mercoledì 27 agosto 2014

Elfi


Fingolfin guida i Nolodr verso la Terra di Mezzo passando per i ghiacci di Helcaraxe.



Sopra: Dior e Nimloth si congedano da Beren e Luthien
Sotto: Thingol e Melian donano a Beleg la spada di Eol.

Sotto: la famiglia reale di Finwe, primo re dei Noldor


Fingolfin e i suoi figli Fingon, Aredhel e Turgon.



I figli di Finarfin: Finrod, Orodreth, Galadriel, Angrod e Aegnor.















Fingolfin e Feanor



Aredhel e Celegorm







Gil-Galad, ultimo re supremo dei Noldor, caduto durante la battaglia di Dagorlad









Gondolin

Namarie, il lamento di Galadriel









Erlond accetta la scelta di Arwen

Gothian. Capitolo 51. Eravamo un nobile popolo.






















Il vecchio monaco, seduto immobile su una panca del chiostro dell'abbazia di Marina del Campo, teneva gli occhi socchiusi e pareva assorto, ma le linee amare che tormentavano gli angoli della sua bocca indicavano in realtà una coscienza vigile.
«Senatore Fujivarian» lo chiamò uno dei confratelli «è arrivato Sua Eminenza il cardinale Arenga. Vuole parlare con voi»
 L'espressione del vecchio divenne ancora più arcigna, ma alla fine fece un leggero cenno di assenso con la mano.
Tra un fruscio di tonache e di baci all’anello, il potente cardinale Augustin Arenga, arcivescovo di Lathena, si fece largo maestoso e deciso verso una poltrona color porpora appositamente portata per lui davanti al vecchio Senatore.


Fuscivarian  non si alzò, ma aspettò che fosse il Cardinale ad avvicinarsi, a piegarsi leggermente per abbracciarlo e baciarlo in entrambe le guance.
«Sibelius… ma come ti sei ridotto? Non mi dirai che ti sei arreso!»
Il senatore pareva guardare un punto imprecisato dietro una colonna del portico, da dove proveniva una melodia triste, di quelle che solo le popolazioni tropicali dell’Impero potevano creare.
«Augustin, tu invece sorridi troppo per i miei gusti. Mi hanno detto che celebrerai tu il matrimonio dell'Imperatore con Marigold di Gothian!»
Il cardinale scrollò le spalle con noncuranza:
«Oh, se è questo che ti preoccupa, sono certo che non durerà. E' tutto sotto controllo»
Fujivarian lo osservò con disprezzo:



 «Tu credi di essere saggio, cardinale, ma con tutte le tue sottigliezze non hai discernimento. Credi che gli occhi della Grande Canonica fossero ciechi? Loro hanno visto più di quanto noi sapessimo. La Dama Gialla ci ha ingannati tutti. Con la mano destra ci ha usato come scudo contro Ellis e con la mano sinistra è riuscita a soppiantarci!|»
Il Cardinale, un uomo dinamico, mondano ed energico, rimase come interdetto da quella risposta, e non volle nemmeno prenderla in considerazione: 
«Sibelius, non capisco questo tuo atteggiamento disfattista. Abbiamo perso una battaglia, ma la guerra è ancora tutta da decidere»
Fujivarian parlò a voce così bassa che pareva uno sforzo per lui sillabare ogni singola parola: 
«Eravamo un nobile popolo… noi Lathear intendo… un popolo integerrimo, valoroso, rispettato e ammirato. Lo eravamo prima che gli Eclionner prendessero il potere...»



«...poi giunse Arexatan, e quando proclamò l'Impero, noi ci inorgoglimmo e diventammo avidi di ricchezze e di potere e questa fu la nostra maledizione»
Il cardinale scosse il capo:
«Tu rinneghi la nostra gloria?»
Fuscivarian sospirò:
«Fu vera gloria? Avevamo i nostri templi e i nostri dei, ma li rinnegammo. Gli Eclionner indicavano il sole e dicevano: l'anima di Arexatan è lassù. Persino io ci credetti. Sai perché accettai di dare in sposa le mie figlie, Wensy e Susan, agli eredi degli Eclionner?»
L'arcivescovo era imbarazzato:
«Tutti ambivano a imparentarsi con la Dinastia. O forse tu avevi uno scopo più nobile?»
Il vecchio sorrise amaramente:
«In gioventù avevo sentito parlare dei ghiacci eterni di Gothian. Per uno cresciuto all'equatore, dove è sempre estate, è difficile credere ai ghiacci eterni. Potevo raffigurarmi una montagna innevata, certo... ma un'intera distesa di neve perenne?>> alzò gli occhi verso il cielo come se volesse sondare l'universo <<No, era un concetto troppo perché la mia mente potesse immaginarla. Fu così che in segreto intrapresi un viaggio fin lassù, fino al Castello di Gothian»



