sabato 3 giugno 2017

Il Vedismo

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Con il termine Vedismo (o religione dei Veda) gli storici delle religioni e gli orientalisti intendono la religione e la cultura dei popoli indoeuropei denominati Arii che intorno al XV secolo a.C. migrarono verso l'India nord-occidentale (allora indicata come Saptasindhu सप्त सिंधु, Terra dei sette fiumi, in avestico Hapta Hindu, oggi denominata Punjab dal persiano Panjāb 'cinque acque') provenendo dall'area di Balkh (oggi in Afghanistan settentrionale). Un altro raggruppamento di questo popolo, gli Iranici, sempre provenienti dalla medesima area, invase invece l'attuale Iran fondandovi una cultura religiosa che successivamente fu in parte raccolta nell'Avesta. Fu dunque nell'area dell'Afghanistan settentrionale che tale cultura vedica acquisì le sue prime caratteristiche religiose e linguistiche[1].

Il periodo "vedico"

Il periodo "vedico" (Vedismo) è considerato tale dall'ingresso degli Arii nell'India settentrionale fino alla invasione da parte di questi della piana del Gange, VIII secolo a.C., e la costituzione di prime entità statuali nonché alla compilazione delle parti in prosa dei Veda, i Brāhmaṇa, e delle Upaniṣad, i commentari redatti a partire dall'VIII secolo a.C. e per questo denominati come Vedānta (fine dei Veda)[2]. Il periodo successivo al "Vedismo", a partire dall'VIII secolo a.C. fino a primi secoli della nostra Era, gli storici delle religioni lo denominano come Brāhmanesimo, mentre quello successivo a questo e fino ai giorni nostri viene indicato come Hindūismo[3].
Il passaggio dal "Vedismo" al Brāhmanesimo corrisponde alla progressiva sostituzione delle figure sacerdotali coinvolte nei riti sacrificali. Se nel primo Veda, il Ṛgveda, l'officiante delle libagioni è lo hotṛ (corrispondente allo zaotar dell'Avesta), accompagnato da altre figure sacerdotali minori, con il passare dei secoli e con l'elaborazione dottrinale all'interno degli stessi Veda, sopraggiunge la figura dello udgātṛ il cantore delle melodie del Sāmaveda, sostituito poi anch'esso come figura sacerdotale primaria dallo adhvaryu, il mormorante i mantra relativi allo Yajurveda e, infine con il Brāhmanesimo, dal brāhmaṇa, l'ultimo dei sacerdoti che sovrintendeva alla correttezza del rito, riparando a qualsiasi errore, e detentore dell'ultimo Veda, lo Atharvaveda[4].

La società e la cultura religiosa "vedica"

