Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 23 febbraio 2014
Geografia economica: crescita percentuale del PIL nel 2013
Come possiamo vedere, gli unici paesi che nel 2013 hanno visto una recessione del prodotto interno loro sono stati: Portogallo, Italia, Grecia, Spagna (i famosi Pigs) e poi l'Olanda, la Slovenia, la Croazia e l'Ungheria (tutti vittime dell'Unione Europea, anche se sarebbe meglio chiamarla Unione Sovietica Europea).
Il Terzo Mondo invece sta crescendo e anche molto in fretta, per cui tra un po' saremo noi a dover emigrare da loro...
Google, il futuro del mondo in 7 progetti
Dalla connettività a 10 gigabit/s, alle lenti a contatto smart, dallo smartphone scomponibile alle console videogame, ecco il futuro delineato dai progetti su cui Google sta lavorando nel 2014 Fabio Deotto
Che Google abbia deciso di stampare il proprio marchio di fabbrica sul futuro è ormai chiaro da una serie di cose: dal fatto che i suoi servizi siano ormai ubiqui, dal fatto che ogni settimana sborsa tonnellate di quattrini per rilevare aziende di punta in settori disparati, dal fatto che negli ultimi anni il tuo motore di ricerca sembra conoscerti meglio di tua madre.
Questa impressione si tramuta in una sostanziale certezza dando un’occhiata d’insieme ai progetti che Google ha in cantiere per il2014. Ne emerge una visione del futuro in cui tutto sarà connesso, la privacy sarà un ricordo poco interessante e la tecnologia sarà presente in ogni minimo frammento della nostra quotidianità.
1. Connettività
Il primo ingrediente necessario per realizzare il cosiddetto “internet delle cose” è una connettività di diverse misure superiore a quelle esistenti. A questo proposito, se i 7,2 megabit al secondo di Google Fiber vi sembrano tanti, sappiate che a Mountain View stanno lavorando per ottenere connessioni di 10 GIGABIT al secondo . Considerando che per poter fruire contenuti a 4K in streaming servirebbero almeno 15 megabit al secondo, fate voi i calcoli.
Il primo ingrediente necessario per realizzare il cosiddetto “internet delle cose” è una connettività di diverse misure superiore a quelle esistenti. A questo proposito, se i 7,2 megabit al secondo di Google Fiber vi sembrano tanti, sappiate che a Mountain View stanno lavorando per ottenere connessioni di 10 GIGABIT al secondo . Considerando che per poter fruire contenuti a 4K in streaming servirebbero almeno 15 megabit al secondo, fate voi i calcoli.
2. Lenti a contatto
Sì, questo sarà l’anno dello sdoganamento ufficiale dei Google Glass, ma a Mountain View sono già impegnati sulle lenti a contatto . A dire il vero si tratta di un dispositivo medico-sanitario per diabetici: delle lenti a contatto dotate di un chip wireless, di un sensore per il glucosio miniaturizzato e di un minuscolo LED che consentano al paziente di sapere in tempo reale se i livelli di glucosio hanno superato i livello di guardia.
Sì, questo sarà l’anno dello sdoganamento ufficiale dei Google Glass, ma a Mountain View sono già impegnati sulle lenti a contatto . A dire il vero si tratta di un dispositivo medico-sanitario per diabetici: delle lenti a contatto dotate di un chip wireless, di un sensore per il glucosio miniaturizzato e di un minuscolo LED che consentano al paziente di sapere in tempo reale se i livelli di glucosio hanno superato i livello di guardia.
3. Videogiochi
Dopo l’ottimo risultato riscontrato dall’offerta mobile gaming di Android, Google sembra sempre più intenzionato a lanciarsi con tutte le scarpe nel profittevole mondo dei videogiochi. Da tempo spuntano report che annunciano una console targata Google, che dovrebbe fungere anche da set-top box per la TV. Ma da quando Google ha rilevato Flutter , azienda specializzata in gesture recognition, l’indiscrezione si è avvicinata al territorio delle certezze.
Dopo l’ottimo risultato riscontrato dall’offerta mobile gaming di Android, Google sembra sempre più intenzionato a lanciarsi con tutte le scarpe nel profittevole mondo dei videogiochi. Da tempo spuntano report che annunciano una console targata Google, che dovrebbe fungere anche da set-top box per la TV. Ma da quando Google ha rilevato Flutter , azienda specializzata in gesture recognition, l’indiscrezione si è avvicinata al territorio delle certezze.
