Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 22 marzo 2017
Vite quasi parallele. Capitolo 50. La Guerra delle Due Rose
Nel conflitto tra la famiglia Monterovere e il clan Ricci-Orsini, riguardo alla questione del Canale Emiliano Romagnolo e delle terre confiscate, si potrebbe vedere, in piccolo, si parva licet componere magnis, una miniatura di ciò che fu la Guerra delle Due Rose tra gli York (Rosa Bianca) e i Lancaster (Rosa Rossa), nell'Inghilterra di fine medioevo.
Secondo questo ironico parallelismo, i Monterovere, per le loro convinzioni politiche di sinistra potevano essere sicuramente il partito della Rosa Rossa e i Ricci-Orsini, per le loro alleanze politiche di centro-destra, potevano essere rappresentati dalla Rosa Bianca.
I due capi-fazione erano Romano Monterovere ed Ettore Ricci.
Ognuno di loro espresse la propria perplessità sulla relazione tra Francesco e Silvia, ma ognuno lo fece a modo suo.
Ettore Ricci partì subito alla carica giocando l'asso di bastoni:
<<Se ti sposi quello lì, io ti diseredo!>>
La minaccia era credibile, dal momento che nel 1973 ancora non era stata introdotta la quota di legittima nell'ambito della successione mortis causa.
Ma dal momento che Silvia non aveva mai mostrato alcun interesse ai beni patrimoniali dei genitori, la minaccia cadde nel vuoto:
<<Meglio! L'eredità Orsini è come l'Oro del Reno, porta disgrazia a chiunque ne venga in possesso!>>
Ettore fraintese:
<<Disgrazia? Vorresti forse insinuare che sono un disgraziato?>>
Silvia fece segno di no con l'indice:
<<Ma no, è la nostra famiglia che ha subito duri colpi. E io non voglio portarmi dietro questa maledizione. Mi chiamo fuori da ogni questione di soldi. Ho il mio stipendio e mi basta>>
Lui ridacchiò:
<<Ti basta? E dove andrai ad abitare, dopo che io ti avrò cacciato di casa? Sotto un ponte?>>
Silvia si accorse che il padre aveva gli occhi lucidi e capì che stava bluffando:
<<Non ne saresti capace, papà. In fondo non sei così cattivo come fingi di essere. In ogni caso, io e Francesco faremo un mutuo, per un appartamento in città>>
Ettore assunse un atteggiamento beffardo:
<<Ah ah, sì, bello, due cuori e una capanna! Commovente! Ma hai idea di quanto sono alti i tassi di interesse, dopo la crisi petrolifera? E poi, cosa offriresti in garanzia? Andresti alla Bancaccia, dal caro cugino Goffredo a chiedere un occhio di riguardo?>>
Silvia sospirò:
<<Sai bene che non lo farei. Non ho mai voluto una raccomandazione dai nostri "illustri" parenti. Non voglio avere debiti con quella gente, nemmeno con i figli di zia Ginevra. Questa forse è la principale differenza tra me e te>>
Lui si indignò:
<<Cosa vorresti dire? Forse che Ettore Ricci ha bisogno di raccomandazioni? Baggianate! Ho avuto onori più grandi, ai miei tempi!>>
Lei conosceva bene quel tono:
<<Non so se le hai chieste, ma di sicuro non le hai mai rifiutate in passato e non lo farai ora, nel momento del massimo bisogno. Tutta la questione dell'esproprio delle terre per il Canale gira intorno all'entità dell'indennizzo.
Immagino che alla fine il caro cugino Senatore Edoardo Leandri riuscirà a farti spuntare un buon prezzo. Potrebbe essere persino un affare. In fondo sono terre aride, e la vicinanza di un canale di irrigazione aumenterebbe decisamente il loro valore>>
Ettore rimase impressionato:
<<Per essere una che disprezza il denaro, mi sembra che te ne intendi fin troppo, figlia mia. Forse ti ho sottovalutata. Avrei dovuto farti studiare qualcosa di utile, tipo economia e commercio, ma come si fa... una donna non può occuparsi di queste cose>>
Silvia si accigliò:
<<Tu dici, papà? Hai capito ben poco delle donne. La sorella di Francesco, Enrichetta Monterovere, è diplomata ragioniera e dirige i lavori per il Canale di Bonifica "Destra di Reno", vicino a Casal Borsetti. Praticamente là è tutta terra dei Monterovere. Altro che Feudo Orsini, loro hanno un'Azienda che fa soldi a palate, e sarebbe molto più conveniente, per te, allearti con loro, invece che stare lì a litigare per questioni di puntiglio>>
Lui socchiuse gli occhi:
<<Enrichetta Monterovere è un mastino! Ed è la prediletta di Romano. Scommetto la mia reputazione che quel vecchio taccagno lascerà tutto la lei, mentre tu e il tuo Francesco resterete con le pive nel sacco!>>
Silvia sorrise:
<<Staremo a vedere. C'è anche un terzo fratello, Lorenzo. Nessuno lo tiene mai in considerazione, ma potrebbe essere quello che farà più strada. Zitto zitto, lui diventerà un Barone universitario, e credimi, papà, essere un Barone Universitario conta molto di più, al giorno d'oggi, che aver sposato la figlia di un Conte!>>
Gli occhi di Ettore si fecero opachi, come se stesse guardando lontano:
<<Tu non ci crederai, ma io ho sposato Diana per amore. Sì sì, ridi pure! Lo so che sono stato un vero idiota a illudermi che lei potesse ricambiare i miei sentimenti. Ma quando aveva vent'anni era di una bellezza che lasciava senza parole. Le è bastato uno sguardo, con quei suoi occhioni... e io sono rimasto incastrato>>
Silvia sapeva che lui era sincero:
<<Dovreste ricominciare a parlarvi. State invecchiando... un giorno potrebbe essere troppo tardi...>>
<<E io che pensavo di spedirla a vivere con te a Forlì! Lei e la sua Contessa Madre, e magari anche Ida Braghiri e tutta quella sua cagnara di figli e nipoti>>
<<Potrebbe farlo sul serio, papà, e tu ti ritroveresti solo in questa grande casa piena di fantasmi e di brutti ricordi>>
Ettore si sentì improvvisamente, per la prima volta in vita sua, vecchio e stanco:
<<Ci sarebbero ancora le mie sorelle e magari verrebbe a stare qui anche mia madre, la maestra Clara, che è tutta la vita che desidera piantare le radici nel Salotto di Emilia Orsini>>
Silvia sorrise:
<<C'è posto per tutti, qui. Per la nonna Clara, la nonna Emilia, per te e la mamma, per le tue sorelle, per la famiglia Braghiri e credo anche per me e il mio futuro marito, quando capirai che con i Monterovere si può arrivare ad un accordo. Mi piacerebbe che i miei figli crescessero qui in campagna, amati da una grande famiglia unita. Può ancora succedere. Sarebbe un gran bene per tutti e soprattutto per te>>
In quel momento Silvia intuì che un figlio suo e di Francesco avrebbe potuto favorire i buoni rapporti tra le due famiglie e persino all'interno delle famiglie stesse.
I bambini a volte possono compiere simili miracoli e ricomporre le più antiche fratture.
Le venne in mente l'incipit del Riccardo III, che indicava una possibile fine della Guerra delle Due Rose: "L'inverno del nostro scontento si è fatto estate sfolgorante sotto i raggi di questo sole di York"