Il sopraggiungere del popolo degli Arii nella regione oggi denominata come Punjab provocò i conflitti tra questi nomadi guerrieri e le popolazioni locali, eredi delle cosiddette Civiltà della valle dell'Indo. I testi vedici descrivono le popolazioni autoctone come di pelle scura oggi identificate come dravidiche. Gli Arii indicavano sé stessi come Ārya (nobili) riservando il termine Dāsa (anche Dasyu, successivamente col significato di "schiavo") alle popolazioni autoctone con cui erano venuti a contatto. Secondo gli Arii, questi Dāsa non veneravano divinità né possedevano riti religiosi quanto piuttosto veneravano un "fallo" (pene eretto, sanscrito Liṅgaṃ, denominato dio-pene o dio-coda śiśnadeva). Secondo lo studioso Alf Hiltebeitel[5] la scoperta di oggetti di forma fallica nella Valle dell'Indo fa supporre come corretta la descrizione vedica di questi culti, peraltro anticipatori del culto del Liṅgaṃ nello Śivaismo[6].
Successivamente gli Arii si spostarono verso Sud e verso Est in un processo di conquista che non fu mai terminato essendoci tutt'oggi vasti territori dell'India meridionale ed orientale dove ancora si parlano dialetti dravidici e munda[7].
Gli Arii erano suddivisi in jāna (sanscrito, corrispettivo del latino gentes) a loro volta suddivisi in "clan" (viś) guidati da un capoclan (viśpáti). Erano allevatori nomadi che progressivamente si stanziarono in cittadelle fortificate con mura di terra battuta (sanscrito vedicopúr पुर, corrispondente al greco antico πόλις polis) come già prima di loro i nemici Dāsa. Dalle scritture vediche questi Ārya appaiono ricchi, dediti a feste cerimoniali a base di carne e di madhu (liquore a base di miele come l'idromele)[8]. I villaggi degli Arii venivano eretti dopo un cerimoniale di consacrazione complesso che prevedeva l'aratura del luogo e la messa in posa di nove colonne (sthūṇā) destinate a sostenere gli edifici. Al centro del villaggio era posta la colonna più importante (skambha) posto come albero primordiale che sostiene il Cielo (Div o Dyú).
Elemento centrale della cultura sociale e religiosa degli Arii era la dimensione della purezza (puṇya[9]) conservata all'interno del villaggio (grāma). Tutto all'interno del villaggio era o doveva essere puro, tutto fuori dal villaggio era estraneo (araṇya), diverso e temibile: invaso da mostri leggendari e dai disprezzati quanto temuti Dāsa (i senza faccia-anās, i non-uomini-amānuṣa).
L'uomo vedico conservava nel suo spazio sacro la purezza e riti di purificazione che lo rendevano puro da ciò che è impuro: sangue, unghie recise, capelli tagliati o caduti, sperma, cerume, muco, sudore e vomito, ma anche i feti abortiti e il mestruo[10]. Allo stesso modo erano considerati impuri coloro che per la propria attività venivano in contatto con tali elementi: i macellai, i lavandai, i boia; tutti coloro che venivano a contatto con tali persone si dovevano poi sottoporre a riti purificatori. Le divinità punivano coloro che compivano tali peccati (pātaka) soprattutto se rivolti contro le divinità stesse. Particolarmente temuto era l'asura Váruṇa, rigido custode dello Ṛta che puniva con orribili malattie lo spergiuro o l'incestuoso.
Non erano invece impuri il latte delle madri 'arie' e le urine (mischiate ad argilla e utilizzate come sapone) e le feci (utilizzate come combustibile) delle vacche.
La "purezza" consentiva all'uomo "ario" il proprio stile di vita che doveva essere contraddistinto dalla rettitudine (rju) e dalla semplicità.
I ritmi della vita "vedica" sono contraddistinti da una ritualità in cui l'elemento fuoco ha un ruolo del tutto peculiare. Il fuoco, anzi i tre fuochi sono ospitati nella casa del brāhmaṇa:
  • il più importante, denominato gārhapatya, è posto ad Ovest su una sede circolare ed è il luogo dove dimora l'Agni originario; con questo fuoco alimentato esclusivamente dal capofamiglia, dalla moglie o dal primogenito viene attinta la fiamma per il secondo fuoco;
  • il secondo fuoco, sede dell'Agni sacrificante, è posto da Est su base quadrata; denominato āhavanīya;
  • il terzo fuoco (lo anvāhāryapacana) , di base semicircolare è posto a Sud ed è di supporto al fuoco orientale in quanto è il fuoco del sacrificio del riso situato a destra dell'officiante quando egli è rivolto verso l'Oriente, questo fuoco è il fuoco che consuma con i suoi sacrifici i pericoli e la morte (mṛtyu) che dal Meridione provengono.
Questo fuoco benedirà il bambino appena nato, da questo fuoco saranno attinte le fiamme che consumeranno i cadaveri degli Arii dopo la loro morte, a questo fuoco si destinerà parte del pasto prima di consumarlo e a questo fuoco si rende onore appena rientrati nella propria casa. Insieme al Sole (Sūrya) è il fuoco ad essere particolarmente onorato da questa cultura che gli offre due sacrifici (Agnihotra) quotidiani: a mezzodì e al tramonto.
Anne-Marie Esnoul[11] evidenzia come nella civiltà e nella letteratura religiosa vedica (comprensiva in questo caso dei Veda e dei loro commentari Brāhmaṇa) non si riscontra alcuna riflessione sulla 'sofferenza' nel mondo, sul ciclo delle rinascite (saṃsāra) e, di conseguenza sui percorsi di liberazione da esso quanto piuttosto il godimento (bhukti) della vita terrena. È quindi solo con le prime Upaniṣad (IX secolo a.C.) che si avvia la riflessione teologica indiana sulla sofferenza nel mondo e sulla necessità di un percorso di liberazione da essa. E questo corrisponderebbe all'avvio del periodo assiale individuato da Karl Jaspers.

