina di Teder da parte di tre persone fra cui lui stesso e Blanchard che poi si era rimangiato il voto favorevole e che doveva fondare l'Ordine Martinista Sinarchico; c’era poi la successiva proclamazione di Bricaud che si diceva si fosse autonominato, dato che non esisteva alcun documento comprovante che Teder gli avesse dato la successione. Tutte cose che sembravano piuttosto dubbie).
Con Jean Bricaud si manifestò il grande problema derivato dalla sua pretesa che per esser ricevuto nell’Ordine Martinista fosse indispensabile esser di sesso maschile, di possedere il grado di Maestro massone, e di appartenere alla Chiesa Gnostica. Queste disposizioni provocarono notevoli perplessità circa la tradizionalità di questo nuovo Martinismo rafforzando le incertezze di cui si è scritto sopra. Un viaggio di Sacchi a Parigi ed uno di Bricaud in Italia non migliorarono le rispettive posizioni dei due Ordini. Bricaud confermò le sue disposizioni che avevano modificato costituzioni, dottrina e forma di iniziazione dell'Ordine. Sacchi confermò la decisione di non accettare le nuove linee e di far rispettare la tradizione papusiana. Si giunse così al 1923 e alla proclamazione del Supremo Consiglio dell'Ordine Martinista che, sulla rivista “O Thanatos”, organo ufficiale dell'Ordine, era stata preceduta ( Nr. 6, giugno 1923 ) dal seguente comunicato: “Il Governo dell'Ordine Martinista comunica ancora una volta, di non avere rapporto d'obbedienza, e finora nemmeno di alleanza col Gran Maestro Bricaud e, a scanso di equivoci presenti e futuri, dichiara di non aver mai aderito e di non poter aderire ad alcun trattato tra Martinismo e qualsivoglia Chiesa, la gnostica compresa”. − Già nel suo numero 2 del febbraio 1923, a pagina 42, la rivista, in un comunicato Martinista aveva scritto – a suo dire su incarico del Gran Maestro Sinesio – che i Martinisti italiani “pur dichiarandosi rispettosi e tolleranti di qualunque opinione religiosa, si erano distaccati dal Supremo Consiglio di Francia e dal suo Sovrano Patriarca e Gran Maestro, non volendo appartenere a nessuna chiesa, rispettandole tutte, e avevano costituito il Gran Consiglio Italico allo Zenith di Roma”. − Delle scissioni del Gran Consiglio italico fu data notizia sulla rivista dell'Ordine, notizia poi ripresa, a scopo polemico da Arturo Reghini, sulla rivista “Atanor” del gennaio 1924 e successivi numeri.
− È di questi tempi, esattamente dall'agosto 1922 l'incontro di Adolfo Banti, membro del Supremo Consiglio dei 33 di Palazzo Giustiniani, con Marco Egidio Allegri, componente del Gran Consiglio Martinista e suo Delegato generale per le Venezie ; e l'iniziazione del primo al Martinismo. L'Allegri che, nella storia del Martinismo italiano detiene una parte di primissimo piano, era stato iniziato nel 1918 dall'avvocato Sacchi quando già ricopriva un altissimo grado nel Rito scozzese. Dopo il suo rientro dall'impresa di Fiume, alla quale aveva partecipato assieme ad Ottavio Ulderico Zasio, allora sedicenne, che lo aveva seguito come suo “attendente”, era ritornato a Venezia, sua città natale, fondandovi i gruppi “Il Veneziano”, “Poseidonia”, “Saint-Martin” e, a Montagnana in provincia di Padova il “Hoané Wronscki”
− Risale al 1925, invece, la rottura fra Arturo Reghini e l'Ordine Martinista. Lo spirito polemico di questo Maestro ebbe ragione del suo animo di esoterista ed egli non risparmiò, prima su Atanòr e poi su Ignis (la rivista da lui diretta) gli errori di carattere organizzativo commessi allora, al vertice dell'Ordine, anche a causa della tendenza dell'avv. Sacchi e di altri, compreso il Banti, di considerare il Martinismo una specie di rito massonico sulla falsariga di quanto era stato emanato da Parigi dopo la morte di Papus. − Le cause che provocano l'uscita del Reghini dal Martinismo e la sua feroce polemica contro l'Ordine ed i suoi uomini, da Papus a Bricaud e da questi al Soro, dal Sacchi al Banti e al Minaci non sono note. È da ritenersi che ciò sia da attribuire ad un attrito tra lui e il Sacchi su questioni organizzative (e, forse anche per l'indirizzo cristiano del Martinismo papusiano che il Reghini avrebbe voluto fosse strettamente pitagorico e pagano) e col Banti in funzione della lotta sempre in atto fra Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù (le due principali organizzazioni massoniche italiane del tempo) alla quale ultima il Reghini apparteneva.
