giovedì 21 maggio 2015

Estgot. Capitolo 81. Waldemar e Jennifer.







Jennifer era molto cambiata da quella notte in cui Waldemar l'aveva vista per la prima volta, col candeliere in mano, i lunghi capelli biondi sciolti e la veste bianca da sacerdotessa.
Da allora era passato molto tempo e lei era finalmente tornata alla luce del sole, abbandonando la clandestinità.
Ora viveva, come gli altri componenti della sua famiglia, nella roccaforte di Sleepy Hollow, sull'acropoli di Estot.
E in quella tarda mattinata di fine maggio si trovava di fronte a lord Roman Waldemar, Gran Maestro dell'Ordine degli Iniziati.

Waldemar l'aveva convocata per un incontro ufficiale, non solo per le insistenti pressioni di lady Margaret, ma anche per un suo personale desiderio:

<<Sono lieto di rivederti, Jennifer. Voglio esprimerti un ringraziamento speciale. L'Anello del Fuoco, di cui mi hai fatto dono, mi ha garantito la protezione di Atar, quando ho incontrato i Signori degli Elementi>>

Jennifer arrossì lievemente:
<<Io invece vorrei scusarmi per averti sottoposto alla tentazione della fuga. Non si è trattato di sfiducia nelle tua capacità. Volevo soltanto che tu avessi la possibilità di scegliere liberamente il tuo destino>>



Waldemar sorrise:
<<So che le tue intenzioni erano buone e anche di questo ti devo ringraziare, perché posso dire di aver compiuto la mia scelta in libertà, e questo significa molto, poiché stimo la libertà al di sopra di ogni altra cosa>>

Lei annuì:
<<Questo è un bene, soprattutto ora che hai raggiunto una posizione di potere. Ci sono uomini potenti che si renderebbero schiavi di altri uomini, pur di comandarne ancora di più...  
Ho detto uomini, ma nella mia mente pensavo, in verità. ad alcune donne. 
Non devi consentire a lady Margaret o a lady Glynis o a Jessica di governare al posto tuo. Sono ambiziose, avide, simulatrici e dissimulatrici. Non fidarti di loro, nemmeno se ti offrono doni>>



<<Eppure lady Margaret ti sostiene>>

Jennifer abbassò gli occhi:
<<Sarebbe più corretto dire che mi usa come strumento delle sue alleanze matrimoniali, per non parlare del Programma Genetico>>

Waldemar si sentì in imbarazzo:
<<A lady Margaret possiamo opporci, ma non so se saremo in grado di contrastare la volontà di Atar. Lui mi ha mostrato un possibile futuro. Secondo questa profezia, che io trovo così strana e quasi assurda, dovrei avere tre figlie femmine, da tre donne diverse. Tre sorelle>>

Lei comprese l'implicazione di quelle parole:
<<Conosco quella profezia. Se ci pensi bene, essa non implica necessariamente un rapporto. Atar ci chiede una figlia? Per concepirla può essere sufficiente la fecondazione artificiale.
Non fraintendermi, non intendo respingerti a priori, ma soltanto fare chiarezza sul fatto che ci sono più vie che possono condurre al medesimo risultato>>

Lui annuì:
<<E' vero. Apprezzo sia la tua franchezza che la tua serietà. Sei così diversa da Jessica>>

Jennifer sospirò:
<<C'è una cosa che devi sapere. Virginia ha condiviso i suoi ricordi anche con me. Riteneva che Jessica fosse in pericolo di vita>>



<<Lo so. E' un pensiero che mi tormenta. Vedi, Jessica potrà anche essere un'opportunista manipolatrice ed avere molti altri difetti, ma non per questo merita di morire così giovane, né di lasciare orfana la bimba che porta in grembo. Mi fa disperare il pensiero di non conoscere da dove provenga la minaccia alla sua vita e di non essere in grado di porvi rimedio>>

Il volto di Jennifer si addolcì:
<<Sei un uomo buono. Virginia lo aveva capito ed ora lo capisco anch'io. So che hai bisogno di aiuto. Lo sapevo già, quando ti diedi l'Anello del Fuoco. Il suo influsso benevolo ti sosterrà ancora, nelle numerose e difficili prove che ti attendono.
Devi ancora apprendere ad usare pienamente e correttamente i tuoi poteri, ed io sono disposta ad aiutarti, se vorrai.