Le divinità "vediche"

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I riti sacrificali

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La letteratura vedica

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Note

  1. ^ Il testo più antico dei Veda è il Ṛgveda, una raccolta di inni sacri che risalgono – nella redazione a noi pervenuta – probabilmente al secondo millennio a.C., nel periodo compreso tra il 2000 a.C. e il 1700 a.C. Va tenuto presente tuttavia che le datazioni anteriori al X secolo a.C. sono del tutto ipotetiche. Qui vengono proposte le ipotesi dello studioso Ramchandra Narayan Dandekar riportate nella Encyclopedia of Religion edita dalla MacMillan di New York nel 2005 (Vol. XIV pag. 9550). Tale fonte, la Encyclopedia of Religion, ha il pregio di essere uno strumento condiviso, curato e rivisto da numerosi studiosi di fama internazionale. Tuttavia altri autorevoli studiosi offrono datazioni più recenti. Così Saverio Sani (Ṛgveda, Venezia, Marsilio, 2000, pag.19) data tra il XV e il V secolo a.C. la composizione del ṚgvedaMario Piantelli (Hinduismo a cura di Giovanni Filoramo, Bari, Laterza, 2007, pag.5) data la composizione dei Veda con l'arrivo degli Arii in India, indicando questo arrivo nel XVI secolo a.C. Michelguglielmo Torri (Storia dell'India Bari, Laterza, 2000, pag. 32) entra nello specifico quando riportando la nuova tesi promossa dopo gli anni ottanta sull'origine autoctona degli Arii, ricorda: «I due punti di forza di questa teoria fanno riferimento al fatto che, fermo restando l'indicazione del 1000 a.C. come data di completamento della composizione degli inni raccolti nel Rig Veda, non è affatto certa quale sia la data d'inizio. Questa potrebbe essere assai più antica del 1500 a.C. e risalire al 3000, al 4000 o addirittura al 7500 a.C. Il primo elemento a supporto di questa è tratto dall'astroarcheologia, cioè dal fatto che all'interno dei Veda vi sia una serie di riferimenti astronomici che, una volta decodificati, fanno pensare che i compositori degli inni vedici abbiano vissuto sotto un cielo caratterizzato da configurazioni stellari e da parabole solari caratteristiche di periodi ben più antichi del 1500 a.C.». Tra gli indologi che spostano ben oltre la data del 1500 a.C. Torri cita: David FrawleyK.D. Sethna e Shrikant TalageriS. W. Jamison and M. Witzel (Vedic Hinduism pag. 5) se da una parte linitano il periodo vedico al 1500-500 a.C. dall'altra notano che: « The RigVeda, which no longer knows of the Indus cities but only mentions ruins (armaka, [mahå]vailasthåna), thus could have been composed during the long period between 1990 and 1100 BCE.». Per J. L. Brockington (in Concise encyclopedia of language and religion Oxford, Elsevier, 2001, pag.126) invece i più antichi inni dei Veda, appartenenti al Rig Veda, vanno fatti risalire al 1200 a.C.
  2. ^ Mario Piantelli, in Hinduismo (a cura di Giovanni Filoramo). Bari, Laterza, pagg. 3 e segg.
  3. ^ Mario PiantelliOp.cit..
  4. ^ Cfr. al riguardo Alf Hiltebeitel. Religions of the Brāhmaṇas in Hinduism, Encyclopedia of Religion vol.6. NY, MacMillan, 2004, pag.3991.
  5. ^ Op. cit. pag. 3990.
  6. ^ Alf Hiltebeitel. Op. cit. e Mario Piantelli Op.cit.
  7. ^ Francisco Villar. Gli Indoeuropei. Bologna, Mulino, 1997, pag. 558.
  8. ^ Mario Piantelli. Op. cit..
  9. ^ Dall'indoeuropeo *pūr da cui anche il latino purus, il greco antico pyr e l'ittita pahur.
  10. ^ Particolarmente impuro era considerato il sangue mestruale. La donna mestruata doveva appartarsi e chiunque avesse contatto con lei doveva sottoporsi a delle abluzioni complete. Una donna che moriva in stato di mestruo non poteva venire arsa.
  11. ^ A. M. Esnoul. Enciclopedia delle Religioni vol.9. Milano, Jaca Book, 2004 pag.250.

Voci correlate

I globalisti elitari italiani invitati alle riunioni del Club Bilderberg

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La crisi petrolifera del 1973-1974 è stata orchestrata da una organizzazione segreta creata negli anni 50’ da David Rockfeller, conosciuta col nome di Bilderberg Group. Nel maggio 1973 David Rockfeller e i capi delle principali aziende petrolifere americane e britanniche si sono incontrati in Svezia, a Saltsjoebaden, per l’incontro annuale di Bilderberg, al fine di pianificare la crisi petrolifera. Avrebbero attribuito la colpa all’”avidità degli sceicchi arabi del petrolio”. Ha evitato la caduta del dollaro americano e ha reso le banche di Wall Street, tra cui la Chase Manhattan di David Rockfeller, tra le più grandi al mondo. Io posseggo il rapporto “confidenziale” di quel meeting in cui la strategia dell’aumento dei prezzi è descritta sei mesi prima della guerra arabo-israeliana (la documentazione è disponibile nel mio libro “a Century of War”). Negli anni 70’ Kissinger ha riassunto la strategia mondiale di David Rockfeller: “se controlli il petrolio, controlli tutte le nazioni; se controlli il cibo, controlli le persone; se controlli il denaro, controlli il mondo intero”.
‘Controllare il denaro’
David Rockfeller è stato il presidente della banca di famiglia, la Chase Manhattan Bank. E’ stato responsabile di portare Paul Volker, il vice presidente della Chase, alla carica di presidente della Federal Reserve sotto la presidenza Carter, e di causare la crisi del tasso di interesse che, come la crisi petrolifera, ha salvato dalla svalutazione il dollaro americano e i profitti bancari di Wall Street, tra cui la Chase Manhattan, a spese dell’economia mondiale.
La terapia shock del tasso di interesse di Volker nell’ottobre 1979, ideata da Rockfeller, ha dato origine negli anni 80’ alla “terza crisi del debito mondiale”. Rockfeller e Wall Street hanno utilizzato questa crisi del debito per forzare le privatizzazioni di stato e le drastiche svalutazioni delle monete nazionali in paesi come Argentina, Brasile, Messico. Rockfeller e i suoi amici, come George Soros, hanno così acquistato a due soldi i “gioielli della corona” di Argentina, Brasile e Messico .
Il modello era simile a quello utilizzato dalle banche britanniche nell’Impero Ottomano dopo il 1881, quando hanno di fatto preso il controllo delle finanze del Sultano controllando il gettito fiscale attraverso l’Ente Ottomano del Debito Pubblico (OPDA). Gli interessi di Rockfeller hanno sfruttato la crisi del debito degli anni 80’ per saccheggiare i paesi indebitati dell’America Latina e dell’Africa, utilizzando il Fondo Monetario Internazionale come loro poliziotto. David Rockfeller era amico intimo di alcuni dei più crudeli dittatori in America Latina, tra cui il Generale Jorge Videla in Argentina o Pinochet in Cile. Entrambi devono la loro posizione ai golpe che la CIA aveva organizzato su ordine dell’allora Segretario di Stato Henry Kissinger, per conto degli interessi della famiglia Rockfeller in America Latina.
Attraverso organizzazioni come la sua Commissione Trilaterale, Rockfeller è stato il principale architetto della distruzione delle economie nazionali, e ha anticipato la cosiddetta globalizzazione, politica che avvantaggia le più grandi banche di Wall Street e della City londinese, e seleziona le corporazioni globali, le stesse che sono ammesse come membri della Commissione Trilaterale. Rockfeller ha creato questa Commissione Trilaterale nel 1974, e ha dato incarico al suo amico personale Zbigniew Brzezinski di scegliere membri in Nord America, Giappone e Europa.
Se parliamo di una rete invisibile e potente, che qualcuno chiama “Deep State” [Stato Profondo], possiamo dire che David Rockfeller si è posto come patriarca di questo Deep State. Le sue vere azioni devono essere viste per ciò che esse furono davvero, e cioè misantropiche e non filantropiche.
Il Gruppo Bilderberg (detto anche conferenza Bilderbergclub Bilderberg o clan Aisna Masne) è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità nel campo economicopolitico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici e politici.
Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida nei Paesi Bassi.[1] I nomi dei partecipanti sono resi pubblici attraverso la stampa[2][3] ma la conferenza è chiusa al pubblico e ai media.[4]
Le Bilderberg Conferences sono considerate uno dei "think tank" dell'ideologia neoliberista insieme al Cato Institute e la Heritage Foundation negli Stati Uniti, l'Adam Smith Institute e l'Institute of Economic Affairs in Gran Bretagna, la Mont Pelerin Society fondata in Svizzera nel 1947, la Trilateral Commission, nata nel 1973 su iniziativa delle precedenti.[5]
Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all'esterno, questi incontri sono stati oggetto di critiche e di varie teorie del complotto, come ad esempio quella sostenuta da Daniel Estulin nel libro Il Club Bilderberg.[6] Gli organizzatori della conferenza, tuttavia, spiegano questa loro scelta con l'esigenza di garantire ai partecipanti maggior libertà di esprimere la propria opinione senza la preoccupazione che le loro parole possano essere travisate dai media.[7]

