Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 30 agosto 2015
I Nove
I Nazgûl (o Úlairi)[1], gli Spettri dell'Anello (in inglese Ring-Wraiths), detti anche Cavalieri Neri o Cavalieri Alati, sono personaggi di Arda, l'universo immaginario fantasy creato da J.R.R. Tolkien: si tratta di nove spettri malvagi sottomessi a Sauron.
L'origine dei Nazgûl
Il loro nome significa Spettri dell'Anello (dalla lingua nera di Mordor: nazg, anello e ûl, spettro; furono chiamati anche Úlairi,Spettri del male, dai Noldor e dai Númenoreani); erano in origine nove re degli uomini (tre dei quali grandi signori diNúmenor) a cui Sauron donò nove Anelli del Potere impregnati della sua volontà, facendoli così cadere uno ad uno sotto il potere dell'Unico Anello.
I Nazgûl non fanno più parte del mondo sensibile, ma non appartengono al mondo dei morti quanto piuttosto al regno delle ombre, sospesi tra questo mondo e l'aldilà: sono infatti visibili solo quando indossano dei vestiti (che però sembra ricoprano il vuoto). L'Unico Anello ha infatti il potere di trasmettere la malvagità di Sauron alle altre creature e trasformarle, corrompendo la loro natura: per aver posseduto anelli legati all'Unico ed essere stati corrotti dal male i nove sovrani degliuomini divennero Spettri dell'Anello e schiavi della volontà del possessore dell'Unico.
La storia
Il regno di Angmar è il regno principale che gli Spettri dell'Anello hanno dominato da quando sono stati sottomessi al volere di Sauron. Esso venne costituito per mettere in crisi il regno di Arnor, e cadde soltanto quando le forze di Arnor (le quali vennero soccorse dall'esercito di Gondor e dagli Elfi) sconfissero il Re degli Stregoni. Successivamente, attorno all'anno 2000 della Terza Era, gli spettri riconquistarono Minas Ithil (torre della Luna, da Minas = torre, Ithil = Luna) per porre l'avanguardia contro le forze di Sauron, che stava tornando a Mordor dal suo dominio temporaneo di Dol Guldur. Questa città, che da allora fu chiamata Minas Morgul ("Torre di stregoneria"), divenne dominio dei Cavalieri Neri che la infestarono di Orchi e altre creature malvagie. Dato che Gondor era forte, florido, ricco e potente, il Re Stregone, capo degli Spettri, andò al Nord e fondò il regno di Angmar, riunendo tribù di Orchi e Troll. Infatti il grande regno di Arnor era diviso e debole, scosso da lotte intestine. Per mille anni nel nord imperversò la guerra e nel 1974 Fornost, capitale dell'Arthedain, fu presa e distrutta mentre terminava il dominio dei Dúnedain. Gondor comunque intervenne e sconfisse l'enorme esercito di Angmar, composto da centomila uomini, ed il Re Stregone fuggì a Sud. Quando Sauron ritornò a Mordor e preparò la guerra contro l'Ovest, gli Spettri dell'Anello tornarono ad essere i suoi servi più micidiali, coloro che comandavano le sue armate. Nel romanzo: Il Signore degli Anelli, i Nazgûl entrano nella Contea nel settembre 3018, alla ricerca di Frodo Baggins, possessore dell'Unico Anello. Inizialmente gli Hobbit (Frodo,Merry, Pipino e Sam) non si rendono conto della pericolosità di questi strani individui, che inizialmente chiamano "Cavalieri Neri". Dopo aver lasciato la Contea ed aver raggiunto il villaggio di Brea, gli Hobbit incontrano Aragorn, che li conduce attraverso le Terre Selvagge, tuttavia, i Nazgûl feriscono Frodo a Collevento con un pugnale avvelenato. Alla fine vengono scacciati via da Aragorn che deve portare in fretta Frodo da Elrond per farlo curare. In loro aiuto viene l'elfo Glorfindel, che dona il suo cavallo bianco a Frodo. I Nove si mettono all'inseguimento del mezzuomo, ma quando stanno quasi per prenderlo, solo dopo aver superato il guado del Bruinen, grazie alla magia combinata di Elrond e Gandalf, il fiume li travolge, privandoli temporaneamente della loro forma corporale. Da quel momento, i Nazgûl non entrano in scena in modo significativo per molto tempo, sino alla battaglia dei Campi del Pelennor, dove il Re Stregone di Angmar viene sconfitto da Merry ed Éowyn; gli altri otto perirono come conseguenza della sconfitta di Sauron.
