Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
sabato 28 gennaio 2017
Vite quasi parallele. Capitolo 9. Il "prode" Ettore Ricci e i suoi alleati
Ettore Ricci era sinceramente innamorato di Diana Orsini e questo fu, fin dall'inizio, il vero problema.
Se si fosse trattato solo di un'infatuazione, di un capriccio o di un "trofeo di caccia", forse avrebbe anche lasciato perdere. Magari sarebbe riuscito persino a dimenticarla del tutto.
Ma lui era innamorato.
Diana rappresentava tutto ciò di cui lui sentiva il bisogno, ciò che gli mancava.
La bellezza, la raffinatezza, l'educazione, la cultura, il fascino.
Lui era virile, forte, passionale, irascibile, ambizioso, tenace. Sapeva anche essere ironico, ma in maniera ruvida, grezza, insofferente nei confronti del bon ton salottiero. Il galateo gli sembrava una forma intollerabile di effeminatezza. La cultura era per i topi di biblioteca, non per i veri uomini. Il fascino, be', o ce l'hai o non ce l'hai...
Insomma, tutto ciò che gli mancava erano cose che giudicava inappropriate per un uomo e perfette per una donna.
Nel 1935, in Italia, era piuttosto naturale che un uomo la pensasse così.
Oggi per noi tutto questo è inconcepibile, ma forse ha ragione Clint Eastwood nel dire che siamo una "pussy generation",
La ritrosia di Diana, che si rifiutava persino di parlargli, era qualcosa di incomprensibile ai suoi occhi, ma non faceva altro che acuire il suo desiderio, perché ciò che ognuno desidera di più è quello che non può avere. Il frutto proibito.
Ma Ettore, che non era affatto uno stupido, anzi, aveva una certa sagacia istintiva, come quella di un segugio o di un cane da tartufo, aveva individuato i deboli di Diana e il modo per comunicare con lei.
Diana infatti riponeva troppa fiducia nella governante di Villa Orsini, la signora Ida Braghiri, una matrona talmente sicura di sé da far soggezione persino al Conte e alla Contessa.
Ida Braghiri era a sua volta moglie di Michele Braghiri, un fattore furbo e astuto, che era riuscito a diventare amministratore agricolo del Feudo Orsini e nel contempo informatore privilegiato della famiglia Ricci.
Ma c'era un'altra persona che godeva della fiducia di Diana, e cioè la cugina di suo padre, la professoressa Mariuccia De Toschi, che era una Orsini per parte di madre, ed era anche un'ottima amica della maestra Clara Ricci, madre di Ettore.
Poiché Ida Braghiri e Mariuccia De Toschi erano due persone completamente diverse tra loro, Ettore Ricci sapeva che andavano contattate ognuna a modo suo.
Per quanto riguardava la governante Ida Braghiri, Ettore Ricci decise di parlare prima con suo marito Michele.
Quest'ultimo era un personaggio molto particolare.
Anche lui aveva cominciato dal niente, ma dietro alla sua carriera c'era la famiglia Ricci, e questo all'insaputa di tutti, in modo particolare della famiglia Orsini.
Michele Braghiri un uomo estremamente vanitoso e un donnaiolo impenitente.
Queste sue caratteristiche lo resero facilmente corruttibile: per pagarsi i vestiti, gli orologi, le scarpe, il barbiere tutti i giorni, i profumi, le lacche, circoli ricreativi, automobili e naturalmente tutto ciò che serviva per corteggiare le donne o anche solo per accedere a bordelli esclusivi, aveva bisogno di molti soldi e li trovò presso la famiglia Ricci.
Il vecchio Giorgio Ricci fu abile nel solleticare le ambizioni del vanesio Michele Braghiri e della sua orgogliosissima moglie.
Per questo, nel momento in cui le ipoteche sul Feudo Orsini garantirono alla famiglia Ricci una pressoché totale influenza sulle decisioni del Conte, quest'ultimo nominò Michele Braghiri amministratore delle terre e sua moglie Ida governante della Villa.
Quando Michele Braghiri fu convocato da Ettore Ricci, sapeva già il motivo dell'incontro.
Il prode Ettore dichiarò, senza giri di parole, che:
<<Tua moglie ha la fiducia di Diana Orsini, il che mostra il punto debole della contessina e cioè l'ingenuità. Ida deve solo dirle, ogni tanto, come per caso, alcune parole che ora io ti riferirò.
In particolare deve chiedersi cosa accadrà ai fratelli più piccoli di Diana quando la famiglia si ritroverà sul lastrico.
Deve buttare là l'idea che in condizioni difficili è necessario un uomo forte per rimettere le cose in sesto, ma non deve fare assolutamente il mio nome, nemmeno se richiesta. A questo penserà la professoressa De Toschi>>
Simbolismo dell'Occhio Onniveggente. Illuminati e Nuovo Ordine Mondiale.
L'Occhio che Tutto Vede, l'Occhio Onniveggente o Occhio della Provvidenza è un simbolo che si manifesta come triangolo raggiante e caricato di un occhio.
