Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 16 novembre 2012
Gothian. Capitolo 124. Marvin ed Elner si confrontano dopo il funerale
Le ceneri di Masrek Eclionner erano state sparse presso le rovine di Flandes, all'imboccatura della valle boscosa di Endor, secondo le sue ultime volontà, dopo una cerimonia officiata sia dal druido Gwydion, sia dal canonico padre Ulume. In quel luogo fu poi posta una lapide con due dediche, una in lingua latheari e una in lingua keltari.
La prima fu letta da Elner Ecliooner, imperatore dei Lathear, figlio di Masrek ed Ellis Eclionner:
<<A sua altezza imperiale Masrek Eclionner, Principe della Corona, ( Lathena 962 - Endor 1000 I.L.) in memoriam. Cenere alla cenere, polvere alla polvere. De profundis clamo ad te, Domine. Dona ei requiem aeternam. Requiescat in pace. Alla sua anima immortale, semper vita et victoria>>
La seconda fu letta da Marvin Vorkidian, re dei Keltar, figlio di Masrek e Lilieth Vorkidian.
<<Memoria immortale del principe Masrek Eclionner: Lloraròn las estrellas una a una,
con las propias naciones las extrañas; su tumba son de Flandes las campañas, y su epitafio la sangrienta luna>>
Marvin rifletté mentalmente su quelle parole.
Piansero le stelle una ad una, e con la sua nazione, piansero quelle straniere; la sua tomba sono le campagne di Flandes, e il suo epitaffio è la luna di sangue.
Una lapide degna di un Eclionner.
Si qua fata aspera rumpas, tu imperator eris... manibus date lilia plenis, purpureos spargam flores...Se avessi potuto evitare questi asprri destini, saresti stato un imperatore... date gigli a piene mani, io spargerò fiori purpurei...
Dopo aver attraversato molte terre e molte genti, sono giunto alle tue povere spoglie, padre, per donarti l'estremo dono della morte. Che tu possa vivere in eterno!
Appoggiò sulla lapide quella dedica personale, scritta in lingua latheari:
Multas per gentes, et multas per aequora vectus, has miseras advenio inferias, pater, ut te postremo donarem munere mortis. Aeternum vale.
Vide che Ellis si inginocchiava davanti alla lapide e capì che era giusto lasciarla sola, in quel momento di lutto e di dolore.
Anche Elner lo seguì, e Marvin decise che era il momento di parlargli.
<<Elner, desidero ringraziarti per essere giunto in soccorso all'esercito dei Keltar e a quello di nostro padre. Insieme siamo riusciti a sconfiggere l'orda delle creature del conte di Gothian>>
Elner valutò quelle parole. Pareva che le soppesasse, per capire se accoglierle o meno.
Marvin intuiva il motivo di quell'esitazione.
Non l'ho chiamato col suo titolo, e ho detto che la vittoria è stata tanto sua quanto mia.
La risposta di Elner fu una rivendicazione a pieno titolo di ciò che Marvin aveva omesso:
<<Era mio dovere di Imperatore dei Lathear combattere e sconfiggere l'invasore di un regno vassallo>>
Marvin rimase impietrito.
Un regno vassallo? I Keltar sono indipendenti da mille anni!
Cercò di non raccogliere la provocazione:
<<Intendi proseguire la guerra al mio fianco?>>
Elner si guardò le unghie, fingendosi distratto:
<<Ho sentito che nostro nonno Sephir giungerà qui per vendicare la morte di nostro padre. Lo attenderò e poi valuterò il da farsi>>
Marvin aveva intuito la sua strategia.
Sa che il Senato imperiale lo ha dichiarato illegittimo ed usurpatore. Manderà me e Sephir al Nord, sperando che Fenrik ci elimini. Nel frattempo lui tornerà a Lathena per restaurare il suo potere.
Lo fissò con aria delusa, ma preferì evitare qualsiasi polemica.
Non mi interessa il tuo trono, c'è ben altro sulla terra!
<<La mia priorità è sconfiggere definitivamente il Conte di Gothian, e di rendere il Regno dei Keltar sicuro e indipendente>>
Elner rimase scettico:
<<Dovresti aggiungere alle tue priorità anche un'altra cosa, che credo immaginerai. Sarebbe opportuno, infatti, che tu convincessi tua madre e i suoi pirati a non cospirare contro l'autorità mia e di mia moglie Marigold>>
Marvin dovette far appello a tutte le sue forze per dominarsi:
<<Non ti fidare di Marigold! Ti ha già tradito una volta! Quanto a mia madre, io non ho né il potere, né il diritto di interferire nelle sue scelte di vita. Anche tua madre è una donna forte e indipendente>> e osservò Ellis davanti alla lapide <<...per questo tu dovresti capirmi>>
Elner valutò quelle parole, poi, prima di andarsene commentò:
<<Ne riparleremo....>>
N.d.A.
Le citazioni in latino, oltre alle preghiere funebri della liturgia cristiana, comprendono dell'Eneide di Virgilio, libro VI, in cui si ricorda la morte prematura di Marco Claudio Marcello, genero di Augusto e un passo di Catullo , dedicato al fratello defunto.
Le citazioni in spagnolo sono di Francisco de Quevedo, tratte dalla Memoria immortale del Duca di Osuna.
E' chiaro che nel romanzo il latino corrisponde alla lingua latheari e lo spagnolo rientra nel gruppo delle lingue keltari, come anche il francese.
Il quadro all'inizio del capitolo è del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich.