Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 27 aprile 2014
La fiamma di Atar. Capitolo 15. Virginia D.
Quando Luca Bosco fece ritorno nel suo monolocale stipato di libri, gli tornò alla mente che non era sempre stato così. C'era stato un tempo in cui aveva condiviso il suo alloggio con una splendida ragazza, che era stata la sua compagna di vita e di studi ai tempi dell'università. Si chiamava Virginia, ed era stata il suo più grande amore. Si erano amati intensamente, ma tutto era finito troppo presto, e in modo drammatico, perché lei era morta a causa di una strana forma di consunzione, la cui causa non era segreta agli Iniziati, ma doveva rimanere tale per tutti gli altri.
Era stata Virginia stessa a volere questo, per impedire eventuali ritorsioni da parte della famiglia Dracu o della confraternita della Fonte Sacra. Dello stesso parere era stato il direttore Ferrante, a nome della Fiamma di Atar.
Era stata Virginia ad introdurre Luca nel mondo degli Iniziati, anche se aveva pagato un prezzo fin troppo caro per questo.
Luca aveva scritto un resoconto al riguardo, intitolandolo "Virginia D." e poi lo aveva nascosto insieme a tutti gli altri suoi scritti.
Piaga d'amore per allentar d'arco non sana
Eppure Virginia gli aveva fatto promettere che sarebbe andato avanti con la sua vita e che non avrebbe disdegnato eventuali future occasioni di felicità.
Fino a quel momento non ce n'erano state, ed erano passati ormai una decina d'anni.
Perdonami, Virginia, se non sono più riuscito ad essere felice.
Plaisir d'amour ne dure qu'un moment, chagrin d'amour dure toute la vie...
E non solo.
La felicità passata non è più felicità, ma il dolore passato è ancora dolore.
A queste considerazioni, che Luca aveva espresso più volte a Virginia, lei aveva ribattuto dicendo che l'essere stati felici dava già un senso alla vita, a prescindere da ciò che fosse successo dopo.
Virginia era morta senza rimpianti, avendo avuto dalla vita tutta la felicità desiderata.
Luca invece aveva dovuto subite la perdita di quella felicità.
Si chiedeva se a volte non fosse preferibile non aver mai conosciuto il vero amore, piuttosto che averlo conosciuto ed averlo perduto prematuramente.
Non esser mai, non esser mai, ma meno morte che non esser più...
Era tutto così difficile.
Virginia gli aveva mostrato che si poteva essere felici, e forse lo aveva illuso che esistessero scorciatoie per la felicità.
Ma essere belli e giovani, e nati al centro del mondo, non bastava. Non era sufficiente. Forse non era nemmeno necessario.
Non esisteva una ricetta facile. Erano richiesti dei sacrifici. Dietro ad ogni sorriso si celavano fiumi di pianto.
Nel dubbio se fosse meglio essere invidiati che compatiti o viceversa, Luca aveva fatto proprio un atteggiamento di "divina indifferenza".
E anche questo lo aveva appreso da lei.
Il ricordo di lei era così vivo che poteva sentirla parlare. Di solito la sua voce veicolava i messaggi della parte più genuina di lui.
Riscaldati al fuoco della fiamma di Atar. Illumina la strada. Non lasciarti bloccare dalla paura, come un gatto che si ferma in mezzo alla strada, abbagliato dai fari dell'automobile che lo ucciderà.
Erano messaggi in cui Virginia lo metteva in guardia dai pericoli, ma anche dall'eccessiva paura dei pericoli.
Protetto da robuste pareti, il cuore diventa ghiaccio. Lascia che il fuoco lo sciolga. Rifatti una vita...
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