Aspetto e caratteristiche
I Nazgûl non possiedono più un corpo visibile, avendo portato ed usato con avarizia e malvagità per lungo tempo i "Grandi Anelli" di Sauron, e per tale motivo, per rendersi visibili ai loro servitori e alle loro spie, sono costretti ad indossare grandi manti neri che riescono a dare forma ai loro corpi invisibili di spettri.[2] Nel mondo del crepuscolo perenne invece, come li vede Frodo Baggins, una volta infilato l'anello ai piedi di Colle Vento, essi appaiono alti uomini abbigliati con un unico abito lungo e grigio e con il volto bianco nel quale fiammeggiano occhi penetranti e spietati. In testa, sopra i lunghi capelli grigi e luccicanti, portano un elmo d'argento e le loro mani scarne brandiscono una lunga spada d'acciaio.[3]
Cavalcavano cavalli neri allevati appositamente e resi schiavi dalle arti oscure di Minas Morgul, in modo da sopportare la costante presenza dei loro padroni, che altrimenti li farebbe fuggire atterriti come qualsiasi altra bestia vivente della Terra di Mezzo. Durante l'assedio di Gondor, Ombromanto, l'impavido signore dei liberi cavalli della Terra di Mezzo, è l'unico animale, che dimostra di sopportare con somma fermezza e coraggio la presenza degli Spettri dell'Anello.[4] Quando questi destrieri furono travolti e annegati al guado del Bruinen, per mano della magia combinata di Elrond e Gandalf, i Nove ritornarono a Minas Morgul dove trovarono nuove cavalcature nelle fattezze di gigantesche e orride creature alate. Questi mostruosi esseri erano gli ultimi discendenti di un'antica e malvagia razza sopravvissuta tra montagne nascoste, proveniente da ere e luoghi ormai scomparsi e dimenticati da tutti fuorché da Sauron. Questi infatti, se n'era impadronito e li aveva alimentati con cibi crudeli, accrescendo a dismisura la loro malvagità e le loro dimensioni. Tali esseri erano più grandi di ogni altro uccello, dal quale si differenziavano soprattutto per non possedere alcun tipo di piumaggio, per avere delle immense ali a guisa di pipistrello con pelle tesa fra grinfie di corno, e per emanare un insopportabile fetore mortale.[5] Durante l'assedio di Gondor, i Nove, seduti sul curvo e lungo collo spoglio delle loro cavalcature alate,[6] adempiono alla volontà dell'Occhio senza palpebra, terrorizzando chiunque si trovasse nelle vicinanze con urli di morte accompagnati da quelli gracchianti dei loro destrieri. Atterriscono gli abitanti e persino i difensori più audaci e coraggiosi, appostati sulle sette cinte murarie di Minas Tirith, dal momento che i "Nazgûl sono i Signori degli Uomini" sul quale hanno il pieno dominio, come Sauron ha pienamente il loro.[7]
Componenti
Tra i Nove si possono riconoscere il Re Stregone di Angmar (il capo e signore di Minas Morgul); è il più potente e temuto dei Nazgûl; incommensurabilmente antico e fonte di un potere prodigioso, trae le sue energie dall'infinita volontà di Sauron. È letale sia come stratega che come stregone, la sua sagoma con armatura e manto infonde il terrore in tutti coloro che vi posano gli occhi e la sua presenza sul campo di battaglia è un orrore a cui pochi possono sperare di resistere.
Il secondo per forza, Khamûl l'"Esterling Nero", detto "L'Ombra dell'Est, antico re Esterling" che stando a ciò che viene detto nei Racconti incompiuti è il luogotenente di Sauron a Dol Guldur, l'unico di cui venga rivelato il vero nome. Un terrore nero coperto da un impenetrabile sudario di veste e armatura. Nessuno ricorda come sia entrato al servizio dell'Oscuro Signore, ma alcuni dei Saggi credono che si tratti di un antico sovrano di una landa oltre i confini orientali di Mordor. Ci dev'essere una parte di verità, poiché solo un uomo di grande influenza avrebbe ricevuto il dono maledetto di un Anello del Potere. Oltre a ciò si sa poco del suo passato; sono note solo le azioni che ha compiuto in qualità di servo di Sauron. A prescindere dalle sue imprese umane, ora Khamûl si reca solo dove vuole il suo padrone, e la sua volontà è legata a lui solo.
Il Traditore, maledetto molto tempo prima per aver consegnato le terre del sud al volere di Sauron, è mosso da una cupa malizia ed un odio che non conosce confini. Di tutti i Nazgûl, il Traditore occupa uno dei posti più bassi nella gerarchia dei suoi luogotenenti, perché perfino l'Oscuro Signore non desidera porre fiducia in chi ha tradito la propria gente così prontamente.
Il Cavaliere di Umabr il cui passato, come per tutti gli altri Nazgûl, è avvolto dal mistero. Se si vuole dar credito ai racconti che lo riguardano, egli era un tempo un grande re dei Númenóreani che governava le terre del Sud prima dei giorni dell'Ultima Alleanza.
