Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 30 giugno 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 55. Alienor prepara le difese del regno degli Alfar
Era notte quando la regina degli Alfar, Alienor, si affacciò nei terrazzamenti del castello di Alfarian, all'estremo nord del regno, per osservare i preparativi per resistere all'invasione degli Albini di Thule, che si riteneva ormai imminente.
Con lei c'era il figlio Legolas, principe della corona ed erede al trono.
Avevano svolto entrambi un duro lavoro quel giorno ed in quel momento ne osservavano i risultati.
Alienor sentiva il peso della responsabilità:
<<Per tutte le cose orribili che accadranno in questa guerra, tutti daranno la colpa a me, perché sono stata io a convincere Atar a rompere il Patto e sono stata sempre io a mandare Alice da Marvin, sapendo bene che lei lo avrebbe trasformato>>
Legolas si meravigliò:
<<E' un po' tardi per i ripensamenti, madre>>
Alienor scosse il capo:
<<Non è un ripensamento, è solo un'assunzione di responsabilità>>
Suo figlio non era convinto:
<<Non sei tu quella che preferiva parlare di cause, piuttosto che di colpe?>>
Lei si limitò a fissare l'orizzonte, verso nord:
<<A livello filosofico. Ma nella vita quotidiana non possiamo abolire il concetto di colpa. Provocherebbe l'anarchia>>
Legolas si accigliò:
<<Tu avevi detto che persino l'anarchia sarebbe stata meglio della dittatura di Marvin e del suo Sentiero Dorato>>
Alienor sospirò:
<<Quello era un paradosso! Un'iperbole!>>
<<Una... cosa?>>
<<Un'iperbole... un'esagerazione voluta, per stupire, pour epater le borgeois. Per scandalizzare i benpensanti!>>
Alienor dovette constatare che Legolas era troppo giovane e forse anche troppo ingenuo per seguire i suoi discorsi.
Faykan avrebbe capito al volto! Che errore è stato escluderlo dalla linea di successione! Era il migliore dei miei figli, e l'ho regalato ad Ellis! Come sono stata stupida...
Sospirò:
<<Legolas, io ho contestato l'autorità di Marvin perché era fondata su un patto con i demoni. Ma quello che vorrei che tu capissi, stasera, è che la guerra, anche quando è motivata da cause che si ritengono fondate sul bene, non è mai una cosa giusta. Non esiste una "guerra giusta". E chi ha contribuito a scatenare una guerra, anche se lo ha fatto in nome di un bene superiore, non è mai giustificato. Se tu non sei pronto ad accettare questo, non sarai mai pronto a regnare>>
Legolas non aveva mai sopportato quelle derive intellettualistiche della madre.
Per lui il mondo era molto più semplice, e trovava molto più interessante una lezione sul tiro con l'arco.
<<Mio padre, durante il consiglio dei ministri, ha detto che bisogna "Armare la pace". Ha dunque sbagliato?>>
Alienor annuì:
<<Certo che ha sbagliato! Ha detto un'idiozia! Avrei voluto cacciarlo a pedate dalla stanza. Non avevo mai sentito una frase più ipocrita!>>
Legolas si rabbuiò:
<<E allora perché gli avete dato il comando dell'esercito?>>
Lei sospirò nuovamente:
<<Perché è un bravo soldato, e ha combattuto molte volte, quando era al servizio del conte di Linthael. A quei tempi ti assomigliava molto, anche se era un Lathear, senza una briciola di sangue elfico>>
<<Tu eri destinata a Marvin, ma alla fine hai ceduto ai corteggiamenti di mio padre. Perché, se ora ti pare che dica cose tanto sciocche?>>
Gli occhi di Alienor divennero vitrei ed immobili, mentre ripensava al passato:
<<Avevo solo sedici anni. Ero una ragazzina ingenua. Ma la responsabilità del mancato matrimonio con Marvin non fu mia. Lui aveva ceduto alle lusinghe di Igraine, la sua prima moglie. Ed io a quel punto mi sentii libera di accettare il corteggiamento di tuo padre>>
Non una parola era stata detta sul primo matrimonio di lei con Elner Eclionner, né sui due figli che erano nati da quell'unione: Faykan ed Eleanor.
Legolas crede che il problema sia che suo padre non è di famiglia nobile.
Il ragazzo la osservò con aria ironica:
<<Alla fine sei riuscita a vendicarti di Igraine. Ma ora la nostra salvezza dipende anche da suo figlio Arthur. Come la mettiamo?>>
Alienor scrollò le spalle:
<<Arthur farà il suo dovere. E' un soldato, come te e come tuo padre>>
Legolas parve intuire una nota di disprezzo in quella frase:
<<Mentre Marvin è un intellettuale, vero? Dicono che la conoscenza delle armi gli fu infusa quando si risvegliarono in lui le memorie degli antenati>>
Alienor annuì:
<<E' così infatti. Lui aveva studiato come retore ad Amnisia. E poi fu iniziato agli Arcani Supremi. Io lo vedevo nei miei sogni e lui vedeva me. E mi diceva sempre "Sei bellissima". Accecato d'amore mi stava a guardare>>
Legolas ripensò a un ritratto di sua madre, di trent'anni prima
Era veramente bellissima.
