Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 10 ottobre 2013
Diana - La vera storia di lady D
All'uscita dell'ennesimo film sulla sua vita, lady D, Principessa del Galles, fa ancora discutere. Chi era veramente Diana Spencer? Era una vittima del rigidissimo protocollo della corte reale dei Windsor e dei paparazzi che la inseguivano ovunque, oppure il suo matrimonio naufragò perché non era stata fedele a un marito che a sua volta non era fedele a lei?
Il film "Diana - La storia segreta di Lady D" racconta la sua storia d'amore con un medico pachistano Hasnat Khan, cardiochirurgo di successo che non è disposto a sacrificare la sua carriera per una vita sotto i riflettori. Una ricostruzione biografia attenta, scrupolosa, precisa, mostra un lato inedito e sconosciuto della Principessa triste.
L'inizio del film ci mostra Diana subito dopo la separazione, nel 1994.
La vediamo sola, isolata, malinconica, vagare come una prigioniera nelle stanze troppo grandi e troppo fredde di Kensington Palace, lontano dai figli, senza amici, senza una famiglia, anche se ufficialmente ne ha due, gli Spencer e i Windsor.
La sindrome dell'abbandono non le ha mai dato tregua da quando, all'età di 6 anni, sua madre, Frances Roche Shand Kydd, baronessa Fermoy, lasciò il castello di Althorp, la residenza di famiglia degli Spencer, e successivamente divorziò dal marito.
Forte in apparenza, fragile nella realtà, Diana cerca disperatamente qualcuno che la ami non perché è la donna più famosa del mondo, ma perché è una donna ancora giovane rimasta sola troppo presto.
Naomi Watts cerca di interpretare Diana, lo fa con scrupolo, anche se le manca la personalità e la grinta della Principessa del Galles, che fu una donna più combattiva e spigolosa, e certamente più controversa e paradossale nel vivere il conflitto interiore tra la sua volontà di vita e il ruolo ingessato che la sorte le aveva attribuito, nascendo in una famiglia nobile, da genitori separati, che la destinarono ad un matrimonio precoce e fallimentare.
Non concordo però con chi ha stroncato il film: certo non ha la brillantezza di "The Queen", in cui Diana, pur non comparendo, è la vera protagonista, che fa traballare la monarchia britannica e costringe Elisabetta II a tributarle pubblicamente un omaggio postumo, ma ha il pregio di mostrare ciò che lady D dovette subire dopo il divorzio e la sua fatica di ricominciare da capo e conciliare il suo ruolo pubblico con le proprie esigenze di donna e di persona.