Storia

La prima conferenza, nata per iniziativa del banchiere statunitense David Rockefeller, si tenne il 29 maggio 1954 presso l'hotel de Bilderberg a Oosterbeek, vicino Arnhem, nei Paesi Bassi. L'iniziativa di tale prima conferenza fu presa da molte persone, incluso il politico polacco Józef Retinger, preoccupato dalla crescita dell'antiamericanismo nell'Europa occidentale e col fine di favorire la cooperazione tra Europa e Stati Uniti in campo politico, economico e militare.[7][8]
Per quella prima conferenza furono contattati il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld, il primo ministro belga Paul Van Zeeland e l'allora capo della Unilever, l'olandese Paul Rijkens. Il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld a sua volta coinvolse Walter Bedell Smith, capo della CIA.[9] La lista degli ospiti fu redatta invitando due partecipanti per ogni nazione, uno per la parte liberale e l'altro per l'opposta parte conservatrice.[8] Cinquanta delegati da undici paesi europei insieme a undici delegati statunitensi parteciparono a quella prima conferenza.[10]
Il successo di questo primo incontro spinse gli organizzatori a pianificare delle conferenze annuali. Fu istituita una commissione permanente con Retinger nel ruolo di segretario permanente. Alla morte di Retinger divenne segretario l'economista olandese Ernst van der Beugel nel 1960 e in seguito la posizione fu rivestita da Joseph E. JohnsonWilliam Bundy e altri.[11] Molti partecipanti al gruppo Bilderberg sono capi di Stato, ministri del tesoro e altri politici dell'Unione europea ma prevalentemente i membri sono esponenti di spicco dell'alta finanza europea e anglo-americana.

Struttura organizzativa

La conferenza è organizzata da una commissione permanente (Steering Committee) della quale fanno parte due membri di circa 18 nazioni differenti.[12] Oltre al presidente della commissione è prevista la figura di segretario generale onorario.[13] Non esiste la figura di membro del gruppo Bilderberg ma solo quella di membro della commissione permanente ("member of the Steering Committee").[14] Esiste anche un gruppo distinto di supervisori.[15]

