Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 28 luglio 2013
Mistero ad Hollow Beach. Capitolo 2.
Da uno dei balconi della Ridge House, Barbara Fitzherbert poteva vedere la spiaggia di Hollow Beach ed il colore del mare, molto simile a quello dei suoi occhi.
Incominciava già a sentire la solitudine dovuta a quella "vacanza di punizione" a cui i genitori l'avevano costretta dopo i pessimi risultati negli esami di fine anno all'università. Due mesi ad Hollow Beach, sotto la severa sorveglianza della governante miss Dorothy, per "meditare sui suoi errori".
Mica era colpa mia se c'erano sempre dei corteggiatori a farmi perder tempo.
Il problema era che lei li aveva voluti "provare" quasi tutti e lo studio era stato relegato all'ultimo posto delle priorità.
E comunque non avevo idea che il marketing della moda non c'entrasse niente con la moda come la intendo io.
Suo padre non aveva voluto sentir ragioni e le aveva lasciato solo tre alternative: 1) rimanere a Manatthan tutta l'estate senza uscire di casa, 2) passare l'estate a Long Island in una zona tranquilla sotto il controllo di miss Dorothy, 3) blocco della carta di credito.
La seconda opzione le era sembrata il male minore.
Le avevano permesso di portare con sé la Porsche, e le avevano garantito una villetta vittoriana con piscina e vista mare.
La casa è bella, ma sembra che non sia stata mai abitata dai padroni. Come se l'avessero comprata solo per affittarla. Che tristezza!
L'arredamento era confortevole, ma essenziale. Comodo, ma senza alcuna concessione al lusso.
Sarei curiosa di vedere com'è l'appartamento di Robbie.
Il giovane custode, figlio dei proprietari, le sembrava un personaggio bizzarro. Non era certo il suo tipo d'uomo, però la incuriosiva il fatto che facesse una vita così modesta e ritirata pur essendo figlio di possidenti.
Mi sa che anche lui è "in punizione". Eppure ha l'aria da ragazzo serio. Cos'avrà combinato per ridursi così?
La curiosità era tale che, quando Dorothy uscì per andare a fare provviste, Barbara decise di indagare.
So come far parlare gli uomini.
Si presentò alla porta del bilocale a piano terra, vestita e truccata come se stesse per andare a un beach party.
Robert comparve con aria vagamente seccata.
<<Tutto bene? La casa è di tuo gusto?>>
Lei annuì, ma assunse l'espressione triste e imbronciata che di solito sollecitava l'atteggiamento protettivo dei maschi, anche di quelli più distratti.
<<Sì, ma è molto diverso rispetto alle vancaze che faccio normalmente. Questa è una zona troppo silenziosa. E poi... qui non conosco nessuno, non è che puoi darmi qualche consiglio?>>
Robert si accigliò:
<<In che senso?>>
Barbara scosse le spalle:
<<Che ne so? Quale spiaggia è più trendy. Quali sono i posti più più fighi. Insomma, quelle cose lì. Posso entrare?>>
Lui non era particolarmente entusiasta della cosa, ma si diede un certo contegno:
<<Ehm, sì, certo... c'è un po' di disordine>>
In effetti il soggiorno era piuttosto squallido, con libri accatastati alla rinfusa, lampade snodabili e pareti spoglie.
Deve essere uno studente pure lui. Ha la faccia da uno che fa il PhD.
Si sedette su un divano color crema, mantenendo l'espressione triste a cui nessuno poteva resistere.
<<Quanti libri! Che cosa studi?>>
Robert parve imbarazzato:
<<Niente... sono già laureato. Leggo per mio interesse personale>>
Lei dovette sforzarsi per non mostrare un'espressione schifata.