4. Robot
Quando a dicembre Andy Rubin ha annunciato di essere a capo di una divisione incaricata di sviluppare robot umanoidi, molti di noi sono cascati da un pero altissimo. “Figurati se adesso Google si mette a fare anche i robot” hanno sbuffato in molti. Nemmeno il tempo di scrollare le spalle e Google ha raddoppiato, comprandosi la Boston Dynamics , praticamente l’azienda più importante in materia di robot militari. La vera domanda non è più se Google produrrà davvero robot umanoidi, ma cosa deciderà di farne.
Quando a dicembre Andy Rubin ha annunciato di essere a capo di una divisione incaricata di sviluppare robot umanoidi, molti di noi sono cascati da un pero altissimo. “Figurati se adesso Google si mette a fare anche i robot” hanno sbuffato in molti. Nemmeno il tempo di scrollare le spalle e Google ha raddoppiato, comprandosi la Boston Dynamics , praticamente l’azienda più importante in materia di robot militari. La vera domanda non è più se Google produrrà davvero robot umanoidi, ma cosa deciderà di farne.
5. Auto senza pilota
Anche se, a dire il vero, dei robot Google li ha già. Solo che invece di essere umanoidi, hanno quattro ruote e l’aspetto tipico delle automobili che intasano le autostrade di tutto il mondo. Da anni a Mountain View investono palate di denaro nel progetto Driver-less Car, volto a sviluppare vetture in grado di spostarsi senza bisogno dell’intervento umano. Nel futuro immaginato da Google, queste vetture saranno in grado di comunicare tra loro , evitando code, incidenti e problemi di parcheggio.
Anche se, a dire il vero, dei robot Google li ha già. Solo che invece di essere umanoidi, hanno quattro ruote e l’aspetto tipico delle automobili che intasano le autostrade di tutto il mondo. Da anni a Mountain View investono palate di denaro nel progetto Driver-less Car, volto a sviluppare vetture in grado di spostarsi senza bisogno dell’intervento umano. Nel futuro immaginato da Google, queste vetture saranno in grado di comunicare tra loro , evitando code, incidenti e problemi di parcheggio.
6. Android nell’abitacolo
A proposito di automobili, allo scorso CES Google ha garantito che entro il 2014 verranno prodotti i primi modelli di auto studiati per offrire un’integrazione totale con i dispositivi Android. Per rendere quest’annuncio più credibile, a Google ha lanciato la Open Automotive Allience , un consorzio che include Audi, Honda, General Motors e Hyundai. Il prossimo passo sarà rendere connesso il veicolo stesso.
A proposito di automobili, allo scorso CES Google ha garantito che entro il 2014 verranno prodotti i primi modelli di auto studiati per offrire un’integrazione totale con i dispositivi Android. Per rendere quest’annuncio più credibile, a Google ha lanciato la Open Automotive Allience , un consorzio che include Audi, Honda, General Motors e Hyundai. Il prossimo passo sarà rendere connesso il veicolo stesso.
7. Project Ara: lo smartphone scomponibile
Uno smartphone scomponibile e ricomponibile a seconda delle esigenze dell’utente, è questa una delle sfide più interessanti che Google sta portando avanti nel campo dell’hardware mobile. Formalmente, Project Ara è stato inaugurato da Motorola, ma naturalmente Google si è guardato bene da liberarsene insieme all’acqua sporca della recente rivendita del comparto hardware. Ora rimane da capire come Big G riuscirà a rendere isolabile ogni componente senza scodellare un mastodontico phablet impossibile da mettere in tasca
Uno smartphone scomponibile e ricomponibile a seconda delle esigenze dell’utente, è questa una delle sfide più interessanti che Google sta portando avanti nel campo dell’hardware mobile. Formalmente, Project Ara è stato inaugurato da Motorola, ma naturalmente Google si è guardato bene da liberarsene insieme all’acqua sporca della recente rivendita del comparto hardware. Ora rimane da capire come Big G riuscirà a rendere isolabile ogni componente senza scodellare un mastodontico phablet impossibile da mettere in tasca