− L'Ordine continuò a lavorare apertamente fino al 1926 nonostante che, fin dalla metà del 1923 fossero state adottate misure di prudenza e la corrispondenza fra i gruppi e il centro fosse stata ridotta. Poi dovette lavorare clandestinamente avendo accolto, davanti al suo trilume, numerosi fratelli di altre associazioni iniziatiche (Ordine del Tempio e Rito di Memphis) e anche della Massoneria scozzese . Questa attività è stata riassunta da Artephius (Zasio) in un sintetico promemoria esistente, di suo pugno, nell'Archivio dell'Ordine.
− Convento di Ancona ed Eletti Cohen A conclusione di un intenso lavoro preparatorio svoltosi fra i garanti di amicizia dell'Ordine Martinista o degli Eletti Cohen e dell'Ordine Martinista degli Eletti Cohen rispettivamente Aldebaran S.I. e Nebo S.I. I. (Brunelli), si svolgeva sulla Collina di Ancona – nei giorni 9, 10, 11, 12 dicembre 1962 – un Convento Martinista italiano al quale partecipavano i delegati qualificati dei due Ordini, investiti dei poteri necessari, per addivenire all'unificazione del Martinismo italiano. Alla conclusione dei particolareggiati e approfonditi lavori svoltisi, il Convento, in perfetta intesa ed unità di spirito e di sentimenti, prendeva atto delle documentazioni presentate e ampiamente illustrate;decideva di realizzare l'auspicata unificazione del Martinismo italiano rifacendosi alle fonti tradizionali della linea di Papus trasmesse e mantenute in Italia senza interruzione attraverso Sinesius (Sacchi), Flamelicus (Allegri), Artephius (Zasio), secondo la dichiarazione di principio così enunciata: “L'Ordine Martinista ha per scopo il perfezionamento e l'elevazione spirituale, per mezzo dello studio, della conoscenza e della realizzazione della tradizione iniziatica; combatte con tutte le sue forze l'ateismo e il materialismo e, in collegamento con le altre fratellanze iniziatiche, combatte l'ignoranza e dà al simbolismo la grandissima importanza che gli compete in tutte le serie iniziazioni. Non si occupa di politica e tanto meno di questioni di ordine religioso. Si informa alla tolleranza sui metodi di studio". I Martinisti dell'Ordine Martinista degli Eletti Cohen, riconosciuto che in Italia l'unica e autentica filiazione Martinista è quella rappresentata dalla Grande Montagna sedente allo Zenith di Venezia decidono di reinserirsi nella catena tradizionale del Martinismo italiano che assume il titolo di Ordine Martinista. Firmavano: Oltre a Zasio, gli stessi Ventura e Brunelli, unitamente ad altri 11 rappresentanti di entrambe le strutture. Purtroppo nove anni più tardi, nel 1971 tale riunificazione, sulla scia di quella francese, ebbe termine. Brunelli si separò da Ventura dando vita ad una struttura iniziatica fortemente orientata alla teurgia. A seguito poi della scomparsa di queste due figure apicali il martinismo italico si frammentò ulteriormente, dando vita ad un numero imprecisato di strutture.
Libri in italiano sul Martinismo
- Francesco Brunelli Il martinismo e l'ordine martinista (Editrice Volumnia)
- Gastone Ventura, Tutti gli uomini del Martinismo (Atanòr, 1978)
- Ovidio La Pera, L'operatività del Martinista (Firenzelibri, 2006)
- Pietro Turchetti, Il Filosofo Incognito. Storia del Martinismo e degli ordini martinisti (Arktos, 1995)
- Filippo Goti, "Martinismo e via Martinista"
(Edizioni Fuocosacro,2015)
Note
- ^ Ordine Martinista Tradizionale (AMORC), amorc.it.
- ^ Home | Ordine Martinista, su www.ordinemartinista.org. URL consultato il 05 aprile 2017.
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