I temi all'ordine del giorno sono infatti seri e improrogabili e necessitano di una analisi e di una adeguata discussione, nei limiti del reciproco rispetto.
Desidero innanzi tutto che sia chiaro che il Regno Riunito di Arnor e Gondor, pur essendo il più grande e popoloso della Terra di Mezzo, si pone comunque in una posizione di parità rispetto agli altri, a meno che non siano gli altri a richiedere il nostro aiuto e la nostra protezione.
Non lasciatevi ingannare dalla giovinezza del mio aspetto, io sono tra i più vecchi che siedono in questa grande aula, ma il sangue di Numenor e quello elfico di mia madre, la regina vedova Arwen, mi dona una vita e una giovinezza più lunghe che sono un privilegio di cui devo mostrarmi degno svolgendo con impegno e saggezza il difficile compito che mi è stato affidato da voi e da mio padre, ovvero quello di riuscire a ricomporre le fratture che si sono create nel nostro continente, anche nella consapevolezza che la Terra di Mezzo non è soltanto la zona di nord-ovest che noi controlliamo, ma anche quella dell'est di Rhun e del sud di Harad. Da quelle contrate gli Esterling e gli Haradrim, popoli malvagi, un tempo alleati di Sauron, premono da sempre per impadronirsi dei nostri regni. Se saremo uniti, potremo respingere i loro tentativi di invasione, ma se continueremo ad essere divisi e a bisticciare tra noi, allora un giorno o l'altro finiremo per soccombere di fronte alle grandi orde dell'est e del sud.
Solo se saremo uniti saremo forti e solo se saremo forti saremo liberi!
A voi la scelta!>>
Personalmente Eldarion avrebbe voluto trattare anche con gli Esterling e con gli Haradrim, ma non era ancora il momento: prima bisognava pacificare la Terra di Mezzo e, all'interno di essa, anche lo stesso Regno Riunito, che rischiava di dividersi nuovamente a causa delle lotte dinastiche e delle fazioni che si erano create.
Occoreva vigilare con molta attenzione.
<<Maestà, signore e signori della Terra di Mezzo, per oltre un secolo il mio regno e quello di Gondor sono stati alleati di pari dignità>> esordì Thorin III Elminpietra, Re dei Nani di Erebor <<Alcuni anni fa, durante la visita di re Elessar, la principessa Ancalime e lo stregone Pallando ci hanno proposto di diventare vassalli del Re di Gondor, secondo la formula tradizionale dell'omaggio e del beneficio: "Lealtà con amicizia, fedeltà con amore, valore con onore, tradimento con vendetta".
In cambio di un equo contributo annuo dalle ricchezze delle nostre miniere, il Re di Gondor ci avrebbe garantito protezione e aiuto.
Fece una pausa, poi, rivolgendo lo sguardo prima ad Ancalime e poi a Pallando, riprese:
<<Con l'andare del tempo, tuttavia, il Re si è ammalato ed è stato convinto a delegare molti incarichi.
Bande di rapinatori e aggressori infestano le strade, e questo ha messo in crisi il commercio.
Come se non bastasse, gli uomini di Dale e di Esgaroth sono diventati sprezzanti nei nostri confronti e ci mancano di rispetto.
Fintanto che re Elessar era vivo, potevamo appellarci a lui e ottenere protezione e sostegno, ma ora che lui è mancato, cosa succederà?
Mio signore e Re, io faccio appello a voi e alla vostra giustizia per risolvere questa situazione>>
Il re Eldarion aveva assunto un'espressione affranta, ma perplessa, che non prometteva nulla di buono.
Tacque per alcuni interminabili istanti:
<<Ciò che dici mi rammarica profondamente: i discendenti dei principi di Andunie mantengono sempre la parola data. Nostro padre ha fatto tutto il possibile per venire incontro alle vostre richieste, ma quando si è ammalato la principessa Ancalime ha assunto il ruolo di Sovrintendente Reggente. Avrei dovuto farlo io, ma non sono un uomo che brama il potere: ho accettato la corona soltanto per senso del dovere. Ora, le accuse che muovi alla Principessa Reale sono gravi e mi occuperò personalmente di verificare cos'è accaduto e di porvi rimedio.
<<Vostra Maestà, mi dispiace contraddirvi, ma siete in errore: noi non possiamo permetterci di pagare di più!>>
A quel punto la principessa Ancalime intervenne:
<<Avete tonnellate di oro nelle vostre riserve di Erebor! Lo sanno tutti! Non osate farci credere il contrario!>>
Al sentire quelle parole, Gimli, sdegnato, si alzò di colpo e puntò il suo indice contro la principessa:
<<Le miniere si stanno esaurendo anche alle Caverne Scintillanti di Aglarond!