<<Ah, ecco... ma qui è un bilocale? Non vedo la cucina né la camera da letto, ci sono solo libri e divani...>>
Lui assunse l'espressione severa di chi sta chiaramente invitando l'interlocutore a farsi gli affari suoi, ma si sforzò di essere gentile:
<<La mia vera residenza è in mansarda, qui una volta c'era una specie di garage, che vorrei trasformare in una libreria e in uno studio, ma ancora sono indietro con i lavori>>
Barbara sorrise:
<<Ah, bello, verrà un bellissimo studio. Ma tu abiti qui anche d'inverno?>>
Robert capì che la ragazza voleva fare amicizia, mossa più che altro dalla disperazione per l'isolamento a cui i suoi l'avevano costretta, e questo gli fece tenerezza:
<<No, assolutamente, io abito in un monolocale a Manatthan, nella 59°, poco dopo Central Park. So che anche tu sei di Manatthan...>>
Lei finalmente sorrise, vedendo che Robert dava i primi segni di cedimento:
<<Sì, dell'Upper East Side, vivo con i miei genitori. Mio padre è avvocato e mia madre era una modella. Ho preso da lei la passione per la moda. E i tuoi dove vivono? Non vengono mai qui a Hollow Beach?>>
<<I miei vivono ad Albany. Un posto noiosissimo. Lavorano per l'ufficio del Governatore. Questa casa per loro è solo un investimento, non ci vengono mai. Me ne sono sempre occupato io>>
Ogni risposta di Robert era formulata in modo tale da lasciare in sospeso le informazioni più rilevanti, e questo suscitava curiosità a prescindere dall'interesse effettivo di quelle informazioni.
<<Ma tu che lavoro fai?>>
Robert si incupì nuovamente:
<<Mi arrangio... non ho un lavoro fisso. Per fortuna non devo pagare l'affitto. Insomma, riesco a cavarmela>>
Barbara aveva l'impressione che lui le stesse mentendo, ma evitò di indagare oltre.
<<Tra poco tornerà Dorothy. E' meglio che vada. Ma se non ti dispiace, domani ti chiederei di farmi da guida in questo posto. Io non saprei da che parte iniziare>>
Lui apparve di nuovo leggermente contrariato, ma si mantenne gentile:
<<Ok, d'accordo, a domani!>>
Mentre ritornava nei suoi appartamenti, Barbara si sentiva realmente triste. Era la prima volta che un ragazzo non cadeva ai suoi piedi nel giro di dieci minuti.
Mah, questo tipo non è normale. Sono curiosa di capire cosa nasconde, perché una cosa è certa: sta sicuramente nascondendo qualcosa.
Cast
Valeria Lukyanova - Barbara Fitzherbert
Maria di Guisa, regina di Scozia e madre di Maria Stuarda.
Maria di Guisa (Marie de Guise) ) (Bar-le-Duc, 22 novembre 1515 – castello di Edimburgo, 10 giugno 1560) fu regina di Scozia in quanto moglie di Giacomo V Stuart e fu Reggente, dopo la sua morte, in nome della figlia Mary Stuart, nota come Maria Stuarda.
Francese e cattolica, nata dalla potente dinastia dei Lorena, Maria di Guisa, negli anni della sua Reggenza in Scozia (1554-1560) si prodigò per favorire la restaurazione del Cattolicesimo in Inghilterra, appoggiando la regina Maria Tudor, la Sanguinaria, ed i suoi principali collaboratori, l'arcivescovo Reginald Pole e il vescovo Gardiner.
La restaurazione cattolica fallì a causa della morte prematura di Mary Tudor e dell'ascesa al trono di Elisabetta I Tudor, che sostenne l'opposizione protestante scozzese.
Ne derivò una guerra tra la l'Inghilterra e la Scozia in cui le truppe scozzesi di Maria di Guisa, sostenute dalla Francia, arrivarono quasi a minacciare Londra e lo stesso trono di Elisabetta e della dinastia Tudor.
A un passo dal trionfo, Maria di Guisa morì nel 1560 di idropisia, anche se molti sostennero che fosse stata avvelenata per ordine del capo dei servizi segreti di Elisabetta, il potente Lord Francis Walshingham.
Le succedette la figlia Mary Stuart, che si trovava in Francia, avendo sposato il giovane re Francesco II. Il matrimonio fu breve, in quanto Francesco II morì pochi mesi dopo.
Maria Stuart allora tornò in Scozia e sposò il cugino Henry Stuart dal quale ebbe il figlio Giacomo VI, destinato a diventare anche re d'Inghilterra alla morte di Elisabetta Tudor.
Maria Stuarda ed Elisabetta Tudor erano cugine di secondo grado, in quanto Margaret Tudor, zia di Elisabetta, aveva sposato Giacomo IV Stuart, nonno di Maria.