sabato 31 dicembre 2016

Cernunnos, il dio celtico dei boschi

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Nella mitologia celticaCernunnos era lo spirito divinizzato degli animali maschi cornuti, specialmente dei cervi, un dio della fecondità, degli animali e della natura selvaggia. Come "Dio Cornuto", Cernunnos fu una delle numerose divinità simili presenti in molte culture antiche. È associato alla figura Oltretombale del Dis Pater.
Dalle fonti archeologiche si sa che Cernunnos veniva adorato in Gallia, in Italia settentrionale (Gallia cisalpina) e sulla costa meridionale della Britannia. Sembra che il dio "cornuto" fosse comunque una divinità preceltica di origine sciamanica adorata in tutto il continente indoeuropeo. Interessante vedere alcune incisioni di epoca paleolitica e le rappresentazioni del proto-Paśupati (dio degli animali) del 3000 a.C. della Civiltà della valle dell'Indo. In quest'ultima, la divinità precedente a Shiva è rappresentata con molti attributi simili a Cernunnos e nella stessa posizione. Quella che probabilmente è la più antica immagine di Cernunnos si trova tra le Incisioni rupestri della Val Camonica[1][2], in Italia, e risale al IV secolo a.C., mentre la più conosciuta si trova sul famoso Calderone di Gundestrup della Danimarca pregermanica e risalente al I secolo a.C. costruito nell'odierna Bulgaria da artigiani celtici o seguendo questo stile, che testimonia l'interesse per questa divinità anche al di fuori del territorio gallico.
Nella religione gallo-romana, il suo nome è noto dal "Pilastro dei barcaioli" (Pilier des nautes), un monumento ora situato al Musée Nationale du Moyen Age a Parigi. Fu costruito dai marinai galli all'inizio del I secolo d.C., dall'iscrizione (CIL XIII number 03026) probabilmente nell'anno 14, al momento di inizio del principato di Tiberio. Fu trovato nel 1710 nelle fondamenta della cattedrale di Notre-Dame sul sito di Lutetia, la civitas capitale della tribù celtica dei Parisii. Raffigura Cernunnos e alte divinità celtiche insieme a divinità romane come GioveVulcanoCastore e Polluce.
Il Pilier des nautes fornisce la prima evidenza scritta del nome della divinità. Ulteriori evidenze sono fornite da due placche identiche di metallo da Steinsel-Rëlent nel Lussemburgo, nel territorio della tribù celtica dei Treveri. Queste iscrizioni (AE 1987, 0772) si leggono Deo Ceruninco, "al Dio Cerunincos". Infine, un'iscrizione gallica (RIG 1, number G-224) scritta in lettere greche da Montagnac (HéraultLinguadoca-RossiglioneFrancia) si legge αλλετ[ει]υος καρνονου αλ[ι]σο[ντ]εας che ci dà il nome "Carnonos".

Etimologia


Dettaglio del calderone di Gundestrup con la raffigurazione del dio Cernunnos.
Sulla iscrizione dei Parisii [_]ernunnos, la prima lettera fu cancellata, ma può essere agevolmente restituita in "Cernunnos" a causa della raffigurazione di un dio con le corna sotto il nome e dal fatto che in gallicocarnon o cernon significa "corno"[3]. Similmente cern significa "corno" o "capo" in Antico Irlandese ed è etimologicamente affine al termine simile carn in Gallese e Bretone. Queste derivano dalla radice proto-indoeuropea *krno- che ha dato anche il latino cornu e germanico *hurnaz (dal quale l'inglese "horn")[4][5].
La stessa radice gallica si trova nei nomi di tribù come i Carnuti, i Carni e i Carnonaci e nel nome della tromba gallica da guerra, la carnyx. Perciò, la forma proto-celtica di questo teonimo può essere ricostruita o come *Cerno-on-os o come *Carno-on-os, entrambi col significato di "divinità maschile cornuta". Il tema -on- si trova di frequente, ma non esclusivamente, nei teonimi (esempi: Map-on-osEp-on-aMatr-on-aeSir-on-a).
Seguendo le leggi fonetiche celtiche, la forma romano-britannica di questo teonimo proto-celtico deve essere verosimilmente stata *Cernonos o *Carnonos entrambe direttamente comparabili con la forma gallica Cernunnos.

