mercoledì 16 settembre 2015

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 6. Isabel e Joelle a confronto











Isabel Burke-Roche era contrariata per il fatto che sua nipote Joelle fosse giunta ad Estogh molto prima del tempo prestabilito:
<<Joelle, non ti aspettavo così presto! Qui ad Estgoth la vita è molto noiosa: pensavo che avresti preferito rimanere ad Hollow Beach almeno fino alla fine dell'estate, e poi magari trascorrere un altro anno a Manhattan, dove mi pare i divertimenti non ti manchino>>

Joelle inarcò le sopracciglia:
<<Zia Isabel, io non sono più la ragazzina edonista dedita esclusivamente ai piaceri della vita. Persino il piacere, alla lunga, diventa noioso, e tu dovresti saperlo meglio di me, visto che hai piantato le radici ad Estgoth, che adesso è diventato, segretamente, l'ombelico del mondo. 
Tutto ciò che conta lo si decide qui. E a quanto vedo le decisioni sono prese da lady Helena, che ci tiene tutte sotto controllo>>

Isabel sospirò:
<<La longa manus di Helena non arriva fino a questa ala del palazzo, ma dobbiamo comunque essere prudenti. Il tuo momento non è ancora arrivato. La Profezia ha stabilito che tu sarai l'ultima delle Reverende Madri>>

Joelle ebbe una reazione stizzita:
<<Mi sono stancata di fare anticamera!>>

Isabel si accigliò:
<<Non capisco da dove nasca tutta questa fretta. Cosa ti costa aspettare un altro po', soprattutto adesso che Waldemar non c'è e che Jessica sta per dare alla luce sua figlia?>>



Joelle cercò di deviare il discorso, per evitare che sua zia intuisse il ruolo di Vlad Dracu:
<<Voglio assicurarmi di persona che Jessica, dopo aver fatto la sua parte, si decida ad uscire di scena>>

Isabel si allarmò:
<<E se non volesse uscire di scena spontaneamente, tu cosa le faresti?>>

Joelle si finse sorpresa:
<<Da quando la salute di Jessica ti sta tanto a cuore?>>

Isabel sollevò una mano:
<<Non è Jessica in quanto tale a starmi a cuore, ma il fatto che Waldemar non voglia che le sia fatto del male.  E poi è pur sempre tua sorella. Ha commesso degli errori, ma non possiamo sottoporla a un linciaggio. Come sta scritto, "chi è senza peccato scagli la prima pietra">>

Joelle scosse il capo:
<<Jessica ha voluto fare il passo più lungo della gamba, esattamente come fece Virginia prima di lei. 
Ti ricordi cosa disse: "Il mio ideale è la completezza", e questa è pura presunzione! Non si può avere tutto! 
Non si può essere completi: bisogna saper rinunciare a qualcosa>>



Isabel rispose sommessamente:
<<Bisogna saper rinunciare a qualcosa. Ma non ti sembra che Jessica abbia già fatto fin troppe rinunce? Ha avuto una vita difficile: guerre, lutti, malattie... ha già avuto la sua parte di sofferenza, e tu sai che io ho rispetto per tutti coloro che soffrono o che hanno sofferto. La sofferenza in sé ci impone il rispetto di chi la patisce o l'ha patita. 
E'  il rispetto dovuto a chi subisce la cognizione del dolore, condizione necessaria, anche se non sufficiente, per la grandezza. Chi non ha sofferto non diventerà mai veramente grande>>

La conversazione divenne concitata.

Joelle: <<E Waldemar, allora? Ha vagato per mezzo mondo in cerca di non si sa cosa, ma non mi pare che la sua personalità ne abbia tratto un particolare giovamento>>

Isabel: <<Non tutti coloro che vagano sono perduti. Lui ha imparato molte cose che le persone "lineari" non impareranno mai. Gli Dei lo hanno prescelto, e lo hanno reso grande... 
e infelice>>

Joelle sospirò:
<<Infelice? No, anche lui è uno che vorrebbe tutto gratis! Ma che cosa vuole di più dalla vita? E' nato in una famiglia ricca e privilegiata, ha un fisico sano, aitante, che si mantiene giovane nel tempo grazie al Programma Genetico, ha ottenuto poteri sovrumani, è diventato lui stesso un uomo di potere, riverito e temuto! Cosa gli manca?>>