E quel poco che ci resta è frutto della fatica e del risparmio del nostro popolo!
Minatori, artigiani, commercianti hanno lavorato duramente, per generazioni, ed ora tu li vorresti derubare dei loro beni!
La verità, Altezza Reale, è che tu ci vuoi indebolire per sottomerci, e e dietro le tue fattezze di donna si cela un drago furioso peggiore di Smaug!>>
La principessa reale lo fulminò con uno sguardo carico di risentimento:
<<Tu eri un valoroso, Gimli, ma col tempo sei diventato petulante e avido, come tutti i tuoi antenati.
Hai accumulato ricchezze inestimabili sotto al fosso di Helm, nelle famose Caverne Scintillanti di Aglarond, che sono così chiamate proprio dallo scintillare delle tue pietre preziose, e hai il coraggio di venire qui a piangere miseria! Qui dove trascorri metà dell'anno dandoti alle gozzoviglie per cui sono noti i tuoi pari!
Non ti consento di rivolgerti a me in maniera tanto insolente, proprio oggi, davanti Gran Consiglio, soltanto perché i tuoi amici non vogliono pagare i tributi che ci devono!>>
Il volto del nano divenne violaceo:
<<Noi di Aglarond vi paghiamo già profumatamente! E in cambio di cosa? Solo disprezzo!
Io mi rivolgo al Re: mio signore Eldarion, mi conosci da una vita e sai che ti sono leale.
Non permettere questa ingiustizia! Non tradire la nostra alleanza e con essa la memoria di tuo padre!>>
Il Re appariva turbato:
<<Mio signore, difendere la Terra di Mezzo sta diventando sempre più oneroso, per le ragioni che tu stesso hai esposto riguardo agli Esterling e agli Haradrim, che vogliono impadronirsi della terra di mezzo. Se vogliamo procurarci un esercito degno di questo difficile compito è necessario che gli introiti delle pubbliche finanze siano considerevoli>>
Il nipote di Peregrino Tuc era decisamente più cupo del suo defunto nonno.
Noi non siamo ricchi quanto i Nani, siamo onesti agricoltori e artigiani e piccoli commercianti: più di tanto non possiamo pagare.
Mi duole dover far notare a Vostra Maestà una cosa che non ci spieghiamo: le guarnigioni di Annuminas, di Fornost e di Amon Sul sono state ridotte al minimo, esponendoci al rischio di scorrerie di pirati e briganti di ogni sorta.
Mio Re, permettimi di essere sincero: nemmeno ai tempi di Sauron noi...>>
La principessa Ancalime scattò in piedi:
<<Ma come osi? E' questo l'omaggio che sei venuto a rendere al nuovo Re? Mio fratello si è appena insediato e tu non hai niente di meglio da dire che rimpiangi i tempi di Sauron!
E la verità, mio caro Conte, è che i pericoli si concentrano a est e a sud, mentre la tua Contea si trova a nord-ovest. Se tu vuoi che le guarnigioni di nord-ovest tornito ad essere più numerose, devi accettare di pagare un contributo maggiore.
Ora il tempo della magia è finito: gli stessi Stregoni Blu sono dotati ormai soltanto del potere che deriva dall'esperienza e dalla saggezza, mentre la magia sta ormai scomparendo.
E, peggio ancora, sta scomparendo anche l'eroismo: ognuno si rintana nelle sue caverne, siano essere quelle dei Nani, quelle degli Hobbit o quelle di Thranduil, ultimo re degli Elfi.
Voi avete la possibilità di scegliere tra il pagamento del tributo o il servizio militare. E siccome di questi tempi il valore militare si è rammollito a causa di una lunga pace, allora che si paghi il tributo! Ma chi non lo paga non può più richiedere la nostra protezione.
Al sentire quelle parole, Harding Gamgee, Sindaco della Contea, non riuscì a contenere la sua ira:
<<Non accetto di essere chiamato rammollito! E in particolare non accetto questa offesa da voi, che troppo a lungo avete approfittato della benevolenza di vostro padre, e ora mi pare che vogliate fare lo stesso con vostro fratello!>>
Ognuno può esprimere il proprio parere, ma evitiamo le sterili polemiche e le offese personali>>
Ma la sua benevolenza e la sua tolleranza sono state mal ripagate.