Iconografia

Le raffigurazioni di Cernunnos sono notevolmente coerenti in tutto il mondo celtico. Il suo attributo più caratteristico è costituito dalle sue corna di cervo, ed è di solito raffigurato come un uomo maturo con barba e capelli lunghi. Indossa un torquis, un collare ornamentale usato dai Celti come segno di nobiltà. Egli spesso indossa altri torc ai polsi o appesi alle corna, e ha una borsa piena di soldi. Di solito viene raffigurato seduto a gambe incrociate, in una posizione che alcuni hanno interpretato come meditativa o sciamanica, sebbene possa riflettere soltanto il fatto che i Celti si accovacciavano quando cacciavano.
Cernunnos è quasi sempre raffigurato con degli animali, in particolare il cervo. È frequentemente associato anche con un animale particolare che sembra appartenere prima di tutto a lui: un serpente con le corna di un ariete. Questa creatura potrebbe essere una divinità essa stessa. Meno frequentemente, è associato anche con altri animali, compresi il toro (a Reims), il cane e il topo. A causa della sua frequente associazione con animali, gli studiosi spesso descrivono Cernunnos come "Signore degli animali" o "Signore del mondo selvatico". A causa della sua associazione col cervo (un animale particolarmente cacciato) è anche descritto come "Signore della caccia". È interessante che il Pilier des nautes lo colleghi con i marinai e con il commercio, suggerendo che egli fosse associato anche con la ricchezza materiale come dimostra anche la borsa con le monete del Cernunnos di Reims (Marne, Champagne, Francia) - nell'antichità, Durocortorum, la civitas capitale della tribù dei Remi - e il cervo che vomita monete proveniente da Niedercorn-Turbelslach (Lussemburgo) nel territorio dei Treveri.

Nel medioevo

Tracce del dio sopravvissero in epoca cristiana. Le tradizioni letterarie sia del Galles che d'Irlanda contengono allusioni a questo dio, mentre in Bretagna il leggendario San Korneli (o Cornély) a Carnac ha gli attributi di Cernunnos. È stato anche ipotizzato che il mito inglese di Herne il Cacciatore sia un'allusione a Cernunnos, sebbene sembri che Herne sia una sopravvivenza delle credenze dei Sassoni, piuttosto che dei Celti, e sia menzionato per la prima volta nel 1597 nella commedia di William Shakespeare Le allegre comari di Windsor, Atto 4, Scena 4.

Neopaganesimo

Nella Wicca viene talvolta usata l'iconografia derivata dalla storica cultura celtica, compresa l'immagine di Cernunnos al quale si fa riferimento come il Dio Cornuto. Questa versione di Cernunnos è poco fondata, più che sul piano storico, sul piano del simbolismo fallico, fuso con elementi presi da Pan. Gli aderenti generalmente seguono per Cernunnos un ciclo di vita-fertilità-morte, sebbene la sua morte sia adesso posta solitamente a Samhain, la festività celtica del nuovo anno solitamente posta al 31 ottobre. Si deve notare, comunque, che la Wicca non è in alcun modo una esatta ricostruzione della religione e della cultura celtica, nonostante le pretese di alcuni Wiccani.[6]

Influenza culturale

All'iconografia di Cernunnos si è ispirato il regista d'animazione Miyazaki per la figura dello Shishigami, divinità cervide che compare nel suo film Princess Mononoke. Viene rappresentato come personaggio negativo nel libro terzo della saga I segreti di Nicholas Flamel, l'immortaleI segreti di Nicholas Flamel, l'immortale - L'incantatrice. Viene raffigurato come una creatura feroce e primordiale, con zampe caprine e il volto di un uomo bellissimo, sormontato da palchi di cervo.

Note

  1. ^ a b Sansoni e Gavaldo (1995), p. 156.
  2. ^ Ausilio PriuliPiancogno, su ItineraURL consultato il 9 maggio 2014.
  3. ^ Delmarre (1987), pp. 106-107
  4. ^ Nussbaum (1986)
  5. ^ Pokorny (1959), pp. 574-576.
  6. ^ [1]

Bibliografia

  • (LACorpus Inscriptionum Latinarum (CIL), vol. 13, nº 03026.
  • (FR) Xavier Delmarre, Dictionnarie de la langue gauloise, 2ª ed., Parigi, Editions Errance, 2003, ISBN 2-87772-237-6.
  • (FR) Michel Lejeune, Textes gallo-grecs, a cura di Paul-Marie Duval, Recueil des inscriptions gauloises (RIG), vol. 1, Parigi, Editions du CNRS, 1995, ISBN 2-222-03460-4.
  • (EN) Alan J. Nussbaum, Head and Horn in Indo-European, Berlino-New York, Walter de Gruyter, 1986, ISBN 3-11-010449-0.
  • (DE) Julius Porkorny, Indogermanisches etymologisches Wörterbuch, Berlino, Franke Verlag, 1959.
  • John Arnott MacCulloch e Francesca Diano, La religione degli antichi celti, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1998, ISBN 88-7305-622-9.
  • Alexei Kondratiev e Marco Massignan, Il tempo dei celti. Miti e riti: una guida alla spiritualità celtica, Milano, Apogeo, 2005, ISBN 88-503-2365-4.
  • Miranda J. Green, Dizionario di mitologia celtica, Milano, Bompiani, 2003, ISBN 88-452-9268-1.
  • Paul-Marie Duval, Cernunnos, il dio dalle corna di cervo, in Yves Bonnefoy (a cura di), Dizionario delle mitologie e delle religioni, Milano, Rizzoli, 1989, ISBN 88-17-14519-X.
  • Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo, L'arte rupestre del Pià d'Ort. La vicenda di un santuario preistorico alpino, Capo di Ponte (BS), Edizioni del Centro, 1995, SBN IT\ICCU\LO1\0384671.