Dovrai imparare anche e a tenerli nascosti dalla gente comune, perché nessun profano deve sospettare chi sei, almeno fino al giorno del Grande Cataclisma, quando saremo pronti per l'Esodo.

Ma per questo c'è ancora tempo: decenni, forse anche più.
Il tempo di Jessica invece sta scadendo e per quanto io non l'abbia in simpatia, non desidero affatto la sua morte>>

<<Anche tu sei una persona buona. Ammiro la tua rettitudine e la tua generosità>>

Lei sorrise:
<<Cerco di fare del mio meglio per rispettare gli altri e se posso, anche per aiutarli, ma ho anch'io i miei difetti. In un certo senso, il mio difetto maggiore è il fatto di essere moralmente inflessibile. E' un eccesso anche questo. Un codice morale troppo rigido porta all'estinzione!>>



Waldemar si sentì percorrere da un brivido:
<<Tu non conosci il vero motivo per cui fui condannato all'incarico di punizione ad Estgot. 
A volte è necessario fare qualcosa di imperdonabile per poter andare avanti. 
Intendiamoci, non si tratta di un reato, né di un crimine, ma è comunque un atto che mi ha creato il vuoto attorno e che ha lasciato dietro di me solo macerie e terra bruciata>>

Jennifer lo fissò:
<<Cosa stai cercando di dirmi?>>

Lui si mise una mano sulla fronte:
<<Quando lavoravo al Ministero delle Finanze ho disobbedito volontariamente e ripetutamente agli ordini dei miei superiori. L'ho fatto perché ritenevo che stessero sbagliando.

Vedi, un tempo non era permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma quasi nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. Aderisce spontaneamente all'ordine costituito. E tutto questo lo chiama "libertà">>

Lei accennò un sorriso:
<<Virginia diceva che sei un piantagrane, ma lo diceva con affetto. Sei un dissidente, questo lo so, ma non sei sufficientemente spericolato per essere un vero ribelle>>

Waldemar rise:
<<E' vero. Ed aggiungo anche un'altra cosa: io so criticare, ma non so proporre. Un tempo, forse, ero ancora in grado di credere veramente in qualcosa. E' stato il tempo in cui, anch'io, ho scritto lettere d'amore, ridicole peraltro...>>

Jennifer rise a sua volta:
<<Tutte le lettere d'amore sono ridicole. Non sarebbero lettere d'amore se non fossero ridicole. Non lo dico io, lo diceva Fernando Pessoa>>





Lui fu preso da un senso di commozione:

<<E magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo lettere d'amore, ridicole. 

Ma in verità sono coloro che non hanno mai scritto lettere d'amore, ad essere ridicoli>>

Anche lei parve leggermente commossa:
<<Ah, sei uno strano personaggio, Roman Waldemar, pieno di contraddizioni e paradossi, ma le lettere che hai scritto a Virginia erano bellissime. Ho dovuto difendermi da quel ricordo indiretto. 
Virginia ha sbagliato non lottare per salvare quello che c'era tra voi.
E Jessica non ha capito niente>>

Waldemar sospirò:
<<Il vero sciocco sono io, che mi sono illuso di potermi bagnare due volte nello stesso fiume. 
Come se non sapessi che il sogno che interrompi non ritorna uguale>>

Jennifer rispose senza guardarlo:
<<Uguale mai. Ma può nascerne un altro, più bello, e più grande>>










"Todas as cartas de amor são
Ridículas.
Não seriam cartas de amor se não fossem
Ridículas.
Também escrevi em meu tempo cartas de amor,
Como as outras,
Ridículas.
As cartas de amor, se há amor,
Têm de ser
Ridículas.
Mas, afinal,
Só as criaturas que nunca escreveram
Cartas de amor
É que são
Ridículas.
Quem me dera no tempo em que escrevia
Sem dar por isso
Cartas de amor
Ridículas.
A verdade é que hoje
As minhas memórias
Dessas cartas de amor
É que são
Ridículas"

(Testo originale, in portoghese, della poesia "Tutte le lettere d'amore", di Fernando Pessòa)

Tutte le lettere d'amore 

Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.
Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.