Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
sabato 18 novembre 2017
Vite quasi parallele. Capitolo 88. La farfalla non volerà più
Qualcuno ha scritto che la farfalla non conta i mesi, ma i momenti, eppure ha tempo a sufficienza.
Altri dicono: "non toccare le ali a una farfalla, altrimenti non volerà più. Lasciala appoggiare sulla tua mano e seguine il volo".
Altri ancora hanno affermato: "se un essere umano aiuta la farfalla a uscire dal bozzolo, la farfalla non volerà mai".
Queste metafore ritornavano spesso nei pensieri e nei discorsi di Diana Orsini, specialmente negli anni seguenti al 1996, quando trovò un'interlocutrice attenta e sensibile nella fidanzata di suo nipote Alessio, Rebecca.
Alessio era il "nipote intermedio" per età, figlio di Isabella Ricci-Orsini e di Saverio Zanetti Protonotari Campi. Fu anche l'unico che si sposò e che proseguì la stirpe.
Spesso Alessio e Rebecca facevano visita a nonna Diana e si intrattenevano con lei nel Salotto Liberty.
L'anziana matriarca della famiglia era in vena di ricordi:
<<Da bambina ero felice e volevo che le cose non cambiassero mai, che restassero sempre così com'erano, perché era tutto perfetto. Quella fu la mia età dell'oro e tutto ciò che è avvenuto dopo è stato soltanto una lunga, estenuante, umiliante ritirata. Una fuga da una realtà che non ero in grado di sopportare>>
Aveva ricevuto amore dalla sua famiglia, e ne era stata consapevole: quando questo avviene, succede qualcosa che ci cambia e ci spinge, prima o poi nella vita, a restituire quell'amore. Lei lo aveva fatto con i suoi nipoti, in particolare con quello più giovane, perché era stato il più ricettivo, il più affezionato a lei e al suo mondo.
Ora che lui era lontano, si era creato un vuoto che rendeva più difficile l'inevitabile declino della vecchiaia.
Fortunatamente, Rebecca era riuscita a colmare quel vuoto e Diana sentiva di potesi confidare, e anche di leggere poesie e brani letterari come era solita fare con Riccardo.
"1 Ricordati della tua fortuna
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo più alcun gusto»,
2 prima che si oscuri il sole,
la luce, la luna e le stelle
e ritornino le nubi dopo la pioggia;
3 quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste in poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
4 e si chiuderanno le porte sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
5 quando si avrà paura delle alture
e dei pericoli della strada;
quando sfiorirà il mandorlo
e la farfalla non volerà più,
6 prima che si rompa il cordone d'argento
e la lucerna d'oro s'infranga
e si rompa l'anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo
7 e ritorni la polvere alla terra, com'era prima,
e lo spirito torni da dove è venuto,
allora ti ricorderai della fortuna
che hai avuto e perduto, senza saperlo.
8 Vanità delle vanità, dice l'Ecclesiaste,
e tutto è vanità."
A dire il vero il passo biblico dell'Ecclesiaste 12,5 era un po' differente e il versetto chiave recitava "la cavalletta non si alzerà più", ma questa modifica era dovuta al fatto che Riccardo le aveva fatto leggere "L'uomo nell'alto castello" di Philip Dick e a Diana quella storia della cavalletta era risultata piuttosto ostica, soprattutto quando aveva saputo che nella versione della Bibbia di Monsignor Ravasi era spiegato che la famosa cavalletta non più in grado di saltare era un'allegoria dell'artrosi senile.
Una volta si addentrò in tematiche funebri e spinose allo stesso tempo:
<<"She did it the hard way" è l'epitaffio che Bette Davis ha voluto scritto sulla sua tomba. "Ha fatto tutto nella maniera più difficile / nella maniera più dura". Ecco, queste erano le donne della mia generazione. Donne che sono sopravvissute a testa alta alle grandi tragedie della storia e che oggi avrebbero incenerito con un solo sguardo questa generazione di fighette che crede che il mondo sia un giardino di rose (senza spine, naturalmente)>>