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Chi sono veramente i presunti "ribelli moderati" che hanno devastato la Siria?

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Aleppo è stata liberata da parte dell’esercito di Assad col sostegno delle forze russe di Putin, ma i media occidantali piangono i terroristi di Al-Nusra e di altre sigle affini che tenevano prigioniera la città da quattro anni. L’attentato all’Ambasciatore russo ha segnato una pugnalata alle spalle di chi il terrorismo lo combatte per davvero, mentre l’Occidente si schiera con i terroristi.
La guerra in Siria è iniziata il 15 marzo 2011, nel contesto della cosiddetta Primavera Araba (la Falsa Primavera) e si è sviluppata su scala nazionale nel 2012 ed è ancora in corso.
Fin dall'inizio l'obiettivo dell'insurrezione è spingere alle dimissioni il presidente Baššār al-Asad ed eliminare la struttura istituzionale del Partito Baath, il partito socialista arabo.
Lo schema dell'insurrezione è quello già sperimentato in Libia e in Ucraina: operatori esterni fomentano un'iniziale rivolta e poi ne prendono il controllo.
Col radicalizzarsi degli scontri si aggiunge con sempre maggiore forza una maggioritaria componente estremista di stampo salafita che, anche grazie agli aiuti di alcune nazioni sunnite del Golfo Persico, si pensa possa aver raggiunto il 75% della totalità dei combattenti. Tali gruppi fondamentalisti hanno come principale obiettivo l'instaurazione della Shari'a in Siria

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StatusOngoing
Main belligerents
 Syrian Arab Republic
Allied groups
 Iran (from 2013)
InfoboxHez.PNG Hezbollah (from 2013)
 Russia (from 2015)
 Opposition
 Islamic Front(2013-15)
 Turkey[b] (from 2016)

 ISIL(from 2012)
 Rojava (SDF)
(from 2012)

Commanders and leaders


United States Army Sean MacFarland[63]
(Commander of CJTF-OIR)

In Siria la guerra contro Assad la fanno Isis e Al Qaeda, alias al-Nusra. Dopo l'evaporazione dell'Esercito Libero Siriano, i ribelli moderati non esistono

Di Victor de Crunari   
http://www.affaritaliani.it/esteri/siria-i-ribelli-moderati-non-esistono-in-guerra-contro-assad-isis-al-qaeda-456497.html?refresh_ce

Siria, ma quali ribelli moderati? Dopo il ritrovamento di fosse comuni a Aleppo est, emerge la verità: la guerra contro Assad la fanno solo Al Qaeda e Isis


Un fantasma si aggira per la Siria del regime di Assad devastata dalla guerra: i ribelli moderati. Dopo che l'esercito siriano con l'aiuto dei russi ha occupato la parte orientale di Aleppo, qualcosa nella narrazione dei media occidentali si è inceppato. Il ritrovamento difosse comuni con decine di cadaveri di uomini, donne e bambini orribilmente torturati e mutilatiimbarazza chi si è ostinato a raccontare l'assedio in termini di eroica resistenza dei ribelli (moderati, of course) contro il “feroce bombardamento” russo-siriano. Ma non erano le bombe del regime a intrappolare la popolazione civile? E i ribelli non erano, appunto, moderati? E non è proprio per questa moderazione che sono stati armati e finanziati non solo dall'Arabia Saudita, ma anche direttamente dalla Cia, cioè dagli Stati Uniti d'America? 