Il Signore delle Ombre un tempo fu il re di un regno piccolo e insignificante. Quando Sauron gli offrì uno dei Nove Anelli, la promessa del potere si dimostrò irresistibile. Ora che la sua forma fisica è scomparsa e la sua volontà è sottomessa a Sauron, il Signore delle Ombre indossa il proprio oscuro orgoglio come un mantello, coprendo il sole nel cielo e indebolendo la vista dei nemici.
L'Immortale continua a esistere, mentre chiunque altro cade. Si dice che sia il più antico degli Spettri dell'Anello e l'ultimo a soccombere alle nefasta influenza degli Anelli del Potere. Attraverso lo studio ossessivo della magia malvagia, l'Immortale ha imparato a trarre sostentamento dalle magie altrui, rafforzandosi con il potere magico che gli fluisce attorno.
Mentre gli altri Nazgûl vennero inghiottiti lentamente dal male degli anelli, il Corrotto si diede interamente e volontariamente a Sauron. Ora tutto ciò che è legato alla natura si ribella alla sua presenza, la vegetazione avvizisce, gli animali si ammalano e i coraggiosi guerrieri fuggono. Egli è un abominio la cui presenza avvelena vita, onore e speranza.
Il Dwimmerlaik è probabilmente il più misterioso di tutti i Nazgûl, dato che nei tomi dei Saggi non si parla quasi delle sue imprese passate. Eppure a Rohan questo Spettro dell'Anello è temuto più degli altri, poiché per quel reame è stato per innumerevoli secoli una piaga, dirigendo le azioni dei servitori dell'Oscuro Signore contro i Figli di Eorl.
Nei secoli trascorsi da quando il Maresciallo Oscuro e i suoi seguaci Re sono diventati degli Spettri dell'Anello, egli è diventato ancora più sadico e malvagio. Egli è il più crudele tra tutti i Nazgûl, ed il suo cuore è nero; il suo nome è sinonimo di miseria e morte. Dove passa il Maresciallo Oscuro, le creature malvagie prendono forza e combattono con più impeto, mentre i soldati del bene avvertono il gelido tocco della morte sui propri cuori.
Adattamenti
Nell'adattamento cinematografico di Ralph Bakshi i Nazgûl sono identici a come appaiono nel libro. La sola differenza che li contraddistingue è che durante il loro attacco a Colle Vento i loro mantelli vengono tolti rivelando esseri spettrali con vesti nere ed elmi diversi che li contraddistinguono dai quali si possono vedere terribili occhi rossi.
Ne Il ritorno del re il loro aspetto cambia: diventano esseri fisici spaventosi in quanto hanno una pelle biancastra, occhi rosso sangue e lunghi capelli grigi che svolazzano al vento, e indossano lo stemma dell'Occhio senza palpebre.
I Nazgûl compaiono nella trilogia del Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson. Sostanzialmente non sono diversi dalla loro versione cartacea, tranne che indossano guanti e stivali di ferro. Vengono nominati e appaiono nella trilogia dello Hobbit, rispettivamente nel secondo film, dove Gandalf e Radagast ispezionano il loro luogo di sepoltura e scoprono che le tombe sono vuote, e nel terzo film, dove compaiono con un aspetto diverso: a differenza di come apparivano nel Signore degli Anelli, vengono rappresentati come entità spettrali con indosso le armature che avevano quando erano in vita e con armi differenti. Nel film si scontrano con Saruman, Elrond e Galadriel giunti a Dol Guldurper soccorrere Gandalf catturato dal Negromante, cioè Sauron. Alla fine, Galadriel riesce a scacciare sia loro che Sauron.
Note
- ^ Nazgûl è il nome dato ad essi da Sauron nel linguaggio nero. Úlairi è la forma elfica in Quenya.
- ^ J.R.R. Tolkien, "Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell'Anello, Libro primo, Cap. II, L'ombra del passato", pag. 82-83, IX edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.
- ^ J.R.R. Tolkien, "Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell'Anello, Libro primo, Cap. XI, Un coltello nel buio ", pag. 267, IX edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.
- ^ J.R.R. Tolkien, "Il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re, Libro quinto, Cap. IV, L'assedio di Gondor", pag. 1021, IX edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.
- ^ J.R.R. Tolkien, "Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re, Libro quinto, Cap. VI, La battaglia dei campi del Pelennor", pag. 1035-1037, IX edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.
- ^ J.R.R. Tolkien, "Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re, Libro quinto, Cap. VI, La battaglia dei campi del Pelennor", pag. 1035, IX edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.
- ^ J.R.R. Tolkien, "Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re, Libro quinto, Cap. IV, L'assedio di Gondor", pag. 996-997-1021, IX edizione Bompiani in cofanetto gennaio 2005.