Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
sabato 14 dicembre 2013
Gli Arcani Supremi. Capitolo 56. Memoria di luce.
<<Vivien non avrebbe mai acconsentito a tutto ciò>> furono le parole di Robert Oakwood, le prime dopo un lungo silenzio.
Lady Edith Burke-Roche soppesò attentamente la sua risposta:
<<Vivien si faceva degli scrupoli, non posso negarlo. Ma a cosa sono serviti? Hanno portato solo divisione, conflitto e disgrazia. Pretendeva di saper distinguere il bene dal male, come nelle favole! Ma alla fine la situazione le è sfuggita di mano e la catastrofe si è abbattuta su tutti noi, buoni e cattivi, senza distinzione, senza discernimento, perché è il voler giudicare che ci ha portati alla sconfitta>>
Non era facile replicare a quelle considerazioni.
Lady Edith ha posto l'interrogativo di base: chi siamo noi per giudicare?
In fondo la sospensione del giudizio poteva essere anche una forma di umiltà.
C'era però un'obiezione valida, che Robert espresse con convinzione:
<<Il giudizio è implicito. Ogni nostra azione si basa su un giudizio. Possiamo non esprimerlo a parole, possiamo perfino non esserne consapevoli, ma se analizziamo le motivazioni delle nostre scelte, scopriamo che dietro di essere c'era uno schema valoriale. Ogni volta che attribuiamo a qualcosa una priorità, noi operiamo un giudizio di valore>>
Gli occhi pallidi di lady Edith divennero due fessure, come se stesse cercando di mettere a fuoco un'immagine sfocata:
<<Parli come lei. Le stesse parole, le stesse frasi, persino la stessa intonazione. A volte mi viene il dubbio che le sue memorie si stiano risvegliando in te. Dopotutto sei suo nipote>>
Robert scosse il capo:
<<Non sono i ricordi che appartenevano a Vivien, ma quelli che io ho di lei. E' la mia memoria, ed è una memoria di luce>>
Era una luce lunare, che emergeva da uno sfondo notturno, ma era pur sempre una luce.
Lady Edith sospirò:
<<Sei manicheo come lei, a parole. Ma alla fine scenderai anche tu a un compromesso. Se non lo farai con la mia famiglia, lo farai con quella di Richard Stoker. In fondo siamo tutti parenti>>
Improvvisamente un dubbio si affacciò alla mente di Robert:
<<In che rapporti sei con Evelyn Stoker? Sei sua zia... forse con te si confida...>>
Lady Edith si lasciò sfuggire un sorriso:
<<Eve Stoker è quella che io definirei una "portatrice sana" del gene dei Van Garrett. Ha fatto il suo dovere, ha sposato chi le era stato destinato, e ha messo al mondo una figlia nella quale tutti riponiamo grandi speranze>>
Robert pensò all'enigmatica ragazza di nome India Stocker e si rese conto di non sapere quasi nulla di lei.
<<E' stata anche lei "destinata" a qualcuno?>>
<<In un certo senso, sì>>
<<Cosa vuol dire "in un certo senso"?>>
<<Non l'hai ancora capito? Eppure è quasi ovvio, alla luce di quanto ci siamo detti. India è stata scelta come possibile destinataria delle memorie di Vivien. Ha già dato il suo consenso al riguardo. Ora tutto dipende da te. Se le tue ricerche giungeranno a buon fine, avrai svelato il più grande mistero della fede: la resurrezione>>