Descrizione
Viene rappresentato come un occhio spesso circondato da raggi di luce o da gloria ed è solitamente inscritto in un triangolo. È generalmente interpretato come essere l'occhio di Dio protettore dell'umanità (o come divina provvidenza).[1]
Nell'era moderna, l'uso più notevole dell'occhio della provvidenza è nel rovescio dello Stemma degli Stati Uniti d'America, che appare anche sulle banconote da un dollaro statunitense.
Utilizzo
Araldica
L'occhio della provvidenza appare in molti emblemi e sigilli ufficiali tra cui:
- nello stemma di Brasłaŭ, in Bielorussia;
- nei stemmi e distintivi di diverse fratellanze, tra cui Delta Tau Delta, Phi Kappa Psi, Phi Delta Theta e Delta Kappa Epsilon;
- nello stemma dell'Università del Mississippi;
- nello stemma dell'Università del Cile.
Massoneria
Lo stesso argomento in dettaglio: Massoneria. |
Oggigiorno, l'occhio della Provvidenza è generalmente associato alla Massoneria. L'occhio compare nella iconografia standard dei massoni nel 1797, con la pubblicazione del Freemasons Monitor di Thomas Smith Webb. Qui rappresenta l'occhio che tutto vede di Dio ed è un monito al fatto che ogni pensiero e azione di un massone sono osservati da Dio (a cui ci si riferisce nella Massoneria come Grande Architetto dell'Universo[3]). Tipicamente, l'occhio della Provvidenza massonico è posto sopra a una gloria semicircolare ed è, talvolta, inscritto in un triangolo.
Numismatica
L'occhio appare:
- nella banconota da un dollaro degli Stati Uniti - come parte dello stemma nazionale;
- nella banconota da 50 corone estoni - come parte della chiesa di Käina;
- nella banconota da 500 grivnie ucraine.
Stati Uniti d'America
Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma degli Stati Uniti d'America. |
Nel 1782 venne adottato nel rovescio dello Stemma degli Stati Uniti d'America. È stato inizialmente suggerito come elemento per lo stemma nel 1776 nella prima delle tre commissioni per l'ideazione dell'emblema, come suggerito dell'artista Pierre Eugene du Simitiere.[4]
Sullo stemma, l'occhio è circondato dai motti Annuit Cœptis, ovvero "Egli approva [le nostre] decisioni", e Novus Ordo Seclorum, ovvero "Nuovo Ordine delle Epoche". L'occhio è posto sopra ad una piramide incompleta con tredici gradoni, rappresentanti le tredici colonie originarie e la crescita futura della nazione. Sul gradone più basso viene scritto 1776 in numeri romani. Il simbolismo sostiene che l'Occhio, ovvero Dio, desidera la prosperità degli Stati Uniti d'America.
Considerazioni popolari fra gli interessati di teoria del complotto affermano che l'occhio della Provvidenza nello Stemma degli Stati Uniti d'America indica l'influenza della Massoneria nella fondazione degli Stati Uniti, cosa che è stata parodiata nel film Disney del 2004 Il mistero dei Templari. Comunque, l'uso massonico comune dell'occhio è successivo di 14 anni alla creazione dello stemma. Inoltre, nelle varie commissioni per il disegno dello stemma, solo Benjamin Franklin era massone (e le sue idee non furono approvate)[5].[6] Infine, molte organizzazioni massoniche hanno esplicitamente negato ogni connessione alla creazione dello stemma.[7][8]
Forse a causa del suo uso nello stemma nazionale, l'occhio è presente in diversi stemmi e loghi americani, come nello Stemma del Colorado o in quello della città di Kenosha.[9] È apparso nel logo originale dell'Information Awareness Office del DARPA.
Apparizione in opere artistiche
- Nella pubblicazione originale della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, simile all'iconografia dei Dieci Comandamenti.
- Nella copertina della Costituzione serba del 1835.
- Nella Cattedrale di Kazan' a San Pietroburgo, in Russia.
- Nella facciata della Piccola Casa della Divina Provvidenza, fondata a Torino da San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
- Nelle insegne della Guards Division britannica creata nel 1915.
- Nel logo della Steve Jackson Games.
- Nello show televisivo "Then Came Bronson", il simbolo appare su un serbatoio di una motocicletta.
- Nello show televisivo "Gravity Falls", il personaggio di Bill Cipher è ispirato all'occhio della provvidenza
Note
- ^ L'occhio come simbolo cristiano
- ^ Wörterbuch der ägyptischen Sprache 1, 268.13
- ^ Massoneria e l'occhio che tutto vede - dal sito della Grande Loggia della British Columbia e dello Yukon
- ^ Lo stemma degli Stati Uniti, pubblicato dal US Dept. of State
- ^ Massoni nel primo comitato, su greatseal.com. URL consultato il 27 luglio 2015.
- ^ Progetto originale di Franklin, su greatseal.com. URL consultato il 27 luglio 2015.
- ^ Grand Lodge of British Columbia and Yukon, Anti-massoneria FAQ
- ^ Pietre-Stones Review of Freemasonry, Il dollaro "massonico": verità o commedia? di W.Bro. David Barrett
- ^ Kenosha seal, kenowi.com.
Bibliografia
- Antonio Manno, Vocabolario araldico ufficiale, edito a Roma nel 1907.