Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 8 giugno 2016
Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 50. Alzati, Sir Waldemar
<<In Iraq vincemmo la guerra, ma perdemmo la pace. Far cadere Saddam fu un grave errore politico, come in seguito lo è stato far cadere Gheddafi o fomentare le rivolte in Egitto e in Siria. Tutti i più grandi problemi attuali derivano da lì. Si può dire che, in politica estera, negli ultimi trent'anni, noi occidentali abbiamo sbagliato tutto>> c'era molta amarezza nella voce di Waldemar e anche un po' di rabbia.
<<Per quanto tempo sei rimasto in Iraq?>> chiese Greta.
<<Tre anni. Per mia fortuna la zona britannica era più stabile. Gli Sciiti filoiraniani avevano preso subito il controllo della situazione.
Partecipai comunque a numerose operazioni, vidi cadere soldati e ufficiali che erano miei amici, e vidi anche le vittime civili dell'atrocità della guerra. Tutto questo mi ha segnato profondamente, in particolare un episodio, che credo non riuscirò mai a dimenticare>>
<<Ti va di raccontarmelo?>>
Waldemar annuì:
<<Io e alcuni altri ufficiali avevamo partecipato ad un'operazione a Najaf. La missione era andata bene e stavamo ritornando con l'elicottero alla base di Bassora. A metà strada, l'elicottero fu colpito alla coda da un colpo di mortaio.
Il pilota riuscì comunque ad atterrare in una zona desertica.
Io e gli altri due ufficiali facemmo in tempo a scendere, ma l'elicottero prese fuoco prima che il pilota fosse riuscito ad allontanarsi.
Cercammo di tirarlo fuori, ma sarebbe stato meglio che non l'avessimo fatto: era ancora vivo, sì, ma tremendamente ustionato su tutto il corpo.
Non avevamo niente per lenire il suo dolore. Il kit del pronto soccorso era bruciato insieme ai bagagli e ai telefoni satellitari, per cui non potevamo nemmeno chiamare i soccorsi.
Ci misero più tempo del previsto a ritrovarci e a soccorrerci.
Sopravvisse per un'ora, urlando come un pazzo per la sofferenza.
Non so nemmeno se si rendesse conto che ero accanto a lui, ma se anche l'avesse saputo, questo non avrebbe di certo lenito il suo dolore. Morì poco prima dell'arrivo dei soccorsi. E fu allora che mi fu chiara una cosa che in fondo avevo sempre saputo...>>
<<Cosa?>>
<<Che di fronte alla sofferenza siamo soli, perché gli altri, anche con le migliori intenzioni, spesso non hanno i mezzi per soccorrerci e a volte, pur con tutta la loro buona volontà, non sono neanche in grado di capire la natura e la profondità del nostro dolore.
E' inutile farci illusioni: ogni essere vivente, quando soffre, soffre solo>>
Greta lo fissò, comprendendo che la sua risposta sarebbe stata importante, per lui:
<<Ma senza l'aiuto degli altri, come potremmo farcela?>>
<<Dobbiamo accettare noi stessi per quello che siamo, e imparare a salvarci da soli. E a bastare a noi stessi. il più possibile. Ogni volta che si devia da questa strada ci espone a rischi enormi>>
Greta era sinceramente turbata da quel discorso e per la prima volta, da quando aveva conosciuto Waldemar, incominciava a capire qualcosa di lui e desiderava che lui lo sapesse:
<<Quell'evento avrebbe traumatizzato chiunque>>
<<Forse. Ma io non riesco ad accettare il fatto di non averlo potuto aiutare. Se almeno avessi avuto un unguento per lenire i suoi dolori! Almeno quello!>>
<<Non è colpa tua, non devi sentirti in colpa!>>
<<Lo so, eppure non potrò mai dimenticare.
Sai, la sorte è ironica.
In quel momento, come ho detto, mi sarebbe bastato avere degli unguenti lenitivi per soccorrere il pilota.
Non li avevo, ma li ho avuti dopo, al mio ritorno in patria, quando non servivano più a niente.
Sì, perché per quell'operazione militare fui nominato Cavaliere dell'Impero Britannico e nella notte della vigilia, recitai le litanie e fui unto con il sacro olio di San Giorgio, nella cappella di Windsor.
Il giorno dopo fui condotto a Buckingham Palace per l'investitura pubblica.
Mi inginocchiai sul cuscino di velluto rosso, davanti a Sua Maestà.
La Regina pose la spada sulla mia spalla e disse: "Alzati, Sir Waldemar!">>
Greta ne fu molto colpita:
<<Fu un grande onore. Di solito la Regina delega uno dei suoi familiari per le cerimonie di investitura>>
Waldemar sorrise, con una vena di ironia:
<<Lo so. Persino Sir Christopher Lee dovette accontentarsi del Principe Carlo>>
Greta apprezzò la battuta:
<<Tua madre sarà stata fiera di te>>
<<Anche troppo! Ma poi la delusi di nuovo, perché in realtà, con quella gloria non meritata, decisi di concludere la mia carriera militare.
Mi presi un periodo sabbatico.
Viaggiai ed ebbi molte avventure. Poi mi fermai in Italia, e lì studiai Filologia Romanza per molti anni, e mentre facevo il Dottorato di Ricerca a Milano, e lì conobbi Virginia>>
Greta annuì:
<<Vlad Dracu di teneva d'occhio da prima che entrasse in scena Virginia. Credeva di poterti annientare e invece ha fallito>> disse Greta <<Ora sei il Gran Maestro dell'Ordine degli Iniziati, e sei un Veggente, e hai i poteri di premonizione, telepatia e telecinesi. Puoi sollevare le montagne con la sola forza della mente: tutto questo, unito alla tua e alla mia esperienza, ci permetterà di vincere la più importante delle guerre.
E allora tutti quelli che hanno dubitato di te dovranno ricredersi>>
Cast
Cillian Murphy nella parte di Sir Roman Waldemar da adulto
(la foto è tratta dal film Inception, con Leonardo Di Caprio e Joseph Gordon-Lewitt)
Elisabetta II Windsor nella parte di se stessa
Il Principe Carlo nella parte di se stesso
Sir Christopher Lee nella parte di se stesso
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