Voi Hobbit e Nani avete avuto un trattamento di favore. I sudditi di Arnor e Gondor pagano più tasse di voi e ritengono, giustamente a mio avviso, che questa sia un'ingiustizia. Vi è stato concesso uno Statuto Speciale e ne avete abusato.
Se volete protezione, dovete pagare>>
A quel punto intervenne Faradas Brandibuck:
<<Questa è tirannia! Mi rivolgo direttamente a Sua Maestà il Re per implorarlo di smentire le gravi parole pronunciate dalla principessa Ancalime! Mio Sire, vi supplico, in nome della memoria di vostro padre...>>
Re Eldarion alzò un mano per farlo tacere:
<<Quando mio padre salì al Trono, la monarchia era vacante da secoli.
Il regno di Gondor era semidistrutto e quello di Arnor era una landa deserta.
Io vi ho già promesso molto: verificherò caso per caso che i tributi siano equi, lavorerò duramente per voi. Vi chiedo però di non considerare il mio regno e la mia famiglia dei tiranni, poiché mio padre non vi ha mai chiesto di inginocchiarvi, né lo farò io o qualcun altro della mia famiglia.
Le parole del Re furono seguite da un cupo silenzio, poi, improvvisamente, Legolas si alzò e prese la parola:
<<Il Re ha ragione. Io c'ero quando furono firmati quei patti. Sono amareggiato per il fatto fatto che la memoria di re Aragorn Elessar sia calpestata dimenticando le fondamenta su cui fu ricostruita l'intera Terra di Mezzo dopo la distruzione di Mordor.
Come puoi tollerare che la rigidità politica di tua sorella si esprima in maniera sprezzante verso i nostri alleati?
Se fosse scoppiato un incendio o un terremoto, l'effetto sarebbe stato meno dirompente.
Un cupo presagio opprimeva il cuore di Eldarion.
Il Male si è nuovamente insinuato tra noi senza che ce ne accorgessimo.
Legolas aveva ragione, ma lui stesso si era spinto troppo oltre.
Se fosse stato vivo mio padre, non avrebbe osato attaccare Ancalime pubblicamente.
Aragorn aveva sempre agito in perfetta buona fede. Eppure, alla fine, si è lasciato ingannare anche lui.
Qualcuno ha reso ciechi i nostri occhi. Come è potuto accadere? Come siamo giunti a tanto? Chi c'è dietro a tutto questo?
Ricordò lo sguardo d'intesa che c'era stato tra Ancalime e Pallando e si chiese per l'ennesima volta che cosa avessero fatto gli Stregoni Blu durante la Terza Era, quando si trovavano in mezzo agli alleati di Sauron, che ora minacciavano i confini della Terra di Mezzo.
<<Mio caro Legolas, la tua opinione è sempre la benvenuta. D'ora in avanti esigo da tutti, compresi i membri della Famiglia Reale, e quindi entrambe le mie sorelle, un comportamento prudente e un linguaggio equilibrato.
La Principessa Reale ha un carattere forte e diretto, ma spero che comprenda il ruolo importante che ricopre e soppesi le parole e i toni, prima di esprime la sua legittima opinione.
Mi auguro anche che ci sia comprensione del fatto che Ancalime, avendo servito per anni questo regno al fianco di mio padre, ha particolarmente a cuore determinate questioni che tale peso suscita nel suo animo preoccupazione ed angoscia, da cui deriva una maggiore suscettibilità.
Se questo dovesse diventare un problema, alcune questioni potranno essere affidate a nostra sorella minore, la principessa Silmarien, la cui dolcezza di carattere è più indicata per la diplomazia.
Tenete conto, però, che Silmarien, proprio in virtù della sua giovinezza, ha minore esperienza della Principessa Reale, cioè della più anziana tra tutte le principesse figlie di un re. Il ruolo di Principessa Reale è gravoso e maggiormente lo è stato quando si è aggiunta la funzione di Reggente, da cui ora è esonerata, essendo io nelle piene capacità di regnare.
Forse le mie parole hanno scontentato tutti, e questa è la prova che sono stato equo e senza alcun favoritismo.
Essere un Re significa anche dover scontentare molte persone in nome dell'equità e delle necessità del regno. Me lo insegnò mio padre. Io non ho il suo carisma né la sua gloria, per questo è doppiamente gravoso il mio dovere.
Sono un uomo mite e paziente, ma nessuno osi approfittare di queste mie caratteristiche, poiché l'equità e il rispetto della legge esigono che il Re sia anche severo. Spero che nessuno di voi presenti debba mai sperimentare la mia severità.
E lo ripeto per la terza volta: solo se saremo uniti saremo forti e solo se saremo forti saremo liberi!>>