<<Marvin è stato uno sciocco a preferirti quell'altra. Poteva anche essere un intellettuale, ma ha detto e fatto idiozie in abbondanza pure lui>>
C'era rancore nelle parole di Legolas.
Alienor cercò di smorzare i toni:
<<Se fosse stato saggio, non ci sarebbe stato bisogno di mandargli Alice. Spero che lei gli abbia aperto gli occhi una volta per tutte. Se lui dovesse essere sconfitto nel fronte sud, per noi sarebbe la fine>>
<<Ha cinquanta legioni, madre!>>
<<Sì, ma contro di lui non ci sono solo nemici umani. Eclion e tutta la sua corte di demoni cercheranno di annientarlo>>
<<Esattamente come Gothar e la sua corte di vampiri tenterà di fare con noi. Ma è tempo che il sangue elfico trovi la sua riscossa, da solo, senza dover dire grazie a nessuno!>>
Legolas aveva parlato con passione e sua madre dovette, quantomeno, riconoscere che era animato da un grande coraggio.
<<So che ti batterai con onore, figlio mio, ma ti prego... non sacrificare la vita in nome dell'eroismo! Io ti accoglierò a braccia aperte anche se le tue ferite fossero tutte sulla schiena>>
<<Non ne dubito, madre, ma io non sarei in grado di sopportare la vergogna. Quella è ancora peggio della colpa>>
Alienor dovette ammettere, pur non essendo d'accordo, che quella era una frase intelligente.
Da giovani si sente la vergogna, da adulti la colpa... e questo ci inchioda alle nostre responsabilità, anche se filosoficamente non sono nostre.
Cast
Kate Blanchett (Galadriel) - Alienor di Alfarian
Orlando Bloom (Legolas) - Legolas di Alfarian
Orlando Bloom (Will Turner) - Lorran Plum, consorte reale di Alienor d'Alfarian
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 54. Confessioni ad Alice
Il corteo imperiale si spostava lentamente.
Già il solo fatto che si spostasse era considerato miracoloso.
L'Imperatore-Profeta lascia la fortezza di Gothian per la prima volta dopo trent'anni, e porta con sé la sua giovane sposa.
Alice de Bors, Principessa Consorte, viaggiava nella Carrozza Imperiale, assieme al marito.
Chi li avesse visti, li avrebbe scambiati per una coppia di fidanzatini.
Alice ho bisogno di te come l'aria per respirare. Ora i miei nemici sanno il mio punto debole.
Marvin si aggrappava alla Profezia come unica fonte di rassicurazione.
Ho visto nascere nostra figlia, ho visto che la crescevamo insieme... non corriamo alcun pericolo.
Così pensava, ma per la prima volta in vita sua, incominciava a chiedersi se quelle visioni fossero veramente ciò che sarebbe accaduto in futuro e non un sogno.
Fuori dal suo castello, dalla sua sala del trono, si sentiva vulnerabile.
E devo viaggiare nascosto, perché la gente non veda quanto sembro giovane.
Il dono dell'eterna giovinezza incominciava a infastidirlo.
Non mi prendono sul serio. Mi guardano e si chiedono: ma è proprio lui l'uomo che comanda l'Impero da trent'anni?
Sentì il bisogno di abbracciare Alice e di stringersi a lei.
La Principessa Consorte si era abituata a quei momenti di sconforto, in cui lui pareva tornare quasi un bambino.
<<Cosa c'è che non va, mio amato?>>
Lui aveva voglia di piangere, ma cercò di controllarsi.
<<Niente... è solo che non ero più abituato agli spazi aperti>>
Lei non ci credette neanche per un secondo:
<<Non è solo questo... parla liberamente, sfogati, qui non ci sente nessuno>>
Aveva pronunciato quelle parole con dolcezza e con un sorriso rassicurante.
Marvin si sentì subito meglio:
<<Il fatto è che io senza di te non potrei più vivere... e i miei nemici lo sanno, ho paura che provino a farti del male>>
Lei istintivamente si pose le mani sul grembo:
<<Tu hai visto nascere nostra figlia. Mio caro, dammi almeno altri otto mesi di vita!>>
Risero entrambi.
<<Sì, l'ho vista nascere, e so anche come tu la chiamerai. Ma non te lo dico, altrimenti sceglieresti un altro nome non fosse altro che per dimostrare che il destino non esiste>>
Lei gli accarezzò i capelli.
<<A chi assomiglierà? Almeno questo me lo puoi dire?>>
Marvin chiuse gli occhi, ed ebbe la visione di sua figlia adolescente, forse già diciottenne.