Presidenti della Steering Committee

Cronologia degli incontri

Di seguito vengono riportate la data e la collocazione degli incontri effettuati dal gruppo:[18][19]
  1. 29-31 maggio 1954: OosterbeekPaesi Bassi.
  2. 18-20 marzo 1955: BarbizonFrancia.
  3. 23-25 settembre 1955: Garmisch-PartenkirchenGermania Ovest.[18]
  4. 11-13 maggio 1956: FredensborgDanimarca.[18]
  5. 15-17 febbraio 1957: St Simons IslandGeorgiaUSA.
  6. 4-6 ottobre 1957: FiuggiItalia.[18]
  7. 13-15 settembre 1958: BuxtonInghilterra.[18]
  8. 18-20 settembre 1959: YeşilköyTurchia.
  9. 28-29 maggio 1960: BürgenstockSvizzera.[18]
  10. 21-23 aprile 1961: Manoir St Castin, Lac-BeauportCanada.
  11. 18-20 maggio 1962: SaltsjöbadenSvezia.
  12. 29-31 maggio 1963: Cannes, Francia.[18]
  13. 20-22 marzo 1964: WilliamsburgVirginia, USA.
  14. 2-4 aprile 1965: Villa d'EsteCernobbio, Italia.
  15. 25-27 marzo 1966: Wiesbaden, Germania Ovest.
  16. 31 marzo-2 aprile 1967: Cambridge, Inghilterra.
  17. 26-28 aprile 1968: Mont-Tremblant, Canada.
  18. 9-11 maggio 1969: Hotel Marienlyst, Helsingør, Danimarca.
  19. 17-19 aprile 1970: Bad Ragaz, Svizzera.
  20. 23-25 aprile 1971: WoodstockVermont, USA.
  21. 21-23 aprile 1972: Knokke-HeistBelgio.
  22. 11-13 maggio 1973: Saltsjöbaden, Svezia.
  23. 19-21 aprile 1974: Megève, Francia.
  24. 25-27 aprile 1975: Çesme, Turchia.
  25. 22-24 aprile 1977: Torquay, Inghilterra.
  26. 21-23 aprile 1978: PrincetonNew Jersey, USA.
  27. 27-29 aprile 1979: BadenAustria.
  28. 18-20 aprile 1980: Aquisgrana, Germania Ovest.[20]
  29. 15-17 maggio 1981: Bürgenstock, Svizzera.
  30. 14-16 maggio 1982: SandefjordNorvegia.
  31. 13-15 maggio 1983: Montebello, Canada.
  32. 11-13 maggio 1984: Saltsjöbaden, Svezia.
  33. 10-12 maggio 1985: Rye Brook, New York, USA.
  34. 25-27 aprile 1986: GleneaglesScozia.
  35. 24-26 aprile 1987: Villa d'EsteCernobbio, Italia.
  36. 3-5 giugno 1988: Telfs-Buchen, Austria.
  37. 12-14 maggio 1989: La TojaSpagna.
  38. 11-13 maggio 1990: Glen Cove, New York, USA.
  39. 6-9 giugno 1991: Baden-Baden, Germania.
  40. 21-24 maggio 1992: Evian-les-Bains, Francia.
  41. 22-25 giugno 1993: AteneGrecia.
  42. 3-5 giugno 1994: HelsinkiFinlandia.
  43. 8-11 giugno 1995: Zurigo, Svizzera.
  44. 30 maggio-1º giugno 1996: Toronto, Canada.
  45. 12-15 giugno 1997: Lake Lanier, Georgia, USA.
  46. 14-17 maggio 1998: TurnberryAyrshire, Scozia.
  47. 3-6 giugno 1999: SintraPortogallo.
  48. 1-4 giugno 2000: GenvalBruxelles, Belgio.
  49. 24-27 maggio 2001: Stenungsund, Svezia.
  50. 30 maggio-2 giugno 2002: ChantillyVirginia, USA.
  51. 15 maggio-18 maggio 2003: VersaillesParigi, Francia.
  52. 3-6 giugno 2004: Stresa, Italia.
  53. 5-8 maggio 2005: Rottach-Egern, Germania.
  54. 8-11 giugno 2006: Ottawa, Canada.
  55. 31 maggio-3 giugno 2007: Istanbul, Turchia.
  56. 5-8 giugno 2008: Chantilly, USA.
  57. 14-16 maggio 2009: Atene, Grecia.
  58. 3-6 giugno 2010: Sitges, Spagna.
  59. 9-12 giugno 2011: Sankt Moritz, Svizzera.
  60. 31 maggio-3 giugno 2012: Chantilly, USA.
  61. 6-9 giugno 2013: Watford Chandler's Cross (Hertfordshire), Gran Bretagna.
  62. 29 maggio - 1º giugno 2014 - Copenaghen Marriott, Danimarca.
  63. 11-14 giugno 2015 - Telfs-Buchen, Austria.
  64. 9-12 giugno 2016 - Dresda, Germania
  65. 1-4 giugno 2017: Chantilly, USA.

