Vite in prestito. Capitolo 3. La Contea di Casemurate



Nel frattempo, nella Bassa Pianura Romagnola, da poco liberata dal giogo pontificio, persisteva ancora una Contea che aveva molti aspetti di somiglianza con quella degli Hobbit di Tolkien, ma era in un certo senso molto più retrograda e dimenticata da Dio e dagli uomini, nonché dagli eventi della Grande Storia, e sarebbe stato meglio se tutto fosse rimasto così, perché quando gli uomini e la Grande Storia si ricordarono di quella Contea, le cose si misero molto molta.

Questa Contea ha il suo centro nel paese che le dà il nome, un nome che al lettore non dirà assolutamente niente, a meno che non sia proprio di quelle parti. Un nome strano, ma significativo della volontà dei suoi residenti e signori di non essere disturbati dal resto del mondo.
Questo nome, che è segnato profondamente nella mia vita, come un abisso, è Casemurate.

L'etimologia si spiega facilmente. Il villaggio e il castello centrale erano cinti di mura.

Il luogo, anche qui con una somiglianza inquietante con la Contea degli Hobbit, era sorto all'incrocio tra due strade di una certa importanza (un po' com'erano la Grande Via Est e il Verdecammino), e cioè la Cervese, che collegava, e collega tutt'ora la città di Forlì con la cittadina costiera di Cervia, e il Dismano (antica Via Decumana) che collegava e ancor oggi collega le città di Ravenna e di Cesena.

Quelle due strade dividono la Contea di Casemurate in quattro parti, come i Decumani della Contea di Tolkien.
I confini non sono stati mai del tutto definiti, ma all'incirca si può considerare un cerchio avente come centro l'incrocio tra la Cervese e il Dismano, dove sorgeva il Castello e dove c'era il villaggio centrale con le mura, e un diametro di circa quindici chilometri.

C'è anche una data di fondazione ben precisa, il 1278, quando Bertoldo Orsini, nipote di papa Niccolo III (quello con cui Dante parla in un famoso canto dell'Inferno, scambiandolo per Bonifacio VIII), della potente famiglia romana degli Orsini, fu nominato Conte di Romagna e affidò al fratello minore Bernardo il compito di presidiare la bassa pianura al centro del quadrilatero tra le quattro principali città della Romagna Settentrionale: Ravenna, Forli, Cesena e Cervia.

Fu così che nel 1278, Bernardo Orsini costruì una fortezza all'incrocio della Cervese e del Dismano e dove c'era un piccolo, anonimo villaggio, e la cinse di mura, dandole appunto il nome di Case Murate, che divenne poi Casemurate tutto attaccato.

Papa Niccolo III ratificò sia il nome che la funzione del nipote più giovane, creandolo Primo Conte di Casemurate e dando così inizio alla gloriosa famiglia dei Conti Orsini di Casemurate.

Ebbene, che lo crediate o no, mia nonna materna Diana fu l'ultima discendente di quella famiglia e suo padre Armando fu l'ultimo Conte di Casemurate.

Le modalità con cui quella gloriosa famiglia, che era perdurata ostinatamente per sette secoli in quella terra paludosa e argillosa, finì per estinguersi, sia nel nome che nel feudo, sarà parte di questo racconto.


Gli Iniziati di Estgot. Capitolo 45. Il Varco di Estgoth e l'evocazione di Vlad


Alla fine arrivarono in un'enorme sala sotterranea, dal selciato in pietra e dal soffitto a volta sostenuto da colonne e pilastri di dimensioni ciclopiche.
Le pietre erano di un colore strano, innaturale, tra il blu e il verde scuro.
In mezzo al colonnato c'era una fontana, dalla quale sgorgava l'acqua che alimentava il canale sotterraneo.



In fondo un fuoco illuminava una serie di archi, che parevano l'ingresso di un tempio.

<<Chi è che tiene acceso quel fuoco?>> chiese Joelle

<<La nostra amata bisnonna, lady Margaret in persona, la Grande Vestale di Atar. 
La funzione di quel fuoco era quella di impedire che Vlad si avvicinasse al Varco di Estgoth>>

<<Quindi dietro a quelle colonne...>>

<<...c'è il Varco! Proprio così, Joelle! Siamo arrivate... anche se non sarò certo io a spegnere quel fuoco. Io resto una Vergine Vestale>>

<<Fa' come vuoi, ma non mi pare che questa condizione sia particolarmente invidiabile. O forse magari sono stati divertenti gli anni trascorsi con Margaret nei sotterranei...>>

Jennifer non poteva mentire a se stessa.
Dieci interminabili anni, trascorsi in ombra e senza cielo, come in fiore in un angusto cortile.
E le premonizioni: vedere persone che oggi ridono e non sanno che domani a quest'ora saranno morti. 