Siria, i ribelli cosiddetti moderati che fanno la guerra a Assad sono di Al Qaeda o dell'Isis



«Molti dei "ribelli" che noi in Occidente abbiamo finora sostenuto sono tra i più crudeli e spietati combattenti presenti in tutto il Medio Oriente» scrive Robert Fisk, uno degli inviati in Siria più autorevoli, sull'Independent – che non nasconde, giustamente, i tanti crimini del regime di Assad: torture, esecuzioni, uccisione di civili, distruzione di quartieri in mano ai ribelli e così via (link). Difficile dargli torto. Basta guardare per esempio a Harakat Nour al-Din al-Zenki, che era una delle fazioni ribelli più importanti ad Aleppo, gruppo indipendente parte del Consiglio del Comando Rivoluzionario Siriano. Oltre a essere stato supportato dall'Arabia Saudita come alleato del fronte Autenticità e Sviluppo, ha ricevuto sostegno finanziario dagli Stati Uniti attraverso un programma della CIA volto a finanziare i gruppi di ribelli moderati. Ha ricevuto anche dei missili anticarro BGM-71 TOW di produzione statunitense. 


In Siria i cosiddetti ribelli moderati finanziati e armati dalla Cia hanno decapitato un bambino


Peccato che nel luglio dell'anno scorso si sia diffuso in Rete l'abominevole video di un gruppo di miliziani proprio di Harakat Nour al-Din al-Zenki, finanziati e armati dunque dagli Stati Uniti, che decapitano un bambino palestinese di circa 10 anniaccusato di essere una spia di Liwaa Al Quds, una brigata palestinese che sostiene Assad. Ma non erano moderati? E gli altri gruppi che hanno combattuto nella parte orientale di Aleppo contro il regime di Assad, non erano moderati? Come no: dominati da Al Qaeda, in tempi più recenti chiamata “Jabhat al-Nusra” e attualmente “Jabhat Fateh al-Sham”, così come in altre zone della Siria a combattere il regime è l'Isis... Al Qaeda, dunque. Stiamo parlando dei responsabili dell'attacco alle torri del World Trade Center dell'11 settembre 2011: do you remember? Sembrava che tra i media occidentali, impegnati a pubblicare senza verifiche di sorta i dati forniti dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, fondato da un oppositore di Assad e mantenuto dal governo inglese, non se ne accorgesse nessuno.

Ma improvvisamente, dopo la fine della battaglia di Aleppo, in molti sembrano essersi accorti che le cose sono diverse da come sono state raccontate. Per esempio l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che nel giro di pochi giorni ha prima lanciato l'allarme per la possibile uccisione da parte dell'esercito siriano di centinaia di persone in fuga dalla città; poi ha affermato: «nelle scorse due settimane il Fronte “Fatah al-Sham” e il Battaglione “'Abu Amara” sono stati accusati di aver rapito e ucciso un numero imprecisato di civili a cui era stato chiesto dai gruppi armati di lasciare i rispettivi quartieri, proprio per risparmiare la vita dei civili...». E se perfino il Corriere della Sera, con Paolo Mieli, si accorge improvvisamente della «presenza sul campo di battaglia di gruppi armati islamisti al momento persino più forti e feroci di quelli riconducibili a Daesh», vuol proprio dire che qualcosa è cambiato. «Cosa si dovrebbe fare quando i qaedisti, per di più con armi fornite sia pur involontariamente dai nostri alleati, resistono ad oltranza tenendo in ostaggio una popolazione?» si chiede Mieli, seppellendo schiere di titoli del Corrierone sullo spietato assedio della città e sulla popolazione intrappolata dai bombardamenti, che oggi si scopre essere invece stata tenuta in ostaggio dai ribelli... ex moderati.Quanto all'involontarietà della fornitura di armi agli jihadisti, di involontario pare esserci più che altro la comicità... 

E torniamo al fantasma, i ribelli moderati. Lo stesso Robert Fisk dell'Independent nel 2015 già giurava di aver sentito con le sue orecchie l'ex numero 2 in Iraq di David Petraeus affermare che i ribelli moderati in Siria non esistevano più da un pezzo. Ma che fine ha fatto l'Esercito Libero Siriano? Semplice, è presto andato in mille pezzi. I suoi componenti sono entrati in gran numero nel  fronte al-Nusra e nell'Isis. In molti hanno venduto le armi ricevute dagli americani a peso d'oro, per poi magari ritirarsi a vita privata. Il Washington Institute for Middle East Policy, in uno studio dedicato all'ipotesi di cacciare al Nusra dalla Siria del Nord per mezzo del sedicente Esercito Libero Siriano, ha concluso trattarsi di mission impossibile. La guerra nelle regioni settentrionali infatti non è altro che una competizione tra le diverse fazioni salafite, alcune delle quali come al Nusra hanno giurato fedeltà ad Al Qaeda, altre come Ahrar ash-Sham non l'hanno fatto, mentre l’Els non ha alcun peso reale, con buona pace dei media. Il che dimostra una volta di più che gli Stati Uniti conoscono da tempo la verità: i ribelli moderati siriani, semplicemente, non esistono.

Di Victor de Crunari