Il cardinale incominciava a spazientirsi:
«E alla fine l'hai trovato, il tuo castello?»
Fuscivarian annuì:
«Avevo viaggiato a lungo, oltre il regno degli Alfar. Avevo appena varcato un valico tra le montagne e mi trovai in una landa desolata. Una notte perenne. La notte artica. Sei mesi di oscurità. E lì vidi qualcosa che non avrei mai dovuto vedere>>
Fece una pausa, come se il solo ricordo gli provocasse un malessere troppo grande per essere sopportato.
<<Sembravano umani, ma non lo erano. Vampiri, zombie e altre creature delle tenebre>>
Il cardinale scosse il capo, scettico:
<<Tu stai delirando!>>
Fujivarian lo fissò duramente:
<<Magari fosse così! Io quel giorno vidi quale pericolo incombeva sull'Impero del Sole. All'epoca io credevo infatti che Eclion fosse il Sole e che ci avrebbe protetti dalle legioni del ghiaccio. La credevo una giusta causa e per questo accettai di legarmi all'imperatore folle, al vecchio Wechtigar XVI. Quello fu l'inizio di tutti i mali »


Nelle sue parole l'amarezza e la rabbia si stemperavano a vicenda, conferendo un insolito alone di saggezza al vecchio senatore in esilio.
La musica in sottofondo si faceva sempre più triste.
«La melodia che senti... ricordo che a Wensy piaceva tanto»


Il Cardinale aggrottò le sopracciglia: 
«Wensy era un pericolo per la Dinastia, esattamente come adesso lo è Marigold! Ma con Elner possiamo ancora trattare!»
Le rughe sul viso di Fuscivarian si infossarono:
«Augustin, se ti illudi di poter controllare Elner sei ancora più sciocco di quanto pensassi»
Il cardinale Arenga sgranò gli occhi: 
«Sei tu che non capisci! Marigold non ha il sostegno di Eclion!»
Il senatore gli puntò contro l'indice della mano destra:
«Eclion ha abbandonato tutti noi. Anzi, in verità non è mai stato dalla nostra parte>>
Il cardinale era sconcertato:
<<Cosa vorresti insinuare?>>
Fujivarian aveva l'espressione stanca di chi deve spiegare un concetto apparentemente ovvio ad un idiota:
<<Tu hai servito Eclion tutta la vita, eppure io so una cosa di Eclion che tu non sai, o che forse, più probabilmente, hai preferito far finta di non sapere.
Egli è il Signore delle Tenebre che serve Ahriman, il supremo Padre del Caos, il dio del Male»


Il Cardinale cambiò espressione come se fosse stato appena schiaffeggiato: «Questa è una bestemmia! Chi ti ha messo in testa queste idee eretiche?»
Fuscivarian scosse il capo:
«E' stato Elner stesso! Ma a parlare era l'anima di Arexatan: ho visto il suo sguardo, ho udito le sue parole. Mi ha rivelato ciò che il Clero di Eclion ha taciuto per mezzo secolo!»


Il Cardinale si mostrò offeso: 
«Non merito una simile accusa. Sapevamo entrambi che c'erano dei rischi nel nostro piano... non io non ti ho mai nascosto nulla. Forse eri tu che preferivi non vedere...»
Fusjivarian scosse il capo:
«Io sono sempre stato un uomo di fede, Augustin! Certo, amavo il potere, ma sono sempre stato convinto che Eclion fosse buono. Ho fatto tutto il possibile per favorire la reincarnazione di Arexatan, perché credevo che ci avrebbe salvato dalle tenebre di Gothian, ma non immaginavo che avrei evocato un simile demonio!»
Il Cardinale tacque.
Si rese conto che in un istante imprecisato del loro dialogo la musica si era interrotta.
«Dove vuoi arrivare, Sibelius
Il senatore chiuse gli occhi:
«Elner va cacciato! Io da oggi in poi sosterrò il ritorno di Sephir Eclionner»
Il prelato scattò in piedi:
«Tu sei impazzito del tutto! Sephir ti odia... come speri di ottenere favori da lui?» 
Fujivarian si voltò di scatto:
<<Non cerco favori! Per me non c'è più speranza, ma posso ancora salvare il nostro popolo dalle tenebre! Quando Sephir tornerà, avrà bisogno di qualcuno che gli assicuri l'appoggio del Senato. E a chi credi che si rivolgerà?>>
Il cardinale lanciò al senatore uno sguardo obliquo:
<<Incomincio a capire.  E devo ammettere che con questo saio hai un aspetto ancora più minaccioso>> 
Il vecchio sospirò:
<<Non intendo minacciare nessuno. Cerco solo di salvare la mia anima prima che sia troppo tardi. Forse dovresti farlo anche tu, finché sei in tempo>>