Isabel: <<La cosa più importante: il vero amore!>>

Joelle sorrise, ma il suo era un sorriso che non arrivava mai agli occhi, sempre freddi e altezzosi:
<<E immagino che tu non veda l'ora di porre rimedio a questa mancanza, non è vero?>>




Isabel scosse il capo:
<<Tra me e lui c'è solo un patto di reciproca protezione. Se anche nutrissi dei sentimenti, rimarrebbero una questione privata, almeno finché Waldemar non avrà compiuto il suo dovere>>

Joelle: <<Il suo dovere di stallone da riproduzione? Oh, non temere, è un "sacrificio" a cui si è già prestato senza farsi troppi problemi, e lo farà ancora!>>

Isabel: <<Perché devi essere sempre così cinica?>>

Joelle si limitò a citare le parole di una canzone:
 <<Sweet dreams are made of this, everybody's looking for something. Some of them want to use you, some of them want to get used by you. Some of them want to abuse you, some of them want to be abused...>>

Isabel non era d'accordo:
<<Tu sei mossa solo dall'ambizione e dal rancore. Io invece voglio sinceramente bene a Waldemar e a tutte le persone che gli sono care, compresa Jessica, perché la bambina che nascerà, Igraine, avrà il diritto di conoscere entrambi i suoi genitori>>



Joelle la fissò con scetticismo: <<Tu credi di essere saggia, zia Isabel, ma pur con tutte le tue sottigliezze non hai discernimento.
 Io ho capito il tuo vero piano. Tu vuoi rimanere "la sola e l'unica", la Maitresse-en-titre. E per raggiungere questo obiettivo ti illudi di poter fare il doppio gioco. So cos'hai in mente.
Con una mano useresti Jessica e Jennifer come scudo contro di me e con l'altra cercheresti di soppiantarle!>>

Isabel fu addolorata per quelle parole: <<Mi dispiace che tu mi creda capace di questi inganni. Io ti sto parlando con sincerità e franchezza. Se non mi credi, se non hai più fiducia in me, allora non ho altro da dirti>>

Joelle ne prese atto con la consueta noncuranza:
<<Alla fine ci ritroviamo come estranee, ma prima di prendere congedo da te, ti voglio dire una cosa importante e cioè che questa non sarà soltanto una guerra tra primedonne. 
I Signori degli Elementi prenderanno posizione e così tutta la gerarchia dell'Ordine. 
E' probabile che alla fine il mio Signore Eclion possa decidere di farsi aiutare dal Signore Gothar. Tu sei disposta a correre questo rischio? E, soprattutto, lo sarà il tuo amato Signore Atar?>>



Isabel rispose con malinconia:

<<Alcuni dicono che finirà nel Fuoco, l'universo, altri nel Ghiaccio. 
Io, del desiderio, ho gustato quel tanto che mi fa scegliere il Fuoco.

Il Signore Atar lo sa, ho avuto una figlia da lui, Edwina, destinata ad avere un grande ruolo nel futuro della Nuova Terra.



Ogni singolo pianeta è per loro un campo di battaglia per i Signori degli Elementi, e il nostro campo di battaglia, a quanto pare, è di grande importanza. Forse siamo una specie di prova generale sull'esito dell'eterno scontro tra Fuoco e Ghiaccio, tra energia ed entropia>>

Joelle: <<Tu dai per scontato che l'entropia sia il Male, ma ti sbagli. A volte il disordine è necessario per far cadere una tirannia o un regime dispotico>>

Isabel ebbe, temporaneamente, l'ultima parola:
<<Salvo poi sostituirlo con un'altra tirannia o un altro tipo di dispotismo. Conosci bene quanto me la teoria delle elites. Tutto quello che sai te l'ho insegnato io, ma io ho più esperienza. 
Ti consiglio di essere prudente, Joelle. 
Il tessuto dello spazio-tempo assomiglia a un grandioso arazzo: chi comincia a tirarne un filo rischia di disfare tutto e di rimanere sommerso, impigliato e imprigionato nella tela
Se aspetterai il tuo turno, tutto andrà bene, ma se cercherai di andare contro la Profezia, sarai la prima vittima della catastrofe che ne seguirà>>