<<La vedo immersa in una foresta, con il viso che mi osserva da dietro un albero. Ti assomiglia moltissimo, eppure ha un'espressione completamente diversa. Ha l'aria di essere triste, gli occhi sono splendidi e profondi, i capelli più scuri dei tuoi...>>
Alice annuì:
<<Ho capito. Sarà una Eclionner, e anche se avrà un volto simile al mio, avrà una personalità come la tua. Ma sai cosa ti dico, io sono contenta se assomiglierà a te>>
Marvin non era d'accordo:
<<Ho visto l'ombra di Eclion su di lei. E questo significa dolore... il mio stesso dolore>>
Alice continuò a parlare con voce tranquilla:
<<Solo il dolore rende grandi. Solo il dolore ci dà la certezza di esistere>>
Lui si sentì attraversare da un brivido:
<<Non potrò mai accettare questa affermazione. Se il dolore è la prova dell'esistenza, allora è meglio non esistere, meglio non diventare grandi>>
Lei gli asciugò lacrime che avevano accompagnato quello scambio di frasi.
<<Nostra figlia ti insegnerà che non è così. Te lo sta insegnando già adesso. Queste tue visioni, questi tuoi pensieri... tu stai percependo lei che cresce nel mio grembo. Siete in simbiosi già adesso, e lo sarete sempre più. Le figlie femmine amano sempre di più il padre>>
Marvin vedeva sempre più chiaramente sua figlia, ma non vedeva più Alice. Era come se l'una avesse sostituito l'altra.
<<Parli come se conoscessi il futuro molto meglio di me>>
Alice rise:
<<Io so leggere il presente. Per intuire certe cose non c'è bisogno della Profezia. E' come quando guardi un fiore dalla radice ai petali. Anche quella è una forma di destino. Come un fiore non è responsabile del suo colore, noi non lo siamo per ciò che siamo diventati>>
Era una dottrina eretica, ma Marvin la condivideva:
<<Avrei voluto una vita normale, ma il destino mi ha reso grande e inutile>>
Era una citazione da Majkovskij, il finale di "All'amato me stesso", ma inevitabilmente a Marvin risuonarono nella testa le parole scritte dal poeta prima di spararsi: "La vita e io siamo pari".
Alice aveva il pregio di non colpevolizzare il suo vittimismo.
Lei sa il prezzo che dovrò pagare. Me lo ha letto negli occhi.
Ogni romanzo della sua vita si concludeva con una morte, ma mai con la sua.
Alcuni non possono più essere salvati, ma per altri c'è ancora speranza.
Era l'unico motivo per il quale aveva deciso di intervenire personalmente a sud.
Alice pareva averlo sempre saputo:
<<Finché sarà vivo qualcuno che ti vorrà bene, non sarai inutile. E qualcuno che ti vorrà bene ci sarà sempre>>
Marvin ne dubitava:
<<E' difficile volermi bene. Se ne sono andati via tutti, e quelli che non se ne sono andati di loro iniziativa, li ho cacciati via io, come ho fatto con Mordred e Valyria. La storia mi ricorderà come uno dei più crudeli tiranni della Dinastia>>
Alice scosse il capo, facendo oscillare i lunghi capelli ondulati sulle guance del marito:
<<A volte si deve fare qualcosa di male per evitare che succeda qualcosa di peggio>>
Marvin, a occhi chiusi, continuava a vedere sua figlia India nel bosco. Gli sembrava quasi che fosse stata lei a parlare.
<<Nostra figlia vivrà costantemente nel pericolo>>
Alice non ne aveva dubbi:
<<E allora tu dovrai insegnarle a difendersi in tutti i modi possibili>>
Lo avrebbe fatto, lo sapeva, lo vedeva.
<<Presto saranno inventate nuove armi>>
<<Le insegnerai ad usarle>>
Marvin ebbe un altro flash.
<<Finalmente vedo anche te... vedo nostra figlia che ti spazzola i capelli>>
<<Ma sei sicuro che sia io?>>
Non ne era affatto sicuro, ma finse di esserlo:
<<Come potrei non riconoscerti!>>
Alice accettò la risposta senza indagare oltre, ma pareva sorpresa, come se qualcuno le avesse predetto che la sua vita non sarebbe stata lunga.
<<Hai visto il luogo?>>
Marvin annuì, ma la risposta non sarebbe piaciuta a sua moglie:
<<La camera rossa di Gothian>>
Alice sospirò:
<<Dunque quel luogo maledetto ci perseguiterà ancora?>>
Marvin cercò di attenuare il perso della risposta:
<<Noi lo trasformeremo! Dopo quest'ultima guerra, noi trasformeremo tutto!>>
Cast
Mia Wasikoswska - Alice de Bors d'Alfarian , Consorte imperiale
Jonathan Rhys Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian
Mia Wasikowska (India Stoker) - India Eclionner Vorkidian
Nicole Kidman (Eve Stoker) - Alice de Bors d'Alfarian