L’edizione del 2017 è iniziata ufficilamente oggi. Il Gruppo Bilderberg, un club molto esclusivo che, dietro la facciata del think tank, riunisce ogni anno in un hotel le 130 personalità più importanti nel campo economico, politico e bancario, si è dato appuntamento a Chantilly (Virginia), città a una trentina di miglia dalla Casa Bianca.

All’ordine del giorno, secondo quanto riportato da Russia Today, ci sono la Russia di Vladimir Putin e l’ordine internazionale, l’amministrazione di Donald Trump, la guerra dell’informazione, la Cina, la difesa dell’alleanza transatlantica, la direzione dell’Unione Europea e la crescita dei movimenti populisti.

Nato nel 1954 il Gruppo Bilderberg riunisce, fino al 4 giugno, nello stesso posto i più importanti esponenti della politica (tra i tanti il segretario generale della Nato e l’ambasciatore cinese), della finanza e dell’economia. Non mancano, ovviamente, editori e commentatori dei maggiori giornali (da Bloomberg all’Economist, dal Financial Times al Wall Street Journal).

Quest’anno il nostro Paese è largamente rappresentato. Ci sono John Elkann, Lilli Gruber e le “new entry” Beppe Severgnini e Maurizio Molinari. E ancora: il sottosegretario per gli Affari europei Sandro Gozi e della fisica italiana e direttrice generale del Cern Fabiola Gianotti.

Per tutta la durata dell’incontro, come spiega Russia Today, le discussioni sono chiuse al pubblico e, ovviamente, alla stampa.“I partecipanti possono usare le informazioni ricevute ma senza rivelare l’identità dello speaker – si legge – non viene stilato alcun rapporto”.

Note

  1. ^ (EN) Pepe Escobar, The masters of the universe, Asia Times, 22 maggio 2003. URL consultato il 5 agosto 2013.
  2. ^ (ENBilderberg Announces 2008 Conference, Business Wire, 5 giugno 2008. URL consultato il 5 agosto 2013.
  3. ^ (ENOfficial 2008 Bilderberg Participant List, Info Wars, 6 giugno 2008. URL consultato il 5 agosto 2013.
  4. ^ (EN) Jonathan Duffy, Bilderberg: The ultimate conspiracy theoryBBC, 3 giugno 2004. URL consultato il 5 agosto 2013.
  5. ^ Luciano Gallino, Finanzcapitalismo. La cività del denaro in crisi, Einaudi.
  6. ^ Il gruppo Bilderberg, Italian Samizdat, 22 aprile 2012. URL consultato il 5 agosto 2013.
  7. ^ a b Emanuele Menietti, Monti, i Bilderberg e la Trilaterale, Il Post, 14 novembre 2011. URL consultato il 5 agosto 2013.
  8. ^ a b (EN) Alden Hatch, The Hôtel de Bilderberg, in H.R.H. Prince Bernhard of the Netherlands: An authorized biography, Londra, Harrap, 1962.
    «The idea was to get two people from each country who would give the conservative and liberal slant».
  9. ^ (EN) Valérie Aubourg, Organizing Atlanticism: the Bilderberg Group and the Atlantic Institute 1952–1963, in Giles Scott-Smith; Hans Krabbendam (a cura di), The Cultural Cold War in Western Europe 1945-1960, Londra, Frank Cass, 2003, pp. 97-98, ISBN 978-1-135-76344-2.
  10. ^ a b c (ENDavid RockefellerMemoirs, Random House, 2002, p. 412, ISBN 978-0-679-40588-7.
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  19. ^ Nel 1976 non ci fu alcuna conferenza poiché il Principe Bernhard fu coinvolto nello scandalo Lockheed e, di conseguenza, fu costretto a dimettersi dalla presidenza della Steering Committee.
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Bibliografia

Voci correlate