<<Il tempo scorreva a rilento, è vero. Ma ora le cose sono cambiate, Joelle. Da quando è arrivato Waldemar, i giorni sono diventati veloci come una freccia indiana, gli eventi improvvisi come una stella cadente, e le sorprese continue come i fuochi d'artificio in una notte di mezza estate>>

<<Mah... più che Waldemar, il suo fantasma! E' penoso constatare come Virginia l'ha ridotto. Ma del resto, lei è sempre stata, tra di noi, la manipolatrice>>

<<Sì, ma la cosa è più complessa, Joelle. Virginia, così facendo, non gli ha lasciato né un motivo né una colpa per autoflagellarsi>>

Si avvicinarono alla fontana.

<<Ecco la Fonte Sacra. Sei ancora del parere di abbeverarti?>>

<<Prima dobbiamo evocare Vlad>>

<<E come?>>

<<Guarda in alto, Jennifer: c'è un pozzo proprio sopra la fontana, un pozzo che comunica con l'esterno. Sarà sufficiente invitare Vlad e lui avrà finalmente il potere di arrivare fin qui.
Non dimenticare: i Vampiri necessitano sempre di un invito per entrare per la prima volta in un luogo chiuso, anche quando è stato restaurato>>

<<Ma ci sarà pure una formula?>>

Joelle annuì:
<<Sì, è quella tratta dal Necronomicon, di cui i Burke-Roche possiedono una rarissima copia personale, quella consultata da Lovecraft in persona.
Ora fa' silenzio e ascolta:
"Nel nome del Sacro Ordine degli Iniziati e della sua ininterrotta Fratellanza, col permesso degli Arcani Supremi e dei Signori degli Elementi, io invoco te, Principe della Notte, Signore dei Non-Morti, Padre di tutti i Vampiri: ascolta la mia chiamata!
Ti offro come pegno la mia carne incorrotta, con la Mano Sinistra te la porgo!">>





Una nuvola nera prese consistenza proprio di fianco alla Fonte Sacra.

Joelle osservò Vlad compiaciuta.
E' un tipo affascinante, questo è innegabile...

Vlad la salutò con un principesco baciamano:
<<Mia cara Joelle, sei riuscita dove finora tutti gli altri avevano fallito. Erano secoli che non mi permettevano di accedere a questa stanza>>

A quel punto intervenne Jennifer:
<<Un momento! Sono io che ho guidato Joelle fin qui e che ho convinto lady Margaret a darmi la mappa e soprattutto il permesso di accedere a questo luogo!>>

Vlad allora si rivolse con galanteria verso la Vergine Vestale:
<<E' un piacere rivederti Jennifer. L'ultima volta che ti ho vista eri solo un embrione>>

Jennifer lo fissò di traverso:
<<Forse dimentichi la volta in cui hai ammazzato i miei genitori adottivi>>

Vlad inarcò le sue nere sopracciglia:
<<Per delicatezza non ne volevo accennare, comunque è stata la Massoneria, io non c'entro niente>>

Jennifer sbuffò:
<<Ah, sì, certo, la Massoneria... quando non si sa a chi scaricare la colpa, la Massoneria va sempre bene>>

Vlad agitò una mano come per mandar via un pensiero molesto:
<<Tutto sarà chiarito a suo tempo. Per il momento volevo solo dirti che ero veramente curioso di rivedere l'ultima delle gemelle Burke-Roche. Puro sangue britannico mescolato con puro sangue francese>>

A quel punto Joelle intervenne:
<<Vlad ti stanno crescendo i canini a furia di parlare di sangue e di fare il cascamorto con mia sorella>>

Vlad sorrise con aria sorniona:
<<Era solo una dissertazione gastronomica. Per esempio il mio caro amico, il marchese Lestat de Lioncourt predilige esclusivamente il corposo sangue creolo del Sudamerica, con quel suo retrogusto di...>>

<<Basta così!>> lo bloccò Joelle <<adesso abbiamo di fronte una questione di "acque termali", non so se mi spiego>>

Vlad rivolse lo sguardo verso la Fonte Sacra:
<<Mia diletta Joelle, se tu attingerai a questa purissima sorgente, acquisirai il potere di nutrirti dell'energia psichica di coloro che sceglierai come tue "risorse umane">>

Joelle annuì: il grande momento era giunto, l'ora delle decisioni irrevocabili.

giovedì 28 aprile 2016

Il gatto quotidiano















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Possiamo dire con certezza che il felino qui sotto è sicuramente una femmina, perché presenta tre colori diversi in forma non tigrata o leopardata.






















Erba gatta in cortile













Il gatto di Schroedinger



Gangs of New York









Sleeping beauty:

Le emozioni primarie dal punto di vista dei gatti




Questa poi...